Amore, cicci e coniglietti
Quel giorno tornava Temari a Konoha,
proprio per suo volere. Aveva rotto le palle a Tsunade per
riavere la kunoichi come supervisore degli esami dei Chunin. Infatti
non aveva per niente voglia i fare tutto da solo, nemmeno ciò che
riguardava il proprio villaggio. Lavoravano bene in simbiosi: lei
pensava a tutto e lui invece doveva solo fare quello che gli veniva
detto senza fare neanche molta fatica.
Per di più lei era la sua ragazza da
quasi un anno ormai e si erano visti così poche volte che sembrava
strano dire che “erano insieme” visto che i momenti erano rari,
brevi e sempre zeppi di disturbatori cronici come i famosi eroi del
villaggio.
La stava attendendo al portale
dondolando sui talloni con le mani in tasca, abulico. In lontananza
si cominciò ad intravedere una sagoma trai grandi rami degli alberi.
Dopo un breve lasso di tempo la macchia nera posò i piedi sulla
terra battuta della strada.
Mancava poco e Temari iniziò a
correre, pochi passi la separavano dal fidanzato, quando decise di
balzargli addosso, le braccia avvinghiate al collo e le gambe intorno
alla vita del povero Shikamaru.
-Amoreee-
Amore che era stato preso alla
sprovvista e per poco non faceva cadere tutti e due sul selciato di
Konoha.
-Secc...-
-Shika-chan da quanto tempo!- La
ragazza gli diede un bacio a fior di labbra. -Mi sei mancato tesoro!-
Così dicendo gli si avvicinò
nuovamente alle labbra dello shinobi che eliminò la distanza che li
separava. Stava per diventare qualcosa di più serio e profondo
quando la bionda si ritirò contrariata: -Lo sai che non mi piace
quando usi la lingua-
Scese e si sistemò i capelli: c'erano
appiccicati un fiore e una molletta rosa. Aguzzò la vista e notò
per che l'occasione, la sua ragazza si era truccata leggermente con
colori chiari.
-Allora, amore, che si fa oggi?- chiese
raggiante.
Lui le offrì la mano come al solito,
quando iniziarono a percorrere la strada principale del villaggio.
Temari l'ignorò completamente e invece si attaccò al braccio
appoggiandosi sulla spalla.
-Ti ho fatto lasciare la giornata
libera da Tsunade-sama, quindi questo pomeriggio possiamo fare quello
che vuoi-
-Che cucciolo che sei amore- e dicendo
questo gli strinse con dolcezza la guancia tra pollice e indice e li
diede un altro bacetto.
-Avevo proprio intenzione di andarmi a
compare un vestito nuovo. Che ne dici se andiamo anche da Ino? È
lei che conosce i negozi migliori. Forse riesco anche ad andare
dall'estetista: ho le unghie che fanno schifo. Amore, hai notato il
mio nuovo smalto?-
Aveva ragione: mentre gesticolava come
una pazza, riusciva ad intravedere degli aloni blu.
-Hmm-
-Ma cavolo non noti mai niente tu! Non
mi vedi mica tutti i giorni insomma!- protestò alzando il tono della
voce.
Shikamaru non aveva neanche la forza di
rispondere in maniera sincera e fu per questo che borbottò qualche
parola accomodante solo per placare la belva.
L'argomento cambiò repentinamente:
-Come stai?-
-Bene-
-E Yoshino e Shikaku?-
-Anche-
-E Choji?-
-Anche-
-E Ino?-
-Anche-
-Dopo andiamo da Ino vero? Perchè ne
ho proprio bisogno-
Shikamaru virò bruscamente,
immettendosi sulla prima strana sulla destra, girò a sinistra ancora
a destra alla fine arrivò davanti alla fioreria Yamanaka.
-Perchè conosci la strada a memoria
per la casa di Ino?- Temari si era infervorata e puntava le mani sui
fianchi con fare minaccioso.
