Leggende
del passato descrivono la nascità dell'Isola del Nord come
una
pesca di Dio.
Io descrivo la nascità di tutta la Nuova Zelanda
come un capolavoro di Madre
Natura. Sono nata e cresciuta in una
piccola cittadina sulla costa dell'Isola del Nord, Otaki. Lontana
dalla cultura neozelandese, dove i nativi Maori
chiamano ancora noi europeri Pakeha, ho vissuto la mia vita
in modo normale, se cosi si può definire.
Sono cresciuta con mia
madre e mia nonna, la madre di mio padre. Per fortuna o sfortuna, mia
madre conobbe mio padre dopo essere rimasta completamente sola. Si
conobberò in Canada, mio padre si trovava a Toronto per
lavoro,
mia madre semplicemente ci abitava. I miei nonni materni sono
morti giovani, per problemi di salute, e mia madre era figlia unica.
Mio padre l'accolse nella sua vita, dandole la felicità e la
famiglia che le mancava. Incinta di me, si trasferi qui ad Otaki con
mio padre. Visserò nel periodo dellla gravidanza nella casa
di
famiglia con mia nonna. Naquì io ad Ottobre di vent'anni fa.
Morì mio
padre a novembre di vent'anni fa. Mia madre si fece forza e, appunto
con l'aiuto di mia nonna, mi ha cresciuto fino ad oggi e tutt'ora cerca
di farlo. Si è
rifatta una vita, ha conosciuto un uomo, Cale, si frequentano da sei
anni ed io sono molto contenta per lei, mi piace saperla felice.
Mia nonna per me è
una seconda mamma, e da piccola, alle scuole elementari dicevo sempre
di essere la più fortunata di tutti, perché io
avevo due
madrie! Era divertente, se non per il fatto che le mie mastre
incominciarono a domandarsi se fossi una figlia adottiva di una coppia
lesbica. Le mie mamme sono molto diverse. Mia madre è seria,
diplomatica, studiosa e vuole sempre avere la situazione sotto
controllo. E' una di quelle che tiene un'agenda in cui appunta tutto il
programma giornaliero, ora per ora, anche i giorni in cui si lava i
capelli. Ordinata, attenta alla pulizia della casa, del giardino,
pulirebbe anche la spiaggia se potesse. Mi ha sempre protetto, dal
mondo esterno, mi portava e mi veniva a prendere a scuola, controllava
le mie amicizie, i quaderni, i voti. A volte l'odiata. Andavo da mia
nonna piangendo, urlando che non era giusto tutto quello, ma cambiavo
idea subito. Bastava che mia nonna mi ricordasse tutto quello che aveva
passato mia madre, e subito mi pentivo di aver detto quelle cattiverie.
Mia nonna, invece, è solare, una pazza per la sua
età. La
mattina esce ancora oggi a correre sulla spiaggia, vive la giornata
come viene. Se decidesse ora di andare al Monte Victoria, ci andrebbe e
nessuno la fermerebbe. Sono opposte, eppure, come si dice, gli
opposti si attragono e si completano, direi proprio che sono una la
parte mancante della vita dell'altra. Eppure sono nuora e suocera.
Di
mio padre, purtroppo, non ricordo nulla, avevo solo un mese quando
è mancato, un infarto. Mia mamma
lo descrive come un avventuriero, mai fermo, sempre alla ricerca del
meglio per se stesso e per gli altri. Mia nonna lo descrive come un
eterno adolescente, ancora in cerca del proprio sentiero da percorrere.
Io, lo rivivo nei mio sorriso.
Comunque credo di non aver preso da nessuno dei miei genitori, in
quanto fino all'età di otto anni me ne sono rimasta da sola,
o con
l'amico immaginario, ad aspettare che qualcuno o qualcosa trasformasse
la mia vita cosi, per magia. Ed arrivò un giorno magico,
anzi arrivarono nella
mia città due gemelle francesi.
Coco e Kali, che di gemelle hanno ben poco. La tipica ragazza bambola,
bionda, occhi verdi, con una grande mente: Coco. La tipica ragazza
seria, mora, occhi scuri, con una grinda da vendere: Kali.
Insieme
abbiamo fatto le scuole
medie, e poi tutte e tre il Liceo Classico. Con grande stupore di Coco,
siamo uscite tutte e tre con i pieni voti. Abbiamo passato l'estate
della maturità a Steward Island, dove dietro ad un computer
abbiamo fatto tutte e tre domanda per la Victoria University a
Wellingoton, a circa un'ora e mezza da Otaki. Io ho fatto domanda per
Archittettura e Design, Coco per Psicologia e Kali per Teatro. Le
risposte si sono fatte attendere, ma alla fine tutte e tre siamo
entrate.
A settembre siamo tornate ad Otaki, siamo rimaste due
settimane, lasciando il tempo a mia madre di trovarci un alloggio
"sicuro", come voleva lei, e proprio ora stiamo salendo in un taxi, che
ci porterà alla scoperta di una
nuova città, di una nuova vita, di una nuova
realtà... Dimenticavo, piacere io sono Zoe.