I'm begging to hear your voice, tell me you love me too.

di nicksmuffin
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PROLOGO.
 
Conoscete Los Angeles, no? Oh, certo che la conoscete. Saprete sicuramente quanta gente ne parla bene, e quanto è bello viverci. Io che ci vivo, ovvio non posso dire il contrario. Ma lì non esistono solo grandi strade, ville che ti fanno mancare il fiato, e negozi in cui ti perdi appena ci metti un piede dentro. Esistono anche quei piccoli appartamenti, quei palazzi dalle facciate assolutamente anonime e grigie, sotto i quali anche i cani evitano di pisciarci per pura pietà. Ecco, io vivo in uno di quegli appartamenti. Mio padre è un militare, ed è sempre lontano da casa. Non pensate che questo dia un tono alla mia famiglia, la gente pensa che sia un pazzo che per qualche misero dollaro vuole suicidarsi. Ma lui non ha mai scelto di diventarlo, è per quanto sia una onorevole missione umanistica battersi per la salvezza di tanti innocenti, lui avrebbe sempre voluto potersi dedicare di più a noi. Forse gli sembra che in questo modo stia trascurando me e mia madre. Probabilmente non ha mai capito quanto ci manca ad ogni respiro che riusciamo a produrre. Mia madre non lavora, è una casalinga. E’ una donna di quelle determinate fino alla fine, qualunque cosa succeda. E’ un po’ il mio mito, ineffetti. Ma spesso vedo quando è nella sua camera, e seduta sul letto fissa lo specchio di fronte a lei. All’improvviso le scende una lacrima, abbassa gli occhi, poi passa velocemente una mano per asciugarla, si alza di scatto ed esce dalla stanza. Le manca mio padre. Come a me, d’altronde. Non credete però, che ci sia questa atmosfera malinconica in casa mia: è esattamente il contrario. Potrà sembrare un’affermazione molto ironica, ma non sto scherzando. Io e mia madre andiamo perfettamente d’accordo. Io le dico tutto, ogni singola cosa. Le voglio un bene immenso, e farei tutto per lei. Si sa, che spesso i rapporti fra figlia diciassettenne (quasi diciottenne, precisiamo), e madre sono sempre un po’ difficili, ma tra me e lei, forse per necessità, non ci sono mai state forti incomprensioni. Inoltre io, (stendiamo un velo pietoso sull’aspetto del palazzo dall’esterno, ovvio) adoro il mio appartamento. E’ abbastanza piccolo, ma grazie a questo c’è una luce fortissima, in ogni stanza. Abitando al così detto “attico” la mia stanza è una mansarda, con una piccola finestra sul soffitto proprio sopra il mio letto. La sera è bellissimo alzare gli occhi e guardare le stelle. E’ per quello che scelsi quella camera quando comprammo la casa. Per il resto, una giornata in casa mia si svolge più o meno come quelle di qualunque altra persona normale. Io? Io sono Cassie, e no, non sono brava a parlare di me.




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