Altrove

di Harisontour
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Arrivo

Non serviva un genio per capire che erano giunti in un'altra dimensione. Kurogane aveva però l’impressione che quella volta sarebbe stato diverso. Anche gli occhi blu del mago si erano fatti più attenti nel guardare la stanza piena di strane macchine tecnologiche luminose. Non c’era niente che suggerisse presenze umane, eppure non potevano esserci oggetti senza qualcuno che li avesse creati. Mentre cercavano di capire dove si trovassero, due ragazze vestite di bianco si materializzarono davanti ai loro occhi, confabulando di quanto fosse comoda l’ultima versione di teletrasporto. –Buongiorno- esordì la più bassa, che aveva incantevoli occhi a mandorla incorniciati da un paio di occhiali dalla montatura nera –Benvenuti ad Altrove. Immagino che vi siate teletrasportati qui per recuperare qualcosa. Questo è l’Ufficio Cose Perse. Che cosa cercate?-. –Noi… una piuma…- rispose Shaoran. –Che tipo di piuma? E’ una piuma d’uccello? Potete descriverla?- fece la ragazzina perplessa. –Ehm… non è una piuma… come tutte le altre… è un…- -Shaoran, lascia fare a me, posso disegnarla- disse Fay –Avete un pezzo di carta?-. Le due giovani si guardarono spaesate, senza comprendere ciò che il mago aveva chiesto, poi la più alta tirò fuori da una tasca della giacca una sottilissima tavoletta grafica con una piccola penna, invitandolo a diseganre lì. Dapprima un po’ incerto, Fay rappresentò dettagliatamente uno dei frammenti di memoria. –Mi  dispiace- disse la ragazza alta dai capelli chiari, imbarazzata e smarrita - questa piuma produce energia alimentando i computer, che regolano la vita di Altrove. Non potete averla.-. Ecco come si chiamano quegli ordigni enormi, pensò Kurogane prima di insistere mentre Shaoran si irrigidiva, preoccupato. –Noi dobbiamo avere quella piuma!- disse. Le ragazzine si ritrassero spaventate, ma fu Fay a sciogliere la tensione dicendo con dolcezza:-Il mio amico non intendeva minacciarvi, signorine. E’ solo che quella piuma è una cosa davvero importante per noi… Appartiene a quella ragazza addormantata, Sakura… Rappresenta una parte della sua memoria e noi stiamo viaggiando per ricomporla…-. –Ascolta, Herako. Un modo ci sarebbe…- bisbigliò la più piccola delle due ragazze mentre l’altra spalancava gli occhi, protestando:-E’ assolutamente impossibile!-.
Niente era certo, ma ogni cosa era inevitabile. 





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