Professione:
detective!
Part
one
Era un giovedì sera piuttosto
tranquillo al 12th distretto. La detective Kate Beckett chiuse con
soddisfazione il fascicolo che aveva sulla scrivania. Aveva risolto un altro
caso difficile che l’aveva tenuta occupata per settimane, ma ora sapeva che
tutta quella fatica era servita a qualcosa. Ed era fiera del lavoro fatto dalla
sua squadra.
Certo, aveva messo un po’ in
disparte Rick in quei giorni per via delle indagini, ma sapeva che lui la
capiva. Questa era forse la cosa più meravigliosa di Castle:
con lui non doveva trovare giustificazioni per spiegare le ore che passava in
ufficio per risolvere un caso. Lui comprendeva. Sempre.
-Ehi, Beckett! Perché non te ne
vai a casa?- le disse Ryan prendendo il fascicolo dalla scrivania della
detective per andare ad archiviarlo.
-Già…Castle
ti starà dando per dispersa! Quante ore sono che non torni a casa?
Kate guardò l’orologio: -Uhm,
circa 48 ore, Esposito! Ma Rick non è a casa ad aspettarmi! E’ partito
stamattina per gli Hamptons! Alexis è fuori città con
Ashley, Martha è andata a Los Angeles a trovare un’amica e così…Rick
ed io pensavamo di passare un week-end tranquillo al mare! Lo raggiungo domani mattina…ora sono troppo stanca per preparare una valigia e
mettermi alla giuda!- mentre raccontava tutto questo, Kate aveva velocemente
sistemato la scrivania, spento il computer e preso la giacca. Era pronta per
andarsene dal distretto per qualche giorno.
-Hai sentito, Ryan? Mamma e papà
vanno a fare i piccioncini al mare e ci lasciano qui a lavorare!
-Voi due lavorare?- rispose
Beckett alzando il sopracciglio sinistro scettica. Ma prima di ottenere
qualsiasi altra risposta, la donna si infilò nell’ascensore. -A lunedì,
ragazzi!- disse Kate con il sorriso sulle labbra poco prima che le porte si
chiudessero davanti a lei.
-Quei due sono diventati da
diabete- commentò Ryan appena Beckett se ne fu andata.
-Geloso, bro?
-Niente affatto! Solo, non
credevo che Beckett avesse questo lato così…romantico!
E invece adesso me la ritrovo a fare passeggiate sulla spiaggia mano nella mano
con Rick, al tramonto…- lo sguardo sognante di Ryan
fece alzare gli occhi al cielo al compagno.
-Se hai finito di fantasticare
sul week-end di mamma e papà, direi che possiamo andarcene…che
ne dici, latte e miele, ti va l’idea o preferisci restare qui ad immaginare
altre passeggiate romantiche altrui?
Ryan fece una smorfia al collega.
Finì di staccare le fotografie dalla lavagna bianca e le inserì nella scatola
sulla quale campeggiava la scritta “caso chiuso”.
-Finito! Possiamo andare, Javier!
Che ne dici di venire da me stasera? Jenny è dai suoi e se non hai da fare
potremmo mangiarci una pizza mentre guardiamo la partita!
-Ci sto! Lanie
è ad un convegno a Baltimora e non mi va di vedermi la partita da solo! Ma offri
tu, latte e miele! Io sono al verde!
-Tanto per cambiare, no?- disse
Ryan rassegnato a pagare per l’ennesima volta.
Esposito riuscì ad infilarsi
nuovamente nell’auto di Ryan tenendo in equilibrio i due cartoni di pizza che
aveva appena comprato.
-Allora, per te ho preso una
pizza quattro stagioni, come al solito! Io invece…ehi!
Mi stai ascoltando, fratello?
Ryan non dava segni di vita: il
suo sguardo era fisso su un punto dall’altro lato della strada in cui sembrava
stesse accadendo qualcosa di particolarmente interessante. Esposito tentò di
mettere a fuoco la stessa scena che aveva catturato l’attenzione del collega.
-Si può sapere cosa stai…oh mio Dio, ma quello non è…?-
Javier non riuscì a terminare la frase. Adesso capiva come mai Kevin non
riusciva a distogliere lo sguardo dall’altro lato della strada. Quasi
inconsapevolmente il detective chiuse gli occhi e li riaprì pochi istanti dopo
come per essere sicuro di quello che aveva visto.
