Se non è fame, cos'è?
Doveva ammettere che
dall'ultima volta che l'aveva vista, Temari era ingrassata.
Lo si notava sopratutto
sulla pancia che era sempre stata piatta, non come una tavola, no di
certo, ma giusta per una donna. Una donna non avrebbe dovuto avere i
suoi addominali d'acciaio, ma neanche si notava visto che la
kunoichi provvedeva sempre a coprirli con un soffice strato di
morbidezza, che la faceva sembrare più femminile.
A dir la verità, anche
le braccia non erano poi così levigate come una volta che si erano
visti, forse qualche mese prima, non si ricordava bene, e decisamente
i fianchi facevano più fatica a stare nei loro ranghi come bravi
soldatini.
Però anche lei!
Dov'erano andati a finire i corpetti rigidi e gonne corte fino
all'impossibile, e la rete dappertutto?
Boh, sparite nel nulla,
ora quegli stupidi pantaloni gonfi l'accompagnavano dappertutto e le
magliette larghe avevano quel colore indistinto di Suna. Fra un po'
sarebbe andata in giro come nonna Chiyo o qualcun'altro della sua
risma.
Era strano questo
cambiamento repentino di costumi di una ragazza che si era sempre
preoccupata di girare mezza nuda per il villaggio e fuori.
Non molti sembravano
averlo notato, sinceramente: o era lui che stava dando di matto o era
lei che lo nascondeva bene. Insomma non era normale per una ninja
riuscire a mettere su tanti kili, eccettuato Choji, ma quella era
costituzione e geni Akimichi.
Ad una donna fa sempre
bene qualche chiletto in più intanto per ammortizzare gli urti, ma
gli era sempre parso che Temari stesse bene così come stava, nulla
di più nulla di meno. Era perfetta quando l'aveva conosciuta.
No, questo non andava
bene. Si era ripromesso che non avrebbe più ripensato a lei a quel
modo. Si era fatto tanti bei progettini mentali che li avevano
assicurato l'incompatibilità tra volere e fare. Una qualsiasi
relazione con Temari, di qualsiasi tipo fuori dal campo lavorativo,
doveva considerarsi off-limits.
Questi limiti
auto-imposti non venivano mica violati, se casualmente l'andava a
trovare nel nuovo appartamento per gli ambasciatori che erano appena
stato fatto ricostruire, vero?
Per caso aveva anche
alcune carte che doveva farle firmare, che si era dimenticata di
portarsi a casa! Guardi tu la vita come può essere una grande
coincidenza!
Beh era decisamente
curioso di riscontrare se le sue teorie fossero fondate oppure no.
Bussò alla porta con
fare sicuro e ad accoglierlo venne una Temari a bocca piena, occupata
a non far cadere il latte sul tappetino d'ingresso.
-Ahh cazzo- esclamò
appena deglutito.
-Tsunade-sama mi ha
mandato a farti completare queste- illustrò Shikamaru alzando le
carte a mo' di prova. La ragazza gli fece gesto d'entrare, ormai il
peggio era fatto.
Non sarebbe mai stata
capace di mettere a posto la cucina prima che lui ci entrasse, quindi
era inutile muoversi ed usare le sue innaturali abilità per togliere
almeno le parti più incriminanti.
Shikamaru fu accolto
nella stanza da una tavola imbandita di carte, cartacce, tovaglioli,
coltelli, briciole, pacchetti di biscotti, vasetti di marmellata,
maionese e chi più ne ha più ne metta.
Temari era...come dire?
Sfatta?
Indossava una vestaglia
allacciata male sopra una maglietta decisamente larga. I piedi nudi
quasi strusciavano per terra e i capelli erano stati raccolti in una
coda a mala pena decente.
Sembrava essersi appena
alzata e Shikamaru lo sapeva, che non era una cosa possibile.
Se lui era sveglio a
quell'ora, vuol dire che il resto del mondo si era alzato già da
parecchie ore.
-Ma che cavolo...- tentò.
-Sta zitto Nara, non è
proprio giornata- berciò la “ragazza” in risposta.
