Primo tentativo di scrittura sulla nuova generazione :) Sono tre brevi capitoli, scritti per il contest "L'amore non ha volto", idetto da SmilingCigarette. Spero che vi piacciano :)
Herms
TUTTO IL TEMPO DEL MONDO.
Touching the sky.
Una Potter
dai capelli rossi sedeva sul ramo di un tiglio nel cortile di casa,
rannicchiata con le gambe al petto, cercando di nascondersi tra le
foglie. Se sua madre avesse visto che era salita fin lì, le
avrebbe fatto una scenata che si sarebbe ricordata per tutta la vita.
Dopotutto,
Ginny aveva tutte le ragione per arrabbiarsi, dato che la ragazza aveva
passato una settimana all'ospedale l'anno precedente, per esser caduta
da quello stesso albero. A sua discolpa però, Lily poteva
dire di esser caduta solamente perchè quell'imbecille - a
suo modesto parere - di suo fratello James le aveva tirato addosso una
pluffa mentre lei stava passando da un ramo all'altro. I ragazzi non
avevano mai visto Harry così arrabbiato. Con uno
sbuffò si tolse i capelli dalla fronte tentando di bloccarli
con un elastico troppo molle.
Con
uno sbuffò si tolse i capelli dalla fronte tentando di
bloccarli con un elastico troppo molle.
-
Sempre a cercare di toccare il cielo, Lils? - fece una voce da terra.
Lily
sobbalzò, rischiando per un attimo di perdere l'equilibrio.
-
Vuoi farmi cadere? - esclamò arrabbiata, guardando verso il
basso.
-
Confido nel tuo senso dell'equilibrio – disse Teddy
scrollando le spalle, e salendo sul muretto accanto all'albero.
-
E se fossi caduta? - chiese ancora la ragazza, di pessimo umore come
non mai.
-
Ti avrei presa – rispose semplicemente, passando con eleganza
sul primo ramo, e cominciando la scalata.
-
Non potresti scegliere un punto più basso dove appollaiarti
Lils? -
-
Paura di cadere Ted? - lo provocò, chiudendo gli occhi e
girando il volto verso quei pochi raggi di sole che filtravano tra le
foglie.
-
Sai che potresti usare dei mezzi più civili per salire fino
a quassù, vero? Non so, una scopa per esempio –
borbottò lui, raggiungendola e sedendosi su un ramo accanto
al suo.
-
E perchè dovrei? Non sono imbranata come te. -
ridacchiò prendendosi gioco del suo migliore amico.
-
Simpatica, davvero. Sai, dopo essermi rotto la gamba in tre punti, non
amo particolarmente questa stupida pianta. Non tutti siamo incoscenti
come te.- borbottò lui, aggrappandosi con le mani, a un ramo
poco più in alto.
-
Non offenderla. Comunque ti ricordo che non sei l'unico che si
è fatto male, e non tutti fanno queste scene drammatiche. -
-
Disse la ragazza che non ha rivolto parola a suo fratello per
più di un mese, dopo esser caduta –
ribattè lui, alzando gli occhi al cielo.
-
Non sono caduta, sono stata scaraventata a terra da un deficiente, non
insultare il mio senso dell'equilibrio, Teddy. - ribattè
ponendo maggiore enfasi sul nome tanto odiato dall'amico. Lui
ridacchiò, appoggiando la testa al tronco dell'albero, e
rilassandosi poco alla volta.
-
Dopodomani parti – le disse dopo qualche minuto. Lily
aprì gli occhi, e gli rivolse uno sguardo triste.
-
Già. E tu cominci il corso al San Mungo fra una settimana,
così non ci vedremo più. - rispose malinconica,
alzando lo sguardo verso quegli squarci di cielo che s'intravedevano
tra le foglie.
-
Solo per poco Lils. Alla vostra prima uscita a Hogsmeade
verrò a trovarti. -
-
Verrai a trovare Vic, non me. Non puoi ignorare la tua fidanzata non
credi? -
-
Sai cosa intendo. Passerò la giornata con entrambe, come
sempre. -
Sì,
Lily sapeva cosa intendeva. Ogni volta che veniva programmata un'uscita
ad Hogsmeade, Ted le prometteva che avrebbe passato del tempo anche con
lei, ed era certa che lui lo volesse, ma non appena si incontravano
appariva Victoire, che lo prendeva per un braccio e lo portava via con
sè. E alla ragazza rimaneva a mala pena il tempo per
salutarlo prima di rientrare al Castello. Erano quelli i momenti in cui
sentiva di poter arrivare ad odiare sua cugina, con cui non aveva mai
veramente legato. Forse per la sua tendenza ad interessarsi sempre e
solo a sè stessa, o forse per quell'aura di perfezione che
la accompagnava in ogni momento e che metteva a disagio molti, Lily in
particolare, al punto che era arrivata spesso a chiedersi se avessero
veramente del DNA in comune. Sua sorella Dominique era tutta un'altra
storia: una ragazza simpatica, che, perquanto bella almeno come Vic,
faceva sentire tutti a proprio agio, senza ostentare quel senso di
superiorità che caratterizzava la maggiore. Era sempre se
stessa, abiti alternativi con l'unico scopo di farla stare comoda, e i
capelli in un taglio corto che le metteva in risalto gli zigomi. Lily
era legata a lei, fin da quando aveva cominciato a frequentare
Hogwarts, e si era ritrovata in un mondo che non le calzava, e sua
cugina era riuscita a farle capire l'importanza di essere se stessa,
sempre e comunque.
-
Dico sul serio Lils – la richiamò Teddy.
-
Lo so – disse lei guardandolo fisso negli occhi. Stettero
così per qualche momento, e Lily ebbe la sensazione che
nessuno sarebbe mai stato importante quanto lui nella sua vita. E
stranamente la stessa cosa la sentì Ted, che distolse lo
sguardo, chiedendosi da dove derivasse quella sensazione che non aveva
mai notato prima e che sarebbe dovuta esser diretta verso un'altra
ragazza, che per un attimo non riuscì a ricordare.
Si
alzò di scatto, abbracciando il tronco con le braccia, non
appena realizzò di essere ancora sull'albero. Lei lo
guardò stupita e scoppiò a ridere, tenendosi la
pancia per le troppe risate.
-
Non c'è niente da ridere! Potevo spaccarmi la gamba. Di
nuovo ! - protestò il ragazzo abbassandosi per avere
più stabilità. Lily si calmò poco a
poco, e prendendo un respiro profondò si scusò,
gli occhi ancora lucidi.
Si
guardarono negli occhi, e Ted si chiese come aveva fatto a non notare
prima quanto fosse bella Lily quando rideva.
-
Lilian Luna Potter! Perché tuo fratello è chiuso
nell'armadio delle scope?! - urlò Ginny dall'altra parte del
giardino.
Lily
sbuffò mentre Teddy scoppiava a ridere.
-
Jim?- le chiese, mentre lei scendeva passando da un ramo all'altro, per
poi saltare a terra.
-
Ovvio - rispose sorridendo - Domani c'è la partita, mi passi
a prendere tu? -
- Come
sempre - fece, nel disperato tentativo di non crollare a terra.
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