capi
Come tutte le organizzazioni di questo e
altri mondi, anche l’organizzazione XIII aveva deciso di prendersi una bella
pausa dalla tanto sospirata conquista di Kingdom Hearts.
In effetti era stato “il superiore” nonché
Xemnas, a chiamare tutti i membri per l’ennesima riunione, che si sarebbe
tenuta quella sera stessa.
Dopo che ognuno ebbe passato tranquillamente
la giornata, chi a inseguire Sora, chi a divertirsi a mangiare ghiaccioli al
gusto di sale marino con gli amici, si ritrovarono tutti assieme per discutere
della questione.
Una volta che tutti ebbero preso posto,
Xemnas iniziò: “Ci siamo tutti? Bene. Nella riunione di oggi discuteremo su una
questione molto seria che io stesso ho deciso di prendere come iniziativa:
domani ci prenderemo un giorno di vacanza”
Inizialmente tutti si guardarono e
confabularono tra loro sottovoce, non credendo alle loro orecchie.
“So che questa decisione è stata un po’
avventata da parte mia, ma essendo io il leader, penso che questa giornata di
riposo farà bene a tutti quanti”
“Scusa capo, ma esattamente perché vorresti
andare in vacanza? E poi non eri tu a dire che abbiamo tanto lavoro da fare
nella conquista di Kingdom Hearts?” domandò Axel incuriosito.
Xemnas illustrò quindi a tutti il motivo
della sua scelta: pensava che una giornata di relax avrebbe fatto bene a tutti
visto l’andazzo degli ultimi tempi ed in quel modo sarebbe stato più facile
conquistare Kingdom Hearts, se fossero stati freschi e riposati.
Tutti furono molto felici ed accolsero la
notizia con gioia, pensando che finalmente si sarebbero potuti rilassare senza
dover correre dietro alla gente a destra e a manca.
“Quindi capo hai anche già deciso dove
andare?” domandò uno sfavillante Marluxia che si stava già immaginando nel bel
giardino di rose del Paese delle Meraviglie.
“Perché non andiamo ad Agrabah?” propose
Xigbar.
“A me piacerebbe andare al Castello della
Bestia” propose qualcun altro.
A breve iniziò una discussione accesa poiché
essendo in tredici, ognuno voleva andare in un posto diverso o per lo meno le
opzioni plausibili erano più di una.
Così, dopo aver ascoltato quel vociare di
persone, Xemnas pensò a qualcosa di originale, che sarebbe potuto piacere quasi
a tutti e gli venne in mente un posto un po’ particolare.
“Ragazzi, ho trovato il luogo in cui
passeremo la nostra giornata in vacanza” tutti si voltarono ad ascoltarlo
“Andremo sull’Isola che non c’è, in modo che ognuno di voi possa trovare un
posto in cui rilassarsi: ci sono il mare, la foresta, le navi e tante altre
cose, quindi penso che ognuno di noi potrà trovare ciò di cui ha bisogno per
stare tranquillo e in pace”
Tutti ne convennero che era un’ottima idea,
nonostante ci fosse ancora qualcuno poco convinto della scelta. Dopo una buona
mezz’ora passata a discutere di come si sarebbero divertiti quel giorno e delle
belle cose che avrebbero potuto fare tutti insieme, Xemnas riprese le redini
del discorso: “Tuttavia ragazzi, per garantire un minimo di ordine, ho deciso
di assegnare un compito ad ognuno di voi: Xigbar e Laexeus, voi porterete le
sdraio per il mare; Xaldin, tu sarai l’addetto alla cucina, organizzerai il
pranzo per tutti; Vexen, nel caso fosse necessario un medico, chiederemo a te;
Marluxia, tu sarai l’addetto alle creme solari; Axel e Roxas, voi porterete gli
ombrelloni; Demyx, a te spettano secchiello e paletta; Zexion e Luxord, voi
porterete le carte e i giochi da tavolo e mi raccomando, non dimenticare il
Monopoli; Larxene, tu porterai la ciambella e il materassino gonfiabile.”
Ci furono lamentele da parte di alcuni
membri, ma dopo qualche minuto finalmente tutti furono d’accordo. Discussero
dei preparativi per ancora una decina di minuti, dopo di che andarono tutti a
dormire.
Il mattino seguente ogni membro preparò il
necessario per la giornata di svago, facendo attenzione a non dimenticare
nulla.
