- Peter
Widmore era estremamente calmo per aver appena scoperto che la sua
fidanzata, presto sposa, l'aveva tradito con Charles Widmore, il suo
ricco e disaffettuoso padre. Era seduto al bancone di un bar notturno
in centro, quando scoppiò in una risata sonora. La cameriera
pensò
fosse pazzo o solo ubriaco e, sapendo che il proprietario non
accettava gente nel genere nel locale, si avvicinò a lui e
gli
indicò con un gesto della mano l'uscita. «Devi
andartene», disse
lei. «Non voglio guai.» Peter si alzò e
uscì dal locale con il
bicchiere di whiskey in mano. «Stronza»,
sbraitò finendo di bere e
buttando il bicchiere a terra. Si ritrovò in un vicolo,
separato
dalla strada principale da una rete. Si arrampicò
maldestramente e,
arrivato in cima, si buttò a terra dall'altra parte con un
salto.
Arrivato in macchina, una Porsche 911 Cabriolet, iniziò a
guidare
verso casa del suo unico, vecchio, amico.
- «Guidi
piuttosto bene per essere ubriaco.», iniziò
Matthew uscendo da casa
sua. «Peter, cosa diavolo ci fai qui? I bambini stanno
dormendo e
sai benissimo che mia moglie ti detesta.» Peter mise
una mano in tasca e ne cacciò un pacchetto di sigarette; ne
tirò
fuori una e l'accese.
- «Ottimo.
Hai ricominciato?» «Sai, capita quando la tua
futura sposa si
fotte tuo padre», disse Peter abbozzando un sorriso
sarcastico.
-
L'amico,
prima arrabbiato, si rivolse a lui con un fare dolce, quasi
come stesse parlando a un bambino a cui avessero rubato il cane.
«Isabella?» «Chi, altrimenti? Non pensavo
avessi più
fidanzate», e scoppiò di nuovo a
ridere. «Dio... dopo così tanto
tempo. Il bastardo non poteva risparmiarla, vero? Chiedi alla tua
sposa se posso rimanere, solo stanotte; domani vado in
hotel.»
- «In
quest'istante, ti odio». Matthew entrò in casa e
Peter lo segui su
per le scale; appena entrato in camera, senza neanche spogliarsi e
poggiare la sigaretta, si butto sul letto matrimoniale che si trovava
al centro della stanza degli ospiti e si addormentò
istantaneamente.
- Si
svegliò nel bel mezzo della notte e, colto da un senso di
nausea,
corse in bagno e vomitò nel water. Sì
rialzò e si avvicinò allo
specchio; aveva un aspetto terribile: i capelli scompigliati, le
guance e le labbra bianche, i lati della bocca sporchi di vomito e la
camicia sbottonata sporca del sangue del padre gli davano l'aria di
un assassino. «Figlio di puttana», disse infuriato
ripensando al
padre, la notte precedente, mentre si faceva la sua fidanzata nel suo
letto, nella sua camera, nella sua casa. Si appoggiò al
water e
vomitò di nuovo.
-
«Già,
sei
proprio un figlio di puttana.» Si voltò e non
rimase sorpreso nel vedere Olivia, moglie di
Matthew, appoggiata sullo stipite della porta del bagno. «Per
quanto ti
odi, mi dispiace.»
- «Già,
love you, too.
Hey, Olive, non è che posso 'usufruire dei servizi',
qui?», disse
lui prendendola in giro. Olivia proveniva da una famiglia
aristocratica, come Matthew; detestava Peter per la sua
instabilità,
dovuta all'affetto mancato della famiglia, e perchè aveva
paura che
potesse riportare Matthew ai tempo dell'università.
- «A quanto vedo hai
già sporcato il
water, quindi puoi tranquillamente farti una doccia. Sarebbe meglio,
anzi. Allora, si può sapere perchè lei si fa tuo
padre e tu te ne
devi andare di casa?»
- Mentre rispondeva, Peter
entrò
nella doccia e iniziò a spogliarsi, lanciando i vestiti
sopra la
tenda e lasciandoli cadere a terra, sparsi per il piccolo bagno degli
ospiti. «Perchè riesco a malapena
entrare in casa, figuriamoci viverci.»
- «Senti, Matthew ha
paura che non gli dirai
nulla e...»
- «E...? Ha ragione. Non
riesco a parlarne. Potrei
vomitare anche qui, nella tua stupenda doccia d'oro.» e
scoppiò a
ridere, sapendo di darle fastidio.
- «Potresti parlarne
con me... Insomma, non lo andrò a raccontare in giro e
probabilmente
sono troppo stanca per...»
- «Scordatelo.
Non ho intenzione di parlarne a nessuno, per
ora. Poi non c'è neanche molto da dire: sono entrato, li ho
visti e
sono andato a bere in un bar. Fine della storia. Contenta?
Okay,»
disse uscendo dalla doccia completamente nudo, «che ore
sono?».
- «Sei
disgustoso. Le
cinque.» rispose guardando l'orologio.
- «E tu cosa ci fai
sveglia a quest'ora? Su, su, vai in
camera di Mat e sveglialo in modo decente. Il sesso mattutino
è
un'ottima soluzione per lo stress» e la cacciò dal
bagno.
- Uscì
anche lui in cerca di un asciugamano, che trovò dopo circa
cinque
minuti persi tra profumi e pigiami per gli ospiti. Si
asciugò
velocemente i capelli, indossò i suoi jeans e una
cannottiera
aderente nera trovata in uno dei tanti cassetti e scaffali presenti;
quindi tornò in bagno, raccolse la sua biancheria e
scaricò il
water. Quando uscì dalla camera si scontrò con
uno dei figli di
Matthew, Lucas, che gli buttò le mani al collo e
urlò:«ZIO PETER!»
