-E ricordati…-
-Me l’hai già detto venti volte, Kidd.- lo
interruppe Killer –Ricordati di farle fare il ruttino
delicatamente e non sballottarla troppo per farla addormentare.-
sospirò –Andate tranquilli.-
-…-
-Andrà tutto bene.- continuò il Massacratore
–Non è la prima volta che mi occupo di
Rocìo.-
Il Capitano continuò a fissare ansioso la sua creatura fra
le braccia robuste del fidato vice.
-Non è che sia poi così sicuro…-
esitò.
-Kidd.- lo esortò Eos prendendogli il braccio con ambo le
mani –Staremo via al massimo un paio d’ore e ad
ogni modo, per qualsiasi evenienza, abbiamo il lumacofonino, no?-
-Sgrunt…- borbottò il rosso.
Non era che non voleva stare finalmente un po’ solo con la
sua Costa di Sedano. Ma Rocìo… insomma, era
così piccola (almeno per come la vedeva lui) che temeva
potesse accaderle qualsiasi cosa durante la sua assenza.
Così, dopo molte raccomandazioni ai limiti della paranoia,
la coppia svanì in una delle viuzze del porto.
Killer tirò allora un sospiro di sollievo.
-Certo che hai dei genitori assurdi, tu…-
commentò fissando la bimba che lo scrutava a sua volta con
quegli occhietti scuri –Spero non diventerai come nessuno dei
due.- continuò risalendo a bordo. Tirava un venticello
fresco e non era il caso di far prendere freddo alla bimba.
Kidd era fin troppo protettivo nei confronti di Rocìo e
stava anche perdendo la sua reputazione di sanguinario pirata. Infatti,
il numero di risse che riusciva a scatenare era drasticamente sceso al
di sotto della metà. Killer come vice si era sentito in
obbligo di rimediare.
Far tornare quei due alla vita normale, ecco cosa voleva fare.
Avere un bambino assorbe completamente i genitori, ma
l’iperprotettività di Kidd era spaventosa. Se
Rocìo fosse stata un maschio, non avrebbe ricevuto tutte le
attenzioni che aveva. E dire che un tempo Kidd parlava del suo erede
sempre e solo al maschile, come se dovesse nascere una sorta di messia
della distruzione.
Quando piangeva Eustass Rocìo poteva comunque considerarsi
una distruttrice di timpani. Almeno questo le dovevano concedere.
Ma il cambiamento non era avvenuto solo nel Capitano. Anche i ciurmati
erano diventati meno chiassosi da quando la piccola Rocìo
era a bordo.
Probabilmente in quel momento erano tutti nella sala comune a
rammendarsi i vestiti e simili.
Cose che facevano una volta al mese e in gruppo per mantenere intatta
la loro virilità.
Killer prese a cullare la bimba fra le braccia, passeggiando nella sua
cabina.
Rocìo aveva ciucciato e fatto il ruttino, ma di dormire non
aveva voglia.
Si vedeva dal musetto vispo che continuava a guardarsi intorno senza
accennare il minimo sintomo di sonnolenza.
-Uuuh…- fece la bimba quando una piccola farfallina notturna
le si posò sulla testolina. Strano che non piangesse.
Killer sorrise.
-Questa è una farfallina, Rocìo.- le disse
dolcemente.
E fu un miracolo che gli altri stessero rammendando al ritmo dei
più sconci canti d’osteria, perché il
Massacratore si esibì in un tenero quanto buffo duetto con
la bambina.
Da un lato c’era lui che intonava un’improbabile
nenia su farfalle, nuvole e stelle, dall’altro
c’era Rocìo che cercava di imitarlo con i suoi
versetti balbettanti.
Quando però la bimba decise di fare un tenero regalino al
suo caro zietto, Killer, preparato al cambio dei pannolini,
entrò nella stanza di Kidd ed Eos. E desiderò
strapparsi i capelli.
L’intera cabina era tappezzata di post-it, la culla della
bambina era stata opportunamente accomodata da Kidd in modo
che non si facesse male rigirandosi fra le coperte.
C’erano imbottiture ovunque e biglietti scritti chiaramente
da Kidd.
Cose del tipo “Se devi cambiarla, poggiala qui, è
più morbido” al centro del letto a due piazze.
Il Massacratore adagiò sospirando la bimba sul lettone,
levò il pannolino e afferrò il borsone con le
cose per il cambio.
Prese il pacco di salviette su cui era applicato l’ennesimo
post-it scritto da Kidd “Da passare delicatamente.”
Alzò le spalle.
Poi il pannolino.
“Non stringere troppo.”
Il Massacratore storse il naso.
Kidd di bambini piccoli non sapeva un accidente. Aveva lottato per
fargli leggere almeno i passi più importanti di un libro su
come prendersi cura dei neonati e ora si permetteva di fare il saccente
con lui?
Ma non finì lì.
La bimba a un certo punto prese a fare storie di nuovo e il
Massacratore rammentò quello che Eos gli aveva detto.
“Se piange, mettile un po’ di miele nel
ciucciotto.”
Così si diresse in cucina col fagottino fra le braccia.
Anche il frigo era invaso di biglietti gialli, dentro e fuori. Sul
latte in polvere, sulle medicine, sul miele, sullo zucchero.
C’erano istruzioni su come scaldare il latte alla bambina e
su come controllare che non fosse troppo caldo e anche su come fare nel
malaugurato caso ingoiasse qualche corpo estraneo e rischiasse il
soffocamento. Come se lui non sapesse fare certe cose! Killer era
praticamente il mentore di Kidd in fatto di bambini!
