-
Il nucleo atomico è costituito dalla parte centrale
dell’atomo dove è
concentrata quasi tutta la sua massa. Il nucleo dell’atomo
è costituito da un
certo numero A di particelle chiamate nucleoni. Queste particelle
compaiono
sotto due forme distinte: protoni e neuroni- ripeté Blaine
almeno per la
settima volta e Kurt strabuzzò gli occhi confuso.
Erano
seduti alla scrivania l’uno di fianco all’altro
nella camera di Kurt. Inizialmente
i due non si erano trovati per passare uno spassoso pomeriggio a
studiare
chimica ma i loro piani dovettero cambiare radicalmente quando il
ragazzo si ricordò
improvvisamente che il giorno seguente sarebbe stato interrogato in
scienze. Scienze
non era di certo la sua materia preferita ma bene o male aveva una
buona media
e non voleva assolutamente rovinare quella B che aveva tanto sudato a
ottenere.
Biologia non gli dispiaceva affatto ma chimica riusciva a rendergli le
idee
poco chiare più di qualsiasi altra cosa. Com’era
possibile che esistessero
delle microscopiche palline blu, bianche e arancioni che ruotavano
vorticosamente in tutte le direzioni? Era impossibile da immaginare e
allo
stesso tempo inquietante se ci pensava bene. In quel momento si sentiva
più
tonto di Britt dato che Blaine riusciva a raccontargli con
così tanta
scioltezza e facilità di protoni e neutroni che faceva
sembrare la materia una
figata assurda. UNA FIGATA ASSURDA.
Kurt
non riusciva a capire come i nerd del club di chimica del McKinley
potessero
trovare divertenti quelle cose. Interessanti o affascinati magari. Ma
tutt’altro
che divertenti!
-
Dai, non fare quella faccia. Questa non è ancora la parte
difficile -
-
Stai scherzando, vero?-
-
No… comunque penso che il prossimo capitolo, quello sulle
reazioni nucleari, sia
un po’ complicato ma dato che sei un ragazzo intelligente non
avrai problemi. Poi
vedo che stai cominciando ad appassionarti e questo renderà
tutto più semplice-
disse ridacchiando e poi si alzò dalla sedia.
-
Direi di no secchione-
-
Ma come siamo simpatici oggi mr. Hummel- gli rispose spavaldo
avvicinandosi
sempre di più al viso del suo ragazzo fino a sfiorargli le
labbra – ammettilo,
il secchione ha il suo fascino- ammiccò Blaine azzardando
un’espressione
tremendamente sexy che solo con ore e ore di pratica allo specchio si
può
ottenere. Il giovane Kurt, preso un po’ alla sprovvista,
iniziò a balbettare:
tutti quei pochi sani neuroni che gli erano rimasti erano andati in
vacanza.
-
Su, ritorniamo alla fisica-
-
Stiamo studiando chimica- lo corresse il moro divertito
-
Eh, appunto, quello che ho detto io. Sto cominciando a capire qualcosa,
nulla è
perduto- mentì il ragazzo già preoccupato per
l’esito della sua interrogazione.
Vedeva una D impressa sul registro, gli facevano persino male le
orecchie solo
a immaginare la sfuriata post-interrogazione della prof e si sentiva
addosso lo
sguardo inceneritore dei compagni costretti a fare una verifica a
sorpresa. Forse
era meglio non pensarci; bisognava solo concentrarsi
sull’argomento di studio e
no lasciarsi distrarre dal proprio ragazzo che intanto aveva iniziato a
gironzolare per la camera guardando nei cassetti e
nell’armadio. Kurt non era
infastidito dalla sua presenza anzi, era felice che Blaine si stesse
impegnando
ad aiutarlo. Non voleva inaugurare il suo ritorno a scuola con un
insufficienza.
***
Ci
teneva molto alla sua media scolastica: con una bella A in una materia
per lui
difficile riusciva a sentirsi fiero di sé stesso e i suoi
ottimi voti gli
avrebbero garantito una borsa di studio per il college o un buon posto
di
lavoro se fosse andata a monte la sua carriera come cantante nei
musical di
Broadway. Aveva il massimo dei voti in quasi tutte le materie eccetto
scienze e
una B stiracchiata in educazione fisica. Non voleva essere un perdente
provinciale
costretto a vivere in quella città demotivante che era Lima.
Inoltre
non era nelle grazie della prof di scienze e questo giocava a suo
sfavore. L’insegnante
aveva circa sessant’anni e bisognava ammettere che li portava
abbastanza bene. Forse
era merito della tinta biondo platino o di tonnellate di creme
anti-rughe
effetto lifting ma aveva un aspetto piuttosto giovanile. Il suo
guardaroba era
ricco di capi neri di dubbio gusto che amava coordinare con ballerine,
anch’esse
nere. Da come si vestiva poteva ricordare un mangiamorte: indossava
magliette (nere)
di tre taglie più grandi e pantaloni a zampa di elefante
(sempre neri). Ovviamente
l’ombretto nero, o marrone salvo rare eccezioni, non poteva
mancare. Ne
applicava parecchio evidentemente era disperata per le occhiaie che
aveva. Ogni
giorno veniva a scuola con una borsa di Louis Vuitton, Gucci o Prada e
si
vantava sempre della loro autenticità. Il che faceva
riflettere dato che si
lamentava spessissimo del suo stipendio ma alla fine poteva anche
permettersi
dozzine di bracciali di Tiffany e le borse più in voga.
Secondo
voci di corridoio, mai smentite o confermate, suo marito era una specie
di
fruttivendolo-pescatore che aveva un negozio di alimentari in centro.