-…già…quello
è Castle!- concluse la frase Kevin.
-Ma non doveva essere negli Hamptons da stamattina?
-Lo so…
-Ma è qui a New York…
-Lo so…
-Quindi ha mentito a Beckett…
-Lo so, Esposito! L’ho notato-
rispose Kevin all’ennesima domanda ovvia del collega voltandosi verso di lui e
regalandogli un’occhiataccia.
-Ehi! Non sono io quello che ha
preso in giro Beckett!- puntualizzò Javier. -Abbassati! Abbassati! Si è voltato
da questa parte!
Entrambi i detective cercarono di nascondersi
nell’auto, senza però perdere di vista i movimenti di Castle.
Lo scrittore camminava avanti e indietro davanti al portone di un palazzo,
guardando di tanto in tanto l’orologio. Dopo pochi istanti una donna dai lunghi
capelli biondi che usciva proprio da quel palazzo di diresse verso di lui e lo
abbracciò con molto trasporto. Castle non sembrava
per niente infastidito e, anzi, dopo essersi scambiati qualche parola i due si
allontanarono insieme chiacchierando amabilmente.
Ryan ed Esposito, sicuri non
poter essere più scoperti, si raddrizzarono sui loro sedili e si scambiarono
uno sguardo preoccupato.
-La conosci?- chiese Ryan
rompendo per primo quel silenzio imbarazzante.
Esposito non dovette nemmeno
rispondere.
-Appunto…che
si fa?- continuò Ryan guardando fisso avanti a sé come in trance.
-Che intendi dire?
-Non lo so…non
sarebbe il caso di dirlo a…
-No!- urlò Esposito che fece
prendere un colpo all’amico seduto accanto a lui.
Ci fu una nuova pausa. Entrambi
potevano sentire gli ingranaggi del cervello dell’altro che si interrogavano
sulla prossima mossa da fare.
-Tu sai che se non lo diciamo a Beckett,
lei prima o poi lo verrà a sapere comunque, vero? E quando scoprirà che noi
sapevamo e non abbiamo detto niente, ci ucciderà! Prima ucciderà Castle e poi noi…lentamente e
dolorosamente, aggiungerei- era stato di nuovo Ryan ad interrompere quel silenzio.
-Ok…ragioniamo!
Potrebbe esserci una spiegazione razionale per cui Castle
è qui e non negli Hamptons! Magari è dovuto tornare
urgentemente in città! Magari ha persino chiamato Beckett e noi stiamo qui a
preoccuparci per niente!- Esposito accennò ad un sorriso non molto convinto per
cercare di dare sicurezza alle sue parole.
-Giusto…hai
ragione, bro! Di sicuro ha chiamato Beckett e
partiranno domani insieme!
-Già…
Sorrisero entrambi come a volersi
incoraggiare a vicenda. Ma Ryan non accennava a mettere in moto la macchina e a
volersi allontanare dalla “scena del crimine”.
-Potremmo…potremmo
chiamarlo per controllare, no?- suggerì l’irlandese quasi sottovoce e
nascondendosi dietro ad un leggero colpo di tosse.
-Ottima idea!
-Ok…chiama!
-Perché io?
-Paura, Esposito?
Esposito fece una risata forzata.
Sì, aveva paura di fare quella telefonata perché non era poi così convinto che Castle fosse un agnellino. E non voleva prendersi la
responsabilità di scoprire la verità.
-Paura? Io? Assolutamente no! Ma
tu hai avuto l’idea e tu chiami!
Ryan non seppe come ribattere a
questa osservazione. Con una smorfia di disapprovazione prese il suo cellulare
e compose il numero di Castle, nascondendo il proprio
numero e mettendo il vivavoce.
Primo squillo. Ryan alzò lo
sguardo ad incrociare quello di Esposito: pregava affinché Castle
non rispondesse perché non aveva la più pallida idea di cosa dire e di come
comportarsi! Se c’era una cosa che il detective Ryan non era mai stato in grado
di fare era mentire in modo convincente!
Secondo squillo. Forse Castle non avrebbe risposto e Ryan avrebbe potuto lasciare
che Esposito facesse un secondo tentativo!
-Pronto?
“Maledizione!” pensò Ryan appena
sentì chiara la voce di Castle.
