wanderstern
Wanderstern
-Details des Lebens-
I
capelli scarlatti di quel demonio le ricadevano disordinati sulla
schiena e coprivano parzialmente il grottesco teschio messicano che si
era fatta tatuare tempo addietro. Era davvero un bello spettacolo,
doveva ammetterlo: certo aveva veramente un caratteraccio ma quando
stava tranquilla – e soprattutto zitta – riusciva ad essere quasi
adorabile. Le accarezzò la schiena e fermò la mano sul coccige della
ragazza che, svegliata da quel leggero contatto, aprì gli occhi e voltò
la testa verso di lui.
- Sei ancora sveglio, Benten?
Si portò la sigaretta appena accesa alle labbra prima di girarsi verso
la ragazza e soffiò via il fumo; annuì e le si avvicinò. La ragazza si
alzò leggermente e si appoggiò alla sua spalla; scostò un ciuffo di
capelli dorati dalla fronte dello yatagarasu, poi si lasciò cadere sul
letto dandogli le spalle. Lui alzò gli occhi al cielo e spense la
sigaretta nel posacenere sul comodino accanto a sé.
- Sei davvero incredibile, Runa. – disse. – Non puoi essere ancora
arrabbiata per quella scemenza!
- Oh, certo che posso! – e si strinse nelle spalle.
Benten sbuffò. – Sei dannatamente infantile.
- Lo so, grazie! Non c’è bisogno di ricordarmelo.
Dopo questa gelida affermazione di Runa, fra i due piombò un silenzio
tombale.
La ragazza sospirò, in fondo Benten aveva ragione, dopotutto non c’era
bisogno di prendersela in quel modo, si stava comportando come una
bambina viziata. Si voltò verso di lui e si mise a sedere.
- Perché non mi hai mai detto che tua madre aveva il mio stesso nome?
- Sinceramente non credevo te ne importasse più di tanto.
Benten si alzò dal letto e uscì sul terrazzo dell’appartamento; Runa lo
guardò accendersi un’altra sigaretta. Non aveva intenzione di seguirlo,
per questo si limitò a voltarsi sul fianco opposto e continuare a
fingersi offesa.
L’angelo osservava le stelle che lo sovrastavano, il demonio il terreno
sotto di sé. Quell’unione sacrilega non sarebbe mai dovuta esistere ma
lei non voleva andarsene perché concludere quel sogno la avrebbe solo
fatta soffrire, così come continuarlo, e lui non riusciva ad
abbandonarla. Era davvero così sbagliato desiderare di poter stare
insieme, anche solo per una notte? Il fato non era stato già abbastanza
crudele con loro? Li aveva privati di ciò che più caro avevano e ora
voleva toglierli il loro unico conforto.
- Entrambi abbiamo alle spalle un passato che vorremmo solo poter
dimenticare e quel nome è parte integrante del mio.
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The
writer's rant
BentenxOC, 403 parole. Nulla di speciale, scritta qualche
settimana fa tanto per fare e pubblicata su EFP - anche se all'inizio
non volevo - tanto per non stare qua a girarmi i pollici.
Certo che la noia fa proprio dei brutti scherzi, eh?
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