Libia e chi lo volle

di LadyToreumaMariot
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[Prima battaglia di El Alamein, 1942]
Inghilterra, il suo tè e le forze dell’Asse si squadravano cercando ognuno il punto debole del’avversario.
La battaglia era finita in stallo, con perdite da entrambe le parti.
Se fossero stati dei giocatori di scacchi, avrebbero forse potuto interrompere il gioco, ma qui non era permesso.
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[Seconda battaglia di El Alamein, 1942]
Finalmente, dopo aver passato il tempo a guardare da lontano Italia e Germania che squadravano i loro capi Rommel e “Bombastico” [Ettore Bastico, governatore della Libia, non in buoni rapporti con Rommel] che litigavano, poteva considerarsi soddisfatto della sua vittoria, insieme a Montgomery, il suo capo militare.
Intorno al tavolo c’erano pure persone che si sarebbe potuto chiamare “alleati ufficiali”, o rinforzi, dell’inglese: un giovane dalla pelle ambrata e occhi scuri penetranti, India, che stava a fianco di un tipo con gli occhiali e i capelli in disordine, Australia, che a sua volta era seduto con due ragazzini dall’aria sveglia e testa riccia, le due isole della Nuova Zelanda, insieme ad un bruno e taciturno Sudafrica. Il posto era condiviso anche da due preoccupati Francia e Grecia, che non necessitavano certo di preoccupazioni maggiori di quelle che avevano al momento.
< E se partissi dalla casa di Libia – una tenda piantata nelle vicinanze – per andare da Italia? Dopotutto è lui l’anello debole dell’Asse > pensò Inghilterra, che progettava già di usare quei territori come base di un attacco al paese di Romano e Veneziano.
E con questi pensieri guardava il “meraviglioso” Prussia fasciarsi le ferite, suo fratello che stava a denti stretti a rimuginare, e di Italia che era incerto se sventolare o no la sua fedele bandiera bianca.
< Te la faremo sventolare – e sogghignò mentre il pensiero si solidificava nella sua testa, insieme ad un possibile piano – te lo prometto… aspetta che chiami America, e chi altro? Ah, sì, Canada… >.





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