E mentre ringhiava questo
si aggirava intorno al tavolo tondo tentando di far riscoprire alla
luce la superficie liscia e lignea del ripiano sovracaricato. Non fu
così semplice.
-Ti sei mangiata tutte
queste cose?- esclamò Shikamaru incredulo.
-E se fosse? Non sono
affari tuoi...di certo- gli lanciò un'occhiata penetrante carica di
odio raffermo quanto il pane che stava buttando, senza tante
cerimonie, nella pattumiera.
-Si può sapere, di
grazia, da dove viene cotanta gentilezza nei miei confronti?-
Shikamaru si era già accomodato, senza permesso, sulla sedia che gli
permetteva una migliore visuale di quella strana cosa, su cui
un giorno aveva fatto anche qualche pensierino, licenzioso o meno.
-Esisti, questo è il
punto-
-Grazie tante, non posso
farci niente. Se ti rassicura, esistere è davvero una seccatura-
-Non mi rassicura per
niente- sbottò la kunoichi che anche, se di malumore, si ricordava
le regole della buona creanza e stava preparando il tè a
quell'essere abbietto che gli infestava la cucina con il suo solo
respiro.
Temari capì poco a poco
di stare oltrepassando il limite del sopportabile: neanche un sacco
da boxe avrebbe potuto incassare ancora più colpi. Decise di essere
più gentile.
-Non mi ricordo più
perchè sei venuto a distruggermi l'anima-
Ok, era un brutta
giornata. Non ci sarebbe riuscita.
Tutti i succhi gastrici e
comunque tutto il materiale acido presente nel suo corpo si stavano
posizionando in zona lingua pronti all'attacco al nemico per farlo
battere in ritirata.
Non era giornata
sicuramente per averlo trai piedi.
Sentiva come una
sottospecie di insoddisfazione profonda e ignota che l'aveva spinta,
quella mattina, a rimanere a letto e sbuffare e mugugnare cercando
invano di dirigere i suoi pensieri per pascoli più felici.
Ma la sua mente sembrava
voler dare forfait per puro spirito di contraddizione visto che di
ogni scenario si intravedeva solo la strada impossibile e di ogni
elucubrazione era visibile solo il lato negativo. Si era più o meno
trascinata fino alla cucina per poi decidere che il frigo avrebbe
dato quel conforto che la mente non riusciva a procurare.
Aveva cominciato con
qualcosa di semplice: latte e biscotti, ma poi non le era bastato e
finito quello, aveva intravisto anche la marmellata. Un certo numero
di fette biscottate se n'erano andate quando alla sua voglia di
dolce era sopravvenuta quella di salato.
Il frigo era stato aperto
e si intravedeva un piccolo mondo di infinite possibilità di cibo.
Prese qualche affettato,
ma il panino sarebbe risultato troppo sterile, allora scelse il
formaggio da aggiungere, ma non ci sarebbe stata una vera e propria
esplosione di gusto. Quando chiuse la porta, in mano aveva il suo
fidato vasetto di maionese che sempre l’accompagnava in questi
eccessi.
Quando il pane e i
crackers furono terminati, non l’era rimasto altro che tornare al
dolce.
Un’altra ondata di
latte e biscotti le era sembrata opportuna. Ed era proprio in quel
momento che Nara l’aveva colta con il mani “in pasta”.
Maledetto impiccione!
-Si può sapere cosa ti
sta succedendo?- chiese il ragazzo vedendola raccogliere pure i
resti, mere briciole, di quel panino leggendario.
-Avevo voglia di qualcosa
e così l’ho accontentata- rispose lei sempre scontrosa. Gli
rivolse un’occhiata torva e tolse il bollitore dal fuoco.
Shikamaru però quel
giorno doveva essersi svegliato con la luna dritta, poiché non
demordeva:-Non ti sembra di stare esagerando?-
Se mangiava davvero tutti
i giorni così, chissà come sarebbe diventata. Era sempre stata una
buona forchetta, ma questo decisamente voleva dire esagerare. Lo
faceva per il suo bene: -Lo sai che sei ingrassata?- Attacco diretto
e crudele.
