Questa fic è il mio regalo di compleanno per Georgia
Questa fic è
il mio regalo di compleanno per Georgia. Tanti auguri sorellina. Lei ha
un debole per il genere commedia, per cui ho deciso di scriverle qualcosa che
spero gradirà davvero.
È una fic
senza grosse pretese, e forse a tratti nemmeno tanto originale ma spero sarà una
lettura comunque piacevole. È un po’ ispirata a “Hitch” con Will Smith, per cui
se l’avete visto sapete cosa aspettarvi, anche se con le dovute differenze.
Non credo
durerà a lungo, anche se non so ancora quanti capitoli saranno.
Posto il
primo capitolo oggi perché è il compleanno di Georgia ma conto di proseguire
questa storia con maggiore regolarità quando avrò finito un’altra fic che sto
scrivendo, ovvero “…fu…”
Mi farebbe
davvero piacere avere il vostro parere.
Come al
solito i personaggi di cui scrivo non sono miei ma della Rowling. Scrivo solo
per diletto, anche perché nessuno mi pagherebbe per farlo. Eh eh eh.
Un bacione.
Commentate.
Agartha.
Un
ringraziamento speciale a Kaya per avermi fatto da beta reader e
consulente. Grazie. Agartha.
PROLOGO
“Ti andrebbe di uscire con me
anche domani?”, esclamò titubante un ragazzo di diciassette anni dall’aspetto
tarchiato.
“Ma certo, sarà un vero
piacere. Oggi mi sono molto divertita con te.”, fu la risposta decisa della
ragazza della sua stessa età che aveva di fronte.
“Anch’io mi sono molto
divertito.” Sorrise il giovane dai capelli biondi. “Ci vediamo, allora, domani
in Sala Comune alle dieci visto che non ci sono lezioni?”
“Sì, va benissimo.”, asserì
la mora, guardando intensamente l’altro nei suoi occhi azzurri slavato.
Il ragazzo prese quello
sguardo fisso come un invito e con un po’ di timore, visto che era la prima
volta che tentava una manovra del genere, s’arrischiò ad avvicinare le sue
labbra a quelle della ragazza.
Quando le bocche entrarono in
contatto, lei non si tirò indietro. Fu un bacio dolce, per nulla ardito, ma per
entrambi i ragazzi fu molto sentito.
Quando si separarono, un po’
imbarazzati, la ragazza salutò il giovane con un dolce: “Ci vediamo domani.” Poi
sparì oltre il quadro della Signora Grassa, che faceva d’entrata al dormitorio
dei Grifondoro, lasciando solo il ragazzo nel corridoio.
Lo sguardo del giovane era
perso nel vuoto e sul suo viso era impressa un’espressione estasiata. Era appena
riuscito a baciare la ragazza dei suoi sogni e lei non l’aveva rifiutato anzi,
si era dimostrata felice e desiderosa di incontrarlo anche l’indomani. Nemmeno
nei suoi sogni più belli aveva mai raggiunto un tale risultato. Era felicissimo
da non stare più nella pelle.
La sua solitudine, però, non
durò a lungo perché ben presto si ritrovò circondato da altri tre ragazzi che si
complimentavano con lui e gli battevano le mani sulle spalle.
“Non ci posso credere
Wormtail, sei riuscito a conquistare la terza ragazza più carina della scuola.
Sei stato grande.”, esclamò il ragazzo dai capelli castani ribelli che portava
dei buffissimi occhiali tondi. “Anche se a dirla tutta quando, prima, durante la
vostra uscita, ti sei sbrodolato con il budino, un po’ ho temuto per il peggio.”
“Lei, però, non ha provato
disgusto per quel fatto, anzi ti ha pulito teneramente ed ha cominciato a
ridacchiare. Devi piacerle davvero molto. Complimenti Wormtail.”, disse
semplicemente il ragazzo dai capelli ed occhi castani, dall’incarnato pallido
con un sorriso dolce.
Il terzo giovane, il più
bello del piccolo gruppetto, con i capelli neri e gli occhi grigi-azzurri,
invece, non disse nulla, si limitò a guardare compiaciuto il ragazzo che gli
altri due avevano chiamato Wormtail, come se aspettasse una sua parola.
Parola che non tardò ad
arrivare: “Grazie ragazzi. Nemmeno io riesco ancora a credere di poter piacere a
Susan, ma è così. Grazie Padfoot.” Si rivolse al ragazzo silenzioso. “Senza di
te non sarei mai riuscito a conquistarla.”
Quest’ultimo, a quelle
parole, sorrise soddisfatto per poi, però, fare spallucce. “Figurati Wormtail.
