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Roba di Saiyuki...
(Non basta per
attirare la vostra attenzione?)
E ancora una volta era finita la
benzina.
« Uaaaah, non ce la faccio più,
schifoso di un catorcio, ma ti rendi conto di dove mi hai abbandonata? Siamo in
mezzo al deserto! »
La ragazza guardò con astio la
jeep malmessa che aveva esalato il suo ultimo respiro pochi attimi prima.
« Aaaaah, sei uno schifo!
Maledetta tu e chi mi ti ha venduta! »
La ragazza assestò un calcio
poderoso al pneumatico mezzo sgonfio e tutto sforacchiato, procurandosi un’unghia
rotta e diversi bolli.
« Non ce la faccio davvero
proprio più!!! Ma vedrai, schifezza di una schifezza, vedrai se non riuscirò a
trovare il modo di raggiungere una città in tre giorni al massimo! … ma a chi
la do a bere, ho un senso dell’orientamento peggiore perfino di quello della
Silvia! Ah, e adesso che faccio, continuo a parlare con te e mi faccio morire
di sete? No,
forse è meglio di no, ho ancora a casa tre fumetti di GTO che non ho ancora
letto, e non posso sopportare di morire prima di sapere come è finita! Forza,
in cammino! »
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E ancora una volta Goku aveva
finito tutti i viveri.
« Goku, stupida scimmia, ma hai
la più vaga idea del guai in cui ci hai cacciati? Adesso non abbiamo più
neanche una briciola, e la prossima città chissà quando la raggiungiamo!!! »
sbraitò Gojyo.
« Dai, Gojyo, non urlare così »
mugugnò Sanzo.
« Giusto, Gojyo, Goku non si
merita di venire strapazzato a quella maniera… » rincarò Hakkai.
« No, io intendevo di smetterla
perché mi fa venire il mal di testa »
Alle solite, pensò Hakkai,
e come al solito rischiamo di morire non sotto l’attacco di qualcuno, ma per
mancanza di cibo. Ah, beata pazienza, ma si può?
Hakkai si voltò a guardare indietro, per trovare Goku che
cercava di scappare dai pugni di Gojyo (cosa non facile, anche perché erano su
Jeep), mentre quest’ultimo gridava:
« Oh, sì, benedetto il giorno in cui ti potrò riempire di
pugni da chiuderti la bocca e non permetterti di mangiare per quattro mesi! »
Sogghignò ironicamente e stava per chiedere a Sanzo se
poteva dare un’occhiata alla carta, quando proprio questi, abbandonato la sua
espressione impassibile, iniziò ad urlare:
« Hakkai, fermati, stiamo
per andare a sbattere! »
Infatti a pochi metri c’era un fuoristrada apparentemente
vuoto, e loro stavano proprio per centrarlo in pieno. Hakkai schiacciò con
tutta la forza che aveva sui freni e le ruote si fermarono, ma la sabbia sul
terreno e la forza di inerzia sembravano lottare contro di loro. Per
l’occasione Goku e Gojyo avevano addirittura smesso di litigare, e si erano
uniti al coro di grida di Sanzo e Hakkai. La macchina sembrava non volersi
fermare più, mancavano pochi metri, slittava ancora, ma rallentava, andava
ancora troppo veloce, avrebbero sbattuto contro il veicolo di fronte, quando…
… la macchina si fermò, come se nulla fosse, a poco più di
dieci centimetri dalla fiancata sinistra dell’altro veicolo.
« Non – farlo – mai – più!
» ansimò ancora un po’ spaventato Sanzo.
« Sono – sono d’accordo… » disse una voce acuta da davanti
al cofano.
Una ragazza spettinata spuntò dall’interstizio, con i
capelli scuri resi chiari dalla sabbia che le frustavano il volto a causa del
vento.
Dalle loro facce interrogative capì che non era stata
esattamente un entrata azzeccata.
« Avete su un posto per darmi un passaggio? La mia jeep ha
fatto cilecca, e ho perso il senso dell’orientamento… » chiese loro con un gran
sorriso.
« Ma noi non abbiamo più cibo… » cercò di protestare
Gojyo.
« Ah, questo non è un problema, ne ho per un reggimento.
Ho appena lasciato la casa della Silvia, una mia amica, sapete, quella là
mangia più di Goku… » disse quasi parlando tra se.
« E chi sarebbe questo Goku? » si intromise Hakkai.
« No, non fatemi caso, mi stavo riferendo al personaggio
di un manga, Son Goku, un demone che mangia sempre a dismisura… » sorrise la
ragazza, sventolando la mano con noncuranza.
