Se io, se lei! Se io, se lui! di iosnio90 (/viewuser.php?uid=98446)
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La
lite
Bonnie
si svegliò di soprassalto.
Era affannata, aveva la fronte imperlata di sudore e i capelli le
davano fastidio.
Si portò una mano al petto e, tremante, decise di scendere
al piano di sotto per bere un bicchiere d’acqua.
Era mezzanotte passata e la casa era immersa nel silenzio.
Bonnie avanzò titubante nel buio e, solo una volta arrivata
in cucina, si decise ad accendere una lampada.
Prese un bicchiere dalla credenza e una bottiglia d’acqua
fredda dal frigo, poi si issò a sedere sul tavolo da pranzo.
Odiava sentirsi così: tesa, oppressa e infelice.
E tutto a causa di quello stupidissimo vampiro che non riusciva a
togliersi dalla testa.
Finiva sempre così: lui le sorrideva, lei si illudeva, poi
lui tornava a sbavare per il suo angioletto e lei aveva gli incubi,
incubi che la facevano svegliare nel cuore della notte con il battito
accelerato.
Beh…a voler essere del tutto onesti, i suoi non erano incubi
nel senso convenzionale del termine. Diciamo che per LEI erano incubi.
Quella notte la sua mente le aveva riproposto gli avvenimenti a cui
aveva assistito, suo malgrado, il giorno prima.
Era domenica mattina e lei non aveva un bel niente da fare,
così aveva pensato di fare un salto al pensionato per
salutare Stefan ed Elena, ma non si sarebbe mai aspettata di vedere
ciò che aveva visto.
Appena arrivata aveva incrociato una raggiante Signora Flowers che,
nella sua tenuta da giardiniera impegnata, le aveva detto che Stefan
non c’era, ma che Elena era ancora di sopra.
Bonnie aveva cominciato a salire le scale, quando aveva sentito dei
rumori provenire dalla stanza dell’amica. Così,
temendo il peggio (perché a Fell’s Church anche
una tranquilla domenica d’estate può trasformarsi
nella Terza Guerra Mondiale), Bonnie aveva velocemente formulato uno
dei pochi incantesimi che aveva imparato di recente e che le permetteva
di avvicinarsi a chiunque, umano, vampiro o altro, senza che questi si
accorgesse in nessun modo del suo arrivo.
Una volta fatto l’incantesimo, aveva salito gli ultimi
gradini e si era cautamente affacciata allo spiraglio lasciato dalla
porta socchiusa per poter spiare cosa stava succedendo
all’interno, ma fu un errore.
Il suo cuore perse un battito e lacrime amare cominciarono a scorrerle
lungo le guance.
Al centro della stanza c’erano Elena e Damon e si stavano
baciando.
A Bonnie era sembrato tutto così irreale.
Aveva provato istintivamente una tristezza infinita per Stefan che non
sospettava minimamente del tradimento in atto.
Aveva provato rabbia per Elena e Damon.
E aveva provato pena per se stessa.
Più li guardava e più il cuore le faceva male e
anche adesso, ripensandoci, sentiva il cuore chiuso in una morsa
d’acciaio.
Bonnie ricordava chiaramente cosa aveva pensato: aveva pensato che
quello tra Damon ed Elena sembrava uno di quei baci appassionati che si
vedono solo nei film d’amore strappalacrime quando, alla
fine, i due protagonisti riescono finalmente a stare insieme e a
correre l’una nelle braccia dell’altro.
A quel pensiero, Bonnie aveva fatto un passo indietro e, lentamente, si
era voltata per andare via. Ma, prima di correre via, aveva fatto in
tempo a sentire un’unica frase detta da Elena:
“Glielo dirò!”.
DRIIIIN DRIIIN.
Lo squillo improvviso del telefono, la ridestò dai suoi
tristi pensieri e Bonnie si precipitò a rispondere prima che
qualcun altro, in casa, si svegliasse.
Con una mano tremante e uno strano presentimento, afferrò la
cornetta.
“Pronto?”.
“Bonnie! Oh Bonnie…..devi correre subito
qui!” - la voce di Meredith era in preda all’ansia.
Bonnie si portò una mano sul cuore.