Non ho fatto niente di speciale. Ormai ho aiutato così tante coppie a nascere
qui ad Hogwarts che ho perso il conto. Conosco le donne come le mie tasche e se
qualche conoscente mi chiede aiuto per conquistare la ragazza a cui tiene, se
vedo che i suoi sentimenti sono sinceri, perché dovrei negarglielo? Tu mi sei
sembrato davvero innamorato di Susan, hai chiesto il mio aiuto, sei uno dei miei
più cari amici, non aiutarti sarebbe stato un reato. E poi credimi, se sei
riuscito a conquistarla è solo merito tuo, hai seguito le mie indicazioni,
questo sì, ma io ti ho solo spiegato come dovevi comportarti per farti notare da
lei in modo che potesse apprezzare le tue qualità. Tutto qui. Lei desiderava un
ragazzo dolce che la facesse divertire, un ragazzo da poter coccolare e che le
ispirasse buoni sentimenti, diverso da quei tizi con la puzza sotto il naso, che
di solito le girano attorno e tu, con il mio aiuto, le hai fatto capire che sei
quello giusto. Comunque ormai il mio lavoro è finito, domani sarà il vostro
quarto appuntamento, il vostro legame si è consolidato ed io non posso più
aiutarti. Spetta a te ora far funzionare questa storia, io non posso più
metterci mano.”
Wormtail, nell’udire quelle
parole, si fece dubbioso: “Spero che domani vada tutto bene. Per ora sei sempre
stato tu a dirmi cosa dovevo fare durante gli appuntamenti. E se con il mio modo
di fare non le piacessi?”
“Non credo sarà possibile. Io
ti ho detto cosa fare in base alle tue qualità, alla tua predisposizione. Ora
basta solo che segui il tuo istinto, vedrai che andrà tutto per il meglio.”, lo
rassicurò il ragazzo chiamato Padfoot.
“Speriamo sia come dici.”,
sospirò l’altro.
“Lo sarà, vedrai, ma ora se
non mi sbaglio Prongs, sei tu quello che deve chiedermi un piacere, vero?”,
disse il ragazzo dai capelli neri rivolto a quello con gli occhiali.
Quest’ultimo, a quelle
parole, arrossì. “Beh… sì. Se sei riuscito ad aiutare Peter, tutto sommato forse
potresti aiutare anche me che sono il tuo migliore amico. Ormai è da anni che
provo a conquistarla ma lei niente, non vuole saperne di me. Cosa devo fare?”,
disse con un tono di voce disperato.
“Immagino tu stia parlando di
Lily Evans, vero?”
“Sì.”, asserì l’altro. “Non
avrei mai chiesto il tuo aiuto normalmente, Padfoot, anch’io m’intendo di donne
e so come compiacerle, ma con lei è diverso. Le ho provate proprio tutte, ed
ormai non ho più idee. Tu pensi di averne?”
“Qualcuna.”, disse misterioso
l’altro giovane. “Però se dovessi riuscire a farvi mettere insieme, voglio che
tu riconosca la mia superiorità nella conoscenza delle donne, dell’amore ed
anche di voi tre.” Sembrava che a Padfoot premesse essere riconosciuto il
migliore. Lui ed il ragazzo soprannominato Prongs erano molto amici, ma erano
anche rivali nell’arte della conquista ed in generale, della conoscenza di
quello che a loro avviso erano le cose più importanti nella vita: ovvero l’amore
e l’amicizia.
Prongs per un attimo rimase
dubbioso se accettare o no, ma poi sospirando disse: “E va bene, ormai sono
disposto a tutto. Io amo davvero Lily. Aiutami.”
L’altro sorrise furbescamente
già pregustando la sua vittoria.
“Cosa c’entriamo tutti e tre?
Non mi risulta che io partecipi in qualche modo ai vostri raggiri
sentimentali.”, intervenne, a quel punto, nella discussione il ragazzo
dall’incarnato pallido per nulla felice di essere stato messo in mezzo.
“Invece ci parteciperai, fra
due mesi dovremmo lasciare Hogwarts per sempre ed ho intenzione di aiutare anche
te Moony a trovare una ragazza.”
“Non se ne parla nemmeno.”,
esclamò il ragazzo chiamato Moony.
“Ma perché? È bruttissimo
partecipare alla festa di fine anno da soli.”
“Perché non m’interessa.
Pensa a trovarla per te una ragazza, mi sembra che anche tu sia single, no?”
“Io ho già adocchiato il mio
bersaglio.”
“T’interessa una ragazza?”,
dissero tutti insieme gli altri tre ragazzi sorpresi.
“Incredibile.”, continuò da
solo Moony. “Tu, fino a questo momento, sei sempre stato estraneo alle faccende
d’amore. Ami aiutare gli altri, ma per te stesso sei sempre stato molto restio
ad impegnarti.”
“Beh… fino a questo momento è
stato così, ma finalmente ho trovato una ragazza che mi piace davvero.”
“Ah sì. E chi è?”, chiese
Moony.
“Te lo dico, solo se prima mi
dici tu a chi sei interessato. È impossibile che in diciassette anni di vita tu
non abbia mai avuto una vista.”