« Ehm, credo che tu ti stessi riferendo a me » ridacchiò
Goku.
La ragazza stette un attimo stralunata a fissare prima
lui, poi gli altri tre.
« Quello che stai cercando di dirmi è… no, non è
possibile… quindi » indicò il ragazzo al posto di guida « tu saresti Cho
Hakkai, e tu Genjo Sanzo, e tu… » disse, indicando infine il quarto « … tu sei
Sha Gojyo??? »
« Per quanto mi risulta, sì » le rispose Gojyo,
sogghignando.
« A quanto pare, tu ci conosci; ma noi non conosciamo te…
» disse Hakkai.
« Oh, hai ragione, io sono Francesca, Francesca Bondoni, e
sono un vostra grandissima fan, Hakk… volevo dire, Cho-sama… »
« Ma no, non darci del lei, siamo amici! E comunque come
fai a conoscerci? Hai parlato di un manga… »
« E anche un anime! Siete famosi, hanno scritto molto su
di voi! »
I quattro si guardarono con espressioni stranite.
« E’ vero, giuro! E poi – »
« Ok, ma adesso che dire di rimetterci in marcia? Sennò
non ci arriviamo più in questa maledetta città – » iniziò a dire Goku…
« Stupida scimmia, non si interrompe mai una signorina! »
esclamò Gojyo, tirandogli un pugno in testa e porgendo la mano a Francesca,
perché salisse. « Prego, sali pure! »
« Taihen arigatoo gozaimashita,
molto gentili! »
« Doo itashimashite » le
sussurrò piano all’orecchio il ragazzo, scostandosi i lunghi capelli rossi,
mentre Hakkai premeva a fondo sull’acceleratore, e la macchina ripartiva con un
basso ronzio, che copriva agli altri la sua voce. «iYorokonde »
E’ superfluo dire che Francesca era completamente cotta.
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Finalmente il gruppo raggiunse la
famosa “città”, che somigliava più ad un paese che ad altro. Ma c’era tutto
quello che serviva: munizioni per Sanzo (gliele comprava sempre Hakkai, perché
per Sanzo sembrava che la sua pistola ne avesse di un numero infinito…), cibo
per Goku (che sbranò il triplo del buttafuori della locanda sotto lo sguardo
attonito del proprietario), tutto il necessario per un’altra settimana di
viaggio (Hakkai forse non comprò tutto, ma sicuramente ottenne ciò di
cui avevano bisogno) ed infine un bel bar pieno di polli da spennare per Gojyo
e per Francesca (che formavano una coppia pressoché imbattibile a poker, come
gli abitanti del villaggio scoprirono a loro spese).
Se i gentili ascoltatori vogliono
sperare che tutto si svolse per il meglio in perfetta pace e armonia, dovrò
deluderli. Anzi, ci fu sicuramente armonia… e tempismo, oserei dire.
Quando gli altri giocatori di
poker si accorsero che i nostri due baravano senza ritegno, si alterarono, ma
quando persero tutti i loro soldi, si infuriarono di brutto. Quando tirarono
fuori i pugnali, tenderei a pensare che fossero proprio arrabbiati. Gojyo forse
avrebbe potuto batterli, se non avesse dovuto proteggere Francesca, ma con anche
lei non voleva rischiare che le venisse fatto del male, perciò la prese per
mano e la trascinò fuori dal pub.
« Hakkai, i signori non
gradiscono la nostra presenza! » urlò ad Hakkai, che stava camminando in fondo
alla strada polverosa, stracarico di cibo.
Il ragazzo si sbrigò a caricare
tutto sulla macchina e vi saltò sopra, gridandogli:
« Gojyo, quante volte ti ho detto
di non vincere proprio tutto? Forza, montate su, andiamo a raccattare
gli altri due »
I due stavano correndo per
raggiungere il veicolo, quando Gojyo inciampò e cadde. Francesca allora tornò
indietro e lo aiutò a rialzarsi e a portarlo zoppicante sulla macchina.
« Vai! » disse allora la ragazza
ad Hakkai, che non aspettava altro. Passò nella vietta secondaria dove aveva
lasciato Sanzo e Goku i quali, vedendolo arrivare a tutto gas, capirono subito
e balzarono senza domande sulla jeep.
Quando furono a qualche
chilometro dal villaggio e Gojyo ebbe ricevuto una poderosa lavata di capo da
Sanzo e Hakkai (Goku non riusciva a smettere di ridere), finalmente
rallentarono un poco e ripresero il loro normale ritmo.