“Meredith….calmati…dimmi che sta
succedendo! Dove sei?” - sentire l’imperturbabile
Meredith così agitata la sconvolgeva ed impauriva allo
stesso tempo.
“Sono appena arrivata al pensionato! Mi ha chiamato poco fa
la Signora Flowers….oh povera donna….Bonnie qui
sta succedendo il finimondo! Stefan è….non lo
so…è fuori di
se….io….” - rispose Meredith.
A Bonnie bastò un attimo per capire: Elena aveva parlato.
“Sarò lì in due secondi!” -
disse e riagganciò.
Aveva bisogno di vestiti, ma non poteva correre al piano di sopra
perché correva il rischio di svegliare qualcuno, quindi
andò in lavanderia.
Afferrò velocemente un paio di jeans freschi di bucato e una
maglietta rossa, che aveva seriamente bisogno di una stirata, e se li
infilò.
Prese in prestito un dei tanti paia di scarpette da ginnastica che sua
sorella Mary si ostinava a lasciare in giro per casa e in pochi minuti
uscì afferrando le chiavi di casa.
Corse a perdifiato per tutto il tragitto che separava casa sua dal
pensionato e quando svoltò l’angolo e
arrivò a destinazione trovò la porta spalancata e
l’intero edificio illuminato a festa.
Ma non era di certo una festa quella che si stava svolgendo in salotto.
Da lì provenivano grida rabbiose.
Non appena Bonnie mise piede nel piccolo salottino intimo della signora
Flowers si sentì afferrare per un braccio e trascinare via.
Meredith la condusse accanto alla finestra e le bisbigliò
all’orecchio: “Grazie per essere venuta! Io non so
più che fare, Bonnie! Magari in due riusciamo ad inventarci
qualcosa per calmare Stefan! Vedi, lui è come impazzito
perché Elena….”.
“Lo ha mollato per Damon!” -
l’anticipò Bonnie, notando, nello stesso istante,
gli occhi neri di Damon che guizzavano nella sua direzione.
Bonnie non ci badò e cercò di analizzare la
situazione che aveva davanti: Elena e Damon erano da un lato, lui le
teneva una mano sulla schiena come a sostenerla e lei era in lacrime;
dall’altro lato c’era Stefan che non faceva che
inveire contro la sua, ormai, ex-ragazza.
“Io ancora non riesco a capire come hai
potuto!” - gridò Stefan -
“Facevi tanto la buona dicendo che tu eri diversa da
Katherine, che non ti saresti mai comportata come lei, che non avresti
fatto le stesse cose….beh…sai che ti
dico? Tu sei stata tanto meschina e crudele da fare molto
peggio! Almeno da Katherine sapevo cosa aspettarmi, ero consapevole del
fatto che stava sia con me che con lui, lei non si è mai
nascosta, ha sempre fatto le cose alla luce del sole, invece
tu….tu mi hai legato a te, mi hai fatto credere che mi
amavi, che amavi soltanto me, mentre nel frattempo te la spassavi con
lui alle mie spalle!” - un ringhio basso proruppe dalla gola
di Stefan che si accovacciò.
Bonnie capì ciò che stava per succedere soltanto
quando vide Damon pararsi davanti ad Elena per farle scudo.
Meredith, di fianco a lei, si portò una mano a coprirsi la
bocca e gemette.
Bonnie, mettendo da parte la rabbia e il dolore che anche lei stava
provando alla vista di Elena e Damon insieme, reagì
d’istinto: “Basta! Fermi!” -
gridò.
I due vampiri la smisero di ringhiare, ma continuarono a fronteggiarsi,
occhi negli occhi, i canini al massimo dell’estensione.
Bonnie fece un passo avanti e tese una mano in direzione di Stefan.
“Stefan…” - lo chiamò -
“Stefan, ascoltami! Devi calmarti! Capisco che tu ti senta
deluso e arrabbiato, ma devi calmarti!” - gli disse con la
voce più tenera che potesse avere.
Stefan non la degnò di uno sguardo, ma le
rispose:“Tu non puoi capire come mi sento, Bonnie! Tu stai
dalla parte di Elena! Tu sei sua amica!”.
