Speranza
Il quadro tornò al
suo posto celando all’interno il tunnel che Harry, Ron,
Hermione e Neville stavano percorrendo. Aberforth distolse lo sguardo
da quello di Ariana: aveva paura potesse scorgervi l’infinita
stanchezza che l’aveva colto.
Un sospiro gli
sfuggì dalle labbra vanificando i suoi sforzi; stupito del
suo turbamento si trovò a riflettere sulle sue stesse
parole, pronunciate qualche attimo prima.
Chi ha detto che mi
sono arreso?
Forse, invece, era
così, si scoprì a pensare fissandosi
ostinatamente le mani.
Sentì la
rabbia montargli dentro e, per un tipo burbero come lui, era abbastanza
frequente; si sconvolse invece di quel seme che sentiva crescere dentro
di lui, ramificarsi in ogni fibra del suo essere e prosciugarlo.
Invidia.
Invidia per le
speranze perdute anni addietro e che aveva ritrovato negli occhi
stanchi di Harry e in quelli tumefatti di Neville. La loro voglia di
lottare, la determinazione che li esortava a continuare a combattere,
il coraggio che mostravano.
Non era, forse, stato
anche lui un Grifondoro?
Strinse i pugni,
chiuse gli occhi e cercò di riordinare il groviglio dei suoi
pensieri.
La voce di Voldemort echeggiò improvvisamente
nella notte, annunciava la sua richiesta a Hogwarts: consegnatemi Harry
Potter.
Aberforth
fissò i volti - smarriti, spaventati, tristi –
degli studenti che scendevano a manciate dal dipinto aperto di Ariana;
si ritrovò a percorrere quel tunnel che conduceva alla
Scuola di Magia e Stregoneria, la bacchetta tesa e in cuore, che
diveniva più leggero a ogni passo, la speranza di ritrovare
ciò che aveva perduto.
* * *
Note
dell'autrice: bene, eccomi qui. Aberforth è un bel
personaggio che trovo particolarmente complesso, spero di
essere riuscita a caratterizzarlo in questo frammento. =) Ringrazio
ancora la giudicia per aver indetto il contest grazie alla quale
è nata questa raccolta!
|