Una volta messi costumi da bagno, presi asciugamani e ciabattine da mare, i
membri del gruppo si ritrovarono pronti alla partenza.
Poco prima di partire Xemnas contò i vari
membri, manco fosse un assistente dell’ “estate ragazzi”, ed una volta
assicuratosi che tutti fossero presenti, fece segno di seguirlo.
Il viaggio non durò molto ed a breve tutti si
materializzarono sull’Isola che non c’è, in una delle baie meno frequentate. La
sabbia sembrava calda e l’acqua era di un blu splendente, talmente limpida che
si vedeva il fondale.
“Evvivaaaaaaaaaa! Siamo al mareeeeeee!” gridò
Demyx tutto contento, aprendosi il cappotto dell’organizzazione e sfoggiando un
bel costume in stile bermuda, color azzurro cielo, con qualche disegnino bianco
sul lato destro. Tolse anche le scarpe e stava per correre in direzione del
mare quando qualcuno lo acciuffò da dietro.
“Aspetta Demyx” era Xemnas, che rivolgendosi
a tutti, cominciò “Bene, questo è il punto di ritrovo di questa sera: ci
ritroveremo tutti qui alle 18.00 in punto, non ammetto ritardi. Per il resto
della giornata potete andare dove volete e fare quello che volete e nel caso
aveste bisogno di qualcosa, mi trovate qui”
Detto ciò, fece mettere le sdraio e gli
ombrelloni sul bagnasciuga, anche lui si mise il costume, simile a quello di
Demyx ma bianco e nero, con il bel simbolo dell’organizzazione sulla gamba
sinistra, in basso. Dopo di che andò a sdraiarsi su una delle sdraio su cui
aveva messo il suo asciugamano, anch’esso bianco e nero.
Poi intervenne anche Xaldin: “E un’altra cosa
ragazzi, per il pranzo o nel caso qualcuno di voi avesse fame, qui ci sono dei
panini, atri spuntini e la griglia per il barbecue”. Estrasse la griglia, un
frigorifero portatile, una paletta in metallo, un grembiulino e un cappello da
cuoco.
Anche lui si mise in costume, rigorosamente
nero e si perse a chiacchierare con Xigbar, poco distante, che non la smetteva
di lamentarsi della sabbia bollente.
Poco dopo anche molti degli altri membri
posarono gli oggetti che stavano trasportando, tolsero il cappotto e le scarpe
ritrovandosi in costume e in ciabattine da mare.
Marluxia si era portato dietro anche i suoi
occhiali da sole preferiti, rosa con la montatura allungata sui lati e le lenti
scurissime, che indossò subito. Poi prese il suo asciugamano, anche questo rosa
con dei petali di ciliegio ricamati, lo mise sulla sdraio e vi si appoggiò
sopra, prendendo la crema da sole poco distante e iniziando a spalmarsela.
Larxene non ci mise molto ad imitarlo, mentre
Zexion e Vexen ancora in cappotto, si erano rintanati all’ombra, sotto un
ombrellone che Axel aveva appena piantato nella sabbia.
Ne piantò uno anche vicino a Xemnas, in modo
che il sole non gli arrivasse in faccia e sotto di esso vi si rannicchiò, come
un piccolo micio, Saix, con il suo completo costume e asciugamano tutto in un
color blu elettrico.
“Capo posso farti compagnia?” domandò.
“Certo Saix” rispose l’altro con fare
tranquillo.
Nel frattempo Laexeus si era seduto poco
dietro, con la schiena appoggiata alla parete di roccia che c’era alle loro
spalle, anche lui con ancora il cappotto indosso, mentre Luxord, nonostante
fosse impegnato in una conversazione al cellulare, aveva già fatto sfoggio del
suo costume e dell’ asciugamano, tutti e due completamente bianchi (sosteneva
fossero molto di moda in quel periodo).
Mentre l’allegro Demyx poté finalmente
godersi l’acqua del mare, Roxas aveva una voglia incredibile di gelato, così
decise che sarebbe andato a cercare un negozio che avesse il suo amato
ghiacciolo al gusto di sale marino.
“Oh Roxas, posso venire con te?” chiese Axel
in tono di supplica, correndo in direzione del ragazzino con il suo costume
rosso fiammante.
“Ehm, si…va…va bene…” rispose l’altro con il
suo solito fare timido.