“Ma sono anche amica tua!” - obiettò
Bonnie.
“Sei la sua migliore amica!” - ribadì
Stefan.
Bonnie cominciò a spazientirsi.
“Sarò anche amica sua, ma sono dalla tua parte ,
Stefan, dalla tua, non dalla sua! Sei tu quello che ha ragione ed
è lei ad avere completamente torto!” - disse.
Passarono alcuni minuti di silenzio, poi Stefan tornò in
posizione eretta, ma aveva tutti i muscoli tesi: si vedeva lontano un
miglio che era pronto ad attaccare in qualsiasi momento.
Bonnie decise di proseguire.
“Tu hai ragione, Stefan, ma passerai dalla parte del torto se
adesso attacchi!” - disse e Stefan sospirò
pesantemente come per dire che non era per niente d’accordo -
“Ascoltami! Non ti sto dicendo di non attaccare
perché non voglio che Elena si ferisca! Ti sto dicendo di
non attaccare perché non voglio che tu ti abbassi al loro
livello! Tu non sei come loro! Damon ed Elena stanno insieme
perché, nel profondo, sono fatti della stessa pasta! Sono
entrambi egocentrici, menefreghisti, inaffidabili, egoisti e senza un
minimo di gentilezza o generosità! Sono crudeli e pensano
soltanto a se stessi e a quello che vogliono senza preoccuparsi dei
sentimenti altrui! Il motivo per cui sei così arrabbiato
adesso è che hai finalmente capito che l’immagine
perfetta che avevi di Elena in realtà non esiste! Noi tutti
abbiamo fatto il colossale errore di vedere in lei una specie di
perfezione, ma lei non è così e adesso lo ha
dimostrato! Ma tu, Stefan…tu sei diverso, tu sei buono e
gentile e generoso, pensi sempre prima agli altri che a te
stesso!” - disse.
“Sì, e guarda a cosa mi ha portato!” -
la interruppe Stefan continuando a tenere gli occhi fissi dinanzi a lui.
“Questo non ha alcuna importanza! Ciò che importa
è che tu non perda te stesso! Dà retta a me,
Stefan, non vale la pena rovinarsi per loro due! Lasciali andare!
Vogliono stare insieme? Bene, che siano felici! Anzi, forse
è meglio, così non rischiano di infettare qualcun
altro con la loro presenza e i loro orrendi difetti!” - fece
Bonnie.
Stefan sembrò colpito dalla sincerità delle
parole di Bonnie e si voltò a guardarla.
Sembrava così tormentato e distrutto…
Bonnie si avvicinò e gli tese una mano.
Stefan la fissò negli occhi e poi fissò la mano
che gli veniva offerta.
Bonnie annuì, incoraggiandolo, mentre un silenzio spettrale,
rotto soltanto dai singhiozzi di Elena, era sceso nella stanza.
Stefan attese qualche altro istante poi, con un sospiro,
rilassò i muscoli e afferrò la mano di Bonnie,
accennandole un lieve sorriso.
Bonnie gli si avvicinò ancora e lo abbracciò
forte.
“Grazie!” - le sussurrò Stefan
affondando il viso sulla sua spalla.
Come risposta Bonnie gli diede due pacche affettuose sulla schiena e
sciolse l’abbraccio sorridendo.
Stefan si voltò, di nuovo, verso la nuova coppia:
“Adesso io andrò di sopra e mi chiuderò
in camera mia, scenderò tra un’ora esatta e per
allora non voglio più trovare qui nessuno di voi due! Questa
è casa mia e voi non siete più i benvenuti!
Questo significa che non rimetterete piede qui dentro fino a che non
sarò stato io stesso a darvi il permesso! Nel frattempo, non
mi importa dove andrete a vivere o cosa farete, l’importante
è che mi stiate alla larga! Per quanto mi riguarda ho chiuso
con tutti e due, definitivamente! Ciò vuol dire che non mi
importerà più nulla di te…”
- e guardò Elena - “…e che, da adesso
in avanti, quando mi chiederanno della mia famiglia,
risponderò che sono figlio unico!” - concluse
guardando Damon.
Poi Stefan si voltò e tornò in camera sua, come
aveva detto.
