Alone
Eric non è tornato per me. Non può più
essere mio amico, perchè... io sono viva.
- Sarah -
Se ne stava
lì, immobile, la foto stretta al petto. Con l'assoluta
certezza di non essere pazza.
Il suo amico
poliziotto... quel Albrecht. Anche lui lo aveva visto. E gli aveva
parlato. Quindi non poteva essersi sbagliata, Eric era tornato.
Ma lui era
morto, di questo ne era consapevole. Mentre lei era viva. Due cose
piuttosto inconciliabili.
Un grosso
uccello nero si posò sul davanzale della piccola finestrella
della soffitta. Sapeva cosa voleva dire, che cosa sarebbe successo. E
infatti, dopo qualche secondo, qualcun altro fece la sua comparsa.
- Sarah.
Era strano
come, anche una parola semplice come il suo nome, assumesse una tale
importanza se uscita dalla sua bocca.
-
Perchè sei qui?
La ragazzina
si strinse nelle spalle.
- E' solo un
posto. - rispose.
- Solo un
posto? - ripetè Eric.
-
Sì. E' solo un posto. Quando piove o non ho più
voglia di stare in giro, vengo qui.
Lui non
replicò, limitandosi a guardarla. Lei non
ricambiò lo sguardo, ma si concentrò su tutto
quello che aveva intorno. Passò dal letto, sul quale ogni
tanto riposava, alla grande specchiera.
Ad Eric non
lo voleva dire, ma quella soffitta gli ricordava un po' l'appartamento
in cui lui viveva con la sua fidanzata, Shelly, prima che quei
criminali li uccidessero. A volte ci tornava, ma non era lo stesso. Non
c'era più quel calore, quel senso di famiglia che i due
ragazzi le trasmettevano. Ora che ad occupare quella mansarda c'era
solo il gatto, il vuoto era fin troppo tangibile.
Il ragazzo si
inginocchiò accanto a lei, poi le coprì le mani
con una delle sue, costringendola ad allontanarle dal petto e mostrando
la foto che teneva nascosta.
Sarah
sentì l'improvviso bisogno di giustificarsi. In fondo,
quella non era roba sua...
- L'ho
trovata sul pavimento quando sono andata a dare da mangiare a Gabriel.
Eric
passò delicatamente un dito sull'istantanea, carezzando
astrattamente la sua Shelly, mentre Sarah si ritrovava ad osservarlo.
Non importava quanto trucco avesse in faccia, pensò la
ragazzina, quello era Eric. Il suo amico. La persona che aveva davanti
poteva essere anche morta, ma lei non si poteva sbagliare, non con lui.
- La
rivedrai? - gli chiese.
Eric
annuì.
- Quando
tutto sarà finito, il mio animo potrà finalmente
trovare la pace.
- Ma te ne
andrai. E mi lascerai da sola un'altra volta.
Lui la
fissò, come colpito da quella domanda.
- No, Sarah.
- rispose - Tu non sarai mai sola. Io sarò sempre con te, e
anche Shelly.
- Ma non
sarà lo stesso! Io... mi mancate tanto...
No, non
doveva piangere. Lei era forte, forte abbastanza da non cedere alla
tentazione di lasciar cadere le lacrime. Ma era solo una ragazzina! Una
ragazzina che avrebbe tanto voluto tornare al giorno in cui era stata
scattata la foto che stringeva tra le mani, quando era felice ed
insieme ai suoi amici. Quando Eric e Shelly erano ancora con lei.
Si
gettò tra le braccia del suo amico, poggiandogli la testa
sulla spalla. Un senso di pace la pervase quando, dopo poco,
sentì la sua mano accarezzarle i capelli.
- Adesso devo
andare.
Quelle
parole, pronunciate con un tono tranquillo ma dolce allo stesso tempo,
riaccesero in lei un'angoscia che sperava di non dover più
provare; la sensazione di abbandono l'avvolse come una coperta troppo
pesante, lasciandole in bocca un sapore amaro.
Si
staccò lentamente da Eric, assaporando gli ultimi momenti di
calore tra le sue braccia, poi lo sguardo si fissò su un
punto indefinito del pavimento.
-
Già, devi farlo. - mormorò, scuotendo la testa.
Stese il
braccio, con la ferma intenzione di restituirgli la fotografia che
aveva "rubato" a casa sua. Sussultò quando l'amico le
toccò la mano, spingendola nuovamente verso il petto; si
voltò nuovamente a guardarlo, un'espressione sorpresa
dipinta sul volto.
- No. - Eric
si alzò e raggiunse la piccola finestra - Tienila tu.
Le rivolse un
ultimo sguardo, che Sarah considerò carico di dolcezza con
una punta di angoscia, prima di allargare le braccia e saltare nel
vuoto. Il corvo lo seguì subito dopo.
Era sola. Di
nuovo. Senza nessuno che si prendesse cura di lei, nessun amico con cui
parlare.
Strinse
nuovamente al petto la foto, perdendosi nel passato. Le
tornò alla mente una frase che Eric era solito dire, un
verso di una sua canzone; e allora sorrise, guardò
l'istantanea e li rivide lì, vicino a lei.
"Non può piovere per
sempre"
Fino a quando
avesse continuato a ricordarli, a ripensare ai bei momenti trascorsi
insieme, non l'avrebbero lasciata. Eric e Shelly non l'avevano
abbandonata, anche se non poteva abbracciarli o ridere con loro.
C'erano e ci sarebbero sempre stati.
Aveva smesso
di piovere. E lei non era più sola.
Voilà,
l'infestatrice di fandom è tornata. E questa volta sono
riuscita a rovinare un bellissimo come "Il Corvo". Che ci volete fare,
il lupo perde il pelo ma non il vizio, no?
Comunque, questa schifezzuola ha partecipato al contest " Un
segreto in soffitta ", indetto da DarkRose86,
classificandosi 5°. Ringrazio DarkRose86, iaia86@ per il
giudizio e Shurei per il fantastico banner!
Bon, sperando di non avervi causato malesseri e/o danni permanenti, vi
saluto! Un grazie anticipato a chi recensirà o
inserirà in una delle tre liste questa storia!
Un baci8
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