-La so da quando sono bambino e non
seccare, sai che siamo amici-
Lei non sembrò tanto felice della
risposta che aveva ottenuto, tanto è che lo lasciò fuori dalla
porta come un cane proibendogli di entrare nel negozio. Lo fece
aspettare un bel po' fuori da quella maledetta porta che continuava a
fare entrare ed uscire persone che non erano Temari. Ad un certo
punto fece per sedersi, ma sbucò fuori la testa della sua ragazza
che gli intimava di non accomodarsi in quanto tra breve avrebbe
finito.
Il concetto di “breve” per le donne
è estremamente relativo, perchè lui non riusciva proprio a farlo
entrare in misure reali di tempo.
Quando la sua ragazza e Ino uscirono
avrebbe potuto avere anche cent'anni da quando aveva aspettato.
-Andiamo cicci, che le compere ci
aspettano- disse la bionda di Suna eccitata, mentre quella di Konoha
rideva sguaiatamente per il dolce sopranome.
-Saluta amore che andiamo- neanche
avesse avuto sei anni.
-Si, ciao cicci- disse Ino facendo un
ghigno.
Il piccolo gesto con la mano che aveva
fatto alla compagna di squadra non era passato inosservato, infatti
fu l'argomento del processo che durò dagli Yamanaka fino al negozio
di vestiti.
Una volta dentro fu investito da una
potente zaffata di profumo femminile che gli fece lacrimare gli
occhi.
C'erano due commesse affaccendatissime
che cercavano di accontentare ogni cliente o più clienti allo stesso
tempo, percorrendo il piccolo negozio più volte in un secondo come
impazzite. Temari non volle sovraccaricarle ancora di più e cheta
cheta si mosse trai capi in esposizione osservandoli attentamente:
-E' meglio quello blu o quello nero?- chiese ad un tratto.
Se una fosse stato blu, lo poteva
solamente sapere chi l'aveva creato perchè lui proprio non riusciva
a distinguerli. E poi che importava? Intanto quella era la sua gamma
di colori non è che cambiasse molto, una volta ne avrebbe preso uno
una volta un altro no?
Tirò ad indovinare. Aveva il 50% di
possibilità di sbagliare:
-Blu-
-Ma il blu non mi dice niente! Ho tutte
le cose blu, non lo vedi? Il nero si che quello mi serve, non ho
praticamente nulla di nero!-
Avrebbe tanto voluto vedere la sua
reazione se avesse detto l'altro colore. Sarebbe stata identica. Ne
era certo. Una volta scelto il colore era il turno del camerino: a
Shikamaru venne lasciato il rotolo con il ventaglio, zaino, i guanti
e il coprifronte mentre se lei si avviava pacifica verso delle
piccole tendine tenute insieme da anellini color oro.
Probabilmente il camerino l'aveva
mangiata perché non si sentiva un solo rumore. Uscì con una cosa
così risicata e aderente che tutto in Temari a partire dalle tette,
per finire sui fianchi chiedeva di essere liberato da quella stupida
gabbia di stoffa.
-Temari, forse devi prendere quello più
grande- questo commento detto a bassa voce con molto noncuranza fece
scatenare l'inferno negli occhi della bionda che solo per non fare
una scenata non si mise ad urlare.
-Vuoi dire che sono grassa? E che
questo starebbe meglio a Ino? Dimmelo se ne hai il coraggio!-
Non non lo aveva.
Si girò dall'altra parte e si mise ad
attenderla alla porta del negozio, appoggiato allo stipite.
Tanto casino ed era uscita senza
neanche aver comprato nulla. Per rifarsi attraversò la strada e si
ritrovò in un altro postaccio dove l'odore penetrante era sparito
per far spazio ad un caldo soffocante. Sembrava di essere a Suna.
Provò mezzo negozio, si soffermò sui
guanti: i due paia che aveva non le sembrano abbastanza, ma non uscì
neanche con la più piccola borsa. E già cominciava ad imbrunire.
Distrutto, stanco e seccato propose di
andare a mangiare nel ristorante più vicino, ma naturalmente a lei
non andava bene: come era possibile, insomma, dopo tanto tempo che
non si vedevano di portarla in un posto qualsiasi.