-Ehi, Castle!
Come va?
-Ryan?-
entrambi i poliziotti percepirono un cambiamento nel tono di voce dello
scrittore. Sembrava ci fosse una nota di panico. E decisamente questo non era
un buon segno!
-Ehm…sì!
Esposito scosse la testa! Che gli
era saltato in mente di far chiamare Ryan? Quello non era capace di mentire
neanche ad un morto!
-Perché mi chiami? È successo
qualcosa a Kate? Qualcuno le ha sparato?
-No! No…io…ehm…ho
saputo che eri negli Hamptons! Perché sei negli Hamptons, vero?
Esposito si coprì gli occhi con
una mano. Era ufficiale: Ryan era un disastro! Per tutta risposta l’irlandese
diede un piccolo pugno sul braccio dell’amico.
-Sì…sono
negli Hamptons! Sai, un po’ di vacanza…Kate
mi raggiunge domani mattina!- il panico nella voce di Castle
si era trasformato in disagio. Sembrava volesse interrompere quella telefonata
al più presto. Ma Esposito fece segno a Ryan di continuare, di insistere, di
indagare!
-Ah...e…sei
solo?
-Certamente!
-Sicuro? No, perché mi sembra di
sentire delle voci…
-Televisore…è
acceso!
-Ah…e
cosa stai guardando?
-Ryan…si
può sapere perché hai chiamato? Vuoi sapere cosa sto guardando in televisione?
“Maledizione!” pensò di nuovo
Ryan. Castle era riuscito ad invertire i ruoli: ora
era lo scrittore a porre delle domande! A cui, ovviamente, Ryan non sapeva cosa
rispondere!
-Ahahahahah!
Ma cosa dici? No! Io…beh, in realtà sono qui con
Esposito e ci chiedevamo se per caso tu potevi fare qualche telefonata per
procurarci all’ultimo minuto dei biglietti per la partita di stasera!- Ryan si
stupì di se stesso. Era riuscito ad inventare una frottola non solo in pochi
secondi ma soprattutto credibile! Anche Esposito sembrava condividere il suo
stupore.
-Mi dispiace, ragazzi! Ma ci
avevo già provato anche io! È tutto esaurito da giorni!
-Oh…beh,
grazie lo stesso! E divertiti negli Hamptons con
Beckett!
-Vedrò di fare del mio meglio!
Ciao, ragazzi! A lunedì!
-A lunedì- risposero in coro Ryan
ed Esposito.
I due detective chiusero la
telefonata con un profondo respiro.
-Il lato positivo è che non ti
sei fatto scoprire…- cominciò Javier. Ryan annuì
soddisfatto di se stesso per la sua performance. -Quello negativo è che Castle ci ha palesemente mentito. Il che vuol dire che
anche Beckett non sa che Castle è qui…
-Già…quindi
le sta nascondendo qualcosa!- concluse Ryan.
Il detective si decise a mettere
in moto l’auto e a dirigersi verso casa. Le pizze che Esposito teneva ancora in
mano erano ormai fredde e di certo la partita sarebbe cominciata prima ancora
che i due potessero arrivare a casa di Ryan. Nessuno dei due aprì bocca per un
paio di isolati, quando l’irlandese fu costretto a fermarsi ad un semaforo.
-Senti, Javier…credo
che sia nostro dovere dirle come stanno le cose. In fondo io vorrei saperlo, se
fossi al suo posto!
-E’ solo che non mi piace
mettermi in mezzo tra quei due…perché non facciamo un
ultimo controllo?
-Cosa intendi?- il verde era
scattato al semaforo e Ryan stava lentamente riprendendo la marcia.
-Gira a destra, amico!- disse
improvvisamente Esposito mettendo la mano sinistra sul volante.
-Ehi! Che ti prende? Potevi
avvisare un po’ prima…comunque hai sbagliato strada,
io abito dalla parte opposta!
-Lo so! E infatti non stiamo
andando al tuo appartamento!
Ryan si limitò a fissare il
collega perplesso.
-Torniamo al distretto!
-Che cosa? Javier…non
vorrai fare quello che penso tu voglia fare?- c’era un certo rimprovero nella
voce di Kevin, che però non scalfì le intenzioni di Esposito.
