Capitolo
1: Ma dove siamo finite? In una prigione a cinque stelle?
Stefi's
POV
Gli
esami erano finiti, e finalmente avrei potuto godermi le vacanze
estive.
Ero
d’accordo con la mia amica Michela, che sarebbe rimasta a
dormire
da me per qualche giorno.
I
genitori infatti sarebbero andati in montagna e lei aveva preferito
non seguirli.
Arrivò
a casa poco prima di cena
I
miei genitori quella sera erano fuori cosi avremo cenato da sole.
Dopo
cena, Michela si sedette davanti al computer e io mi stesi sul letto.
All'improvviso
la sentii ridere e incuriosita le chiesi cosa stesse guardando
-dei
video...- rispose ridacchiando. Continuò a guardare video
per tutta
la sera,
fino
a quando tutte e due stanche ci andammo a coricare per la notte.
-Buonanotte-
dissi spegnendo la luce.
Calò
il silenzio, ma all'improvviso Michela riprese a ridere.
-si
può sapere che hai da ridere?-
domandai
non capendo il motivo di tanta ilarità
-stavo
ripensando ai video...- rispose Michela.
-che
video?-
-quelli
su Fuji...-
-Il
monte?- domandai perplessa
-ma
no! quelli sul mio principino!- rispose ridendo.
-ah
quel Fuji...io è da un po’ che non li sto
più seguendo- risposi fissando il soffitto.
-a
volte mi capita di pensare come sarebbe essere li con loro...- disse
sbadigliando.
Restammo
a parlare ancora un po’ fino a quando entrambe ci
addormentammo.
La
mattina dopo mi svegliai con una strana sensazione.
La
prima cosa che notai era che il letto sembrava molto più
largo di
come lo ricordassi.
Facendo
attenzione a non svegliare Michela, scesi dal letto e andai verso la
finestra.
Il
letto non sembrava l'unica cosa diversa, l'intera stanza sembrava
cambiata!.
Un
po’ titubante aprii la finestra e mi affacciai, rimasi
sbalordita
nel vedere un immenso giardino, sopratutto perché io abitavo
al
quinto piano!. Mi avvicinai al letto e inizia a scuotere Michela per
svegliarla.
-mmm...ancora
cinque minuti...- mormorò nascondendo la testa sotto al
cuscino
-ma
quali cinque minuti alzati! è successo qualcosa di strano
non siamo
più a casa mia!- dissi scuotendola più forte.
Alla
fine sembrò arrendersi perché aprì gli
occhi e si tirò su
sbadigliando
-che
significa...non siamo più a casa tua?-
-guardati
attorno- dissi allargando le braccia.
Spostò
lo sguardo a destra e a sinistra e poi lo riportò su di me.
-è
vero questa non sembra la tua stanza...- disse stranamente calma mi
aspettavo una reazione diversa.
-questo
lo vedo...-
-aaaaaaaaaaaah!
ci hanno rapiteeeeeeeeee! aiutoooooooo!- urlò correndo per
tutta la
stanza.
Ecco
è esattamente il tipo di reazione che mi aspettavo da lei.
-Michela
calmati e non giungere a conclusioni affrettate!-
esclamai
fermandola per un braccio, mi stava facendo venire il mal di testa
con tutto quel correre avanti e indietro.
Aspettai
che si fosse calmata e cercai l'interruttore della luce.
-wow!-
esclamammo entrambe quando, grazie alla luce, riuscimmo a vedere
l'intera stanza.
Non
c'era dubbio che non si trattasse della mia, era molto più
grande, e
solo in quel momento notai che il letto era matrimoniale.
-Ma
dove siamo finite...- disse Michela confusa quanto me.
-Non
lo so, ma sarà meglio andarcene-
-ma
siamo in pigiama!- esclamò contrariata Michela.
-allora
cerchiamo altri vestiti, ma usciamo da qui- dissi afferrandola e
trascinandola fuori.
Controllammo
che il corridoio fosse libero e ci incamminammo lungo di esso.
Entrammo in diverse stanze, quella casa era più grande del
previsto,
alla fine trovammo una cabina armadio e ci infilammo li dentro.
-è
enorme!....ma che sfortuna ci sono solo abiti da uomo!-
esclamò
Michela.
-vorrà
dire che ci accontenteremo- risposi cercando qualcosa che poteva
andarci bene.
Alla
fine trovammo dei Jeans e una camicia, oltre che dei mocassini neri
per me e marroni per Michela.
-Mi
cambio prima io, tu controlla che non arrivi nessuno- dissi iniziando
a spogliarmi.
Quando
ebbi finiti richiamai Michela dentro.
-ora
tocca a te, cerca di fare veloce- dissi dandole i vestiti e
mettendomi fuori a controllare.
All'improvviso
sentii Michela urlare.
-si
può sapere che ti urli? vuoi farci scoprire?-
sibilai
voltandomi.
-no...ma
guarda...ho il seno!- esclamò con le lacrime di gioia.
Io
mi avvicinai e notai che effettivamente il suo seno era aumentato
parecchio, le stranezze si susseguivano una dietro l'altra.
Quando
anche Michela si fu cambiata uscimmo e iniziammo a cercare l'uscita
di quella villa.
L'impresa
si rivelò più difficile del previsto, quella casa
era un
labirinto!.
Alla
fine dopo innumerevoli corridoi e scale trovammo quella che doveva
essere la porta d'ingresso.
Eravamo
state fortunate, non avevamo incontrato nessuno.
-Libertè!-
esclamò Michela correndo fuori, la seguii desiderosa anche
io di
uscire da li.
Prima
che ce ne potessimo rendere conto però ci ritrovammo
rincorse da tre
grossi e cattivi cani!
-e
questi mo che vogliono?!- esclamò Michela correndo
più veloce
-credo
stiano facendo la guardia! piuttosto pensa a scappare!-
Era
proprio vero che quando si aveva paura l'adrenalina aumentava.
Senza
voltarci corremmo più veloce che potevamo, ma la nostra
corsa
terminò davanti al cancello della villa, che ovviamente era
chiuso.
Indietreggiammo fino a ritrovarci con le spalle contro di esso.
-siamo
finite! questi ora ci sbranano!- esclamò Michela. Per la
prima volta
dovevo ammettere che non aveva tutti i torti.
La
fortuna però quel giorno sembrava dalla nostra parte,
perché il
cancello si aprì quel tanto che bastava per farci uscire,
senza
perdere tempo a chiedermi come fosse possibile afferrai Michela che
sembrava paralizzata e la spinsi fuori, ignara che qualcuno dalla
villa ci stava osservando. Continuammo a correre anche dopo esserci
allontanate dalla villa, almeno fino a quando le gambe ce lo
consentirono.
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