Si optò quindi per una topaia costosa
e seccante con candele e stupide cameriere ammiccanti che lo facevano
infuriare più e più volte. -Dai amore apri la bocca, fai “a”-
Le bacchette reggevano un pezzo di
polpo alla griglia in mezzo a due visi: uno euforico, l'altro
decisamente meno. Erano pure dalla stessa parte del tavolo.
Aprì la bocca per dire la sua
imprecazione di rito quando lei gli ficcò il polpo in gola,
facendolo quasi soffocare. Bevve brevi sorsate per far andare giù
quel maledetto coso viscido mentre lei affranta e dolente lo
ricopriva di teneri bacetti accarezzandolo.
-Scusa amore, è tutto finito. Scusami-
continuò con questa solfa per tutta la
cena tranne nei rari momenti in cui si fermava e rimaneva imbambolata
a fissarlo. Pagata la cena, il dolce e anche la mancia all'unico
cameriere uomo di tutto il ristorante uscirono all'aria aperta sotto
il cielo stellato di Konoha.
La meta di Shikamaru era l'appartamento
affittato della ragazza di cui aveva già preso le chiavi e dove
aveva già sistemato la sua roba per tutta la durata del suo
soggiorno. Però le lo trascinava davanti ai negozi per sbirciare
attraverso le finestre o per commentare i suoi acquisti della
giornata, che essendo stati nulli erano un inutile blabla continuo.
Arrivarono alla terra promessa: la
porta dell'appartamento che si presentava dolce ai loro occhi
stanchi. Il ragazzo ormai con il sol pensiero del letto quieto o
no(aggiunse malizioso) si fiondò in bagno: la seccatura non lo aveva
lasciato libero per un secondo. Temari placidamente si era diretta
verso la camera.
Se la giornata non era stata un gran
che, almeno la notte si presentava interessante: lui, Temari, un
letto e molte ore di progettata insonnia.
Quando arrivò in camera, lasciati
giubbotto e maglietta in bagno, si trovò davanti una Temari in un
gigantesco pigiama rosa con simpatici coniglietti che saltavano
intorno allegri. L parte superiore, la più orrida a causa di grandi
cuori rosa, era tenuta chiusa da enormi bottoni bianchi e tutto
l'insieme nascondeva qualsiasi parvenza delle forme della sua donna.
Stava per aprir bocca quando la ragazza
si girò verso il letto e con voce impastata strofinandosi gli occhi
disse: -Sono stanca, dormiamo subito-
-Ferma girati un secondo- il tono di
Shikamaru questa volta era forte e deciso, poteva mettere persino
paura.
Lei fece come le era stato detto.
-Basta, sono stufo. Finiamola qui-
La bocca di Temari si allargò in un
gigantesco ghigno euforico: -Mi dirai un'altra volta che dovrei
essere più femminile o ti è bastato questo?-
Lui si avvicinò repentinamente e con
la gola arsa dal desiderio usci un verso simile ad un ringhio,
supplicò: -Ti prego, resta così come sei-
Le catturò bocca, lingua e spirito
avvinghiandosi con tutta la sua forza. Lei gli prese il viso fra le
mani baciandolo con tutta se stessa.
Shikamaru cominciò a slacciare quel
pigiama odioso, ma poi visto quanto ci stava mettendo decise di
tirare i due lembi distruggendo tutto, facendo schizzare i bottoni a
velocità supersonica.
La buttò sul letto e con una risata
folle Temari ricominciò ad essere se stessa.
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Buon Black Day a tutte!
Ecco il mio piccolo contributo per
l'evento indetto da The Black Parade (comincerete ad essere ormai
stufi/e di tutte queste idee...XD)
Non ho molta da dire se non ringraziare delle mie compagne di classe
che mi hanno fatto passare un pomeriggio d'inferno a fare quello che
loro chiamano shopping e io chiamo martirio, il che mi è servito
per descrivere al meglio questa Temari pro-compere ;)
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