Magari
aveva vinto alla lotteria ma era piuttosto improbabile dato che viveva
ancora a
Lima e non alle Bahamas. Inoltre, era nota in tutta la scuola come la
prof
isterica e logorroica che amava raccontare agli studenti come metteva
l’eyeliner
prima di venire al lavoro e poi si metteva a strillare come
un’aquila quando si
accorgeva che qualcuno non era per niente interessato a quello che
diceva . Aveva
anche una strana passione per la bigiotteria e per i turbanti da
beduino arabo
che portava come scialle sulle spalle. A volte poteva anche essere
simpatica
quando raccontava della sua vita ma finiva sempre per stordirti con
tutte le
cagate che diceva.
***
-
Ehi Kurt, ci sei ?- chiese Blaine notando che aveva alzato lo sguardo
dal libro
e stava fissando il vuoto perso nei suoi pensieri. Quando la mano del
moro gli
toccò la spalla e si risvegliò finalmente dalla
catalessi che lo aveva colto. Si
accasciò sulla scrivania e iniziò a sbattere la
testa contro il libro.
-
Forse così imparerò qualcosa- sospirò
scoraggiato aumentando intensità e forza
del movimento.
-
Che stai facendo? Aspetta, aspetta mi unisco anch’io!-
esclamò Blaine
imitandolo.
-
Lo trovi divertente?- domandò mettendo il broncio e
fissandolo con aria critica.
-
Dai, non fare drammi. Adesso ci concentriamo e iniziamo a studiare
seriamente. Ti
aiuto io. Sono le cinque in punto e per le sette devo essere a casa. Ce
la
possiamo fare. Io inizio a leggere un paio di volte il paragrafo, poi
ti dico
la prima parte della definizione e tu la concludi. Ripeteremo tutto
finché non
la saprai benissimo. Vedrai che è più facile a
farsi che a dirsi-
-
Mi fido di te- concluse Kurt sedendosi composto sulla sedia incrociando
le
gambe e porgendo il mattone di scienza a Blaine.
***
-
Ok, basta. Sai tutto! Prenderai A !!-
-
No, non sono ancora sicuro. Allora, il numero atomico è-
-
Basta, sai tutto alla perfezione. Fidati di me. Se non prendi A ti
prometto che
ti porto fuori a cena!-
-
Hmm, a questo punto potrei fare apposta a prendere una B-
-
Non ne saresti capace-
***
La
sveglia suonò puntuale alle sette meno cinque, Kurt si
alzò raggiante dal
letto: era pronto a prendere la sua prima A in chimica. Non era mai
stato così
felice in tutta la sua vita di andare a scuola, era in fibrillazione,
non
aspettava altro che essere interrogato in chimica. Era dalla prima ora
che
scalpitava come un cavallo irrequieto e finalmente arrivò
l’attesissima ora di
scienze.
Seduto
al primo banco, di fronte alla cattedra fu il primo a salutare la prof
che
aveva appena varcato la soglia della porta. Non era tanto in ansia, in
fondo
era come cantare alle regionali e Blaine gli aveva dato tutti i
consigli che
servivano.
-
Buongiorno!- esclamò sorridendo.
-
Cos’è tutta questa gioia Hummel? Spero sia per
l’interrogazione. Vieni alla
cattedra.-
Kurt
non se lo fece ripetere due volte e schizzò veloce come un
razzo verso l’insegnante.
Doveva rilassarsi e ascoltare il suo ragazzo. Doveva sole essere
logorroico,
tremendamente logorroico. Doveva parlare così tanto da farle
venire l’emicrania.
Quello era l’unico modo per sorprendere
l’insegnante e allo stesso tempo
infastidirla. Alla prima domanda rispose calmo e posato poi
iniziò a dire tutto
quello che sapeva dando anche esempi coerenti. La prof era meravigliata
ma già
dopo due minuti che parlava iniziò a storcere il naso e a
massaggiarsi le
tempie.
-
Ok, a posto – disse seccata.
-
Aspetti, non ho ancora-
-
Hummel a posto o mi farai rimpiangere di averti messo A+ -
Suonò
la campanella e non appena l’insegnate uscì dalla
classe, Kurt prese l’Iphone e
scrisse un messaggio a Blaine.
“
Ho preso A+. Non smetterò mai di ringraziarti. Ti
adoro.”
Blaine,
siccome aveva in serbo una sorpresa per lui, decise di non rispondergli.
Il
ragazzo passò tutto il pomeriggio in giardino sorseggiando
una bibita fresca e
pensando alla sua gratificante interrogazione. Passarono le ore ma non
arrivò
nessuna risposta. Molto probabilmente era rimasto senza credito o non
aveva il
cellulare a portata di mano. Era ora di cena e andò in
cucina per unirsi alla
sua famiglia che intanto aveva iniziato a mangiare.
-
Potevate almeno aspettarmi o preparare anche per me!-
esclamò irritato
avvicinandosi al tavolo al centro della stanza.
-
Ma stai zitto Kurt!- gli rispose il fratello Finn in un tono abbastanza
maleducato mentre si stava abbuffando di maccheroni. Il ragazzo stava
per
rispondergli per le rime ma suonò il campanello. Raggiunse
la porta e l’aprì.
-
Bonne soir, mon cherì!- esordì Blaine con un
sorriso raggiante e poi lo
abbracciò affettuosamente- ho un tavolo per due prenotato al
ristorante
francese che ti piace tanto. Muoviti, non vorrai mica fare tardi!- lo
strattonò
per un braccio e lo trascinò fuori.
-
Bon appetit ragazzi! E non fate tardi- li salutò Carole con
la mano dopo aver
chiuso a chiave la porta.
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