Il Rosso Reazionario

di Anna_Marcelli
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HHH                            Il Rosso Reazionario

Una storia di Anna Marcelli~

~And The Raven, never flitting, still is sitting, still is sitting
on the pallid bust of pallas just above my chamber door;
and his eyes have all the seeming of a demon's that is dreaming
and the lamp-light o'er him streaming throws his shadow on the floor.
And my soul out that shadow that lies floating on the floor
shall be lifted-Nevermore.
(Edgar Allan Poe, The Raven)

    Attraversò la strada, immerso nelle sue contemplazioni e, senza badare alla pioggia battente che gli tagliava la faccia, ha continuato a camminare pacificamente, verso un traguardo sconosciuto ed incerto.
     
     "Che ironia", balbettò sotto i suoi denti, tremando instintivamente a causa dell' aria gelida che urlava sotto il piombo delle nuvole. "Anche Dio si sente giù di morale. Come me."
     
    La notte arrivava rapidamente, ed il cielo grigio della città si riempiva di luci; accanto ad ancora una giornata che tirava calci all' aria, ora nasceva una vita nuova, liquida e mobile, incantevole, quasi magica. Annusò l' aria umida con una certa nostalgia: questo tempaccio...gli faceva venire in mente il giorno quando aveva visto  -per la prima volta- gli occhi verdi di Laura. Quanto fossero differenti quei tempi! E quanto lontani! Senza preoccupazioni, senza pensieri dolorosi...

Senza amore.

Amore. La parola si strofinava dentro la testa, che non poteva più distinguere il suo significato. Distrattamente, si mise a giocare con le lettere. Amore. Si cambia due vocali e diventa amaro. Il pensiero, illogico in se stesso, aveva una logica quasi terrificante nella sua mente  stanca. Quanto è facile! Quanto lo
è!

Poi, ad un lampo, in mezzo alla mancanza totale di colori e rumore, una sfumatura rossa, feroce, reazionaria in quanto non sembrava adatta alla sceneggiatura che apparteneva forse ad un film del cinema muto, in bianco e nero. Un sorriso si formò sulle sue labbra pallide, una volta riconosciuto il vestito rosso che lui personalmente le aveva regalato.

La ragazza-un essere semi-magico tra la folla indifferente, alzò la testa -quella cascata di cappeli neri, ricci, angelici- e l' entusiasmo iniziale si trasformò immediatamente in terrore puro: quella ragazza non era Laura. Vista più attentamente, quella ragazza non aveva niente di speciale.

Quella ragazza non era la sua fidanzata morta.

Il viso giovanile acquistò immediatamente la secchezza banale delle persone sconsolate che, per un attimo di paranoia pura, hanno creduto nell impossibile.

Ridendo malinconicamente fra sè e sè, l' uomo se n' è andato, perso nella gente, bello e triste come un Petrarca odierno.

                                                                       ***

A/N: Non ha molto a che fare con l' ff che scrivo per Sonic The Hedgehog, no? (anche se si tenesse presente il fatto che il suo nome reale è Olgilvie Maurice, non si potrebbe mai trattare un porcospino come se fosse l'eroe di una tragedia...XD )

Appello alla mia carissima amica Laura: la scelta del nome era del tutto una coincidenza. Non mi uccidere, per favore!
    








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