“Visto che dici di conoscerci
bene, perché non mi dici tu a chi sono interessato?”, sbuffò Moony leggermente
seccato.
“E’ facile. Per me ti piace Lizzie
Shadow, quella biondina del settimo anno di Corvonero.”, disse l’altro pieno di
sé.
Moony ridacchiò: “Ti sbagli.
Lizzie non mi piace proprio per nulla in quel senso. Studiamo insieme ma la
considero solo un’amica.”
“Secondo me non è così, quando la
guardi i tuoi occhi dicono altro. Ti piace, ammettilo.”
“Ti ho già detto che non mi piace.
Vuoi conoscermi meglio di quanto mi conosco io?”
“Beh… qualche volta ho il dubbio
di conoscerti meglio io di quanto tu conosca te stesso e, se non vuoi ammettere
che la Shadow ti piace,
purtroppo, non posso farci niente. Tuttavia, ti aiuterò comunque a conquistarla,
per portarla al ballo di fine anno. Anche se se sei un licantropo Moony, la vita
di clausura non ti si addice. Prova ad uscire con qualcuno qualche volta,
potrebbe piacerti.”
“Non è perché sono un licantropo
che non esco con qualcuno. È solo che, per il momento, non ho trovato nessuno
che mi piaccia davvero in quel senso e, quindi, non era contro la tua morale
aiutare nella conquista, ragazzi che non sono veramente interessati ad una
ragazza in particolare?”
“Io continuo a pensare che tu sia
interessato a lei, solo che non vuoi ammetterlo. E poi, per te, farò
un’eccezione in quel senso. Voglio che tu finalmente abbia una vita privata e
non mi fermerò di fronte a niente e nessuno.”
“Sei assurdo Padfoot, ma visto che
con te è impossibile ragionare, pensa e fai quello che vuoi.”, fu il commento
rassegnato di Moony.
“Puoi starne certo che farò quello
che voglio, ma tu mi devi promettere che ascolterai i miei consigli.”
L’altro si accigliò, ma Padfoot
disse con un tono di voce serio: “Provaci almeno una volta Moony ad uscire con
qualcuna, potresti renderti conto che è piacevole condividere qualcosa di
profondo con chi ci piace; anche se per ora dici di non aver mai trovato nessuno
che t’interessa davvero.”
Moony, a quel punto, si diede per
sconfitto: “E va bene visto che ti fa tanto piacere, tenterò di accettare i tuoi
consigli e proverò a conquistare Lizzie, tanto dubito che lei sia interessata a
me.”
“Non essere così disfattista, se
tu farai quello che ti dico, l’avrai ai tuoi piedi nel giro di pochi giorni.
Puoi scommetterci.”
“Lasciamo stare.”, disse Moony,
per nulla soddisfatto di come l’altro si fosse messo in mezzo alla sua vita
privata. Avrebbe preferito continuare ad essere solo amico di Lizzie, lui era
sicurissimo di non avere un particolare interesse per lei, ma visto che l’altro
aveva insistito, alla fine non era riuscito a dirgli di no. “Pensiamo piuttosto
a te. Hai detto che ti interessa qualcuna, no? Chi è?
“Rosaline Griffon.”, disse
Padfoot sorridendo sotto i baffi, sapeva infatti che nell’udire quel nome i suoi
amici lo avrebbero guardato increduli.
“Rosaline? La Grifondoro del
quinto anno che non fa che parlare male di te?”, fu Prongs a riprendersi dalla
sorpresa per primo.
“Sì, proprio lei. È una bella
ragazza e mi piace il fatto che non mi sbavi dietro come fanno tutte le altre.
Forse anch’io ho la tua sindrome Prongs, sono proprio le ragazze che sembrano
non volerci a far colpo su di noi.” Ridacchiò.
“Ma sei sicuro che riuscirai
a conquistarla? Sembra proprio che non ti sopporti.”, disse Moony con un tono di
voce leggermente alterato che nessuno percepì e che stupì anche se stesso.
“Sicurissimo. Così come sono
sicuro che riuscirò a mettere insieme la Evans e Prongs, e ti farò uscire con la
Shadow.”
“La tua sicurezza è
disarmante.”, mormorò Moony.
“Sono sicuro solo quando so
già di avere la vittoria in tasca.”
“L’amore non è una vittoria.”
“Forse no… ma la conquista
sì. Fatemi pensare ad una strategia, e presto terrete le vostre belle fra le
braccia, così come Peter ha già Susan.”
“E tu?”
“Ovviamente anch’io avrò
Rosaline. Non ne dubito nemmeno per un momento.”
Detto quello la discussione
cessò e Sirius si fece pensieroso.
Nella sua mente vorticavano
innumerevoli piani di azione che avrebbero portato alla conquista della sua
preda e di quella dei suoi amici.
FINE PROLOGO
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