Così i due ragazzi si avviarono, rimanendo
sul bagnasciuga e passeggiando lungomare, in cerca di un qualche negozio che
vendesse ghiaccioli.
Nel frattempo Xaldin e Xigbar che stavano
chiacchierando animatamente e facendo anche piuttosto rumore, decisero che
sarebbero andati in cerca di un bar che avesse della buona birra ghiacciata:
non ne potevano già più di quel sole cocente che continuava a battergli sulla
testa ed avevano pensato che una birra fresca (che sfortunatamente nel loro
frigo non c’era per colpa di Vexen, che gli aveva severamente proibito
di portare alcoolici) gli avrebbe fatto bene. Così, con la scusa di fare un
giro ad esplorare i dintorni, anche loro si allontanarono.
Anche Vexen, già annoiato da quella scena
estiva con tanto di acqua, sole e zanzare decise che sarebbe andato ad
esplorare i dintorni in cerca di qualche strana creatura e/o pianta da
impiegare per le sue ricerche scientifiche.
Passò velocemente quasi un’ora prima che
Larxene e Marluxia si alzassero per spostarsi da sotto al sole, con l’intento
di andare a cercare qualche conchiglia e qualche fiore che il ragazzo
semplicemente adorava.
Intanto Demyx uscì dall’acqua e tutto bagnato
raggiunse il suo asciugamano che si passò addosso e sui capelli, molto alla
rinfusa, altrimenti se li sarebbe scompigliati tutti. Non aveva voglia di
stendersi a prendere il sole o giocare al Monopoli con Luxord visto il suo
carattere espansivo e iperattivo, così, accortosi che la maggior parte dei suoi
compagni non c’era più, decise di chiedere a Zexion di accompagnarlo alla
cascata che aveva visto li vicino, quando dal mare si era voltato a guardare
verso la riva.
Inizialmente il ragazzo dal grande ciuffo
grigio-azzurro non era molto convinto nel seguire l’amico, tuttavia dopo pensò
che se l’avesse accontentato, Demyx avrebbe smesso di tormentarlo con le sue inutili
richieste.
Così anche loro due si allontanarono decisi,
chi più, chi meno, a raggiungere la bella cascata di cui Demyx continuava a
parlare.
L’ultimo membro che si accorse di essere
praticamente rimasto da solo, poiché Saix e il capo erano tranquillamente
sdraiati a riva, chiuse la chiamata al cellulare solo mezz’ora dopo che Zexion
e Demyx si erano allontanati.
Luxord, era rimasto da solo in contemplazione
della sabbia e del mare, e non volendo starsene seduto a guardare in giro
mentre aspettava che gli altri facessero ritorno, decise che sarebbe andato per
conto suo a fare una passeggiata nei dintorni.
AXEL E ROXAS
I due ragazzi stavano passeggiando ormai da
mezz’ora, costeggiando ora la spiaggia, ora parte della vegetazione che avevano
intravisto in lontananza, quando Axel cominciò a lamentarsi del clima: “Uffa,
che caldo!”
“Dovresti esserci abituato al caldo, non eri
tu quello soprannominato Soffio di Fiamme Danzanti?”
“Si ma non è solo caldo, c’è anche un’umidità
impressionante e…” non fece in tempo a finire la frase “…oh, guarda Roxi una
casetta!”
In effetti in lontananza era apparsa una
piccola casetta dal tetto di paglia, le classiche capannine in riva al mare
dove le persone si fermano a riposare dopo una soffrente giornata afosa,
passata in spiaggia o sotto al sole.
I due ragazzi si avvicinarono, sperando di
potervi trovare un bar o quantomeno un piccolo chiosco in cui si sarebbero
potuti fermare una decina di minuti, mangiando il gelato al sale marino tanto
amato dal piccolo ragazzo biondo.
Tuttavia quando arrivarono trovarono un
cartello con la scritta “chiuso per ferie”.
“Ma cos’e, uno scherzo?! Siamo in estate:
dovrebbero essere tutte aperte le attività commerciali in questo periodo
dell’anno!!!” commentò Axel, seccato.
“Dai, non te la prendere, ne troveremo un altro”
rispose Roxas, cercando di tirar su il morale all’amico.
Così i due ragazzi continuarono la loro
ricerca e mentre si trovavano a costeggiare nuovamente il mare, Roxas si fermò
qualche secondo ad ammirarlo: l’acqua cristallina rifletteva una luce
incredibile e sembrava quasi impossibile che lui non l’avesse mai notata prima.