Pochi istanti dopo anche Bonnie tirò un sospiro di sollievo,
felice per aver risolto, almeno per il momento, quella brutta
situazione.
Meredith accompagnò la signora Flowers in cucina, per bere
una bella tisana insieme.
Bonnie decise che le avrebbe raggiunte.
Ma proprio mentre stava per andare Elena la fermò e
l’abbracciò.
“Oh, Bonnie….grazie!” - le disse, ma
Bonnie era rimasta fredda e non aveva risposto all’abbraccio.
Pensò che visto che quella sera erano volate parole grosse,
una più o una meno che differenza poteva fare?!?.
“Non ringraziarmi, Elena!” - disse.
“Perché? Perché non dovrei?”
- chiese Elena.
“Perché tu mi ringrazi soltanto perché
credi che io abbia detto tutte quelle cose esclusivamente per calmare
Stefan, ma in realtà non è così! Io ho
detto tutte quelle cose su di te perché le penso per
davvero!” - rispose.
Elena sgranò gli occhi: “Cosa?” -
biascicò.
“Vedi, Elena, io per prima, come tutti gli altri, ho fatto lo
stupidissimo errore di vederti come una creatura perfetta, una
dea…..ma alla fine tu non sei per niente perfetta, anzi, tu
hai più difetti che pregi! E sai di cosa mi sono resa conto?
Che il mio complesso di inferiorità nei tuoi confronti non
ha mai avuto ragione di esistere perché, tra noi due, io
sono quella che si fa sempre in quattro per tutti, io sono quella che
pensa sempre prima ai bisogni degli altri e forse non sarò
bionda e bella come te, ma questo non significa nulla perché
la bellezza non significa nulla se non la si accompagna con
un’anima buona! E tu….come posso definirti buona
dopo quello che hai fatto a Stefan? Mi viene in mente soltanto una
parola per definirti, ma non la ripeterò, perché
sai che non mi piace essere volgare, ma….andiamo,
Elena…..tu come la definiresti una che illude un ragazzo per
tanto tempo sostenendo di amarlo alla follia, un ragazzo che
è stato anche in punto di morte per lei e, nel frattempo, lo
tradisce col fratello?” - rispose Bonnie scuotendo,
leggermente, la testa.
Si voltò e raggiunse Meredith e la signora Flowers.
Il suo Angelo scoppiò di nuovo in lacrime.
Damon le cinse le spalle e l’abbracciò lasciando
che si sfogasse, ma i suoi pensieri erano altrove.
Stava pensando alla streghetta.
Aveva usato parole dure con Elena e lui era rimasto ad ascoltarla in
silenzio.
In realtà ciò che non riusciva a spiegarsi era
stata la totale mancanza di interesse che Bonnie aveva mostrato per lui
durate i due lunghi discorsi tenuti prima con Stefan e poi con Elena.
Insomma, se si escludeva l’accenno alla sua
crudeltà eccetera, eccetera, lui non era stato proprio
chiamato in causa.
Eppure aveva sempre creduto di avere un’ascendente piuttosto
forte sulla rossa.
Possibile che si fosse sbagliato? Lui non si sbagliava mai,
eppure….
“Dobbiamo andare via!” - la voce di Elena lo
costrinse a mettere da parte le sue elucubrazioni.
“Certo, Angelo! Andiamo!” - e mentre
fissava il mare blu degli occhi di Elena, finalmente sua,
pensò che, infondo, non gli importava nulla
dell’indifferenza della streghetta.
Elena aprì la porta ed uscì.
Nello stesso istante Bonnie sbucò dalla cucina e si diresse
al piano di sopra senza degnarlo di uno sguardo.
Damon seguì Elena, ma nonostante ciò che aveva
pensato poco prima, prima di richiudersi la porta alla spalle, si
ritrovò a fissare dei riccioli rossi che ondeggiavano
sinuosamente.
Stefan era rinchiuso nella sua stanza da poco.
Se ne stava seduto sul davanzale della finestra e non riusciva a darsi
pace.
Ciò che era successo, ciò che Elena gli aveva
fatto, il tradimento che aveva subito, gli bruciava così
tanto da far male.