Infastidito prese il necessario e diede alla bimba ciò che
reclamava.
Poiché Kidd ed Eos ancora non tornavano, Killer si diresse
con Rocìo fra le braccia nella sala comunicazioni, che a
quell’ora era deserta. Uno dei lumacofoni era nella stanza
comune, in modo che la vedetta potesse avvertire tutti in caso di
pericolo, l’altro troneggiava come una tentazione per il vice.
Kidd aveva vietato ogni contatto con gli Hearts, colpa di una stupida
ripicca nei confronti di Trafalgar Law.
Però il Capitano non c’era e lui come vice ne
faceva le veci...
Killer cedette alla tentazione.
Sedette sul divano di pelle rossa e tenne la bimba seduta accanto a
lui. Compose un numero a lui familiare. All’apparecchio
rispose una persona altrettanto familiare.
-Kira-chan!-
-Ssssst!- sibilò il biondo col dito davanti alla bocca
–Zitto, vecchio imbecille, vuoi che ci scoprano?!-
-Anch’io ti amo, Killer.- disse quello, senza smettere di
sorridere.
-Penguin…- cominciò il Massacratore, accarezzando
distrattamente la testa della bambina –E’ normale
che un padre sia così apprensivo?-
Quello, all’altro capo dell’apparecchio parve
pensarci su.
-Non saprei, non ho mai avuto un padre… ma perché
me lo chiedi?-
La bambina, stanca del ciucciotto, afferrò il dito del biondo e lo
stritolò con la sua minuscola manina, per poi portarlo alla bocca e
mordicchiarlo con le gengive.
Il Massacratore la guardò benevolo. Era così
piccola la mini Eustass…
Disgraziatamente l’idillio durò poco.
Rocìo prese a piangere apparentemente per nessun motivo.
-Oh, no, che hai ora?-
-Nulla.- fece Penguin all’altro capo del lumacofono.
-Non tu!- esclamò Killer –Rocìo!-
Penguin sorrise –C’è la piccola
Rocìo?-
-Secondo te ero io che piangevo?- ripose Killer, sogghignando.
-Quando facciamo l’amore lo fai spesso.- ribatté
il pirata degli Hearts e il Massacratore fu lì lì
per chiudere la conversazione disintegrando il microfono
dell’apparecchio.
-Dai, non offenderti, sei adorabile quando lo fai. Ora passami
Rocìolina.-
-Se ti sente Kidd sei morto.- fece Killer mettendo il lumacofono di
fronte alla bimba.
-Ciao piccolina!- esclamò Penguin e lei smise di piangere
–Ma che bellina che sei!- continuò Penguin
–Pucciolotta di zio! Cuccicuccicuccicu!-
E la piccola rise nell’osservare il buffo animaletto che
mimava i gesti di zio Penguin.
Killer sospirò sorridendo.
Poi però la bimba tacque e mise il muso.
-No, dai, non fare quel broncio.- commentò l’Heart
–Sembri Eustass così!-
-Ehm… Penguin…-
- E tu non vuoi sembrare quel bruttone, vero?-
-Penguin…-
-Quel cattivone puzzolente, pucci pucci, dai sorridi
Rocìolina.-
-Va' a farti fottere, pinguino.-
Era Kidd.
-Aaaaah! Eustass!!- urlò Penguin –Addio moccioso,
ti amo!-
Silenzio.
Aveva riattaccato.
Killer sudò freddo…
-Ehm… ciao, Kidd…- calò un
imbarazzante silenzio –Come mai sei tornato?-
Quello strinse gli occhi a fessura.
-Eos ha dimenticato i soldi.- disse.
Bugiardo, li aveva dimenticati lui sicuramente.
Il rosso alzò il braccio e avrebbe senz’altro
colpito il suo vice con un pugno degno di entrare nella storia se un
piccolo sospiro non avesse attirato la sua attenzione sulla creatura
placidamente addormentata sul grembo del Massacratore.
Kidd rimase a contemplare la piccola Rocìo per diversi
secondi.
Quando dormiva, gli ricordava tanto Eos. Avevano lo stesso modo di
chiudere gli occhi, rilassare le sopraciglia. Il Capitano
sospirò e si chinò sul suo fagottino.
-Accidenti… sembra che non voglia che ti punisca…-
Le carezzò la testolina fulva e la prese delicatamente in
braccio, cullandola un poco.
Sì, decisamente era troppo assurdo vedere Eustass Kidd in
versione papà.
Ed anche asfissiante.
Ma certo il Massacratore non sarebbe andato a dirglielo.
Per quel giorno era salvo.
Chi era il fesso che diceva che i rossi sono figli del demonio? Se
l’avesse saputo, sarebbe corso a squartarlo per aver osato
insinuare che la piccola Rocìo non era un angelo caduto dal
cielo.
°
Or dunque, cosa essere questa cosa?!
Augh, nulla di speciale, visi pallidi. Semplicemente una sorta di
regalino-tributo-sottospeciedicoso per Tanuki.
Infatti, Eos e Rocìo appartengono a lei. Adoro al sua
versione di Killer indomito zietto sapientone, così come
adoro Kidd iperprotettivo, anche se qui l'ho esagerato. Nella sua
storia non c'è traccia di Penguin/Killer, quella
è una boiata mia. E' partito tutto proprio dal pensiero
della figura di cacca fatta da Penchan al lumacofono
X°°°°D
Bene, Tanuki cara, spero che ti sia piaciuta, come spero sia piaciuta a
tutti voi.
Alla prossima fagianata, se mi passate il termine!!
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