Scommessa Pericolosa

di Bullettina97
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Capitolo 5: Secondo Girone: La Superbia( II° parte)

<< Oh guarda, c’è anche il piccoletto >>, disse Deidara andando verso Sasuke.
<< Oh guarda, c’è uno stronzo qui davanti >>, rispose brusco.
<< Divertente. Comunque, se cerchi Itachi non lo troverai, mi spiace >>, concluse il biondo.
<< Peccato, dovevo giusto scaricare un po’ di emozioni >>, commentò ironico il moro.
<< Tobi non è d’accordo. Itachi è qui, Tobi lo sa. >>
Deidara, Hidan e Jiraiya si girarono a guardare male Tobi e lui si ammutolì.
<< L’ho detto io che Lucifero mi ha scaricato la responsabilità di tre cerebrolesi >>, sussurrò Jiraiya portandosi una mano a coprire il volto, esasperato.
<< Oh sommo Jashin perché hai incluso anche lui nella tua grande volontà? >>, chiese Hidan con lo sguardo e le braccia rivolti al cielo.
Ovviamente, nessuno considerò l’appunto fatto da Hidan e tutti si concentrarono, per una volta, su ciò che aveva detto Tobi.
<< Hai detto che Itachi è qui, dove? >>, chiese freddo Sasuke.
<< Tobi l’ha visto per l’ultima volta vicino ad un precipizio, sotto l’albero grande >>, continuò imperterrito il tizio con la maschera.
<< Tobi, alla prossima una bomba finirà magicamente con l’esploderti in faccia… ed io non la fermerò >>, disse Deidara fingendo di osservare con attenzione un punto non ben precisato.
<< Scusate ma… chi è Itachi? >>, chiese improvvisamente Naruto, facendo cadere la mascella di tutti i presenti al suolo.
<< Allora? Uffa, volete rispondermi? Non guardatemi con quella faccia! >>
<< E’ mio fratello >>, sussurrò Sasuke sperando che in realtà non sentisse.
Tuttavia, le orecchie di Naruto ascoltavano solo quello che volevano ascoltare e, di conseguenza, capì tutto.
<< Ehhhhhhh? Hai un fratello e non mi hai detto niente? >>, chiese sbigottito e, anche se, lo sapeva, non c’entrava molto, offeso.
Perché Naruto, anche se non voleva ammetterlo, amava quello stupido e gli dava tremendamente fastidio sapere di non poterlo conoscere pienamente per via del suo carattere ombroso.
Il moro lo guardò semplicemente e poi scomparve da quello spiazzo, dai suoi occhi e, pensò Naruto in un momento di sconforto, sarebbe sovuto scomparire anche dal suo cuore.
Mogio mogio, disse a tutti che preferiva riposarsi e, da solo, tornò alla piccola capanna costruita dall’Ero- Sennin.
Non sapeva che fare da solo.
Non voleva pensare, né tantomeno ricordare, entrambe le cose, seppur necessarie, gli avrebbero fatto troppo male in quel momento.
Decise di addormentarsi ma, proprio nel momento in cui Morfeo lo stava per prendere, senti Jiraiya arrivare e sedersi vicino a lui.
<< Ragazzo, c’è qualcosa che non va? >>
<< Cosa te lo fa pensare? >>
<< Forse perché ti conosco da quando eri un piccolo rompi palle? >>
<< Sul serio? >>, chiese sorpreso.
<< Già. Mi ricordo che tua madre non sapeva come fare con te. L’unico rimedio quando cominciavi a rompere era quello di raccontarti storie sulla volpe a nove code. Quando Minato cominciava a parlare di questo, tu stavi in silenzio e lo ascoltavi attentamente. Era l’unico medio per farti smettere! >>, disse sorridendo.
<< Non lo sapevo. >>
<< Naruto cosa c’è? >>
<< Niente. >>
<< E’ per Sasuke, non è così? >>, chiese direttamente.
<< Vecchio! Come fai a saperlo? >>
<< Proprio perché sono vecchio. Certe cose un vecchio le capisce. >>
<< Quindi tu sai anche che… >>
<< Si. L’ho sempre sospettato in realtà ma non ho mai voluto dire nulla. >>
<< E allora tutte quelle domande di oggi su Hinata e Sakura? >>
Jiraiya cominciò a ridere sotto i baffi.
<< Quelle? Erano solo per far ingelosire Sasuke >>, concluse tutto felice mentre a Naruto vennero degli strani istinti omicidi.
<< Dai su, non te la prendere tanto con me, sono pur sempre un vecchio io! >>
Naruto sospirò pesantemente e non disse nulla.
<< Cosa devo fare? Cosa? Non posso far finta di nulla con lui, non ci riesco. Lo amo… è difficile… >>
<< Quando eri piccolo ti sbucciavi le ginocchia molte volte. Eri uno dei bambini più agitati al mondo, così cadevi spesso mentre giocavi. Un giorno, lo ricordo bene, trovasti una piccola rondine e la volesti portare con te. La rondine crebbe, la chiamasti Gaara e ti eri molto affezzionato. Successe che la rondine voleva volare, non poteva più star chiusa in gabbia. Tu mi venisti a cercare in lacrime, dicendo che non volevi lasciarla andare ma sapevi che prima o poi sarebbe successo. Alla fine la lasciasti andare, facesti la cosa giusta allora, puoi farla anche adesso. >>
<< Cosa vuoi dire? Devo trasformare Sasuke in rondine forse? >>
<< Esatto. Se ami qualcuno, o credi di volergli bene, lascialo libero. >>
<< Si… dovrei farlo. Ma non ci riesco. >>
<< Ce la farai… in fondo, ti chiami Naruto, no? >>, disse sorridendogli.
<< Adesso è tardi, cerca di riposare. >>
Andò via e Naruto si addormentò lentamente. Nel dormiveglia, però, ebbe l’impressione di sentire qualcosa sfiorargli le labbra. Sasuke era tornato.






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