- «Uomo in miniatura,
cosa ci fai sveglio a
quest'ora? Non dovresti essere nel tuo letto caldo, sognando draghi e
principesse o cose così?», sussurrò
Peter al bambino. Lucas
allontanò il viso dal collo di Peter, che nel frattempo
l'aveva
preso in braccio:«Oggi vado con la maestra a vedere i
dinosauri!»
- «Happy
for you,
Luke. Ora vai da mamma a fare colazione.»
- «Mamma sta svegliando
papà. Puoi
prepararmi i pancakes?» Peter rise sottovoce, poi lo mise
giù, gli
prese la mano e lo portò giù in cucina.
- Arrivati
lì, lo issò sull'isola al centro della cucina,
iniziò a preparare i
pancakes e mise un po' di latte sul fuoco.
- «Allora,
come avete passato questi ultimi mesi senza zio Pet?», chiese
Peter
al bambino che stava giocando con le posate.
- «Robert sta andando al
liceo e io ho preso 9 in italiano! Ma zia Isabella
dov'è?»
- «Zia
non verrà per un po'...», disse Peter a Lucas, con
una nota di
malinconia nella voce. Finì poi di preparare i pancakes e li
poggiò
sull'isola di fianco al bambino, con sciroppo, burro e marmellata;
poi versò il latte in due tazze: in una aggiunse del cacao e
la
passò a Lucas, nell'altra versò del
caffè freddo e lo bevve d'un
sorso. Dopo aver fatto colazione, mandò Lucas in camera sua
a
prepararsi e si avventurò alla ricerca del cassetto delle
medicine
per cercare di arginare il mal di testa per i postumi della
sbornia.
- «Devi smetterla di
frugare tra la mia roba», disse Matthew lanciando una scatola
di
aspirine a Peter.
- «Thank
you,
dolcezza. Com'è stato il risveglio?»
- «Piuttosto...
movimentato. Allora, cosa hai intenzione di fare?», chiese
l'amico,
preoccupato.
- «Non ne ho la
più
pallida idea. Credo che andrò a prendere qualche vestito e
la
macchina da scrivere a casa e prenderò una stanza in
hotel.» «Quindi hai deciso, uh? Sei sicuro di non
voler tenere la casa?
A proposito, cosa farai per la festa?»
- «Non lo so!
Non so niente in questo momento, non sono
sicuro di nulla. Cristo, 5 anni di astinenza dal fumo mandati in
malora, 2 anni senza sbronze ed eccomi qui, a dormire in casa del mio
unico amico come un barbone. Non ho più certezze!»
disse Peter
furioso, scaraventando la tazza nel lavandino senza -miracolosamente-
romperla. In quel momento entrò in cucina Robert, il figlio
maggiore
di Matthew e Olivia:«Peter? Cosa ci fai qui?»,
disse inquieto.
- «Anch'io sono
felice di vederti. Vieni qui!», disse Peter e lo
abbracciò
affettuosamente.
- «Seriamente, come mai
qui?»
- «Un vecchio amico non
può
passare a farti visita?»
- «Non se il
'vecchio amico' viene
a casa tua a notte fonda e rimane a dormire poichè troppo
ubriaco
per guidare», disse il ragazzo scogliendo l'abbraccio e
prendendo
una tazza di latte.
- «Bhè, a
questo
punto io andrei. Grazie per l'ospitalità Mat. Salutami
Olive» disse
Peter, vergognandosi per la prima volta dopo tanto tempo per il suo
comportamento. Uscì dalla grande casa, salì in
macchina, mise in
moto e si diresse verso casa. Durante il tragitto ripensò ai
tempi
dell'università, quando lui e Matthew si divertivano senza
pensieri,
bevendo e fumando. Poi avevano incontrato Olivia e Isabella e l'amico
aveva deciso di mettere su famiglia e di studiare seriamente. Tutto
iniziò a sgretolarsi pian piano: Matthew andò a
vivere con Olivia e
nel giro di un paio d'anni ebbero finito l'università; poi
arrivarono i bambini. Al contrario, Peter e Isabella si divertirono
per anni, ognuno nel proprio piccolo appartamente in centro, fino a
pochi anni prima. Ma non erano fatti per quella vita e Peter lo
sapeva. Le liti continue, lo portavano a pensare che lei non lo
ammasse e che lo sfruttasse soltanto e la sera prima ne aveva avuto
conferma. Come si può tradire una persona pur amandola? Come
si può
solo pensare di stare con un'altra persona, una diversa da quella
alla quale stai per promettere in 'eterno' il tuo cuore? Eterno,
poi... Peter non voleva sposarsi in chiesa, non essendo religioso, ma
soprattutto per questa concezione dell'eterno. Come si puo' credere
in una cosa eterna? Non esiste forse la morte?
Salve! Questo è il
mio primo racconto pubblicato su questo sito, quindi se vi è
piaciuto mi farebbe ultra-piacere sapere cosa ne pensate! I fan di LOST
avranno sicuramente riconosciuto in 'Charles Widmore' Alan Dale; questo
perchè inizialmente per la figura del 'padre-idiota' mi era
venuto in mente Alan Dale (ebbene sì, ho già i
volti per ogni personaggio *-*), ma per non usare il suo volto ho preso
in prestito solo il nome. Il titolo si adatta alla nuova vita di
Peter: senza una fidanzata, senza una casa e senza un genitore,
sarà costretto a ricominciare da capo; la sua vita
sarà come nuova.
Quindi... se vi piace fatemelo
sapere! Grazie mille. *-*
PS: le
notazioni in inglese sono volute.
|