Autore: Beatriz Aldaya
Titolo: Sere Nere
Titolo del contest: Dirty little secrets
Personaggi: Alice-Jasper
Segreto: paura del silenzio
Genere: song-fiction, long-fiction
Rating: verde
Nda: canzone ispiratrice: “Sere
nere” di Tiziano
Ferro. Consiglio l'ascolto!
Mi sono presa qualche libertà sulla storia di Alice,
restringendo un po' i tempi.
La ff è ambientata prima di Twilight, quindi Alice non
conosce ancora la sua storia.
Capitoli 1-4, pov Alice; capitolo 5, pov Jasper.
1.
Quiete
La casa era vuota e silenziosa. Quando la
nostra famiglia si era
accorta di ciò che stava succedendo, ci aveva annunciato un
viaggio in Canada con la scusa di andare a caccia di orsi, in
modo da lasciarci un po' di tempo per risolvere il tutto da soli e
nella tranquillità.
Seduta nell'erba alta e umida, sul confine fra bosco e giardino,
nascosta nel buio infinito, ascoltavo.
La foresta era innaturalmente silenziosa. Il vento non soffiava, non
uno scricchiolio giungeva alle mie orecchie. Il cielo nero e plumbeo
sembrava tenuto sospeso da un filo, le enormi nubi cariche di pioggia
davano l'impressione di sfiorare le cime degli alberi più
alti, che si profilavano come ombre paurose.
Era la quiete prima della tempesta. Entro mezz'ora si sarebbe scatenato
il finimondo.
Nell'oscurità, una luce fioca si stagliava in lontananza.
Era la finestra della nostra stanza, e dentro c'era Jasper.
Perché?
Per l'ennesima volta mi sforzai per tagliare fuori dalla mia mente le
visioni sul futuro. Non volevo succedesse di nuovo, non dopo quello che
avevo combinato. Un disastro, un pasticcio coi fiocchi. Maledetta me.
Maledetto il mio potere. Maledetta la mia linguaccia.
Chiusi gli occhi e il profumo dell'erba e della pioggia mi riempirono i
polmoni. Continuai a inspirare ed espirare profondamente,
scandagliando la mia anima.
Amore. Per la vita, per lui.
Sofferenza. Perchè ne avevo fatta una grossa,
perchè lui soffriva.
Paura. Di ciò che mi aspettava e che lui
avrebbe deciso.
Rimasi perfettamente immobile come ogni cosa intorno a me: se il mondo
si fosse fermato, non me ne sarei stupita. Dal mio punto di vista,
l'universo intero era in un momento di stallo; congelato in un preciso
istante. Presto il perfetto ghiaccio si sarebbe sciolto o esploso in
mille pezzi.
Sul piano pratico, era come se io stessi saltellando sul bordo di un
crepaccio con gli occhi bendati, magari anche eseguendo
qualche salto mortale all'indietro. C'era qualcuno che mi osservava e
doveva solo decidere se perdonarmi e trarmi in salvo o abbandonarmi al
mio destino.
Smisi di respirare, e il silenzio assoluto mi travolse. Un antico
terrore che credevo ormai scomparso si affacciò sulla mia
anima per poi tuffarvisi dentro a capofitto.
Cercando di mantenere la calma, presi fiato per spezzare il nulla, ma
il suono somigliò solamente ad un lugubre
rantolìo che mi spaventò ancora di più.
In un attimo mi ritrovai in piedi e, senza averlo deciso razionalmente,
comiciai a correre verso la casa, verso il mio amore, scappando dal
silenzio della natura e della mia anima.
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Buonasera! Eccomi qui con questa Longfiction, inaspettatamente terza
classificata a un contest veramente stupendo :)
Che dire, i capitoli sono tutti cortini e saranno cinque,
posterò molto in fretta perchè (naturalmente!)
è già tutto scritto...
Il giudizio del giudice sarà presente nell'ultimo capitolo
per non fare spoiler...
Perdonate eventuali errori che non ho corretto volutamente, ho
preferito lasciare il lavoro così come ho consegnato anche
se a posteriori ne ho riscontrati di terribili o_O
Spero lascerete un commentino ^^ ciao ciao
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