-Se stai pensando che io voglia
rintracciare il gps del cellulare di Castle per vedere dove è stato e dove è adesso, beh…sì, hai indovinato! Senti, Kevin-
continuò Esposito notando l’espressione contrariata e preoccupata dell’amico.
-Non abbiamo alternative! Se invece di Castle e
Beckett si trattasse di un caso qualsiasi faremmo lo stesso, no? Abbiamo appena
interrogato un sospettato che ci ha fornito un alibi che noi sappiamo essere fatto…quindi non ci resta che scoprire dove era realmente
il sospettato perché ci ha mentito! Siamo dei detective…stiamo
solo facendo il nostro lavoro!
Ryan annuì convinto e per tutta
risposta pigiò con più forza il pedale dell’acceleratore. Prima sarebbero
arrivati al distretto, prima avrebbero avuto una risposta alle loro domande.
-Merda…-
riuscì a dire Ryan non appena i risultati degli spostamenti di Castle si visualizzarono sullo schermo del suo computer.
-Che schifoso bugiardo ipocrita!-
rincarò la dose Esposito. -Nelle ultime ore Castle
non si è mai mosso da New York! Non ci è mai nemmeno andato negli Hamptons!
-Già…è
stato quasi tutta la mattina nel suo appartamento. Verso l’ora di pranzo si è
spostato nell’Upper East Side e si è fermato lì per un po’…di
certo non era solo! Non credo proprio che abbia attraversato la città all’ora
di pranzo per starsene tutto solo!
-Lo penso anch’io! Poi si è fatto
un giro a Central Park, sulla 5th strada fino a
quando non si è spostato nella zona dove lo abbiamo incontrato poco fa…e ora si trova a White Hall…
-Aspetta…guarda
qui e qui- disse Ryan notando un particolare interessante. –Il cellulare di Castle deve aver avuto il bluetooth accesso per tutta la
giornata oggi perché è entrato in connessione con altri telefoni…
-Vedo…e
guarda caso il telefono con cui è in connessione ora è lo stesso dell’ora di pranzo…
-…questo
significa che la donna che abbiamo visto con lui poco fa…
-…era
con lui anche a pranzo!
Tutte quelle scoperte non stavano
certo migliorando l’umore di Kevin e Javier che ad ogni passo vedevano
peggiorare la posizione del sospettato Richard Castle.
Esposito prese il telefono e
compose velocemente un numero di poche cifre: -Bryte?
Ciao, sono Esposito della Omicidi! Potresti farmi un favore? Mi serve conoscere
il nome cui è intestato il seguente numero…sei
pronto? Ok, 555-6712543…sì, aspetto in linea.
Nella breve pausa Ryan aveva
trattenuto il fiato come se questo potesse aiutare a migliorare la situazione o
comunque potesse rendere più rapidi i controlli di questo Bryte.
-Elizabeth
Connelly! Perfetto, grazie! Ti devo un favore!
Mentre ancora Esposito chiudeva
la telefonata, Ryan aveva digitato il nome ottenuto da Bryte
nel database della Motorizzazione Civile: in pochi istanti ottennero il
responso.
-E’ lei, non ci sono dubbi! La donna
che abbiamo visto con Castle era Elizabeth Connelly!
I due fissarono lo schermo con
aria rassegnata: avevano sperato fino all’ultimo di poter trovare una spiegazione
logica al comportamento bizzarro dello scrittore, ma evidentemente l’uomo gli
aveva mentito perché si trovava con un’altra donna. Come aveva potuto tradire
così Kate?
-E adesso chi lo dice a Beckett?-
commentò Ryan spostando lo sguardo sul compagno. Per tutta risposta Esposito alzò
le spalle in segno di resa. Mantenere il segreto era impossibile e soprattutto
scorretto; ma dire la verità era terribilmente difficile!
Forse…
-Ehi, ragazzi! Cos’è che dovete
dirmi?
To be continued…
Ecco qui il primo capitolo di questa nuova storia incentrata su Ryan ed
Esposito: i nostri due detective stanno mettendo a frutto i loro anni di
esperienza nei confronti di un sospettato molto particolare: Richard Castle! Che ci faceva il nostro scrittore preferito in
compagnia di un’altra donna? E soprattutto perché aveva mentito a Kate?
La risposta vi aspetta nel prossimo capitolo…
Per ora aspetto di sapere cosa ne pensate di questo! A presto!
Laura