Rimuginavo da un po' qualcosa
sull'adolescenza di Yeesha e su Atrus e Catherine in quel periodo. Se
riuscissi a rendere davvero almeno un minimo di “Yeesha
inafferrabile
come sempre, 'sto miscuglio indistricabile di forza e
vulnerabilità
che alla fine porta a un retrogusto, un sentore di follia”
come ha
commentato Andrea, sarei una scribacchina felice.
Nonostante la somiglianza col titolo appena sotto questo
nell'account, le due storie ovviamente non c'entrano un cappio, "Ere"
s'intende in un senso completamente diverso e non sono state scritte in
fila o avrei evitato la ripetizione. Ho dovuto pubblicare l'altra in
ritardo perché era un regalo di compleanno!
Disclaimer:
Gli avvenimenti narrati sono frutto di fantasia. Non intendo dare
rappresentazione veritiera del carattere delle persone descritte
né
offenderle in alcun modo. Se possibile, anzi, il tutto è da
intendersi come tributo di affettuosa stima.
Ha aperto la porta delle Ere
“Non è più con noi, Atrus.”
“Dorme ancora nella sua cameretta.”
“Ma non è già più con noi.
Segui
il suo sguardo. Senti quanto di lei ha ancora radici qui a Tomahna e
quanto fugge altrove. Il tempo è passato.”
“Come faremo, amore mio?”
“Non
lo so. Non lo so, mio caro, non lo so.”
Era passato il tempo dei giochi lungo i
corridoi e le scale di casa, con corse a perdifiato dalla camera alla
serra per poi sporgersi ad annusare l'aria umida salire dalle cascate
con le nocche bianche avvinghiate al corrimano e la treccia dei
capelli sfatta in balia del vento. Era stato un buon tempo, ma era
passato. Yeesha si addentrava nei corridoi invisibili della mente,
lontani da tutti i mondi e ancora ricoperti da una coltre buia. Ogni
volta che si guardava alle spalle, l'azzurro e le terre delle sue
montagne erano più lontani, fino a confondersi in un punto
di luce.
Non voleva farlo scomparire del tutto, ma doveva proseguire.
Si strinse al vecchio cuscino con le
stelle verdi, raggomitolata nell'angolo fra il letto e la parete, e
fu scossa dai brividi dell'incertezza che la dilaniava.
“Sopra a ogni altra cosa, l'abbiamo
amata.”
“Mi chiedo cos'altro avremo
sbagliato.”
Non voleva andare. Non poteva voler
andare: parte di lei era in loro, erano le sue radici, il suo
specchio, le luci che convergevano in lei ma non si rifrangevano
ancora in un raggio compatto. Aveva bisogno della loro
stabilità.
Aveva bisogno di perdersi nel loro abbraccio.
Doveva andare: profezie profonde e un
destino pesante tiravano fili alle sue spalle a ogni ora del giorno.
Aveva letto i libri con sua madre; di notte era tornata da sola con
una lampada davanti agli scaffali che li contenevano, li aveva
ritrovati e aveva appoggiato le mani sulle pagine come aspettandosi
di venir portata all'interno del significato delle parole scritte.
Era giusto che andasse. A qualunque
costo – e la sua solitudine sarebbe stata un prezzo pesante
da
pagare, e quella dei suoi genitori avrebbe gravato sulla sua
coscienza come un crimine. Era giusto che andasse, per incontrare se
stessa, perché il suo futuro la incontrasse.
Di tutte le parole che descrivono le
Ere, non ne trovò una che parlasse dell'intensità
con cui stava
amando le ultime sere prima di lasciare alle spalle il suo rifugio.
“Tornerà?”
“Tornerà, un giorno.”
“Alla sua età avevo già ceduto al
richiamo di D'ni. Ma ci sono voluti così tanti anni,
così tante
porte chiuse alle spalle prima di completare il cerchio in questa
casa. Se anche per lei...”
“Alla sua età non ero, né pensavo
che sarei mai stata. Tutto resta aperto e fluido.”
“Allora tornerà.”
“Un giorno.”
Alla loro età, Yeesha non era ancora
nulla.
Pianse quando mise il primo piede sui
pioli di legno della Fenditura e sentì che non c'era Atrus a
tenderle la mano in fondo alla scala.
Pianse voltandosi a salutare il
deserto. La roccia lavica assorbì tutte le sue lacrime.
Varcò la soglia dei tunnel in solenne
silenzio.
Tre fantasmi la accompagnavano, ricordi
sotterranei risvegliati dall'eco dei suoi passi: la maggiore apriva
la strada e la guidava, reggendo alta una lanterna a olio, lungo il
cammino che aveva intrapreso centoventi anni addietro. I suoi
lineamenti erano consunti e svanivano sotto la curva dei capelli
castani, dietro allo scialle ricamato con i colori della terra, nel
fruscio dell'ampia gonna.
Il mediano si attaccava alla sua veste,
petulante come un ragazzino molto viziato e molto solo, la chiamava e
la strattonava, pesando sulle sue gambe già stanche per il
viaggio.
Siamo uguali, le diceva, solo noi due,
seguimi, conosco
un'altra via.
Il più piccolo seguiva corrucciato e
incerto, già piegato da troppi fardelli. Le indicava i
muschi
fosforescenti che crescevano nelle fenditure delle rocce, il guizzare
di un geco, il percorso irregolare di ogni goccia caduta sulla stessa
pietra.
Yeesha era tutti loro, era la loro
ombra, il loro sangue, era nessuno e nulla, fluida come l'aria
costretta dagli spazi della Caverna. Nel buio carico di infinite
possibilità, sfiorando con il palmo della mano la superficie
del
lago, Yeesha era...
...ç_ç
è estremamente sconnessa e me ne
scuso. A mia parziale discolpa, è Yeesha:
se le costruisci
attorno una coerenza tematica vai out of character, tipo. Note:
@ titolo: in casa sua non mancavano
certo collegamenti per altre Ere, ma D'ni è tutt'altra cosa
e si può
dire che Yeesha scopra l'Arte solo da quando è nella
Città. Ma non
solo: se ricordate le sue prime parole nel messaggio olografico,
parla di una città “keeper of the power, keeper of
the Ages” e
a me è stato insegnato che “keeper” ha
una valenza lievemente
negativa, di prigionia. Yeesha che scende in D'ni è il primo
passo
verso un'idea di Arte completamente nuova, liberata sotto un certo
punto di vista. Inoltre, è un po' che se non allittera il
titolo non
son contenta XD
@ conoscenza di alcune profezie:
“Father and Mother tried to prepare me - tried to tell me who
they
thought I was.”
@ tre fantasmi: tutte le generazioni
della sua famiglia se la sono fatta a piedi dalla Cleft a D'ni, e
tutti l'hanno fatto nel periodo dell'adolescenza, quasi fosse un rito
di passaggio. Anna a 18, Gehn fra i 14 e i 18 non è ben
chiaro,
Atrus a 14. Yeesha ne ha 16. Anna guida perché è
stata la prima e
“I am from her”, dice Yeesha nel suo diario. Gehn
è imbronciato perché lo è e la tenta
perché “It eats at my heart. I hate him, because I
have his same
desires”. Atrus osserva il Tutto con amore e indica alcune
cose
citate nella mappa di Aitrus. Il diario di EoA è una miniera
di
informazioni interessanti, ma dice ancora troppo poco, dannazione!
Voglio saperne di
piùùùùùù
>_<
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