Guardando il mare, in quel momento e con Axel poco distante, era davvero
felice.
Quando sentì il suo amico chiamarlo, corse
verso di lui ed iniziarono a chiacchierare animatamente.
Axel notava che il suo amico era a suo agio,
ma sentiva dentro di se un fastidio
inspiegabile e non capiva cosa potesse renderlo così strano in un bel momento simile.
Tuttavia poi, quando arrivati a un bivio e
chiacchierando con Roxas, decisero la strada da percorrere da li in avanti, capì
cosa tanto lo tormentava.
Si sentiva insoddisfatto, decisamente a terra
per non essere riuscito a procurare al suo amico una cosa tanto banale come un
gelato.
Avrebbe voluto fare di più, renderlo più
felice, in modo che sarebbero potuti rimanere amici per sempre e voleva
dimostrargli il forte sentimento d’amicizia che provava nei suoi confronti.
“Senti Axel, io sono un po’ stanco, va bene
per te se ci sediamo un attimo?” domandò ad un certo punto il biondino.
Effettivamente i due stavano camminando già da
un bel po’ e fare una piccola sosta per riposarsi, cercando di scansare il sole
e la sabbia il più possibile, gli avrebbe fatto solo bene.
Il rosso era ancora immerso nei suoi pensieri
ma quando l’amico ripeté la domanda, finalmente ottenne una risposta: “Certo
Roxas, con tutto questo caldo è meglio se ci fermiamo un attimo”
Così i due uscirono dalla sabbia, camminando
in direzione delle palme poco distanti ed una volta raggiunta una leggermente
piegata, che creava quindi molta ombra, vi si sedettero ai piedi.
Rimasero seduti vicini per una decina di
minuti e Axel non faceva che parlare delle ultime missioni in cui il capo lo
aveva mandato e di quanto fosse felice di essere in vacanza quel giorno quando
sentì qualcosa poggiarsi sulla sua spalla sinistra.
Evidentemente Roxas doveva essere molto
stanco, perché si era addormentato, lasciando cadere la testa proprio sulla
spalla dell’amico.
Più Axel lo guardava e più si rendeva conto
che ci teneva davvero a lui. Lo capiva, lo aiutava e lo faceva sentire un’altra
persona, forse una persona migliore…
Passarono diversi minuti, non seppe nemmeno
lui quanti, quando sentì un rumore provenire da dietro, probabilmente dalla
vegetazione sempre più fitta presente alle loro spalle.
“C’e qualcuno?” chiese, mettendosi in allarme.
Nessuno rispose.
Decise che sarebbe stato meglio andare a
controllare, non si sa mai che qualcuno gli avesse teso un’imboscata anche nel
giorno delle ferie. Così si scostò leggermente, appoggiò delicatamente Roxas a
terra mettendogli sotto la testa una grande foglia in modo che non si sporcasse
con la sabbia ed una volta in piedi, andò a controllare.
Si era allontanato di forse un paio di metri,
quando da dietro agli alberi poco distanti uscirono quattro Heartless pirati,
pronti ad attaccarlo.
Axel, che era tutt’altro che ingenuo,
estrasse i suoi chakram facendoli comparire dal nulla, preparandosi alla
battaglia imminente, quando si ricordò di Roxas, poco distante.
Con la coda dell'occhio vide che uno degli Heartless
stava per colpirlo con la spada, così si affrettò a soccorrere l'amico ancora
addormentato, mettendo una delle sue armi in mezzo. Sorprendentemente Roxas non
si era svegliato.
“Non ti lascerò nemmeno sfiorare il mio
amico!” commentò il rosso, sbalzando il nemico lontano.
Iniziò così una battaglia a suon di fendenti
e magie di fuoco, in cui Axel sapeva che ne sarebbe dovuto uscire vincitore,
per proteggere se stesso e Roxas.
Non avrebbe lasciato che qualcuno di loro
facesse del male a Roxas, nemmeno se si fosse trovato davanti un nemico di
forza nettamente superiore. Inoltre non aveva ancora capito perché quegli
Heartless lo avevano attaccato.
Sapeva
solo una cosa: avrebbe dovuto combattere e avrebbe dovuto vincere. Per la sua
reputazione e per il suo migliore amico.
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