Una carta

di Vortex
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Non disse più nulla. Si chiuse in un mutismo ostinato.
Era rimasto a fissare quella carta che Yugi aveva sfoggiato con orgoglio. Era rara, aveva detto. Ne voleva accarezzare i bordi plastificati e rigidi, sentiva l’impulso di sfiorare l’immagine della ragazza che vi era impressa.
Black Magician Girl
Lei lo fissava con i suoi occhi blu ridenti, il volto delicato era abbracciato da una cascata di ciocche dorate, che sembravano raggi rubati dal sole, ed il suo sorriso, oh se aveste potuto vedere quel suo sorriso, spendeva come l’astro più luminoso del firmamento. Era luce, era calore, era gioia.
Non ebbe alcun motivo per piangere, eppure lo fece. Senza cognizione, senza alcun tipo di sentimento. Pianse con il corpo che non aveva più, non con la mente, perché quest’ultima non ci arrivava, non ricordava.
Si strinse le braccia al petto, cercandovi conforto come un bambino indifeso, sentiva male, male dentro, era come se il suo cuore potesse andare in pezzi, ma lui non aveva un cuore …
Yugi provava un forte senso di disagio, ma non aveva capito a cosa fosse dovuto, il suo legame con lo Spirito del Puzzle non era ancora tanto forte.
La presenza dietro di lui non cessava di piangere inosservata, la sua anima continuava a gridare per rivendicare le sue memorie, non aveva certo dimenticato. Era rimasta aggrappata a quell’ aureo calore così familiare e dolce sigillandolo dentro di sé, facendolo diventare una presenza latente, piatta e silenziosa, quasi nulla.
Ma lui non se ne era mai accorto.
Cos’è che aveva dimenticato?
 

… una bambina dai grandi occhi blu …





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