braccia_morfeoTintinnare di pioggia sui vetri.
Tic- tac di lancette di orologio.
Crepitare del fuoco nel camino della sala comune.
Un paio di palpebre che scorrono sulla pagina.
Un paio di palpebre che a intervalli regolari minaccia di chiudersi senza avere la forza di riaprirsi.
Il sonno è arrivato lento e inesorabile, come tutte le sere, a minare
la forza di volontà della ragazza seduta di fronte al camino con un
libro aperto sulle gambe incrociate. Non aveva memoria di quanto tempo
fosse trascorso da quando aveva iniziato a studiare - 8, 10 ore? - si era fermata solo a mangiare un boccone, giusto perché non sono fatta di puro spirito, si era concessa.
In quel momento, però, davanti al rassicurante tepore del fuoco, con il
movimento ipnotico delle fiamme sullo sfondo - perché sì, per quanto si
sforzasse continuamente di evitare di guardarlo, rimaneva comunque nel
suo campo visivo - le frasi avevano cominciato a sfuggirle, così come
il senso logico del tutto. Paziente, ritornava sui propri passi, decisa
a comprendere (e apprendere) ma il risultato variava
impercettibilmente: alcune parole si incastonavano qua e là lungo il
flusso dei pensieri che si muoveva selvatico nella sua mente,
disperdendo e confondendo il senso dei lemmi.
Una pagina ancora.
Il volume pesava come un macigno, la leggera polvere lasciava una fastidiosa sensazione sulle dita.
Una pagina ancora.
Una soltanto.
Poi, un pensiero chiaro e palpitante fece capolino:
e se io mi abbandonassi? Cose
succederebbe se mi lasciassi avvolgere dalle spire del sonno? Cosa
direbbero gli altri trovandomi qui addormentata domattina?
Eppure....aveva tanto bisogno di riposo! Per quanto tempo aveva
studiato, cercato, analizzato ogni cosa? Sembravano secoli, come i
secondi che l’orologio scandiva. In fondo si meritava di riposare, di
poter finalmente dormire sonni tranquilli. Alla fine, pensò, aveva già
scritto il tema di pozioni, si era esercitata nella trasfigurazione del
piombo in oro* fino a che il risultato non le era sembrato abbastanza
brillante e puro. Aveva quasi finito di studiare il programma di quasi
tutti i corsi e non erano ancora a metà dell’anno scolastico! Si
convinse quindi, mentre le palpebre si chiudevano, quasi come un
sipario sul suo monologo interiore, che aveva un disperato bisogno di
dormire.
Buonanotte, Hermione.
Il fuoco crepitante erano ormai piccole macchioline danzanti.
No!
Come aveva potuto lasciarsi andare così? Come aveva potuto pensare di
fare una pausa? Come poteva non sentirsi una nullità di fronte alla
vastità dello scibile che ancora non era riuscita a immagazzinare? Se
si fosse concessa tregua in quel momento sarebbe stato solo l’inizio,
se ne sarebbe concesse altre fino a non reggere più il ritmo con le
proprie aspettative.
Chissà se la scatola cranica aveva l’effettiva capacità di contenere
tutto ciò che lei aveva in programma di apprendere. Sperava in cuor suo
che non fosse come sosteneva Sherlock Holmes, personaggio di un noto
scrittore babbano, che il cervello assomiglia una soffitta: quando non
c’è più spazio devi buttare qualcosa per cedere il posto alle nuove
conoscenze**.
Orrore!
Era impossibile scegliere quali nozioni scartare! Si appuntò
mentalmente di verificare l’esistenza di incantesimi per ampliare la
soffitta, non si sa mai.
Si sfregò gli occhi con le mani e si concesse un minuto per svuotare la
testa dai pensieri. Appoggiò il libro sul tappeto di fianco a sé,
distese le gambe per qualche secondo. Poi riprese.
D’altronde, non lo stava facendo per compiacere nessuno, era solo per
sé stessa. Non voleva deludere le proprie aspettative. Quindi continuò
a leggere.
Tant’è vero che sono Hermione Granger.
Nuguae:
In questi giorni sono presa dallo studio matto e disperatissimo e il
mio mantra, che ho anche appeso al muro della mia stanza(/cella) è
diventato "Hermione Granger". Dopo qualche tempo, quindi, mi è venuto
naturale immaginare cosa potesse pensare Hermione in un momento come
questi, come è successo a me negli ultimi giorni.
Inutile dire che io ho chiuso il libro e me ne sono andata a dormire :D
E' una cosuccia senza pretesa alcuna, ma spero che la appreziate :)
*chiaro riferimento alla pietra filosofale
**Arthur Conan Doyle parla di questa teoria in "A Study in Scarlet", la
prima avventura di Sherlock Holmes, il quale, di fronte al compare
Watson decisamente basito di fronte alla sua completa ignoranza del
fatto che il sistema solare sia eliocentrico, gli spiega che dovette
fare una "selezione" delle conoscenze da conservare.
See you soon!
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