« Ehm » ridacchiò Francesca. « mi
sa che non potrò più recuperare la mia macchina, l’ho lasciata al villaggio…
Dovrete sopportarmi ancora per un po’ »
« No problem. Un po’ più di
assennatezza in questo gruppo di scalmanati non farà male » le rispose Hakkai.
« Beh, allora grazie per il
passaggio »
« No, grazie a te, se non mi
avessi aiutato, ora sarei cibo per quelli squali giù al villaggio » le disse
Gojyo, schioccandole un bacio sulla guancia, che divenne subito cremisi.
« Non… non è niente… chiunque lo
a-avrebbe fatto… he he he… »
Gojyo notò che gli altri tre lo
stavano guardando con aria ironica (compreso Hakkai: ma non guarda mai la
strada, quello???).
« Ehi, che c’è? Non si può più
neanche ringraziare un’amica perché ti ha salvato la vita? » esplose lui un po’
irritato.
Tutti si sbrigarono a girarsi
noncuranti, mentre Francesca faceva un mezzo sorrisetto tra sé e sé, felice
dell’inaspettata piega che aveva preso quel viaggio.
---
Il viaggio continuò senza
ulteriori intoppi (a parte tre agguati da parte di un testardo gruppo di
demoni, un paio di sparatorie, parecchi feriti, qualche morto e svariati occhi
neri… ma questi non si possono catalogare come intoppi, al massimo come
“ordinaria amministrazione”…). Tutto ciò che accadde di più emozionante fu uno
spettacolo che fu riservato al solo Jeep.
…
Sera. Fuoco. Freddo. Voglia di
calore.
Pancia piena.
Padrone con giallo e piccolo.
Raccogliere legna. Fare guardia.
Due umani. Femmina. Rosso.
Voci. Parole.
Freddo. Tanto freddo. Più vicino
a fuoco.
Femmina freddo. Movimento.
Tremare. Dormire. Tremare. Freddo.
Rosso freddo. Tutti freddo.
Rosso. Coperta. Coprire femmina.
Femmina tremare no. Rosso
tremare. Tremare.Tremare.
Rosso tremare.
Rosso coprire femmina. Motivo.
Motivo quale.
Padrone. Giallo. Piccolo.
Dormire.
Fuoco spegnere.
Sole piccolo. Sole basso.
Rosso svegliare nascosto.
Prendere coperta.
Rosso svegliare davvero. Fare
finta. Prima.
Svegliare. Giallo. Piccolo.
Padrone. Femmina.
Rosso proteggere femmina freddo.
Solo Jeep sapere. Motivo quale. Motivo quale…
…
---
Le settimane passavano, e lo
spirito naturalmente frivolo di Francesca addolciva serenamente le lunghe
giornate di viaggio. Tutti la ritenevano un ottimo acquisto per il gruppo, e stava
simpatica a tutti (perfino al bonzo, ma lui non lo direbbe mai, neanche sotto
tortura psico-fisica, ndA ^^). Miglioramenti rilevanti si potevano apprezzare
su tutti i fronti (incluso quello culinario… Goku: “Era ora che si mangiasse
decentemente!”).
Quella sera toccava a Gojyo
d’essere di ronda, perciò il ragazzo prese i suoi tre pacchetti di ultralight e
iniziò a camminare mollemente, calciando i sassolini che si paravano sul suo
cammino.
« Gojyo! Gojyo! Dove sei? Ah, ti
ho trovato! »
Lui si girò, per ritrovarsi
un’ansante Francesca che lo guardava con occhi scherzosi.
« Di ronda ci devo stare io, non
tu! Perché non torni a dormire? »
« Oh, stasera non ho sonno… Posso
passeggiare con te? »
« Posso dirti di no? »
« No. »
« Allora, prego, posso avere l’onore
delle tua presenza? »
La ragazza rise. « Ti accorderò
questo enorme privilegio, principe Gojyo! »
« Ah, è così? Allora, mia
principessa, puoi concedermi questo ballo? » replicò lui, circondandole con la
mano destra il fianco.
« Come potrei rifiutare l’invito
di un uomo così galante? »
Danzarono vivacemente al ritmo di
note mute, al ritmo delle loro risate. Alla fine del loro folle ballo, caddero
sfiniti sul terreno.
« Sei pazza da legare, mia
principessa! »
« E tu non sei da meno, mio
principe! »
Fingendo di fare l’offeso, Gojyo
le tirò un pugno scherzoso sulla spalla, a cui Francesca subito rispose.