Possibilmente da non
rivolgersi mai ad una donna. Sperando che non abbia il ciclo,
se no si è morti il secondo dopo.
-Che acuto osservatore-
disse sarcastica Temari, che non si era risieduta e si aggirava per
gli sportelli come un predatore in cerca della sua vittima.
-Mi stupisce davvero che
tu l’abbia notato- proseguì –Non è forse perché sono
ingrassata che metto vestiti larghi e comodi? Ti pare che io sia
cretina e non riesca a vederlo, quindi saperlo?-
Uova, farina, un pizzico
di sale e zucchero.
-Che stai facendo?-
Temari ruppe il primo
uovo.
-Pan di Spagna- esclamò
sorridendo –Ne ho voglia e me lo faccio-
Ecco il potere della
conoscenza, il pericolo della conoscenza. Se quella donna non avesse
saputo quella maledetta ricetta a memoria forse, sarebbe stato meglio
per lei.
Fu strano vederla
cucinare stando immobile a fissarla mentre sbatteva i tuorli con lo
zucchero e montava gli albumi a neve. Tutto in lei seguiva quel
movimento circolare della mano, soprattutto, Shikamaru lo doveva
ammettere, il suo florido seno.
-Imburra la teglia- gli
ordinò schiaffandogli gli attrezzi del mestiere sotto il naso.
-E come si fa?- sbraitò
incredulo l’altro, che stava maledicendo la sua parte irrazionale
che l’aveva condotto lì, mentre erigeva un monumento a quella
razionale che aveva posto, giusti, limiti.
***
Quasi un’ora dopo la
torta, pan di Spagna senza nulla, usciva dal forno, mentre Temari si
era ammorbidita e parlava del più e del meno.
Aprì un’anta e tirò
fuori lo zucchero a velo, un cassetto e vi prese uno strano
strumento.
-Ma cosa non hai in
questa cucina?-
-Io faccio in modo di
avere tutto il necessario per far fronte a casi come questi-
-Come quali, scusa?-
-Come questi. Quando ho
le paturnie, puoi dire quando sono depressa. Allora mangio e se non
trovo nulla di buono, me lo invento. Solamente che non avere gli
ingredienti a casa mi renderebbe più irritabile e allora faccio
scorta-
Ricoprì la torta con
tanto taaaanto zucchero a velo e poi se ne mise un po’ all’angolino
del piatto. Tagliò una fetta e l’appoggiò con delicatezza e la
diede a Shikamaru. Ne prese una, molto più generosa, per sé e la
intinse nella piccola duna di polverina bianca.
Al
primo morso la sua espressione divenne estatica e soddisfatta.
Gnam
-Ma ti capita spesso?-
Quel giorno era proprio in vena di domande.
-Bah, non sono affari
tuoi, scusa che ti frega?-
-Va bene, va ben. Sono
affari tuoi. Uno non si può…lasciamo stare-
Temari non lo ascoltava
più. Stava fissando assorta la sua immagine riflessa sullo specchio
accanto alla porta. Parlò con voce strana, quasi a se stessa, in
tono sconsolato: -Ti chiedi mai se quello che sta parlando in questo
momento sei veramente te o se è una maschera? Io, ogni volta che mi
vedo parlare con qualcuno sono stupita da quanto sembri un’estranea.
Non riesco a credere che quella che sta muovendosi in questo modo,
che sta facendo questo gesto sia proprio io. Non sembro io. Ma
dall’altra parte, cosa ne posso sapere di come sono, se non posso
vedermi normalmente? Forse la maschera appare solo quando sono io a
guardare. Ma qual è la vera me stessa?-
Shikamaru si era alzato e
le aveva messo una mano sulla fronte. Lei lo scacciò subito con
forza e preoccupazione.
-Volevo vedere se
deliravi- si scusò con un’alzata di spalle.
-Per una volta che stavo
dicendo qualcosa di serio, Shikamaru, tu devi fare sempre l’idiota-
sospirò e azzannò la fetta con lo stesso malumore iniziale.
Punto e a capo.
E lui era un idiota.
