friend e Friend
Friend&Friend
Buongiorno Lettori!!!
Avevo già pubblicato su EFP con un altro nick.... e ora ho
ripreso con questa "piccola" fic... che a dirla tutta è un
esperimento: volevo vedere se riuscivo a scrivere una storia con uno
stile.... ricco di aggettivi e descrizioni (un po' pesantuccio?).
Vi piace? ditemelo ^^ Non vi piace? Non preoccupatevi che presto
tornerò con qualcosa di più leggero e con
più azione!
Questa fic la dedico a....
D., che mi ha trovato questo splendido nick.... spero di meritarmelo :)
e a...
L., che è stata tanto felice del mio ritorno!
E a tutti voi Lettoriiiiiiiiiii!!!
****
Finalmente il computer si accese, e la luce bianca inondò il
bel
volto che fissava lo schermo: i lineamenti erano cesellati, un po'
infantili, ma molto belli. Le labbra, rosa e umide, si aprirono appena,
mentre le dita del ragazzo cliccavano sul tasto per il collegamento a
internet.
Matt quella sera si sentiva noioso, strano.
Poche ore prima si era infilato il pigiama azzurro scuro, troppo largo
per il suo corpo esile, e secondo lui troppo poco muscoloso,
poi
si era preparato una tazza di camomilla nel piccolo soggiorno che
fungeva anche da cucina, per conciliare il sonno e dopo si era infilato
sotto le coperte.
Il sonno però, inaspettatamente, non era arrivato.
Le macchine che viaggiavano due piani più sotto lo
infastidivano, il buio gli sembrava troppo fitto, la coperta troppo
calda....
Così si era alzato sbuffando e si era accoccolato sul divano
col
suo amato portatile. Gli occhi, color verde intenso, gli bruciavano
perché aveva già passato almeno tre quarti della
giornata
a fissare lo schermo, cercando di stabilire un nuovo record a
Tetris.Però ora si stava annoiando, e il computer era il suo
unico divertimento.
Eseguì il login nel suo forum preferito, e
controllò i
messaggi, leggendoli velocemente, e tamburellando con le dita
dell'altra
meno sul proprio ginocchio.
***
A Mello piaceva guidare di notte. Il perché era semplice: le
strade erano semi deserte, e lui poteva accelerare quanto voleva.
Le luci scorrevano ai lati dell'auto, arancioni, gialle, bianche, e le
mani del giovane, fasciate da stretti guanti di pelle nera, rimanevano
strette attorno al morbido volante.
Pian piano decelerò e allungò una mano sul sedile
del
passeggero prendendo una delle tante barrette di cioccolata li posate.
La portò alla bocca e la scartò coi denti, poi la
addentò con gusto. Masticò il dolce quadrettino,
girando
il volante con una sola mano.
E dietro la curva eccole.... scintillanti, accecanti, multicolori, come
tante stelline: le luci di Tokyo.
***
Matt poggiò i gomiti sul davanzale annerito, portando alle
labbra
la quinta sigaretta di quella nottata insonne. Fumare alla finestra
era un'abitudine che derivava dalla convivenza con Mello, che non
sopportava l'odore acre del fumo, e ora anche se l'altro era partito da
bel otto mesi Matt aveva conservato quell'abitudine, così
come
la casa aveva conservato tracce di Mello.
Infatti l'aria nel piccolo appartamento aveva un odore dolciastro, il
divano era macchiato in più punti di cioccolata e ogni tanto
da
dietro i logori cuscini color verde scuro sbucava un pezzo di stagnola.
Matt cercava di non farci caso, ma la verità era che quel
ragazzo strano, cupo e competitivo un po' gli mancava, anche se il
rossino sarebbe stato pronto a farsi tagliare una mano pur di non
ammetterlo. Matt, in realtà, non lo capiva, ed era rimasto
ferito quando aveva compreso che l'altro non lo considerava un amico:
aveva preferito un lavoro, un incarico, a lui, e al momento di
andarsene l'aveva salutato freddamente, con un piccolo cenno, mentre si
chiudeva la porta alle spalle.
il rosso si spostò una ciocca di capelli rossissimi e lisci
che
gli solleticava un occhio, e guardò giù in
strada. Il
traffico era diminuito a causa dell'ora tarda, e solo una macchina,
nera come la notte, sembrava avere fretta.