« Ehi, per essere una femmina, le
cartelle le tiri…» disse lui, massaggiandosi la spalla.
« Per essere una femmina?!? Ma
come ti permetti, o mio principe? »
Francesca cominciò a colpirlo
(scherzosamente, certo, ma sono sempre bolli…, ndA) con una raffica di pugni.
« Ehi, calma, piccola! » ghignò
lui, prendendola per i polsi e portandoli lontano dalla sua sfortunata spalla.
Grazie a questo movimento, i loro visi si trovarono ad una distanza minima,
misurabile in millimetri più che in centimetri. Si fermarono entrambi, incerti
se l’idea che improvvisamente si era fatta strada impertinente nella loro mente
era davvero da tenere in considerazione o se fosse invece da scartare
immediatamente. Gojyo stava velocemente valutando il pensiero, quando, ancora
prima che potesse anche solo formulare un piano d’azione, venne letteralmente
investito da un appassionato bacio della ragazza, che egli ricambiò dopo una
leggera sorpresa.
E finito quello, e ripreso il
fiato, arrivarono i successivi, non meno intensi e coinvolgenti del primo.
Gojyo si perse negli occhi scuri di Francesca, oblio di tutto, assenza di
regole, l’inizio di una sola coscienza.
Quella notte non fu fatta una
buona ronda.
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Il mattino dopo Goku e Hakkai li
videro rientrare nell’accampamento (Sanzo ronfava di brutto).
« Wela, ragazzi, è ora di
ripartire! » esplose Goku (non capendo niente).
Hakkai notò che si tenevano per
mano, non ostentatamente, ma in una forma che mostrava più di ogni altra un
legame indissolubile. Sorrise (capendo tutto).
Goku scrutò i suoi silenziosi
compagni con tutti i segni evidenti dell’incomprensione.
« Perché state tutti zitti?
Pervertito di un kappa, logorrea infinita, perché oggi sei tutto zitto? »
« Mah, non so. Sarà il tempo... » sorrise Gojyo.
« Il tempo??? O.o Ma è sereno!
Ma… Ma… Oh, va a capirlo! ‘Giorno, Sanzo! »
« Sparati » (Gli girano già di
prima mattina, ndA ^^”)
« Dove andiamo oggi, di bello? »
« E che cavolo vuoi che ne
sappia, io? » sbottò Sanzo, cominciando già a cercare l’harisen.
Effettivamente nessuno la sapeva. Neanche Gojyo.
Ma sapeva che, dovunque la strada li avesse condotti, avrebbe avuto una persona
su cui contare oltre ogni dubbio.
Qualunque cosa riservasse loro il
fato, lui e Francesca l’avrebbero affrontata insieme, senza mai voltarsi
indietro.
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Devi perdonarmi, mio sventurato
lettore, ma non riesco a scrivere una fine per questa storia, forse perché
conosco bene i personaggi e so che non farebbero mai qualunque cosa io
pensassi, a costo di contraddirsi, pur di non darmi la soddisfazione di vederli
obbedire ai miei pensieri; oppure forse perché sono un’inguaribile romantica e
renderei la fine troppo sdolcinata, probabilmente non coerente con i personaggi.
Vivranno per sempre insieme? Dopo qualche tempo capiranno che era solo
un’infatuazione passeggera, vivranno da amanti, si sposeranno, sborseranno
semi-illegalmente ogni casinò nei raggio di qualche continente? Non lo so, ma
credo di non avere la più pallida idea in proposito perché i personaggi stessi
sono i primi a non averla. Sono troppo coinvolta nella vicenda per riuscire a
guardarla da un punto esterno, e se anche ci riuscissi, poi mi deluderei da
sola scrivendo una conclusione troppo scontata, o troppo mielosa, o troppo
inverosimile, o troppo, o troppo… Che devo dire? Non mi piacciono le
conclusioni, né quelle tristi, né quelle liete, perché sono dei piccoli addii
ad un mondo che ho creato con le mie stesse mani. E anche se potrò tornarvi,
non sarà mai più come questa prima volta che lo ho esplorato, caratterizzandolo
con una parte di me. Quindi ti chiedo scusa, caro lettore, ti chiedo di
perdonarmi per questa mia mollezza, di questo mio capriccio. Non mi piacciono
gli addii, perciò il mio sarà solo un arrivederci.
Arrivederci, allora, ad una nuova
avventura.
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