Dall’alto vide Elena e Damon che andavano via e una fitta lo
colpì allo stomaco, forte come una gomitata.
Non aveva mai pensato che sarebbe andata così, non aveva mai
pensato alla possibilità che Damon ottenesse ciò
che voleva.
Il suo amore per Elena era così forte e quello di Elena per
lui sembrava così reale….
Un timido bussare lo fece voltare.
“Non voglio vedere nessuno!” - disse.
“Sono Bonnie!” - disse la voce al di là
della porta.
Stefan sorrise suo malgrado.
“Entra pure!” - disse.
Bonnie entrò facendo il meno rumore possibile e gli si
sedette accanto.
Stefan si voltò per poterla guardare in volto.
Bonnie sembrava triste, ma nei suoi occhi non c’era
compassione e Stefan gliene fu grato: non voleva essere compatito.
“In quel momento l’ho odiata così tanto!
Adesso non so cosa provo, ma poco fa la odiavo con tutto me
stesso!” - disse, poi prese tra le sue le mani
dell’amica - “Come è possibile passare
dall’odio all’amore in così poco tempo,
Bonnie?” - le chiese.
Bonnie scosse le testa: “Non lo so, Stefan, non lo so!
Però posso dirti quello che penso!” - rispose.
Stefan annuì: “Sì, ti prego!”
- disse.
“Io penso che tra l’odio e l’amore il
confine sia quasi invisibile e penso che più si ama una
persona più, quando questa persona ci fa del male, finiamo
con l’odiarla! Ma penso anche un’altra
cosa!” - disse Bonnie.
“Cosa?”.
“Penso che l’odio non dura per sempre, penso che la
rabbia non dura per sempre, penso che il dolore non dura per sempre,
penso che col tempo tutto questo finisca e penso anche che tu, da
immortale quale sei, sei parecchio fortunato perché di tempo
ne hai parecchio!” - disse Bonnie sorridendo.
Anche Stefan sorrise, per poi stendersi sul davanzale e appoggiare la
testa sulle gambe della ragazza.
“Voglio che finisca!” - disse.
Bonnie prese ad accarezzargli i capelli e Stefan chiuse gli occhi,
rilassandosi.
“Col tempo, Stefan, col tempo!”.
NOTE:
Ciao a tutti!!!!
Sono strafelice di tornare a pubblicare, finalmente!
Spero che anche voi siate felici del mio ritorno........XDXDXDXDXD!
Ormai è passato più di un mese dalla conclusione
del Linguaggio della resa e, come vi avevo promesso, ecco qui la mia
nuova storia.
Sarà una storia breve (6 capitoli al massimo), ma mi auguro
che vi piaccia comunque!!!
Sarà deciamente diversa dal Linguagio della resa e, come ho
scritto anche nell'introduzione, non ci sarà nessun nemico
da combattere.
Di certo sarà un esperimento interessante portare la coppia
Stefan/Bonnie, ma l'idea mi intrigava già da un
pò, quindi....ecco qui!!!
In questa mia fanfic Bonnie non è la ragazza timida e senza
opinioni dei libri, ma ho preferito renderla più
adulta....una che non le manda di certo a dire, da come si è
visto in questo capitolo!!!
Diciamo che ho detto, tramite lei, tutto quello che avrei detto io ad
una tipa come Elena.....!!!
XDXDXDXDXDXDXDXDXDXDXDXDXDXDXD
Per quanto riguarda la pubblicazione dei capitoli, vi avverto che
pubblicherò soltanto una volta alla settimana: il giovedì
sera!!!
Inoltre, dato che...lo ammetto....sono stata piuttosto negligente
riguardo alle risposte ai commenti splendidi che mi lasciavate al
Linguaggio della resa, ho deciso che cambierò rotta e, vi
faccio la solenne promessa che risponderò, tramite il metodo
che fornisce il sito, a tutti i commenti che vorrete lasciarmi!!!
Detto questo.....vi lascio...spero che il capitolo vi sia piaciuto e
che abbia saputo catturare la vostra attenzione! In caso contrario: non
fatevi problemi a dirmelo!!!
A giovedì sera.....BACIONI...IOSNIO90!!!
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