***
Aprì il finestrino e sorrise languido, mostrando i denti
bianchi, al pensiero della paga che lo aspettava. Non che in quei mesi
non avesse avuto si che vivere, anzi: alberghi di lusso, cene
abbondanti, tutto pagato dalla Shirama.spa, e ora gli spettava solo il
compenso per aver svolto il lavoro, che avrebbe ricevuto non appena
avesse consegnato il dischetto.
Il cuore gli batteva forte nel petto e accelerò riconoscendo
la
strada dove si trovava, poi parcheggiò l'auto vicino al
marciapiede. Scese, stiracchiandosi come un gatto, sbadigliando fino a
farsi venire le lacrime agli occhi e allungando le membra irrigidite a
causa del lungo viaggio.
Entrò nell'androne sporco di un palazzo, e salì a
piedi
fino al secondo piano. Sbuffò appena e scosse la massa di
capelli
biondi e setosi, cercando si scacciare una strana sensazione che gli
solleticava gli arti e il cuore.
Bussò piano a quelle porta conosciuta, sentendo crescere il
senso d'attesa, misto però a una leggera tristezza.
"Ok.... starà dormendo! Conto fino a cinque e poi me ne
vado, e ripasserò.... sempre se mi va" penso.
1....
2....
3....
4...
Clack!
Una chiave girò faticosamente nella serratura, e poi Matt,
avvolto nel suo solito pigiamone largo, coi capelli color delle fiamme
scarmigliati, apparve sulla soglia.
**
Mello sembrava un angelo, un angelo nero e dannato.
Aveva preso qualche kilo, il che gli conferiva un aspetto decisamente
più sano, il corpo snello e longilineo era fasciato da abiti
di
pelle nera dall'aspetto morbido ed evidentemente fatti su
misura
per lui.
I capelli biondi erano leggermente scalati sulle punte, luccicanti e
puliti, e nel viso color dell'avorio, sfregiato dalla cicatrice erano
incastonati due occhi più azzurri del cielo.
-Matt....!_ esclamò il biondo.
-Ma ciao, Mello, bentornato- sbottò l'altro,
sarcastico. -Che vuoi?-
-Io....- rispose, sconcertato dalla freddezza dell'amico.
-Sbattermi la porta in faccia di nuovo?-
Mello si zittì e non rispose, capendo che Matt non era
nervoso per nulla, ma era ferito. Ferito da lui....
Matt scosse la testa, sprezzante, indisposto al dialogo con quel
biondino arrogante, che credeva di poter fare sempre come se niente
fosse.
-Senti....- mormorò Mello, ma poi si interruppe: non voleva
scusarsi. Il senso di colpa era forte, ma il suo orgoglio lo era
altrettanto.
-Cristo Mello io ho sonno e non ho alcuna voglia di star qua sulla
porta con un cretino davanti!-
-Scusami!- sbottò infine il biondo, strizzando gli occhi,
abbassando il capo, sentendo dentro una sensazione come di unghie su
una lavagna: imbarazzo per ciò che otto mesi fa aveva fatto,
per ciò che ora aveva detto, il proprio orgoglio incrinato e
piegato. E Matt si concesse di spalancare gli occhi per la sorpresa,
per una frazione di secondo.
-Però....-
-Però i soldi ci servivano....- lo interruppe Mello -Qua le
veneziane si staccano, il computer ci mette come minimo due minuti per
accendersi.... e a me piacciono gli agi!-.
Il biondino si maledì tra sè e sè per
non aver saputo esprimere i suoi sentimenti, per aver esclamato solo
uno "scusa", per poi passare subito ai soldi e a questioni di ordine
pratico.... indubbiamente le tapparelle non erano il problema del bel
rosso.
Ma Matt capì, come ci si può capire solo tra
amici, e sorrise, guardando quel ragazzo che stava li, col capo
abbassato, la frangia a coprirgli gli occhi e i pugni stretti.
Mosse qualche passo sul pavimento freddo, fino ad arrivare abbastanza
vicino da poter poggiare le dita sulla giacca di pelle che copriva le
spalle di Mello, ed esercitò su di essa una leggera
pressione.
E la porta si richiuse alle loro spalle, con un piccolo tonfo gentile.
****
Ed eccoci alla fine del mio esperimento!
Spero di non avervi annoiato troppo, e che continuerete a seguire i
miei lavori.... Anche i più leggeri! :)(e gli yaoi più.... espliciti, che ho intenzione di scrivere!)
Recensite in tanti, ci tengo :)
Kisses!
Alatariel
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