come pioggia nella siccità

di sweetlady
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Buio. Buio e solo buio intravedeva attraverso gli occhi socchiusi. Era in dormiveglia, ma non riusciva a trovare la forza per svegliarsi, per alzarsi da quel maledetto letto  e raggiungere il bagno per farsi una bella doccia fredda, ma non ci riusciva. Il sogno era troppo vivido e non le permetteva di svegliarsi. C’erano due ragazzi che la guardavano da lontano e ridevano, attirando sempre più gente che iniziava a ridere di lei e a indicarla. Capì che c’era qualcosa che non andava, ma proprio in quel momento entrò in stanza sua madre che spalancò le finestre augurando un buon inizio al nuovo giorno, molto importante per lei: era il suo primo giorno nella nuova scuola.



Da due settimane ormai avevamo traslocato nella nuova casa. Di nuovo. La stabilità non aveva mai caratterizzato la mia vita, né credo che l’avrebbe mai fatto, ma non per questo mi lasciavo scoraggiare. Ogni volta era dura adattarsi in un nuovo posto, in una nuova città, in una nuova scuola. Non riuscivo a fare amicizia con qualcuno in particolare che dovevo trasferirmi a causa del lavoro di mia madre, Carol,una donna in carriera di una quarantina d’anni, divorziata da un marito che non si era mai interessato particolarmente a lei e ai suoi figli, che lavorava ventiquattro ore al giorno, portandosi anche il lavoro a casa spesso, posto dove trascorreva il suo tempo molto raramente. Io e mio fratello Luca siamo cresciuti praticamente da soli, dai primi passi al primo giorno di scuola, e questo ci ha resi molto uniti anche se spesso minacciamo di far scoppiare la terza guerra mondiale con le nostre litigate, che impegnano gran parte delle nostre giornate. Frequenteremo la stessa scuola, il liceo classico, lui  in primo e io in secondo liceo. Sarà strano incontrarsi per i corridoi, anche se io negherò di essere sua sorella e lui altrettanto. La mamma stavolta ha promesso di non trasferirsi almeno fino al mio diploma, ma non ci conto molto anche perché per me non è poi un grande sacrificio, cambiare ogni volta. Mi stanco molto facilmente delle persone, soprattutto se queste hanno segatura al posto del cervello o passano le proprie giornate specchiandosi e ammirandosi in qualsiasi superficie riflettente. Non ero troppo agitata per quel nuovo inizio,anzi mi sentivo abbastanza sicura vista l’esperienza di nove primi giorni di scuola diversi, ma comunque non sapevo cosa aspettarmi. E di certo quello che avrei trovato, sarebbe stato molto difficile da lasciare e soprattutto abbandonare sul fondo della mia memoria.
  
 





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