I Have A Dream

di ChibyTH
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Le settimane passarono molto lentamente, quasi come per farlo apposta, perchè più tempo passava, e più la tensione si faceva sentire. Ma finalmente arrivò quel benedetto 23 Aprile: dormire la notte, fu una lotta continua, eppure alle 6.00 del mattino ero già in piedi e cominciai a prepararmi. Ero in agitazione per quello che sarebbe accaduto in giornata. Mi preparai in modo accurato: trucco, vestiti e capelli erano perfetti! Io e mia madre andammo a prendere Lidia. l'incontro era alle 16.00 ma decidemmo di partire prima in quanto il luogo dell'incontro era abbastanza distante. ed eccoci in viaggio: io, Lidia, e mia madre che come al solito ci accompagnava ovunque. Il viaggio passò molto rapidamente, forse perchè accompagnato dalle canzoni dei Tokio Hotel. Arrivate, mangiammo qualcosa al volo e subito dopo ci dirigemmo verso il luogo stabilito dal meet. Eccoci: c'erano già tantissime ragazze eppure, le file dei meet&greet non sono come quelle dei concerti. Durante le ore che ci dividevano dal momento tanto atteso, conobbi diverse ragazze provenienti da ogni parte d'Italia e che ovviamente, avevano una grande passione per il gruppo. cercammo di ammazzare il tempo, quindi, a conoscerci, senza neanche accorgermene, erano le 15.45 e alcuni uomini ci fecero strada per entrare nell'edificio, così salutai mai madre e Lidia, ed insieme alle altre fan mi trovai in una stanza. Ero nervosa, la stanza era piccolissima e anche le altre fan non sembravano aiutarmi, visto che erano più agitate di me. Per distrarmi preparai ciò che mi serviva: macchina fotografica e fogli per gli autografi erano più che necessari. Guardai l'orologio: le 16.00 . Ebbi come un colpo al cuore, ma prima di capire che cosa mi stava capitando, mi girai, e vidi quattro persone. LORO. Loro, i Tokio Hotel, dopo quattro anni eccoli davanti a me. Cominciarono subito a fare gli autografi, io ero la terza, e quando venne il mio turno ci volle poco che non mi prese un infarto. Bill si era avvicinato con un "Hi!" e col sorriso più bello che abbia mai visto. Risposi, anche se ancora stordita da quella meraviglia che si affrettò a farmi un autografo. Fu il turno di Gustav: me lo immaginavo più alto, ma va beh. Era splendido, e non faceva altro che sorridere. Arrivò il turno di Georg, ero più tranquilla. Ed ecco che arrivò il suo turno, Tom. Era bello come il sole. Ma che dico, di più. Persi qualche battito quando si avvicinò a me. Ci salutammo con un "Hi!" . Non feci caso neanche a cosa stesse scrivendo, ero persa nel guardarlo. Quando si allontanò, però, notai cosa aveva scritto su quello che doveva essere l' autografo.




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