Si accucciò accanto alla
sua sedia guardandola dal basso verso l’alto. Forse forse riusciva
a vedere un principio di doppio mento. No, non era il momento per
dire cose del genere.
E poi da quando era
diventato così critico? A lui piacevano le donne in carne. Ma forse
Temari era stata troppo perfetta per permettere un qualsiasi
cambiamento.
-Si può sapere che cos’è
che ti da queste “depressioni”?- chiese esasperato.
-Le cose non vanno-
rispose lapidaria.
Shikamaru Nata fu
costretto da lì in poi a continuare ad incalzare per riuscire a
capire cosa stesse succedendo. Questa cosa, non solo non gli era per
niente familiare, ma anche gli dava parecchio sui nervi. Scoprire
però cosa desse il tormento a quella donna orribile era diventata
una questione di principio.
Il discorso fu
all’incirca così: -Non lo so…mi sveglio delle mattine senza
voglia di alzarmi. (-Anch’io e non per questo mangio e secco alla
gente- aveva replicato Shikamaru) e…la giornata sembra così
inutile….non riesco neanche a fare quello a cui era abituata, mi
annoio sempre….la sera torno a casa e il mio unico desiderio è il
letto. Ma scusa non ti rende frustrata questa situazione!...a che
cosa tende la mia vita se sono così? Un automa. Un fottuto automa,
ecco cosa sono diventa…tu non lo puoi capire Signore delle Amebe.
Ci sei nato così e stai benissimo nel tuo ozio, ma io… a me questa
situazione uccide. E allora mangio. Insomma ho bisogno di una
consolazione…e il cibo è l’elemento perfetto per me. Non ti
chiede niente (addentò altre fette durante il discorso), ti da
tutto, non hai bisogno di chiarimenti, spiegazioni, di rinunciare
alla tua dignità. È là, quindi ti serve e non fa storie. Si da
completamente a te ogni volta come se fosse la prima, senza riserve-
Shikamaru si alzò e fece
scattare anche la ragazza tirandole un pizzicotto.
Insoddisfazione.
Non sapeva quale fosse la
causa di questa sua profonda insoddisfazione, ma voleva colmare quel
vuoto. Le prese il viso fra le mani e se lo avvicinò piano piano.
Temari sembrava davvero senza forze, non lo fermò neanche per un
secondo.
Posò le labbra
delicatamente su quelle di lei. E poi le dischiuse facendo arrivare
il suo respiro a quella ragazza, sempre troppo seccante per lui.
Lo voleva fare da troppo
tempo, ma si era ripromesso di non farlo mai.
Adesso era lui quello
avrebbe avuto le paturnie.
Ma per il momento non
importava.
-Sei piena di zucchero a
velo- la derise pulendole la guancia.
-Non è vero- protestò
l’altra sorridendo.
Shikamaru appoggiò le
labbra sull’angola della sua bocca. Assaggiò: -Qui si-
Tentò in un altro punto:
-Anche qui-
Forse sarebbe stato più
fortunato con il seguente: -Tem, mangi come un maiale-
Il viso della ragazza, a
quanto pare, era diventato una torta da assaggiare pezzo per pezzo.
La baciò ancora e
ancora: -No anche sul naso!-
-E il collo-
La bionda cominciò
ridacchiare per il solletico e lo fermò.
Gli accarezzò il viso e
cercò di mettere in quel gesto tutta la gratitudine possibile.
-Aspetta un secondo, non
sono solo io sporca-
-Non è vero- ribatté
Shikamaru.
-Fammi provare- lo baciò
in bocca, approfondendo l’unione, incollata.
Fece per distaccarsi
–Gnam- disse.
Mi piace questo
sapore.
E ricominciò a mangiare.
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Signore e signori, novità delle novità
Per una volta non sto
partecipando a nessun contest o cose del genere e posto questa fic solo
per mio gusto personale. Solo per divertirmi un po' all'insegna dei
momenti in cui non ero piena di compiti e interrogazioni.
La Temari "cicciona"
è una Temari strana e diversa e per doveri di armonia nel testo
non ho spiegato esattamente perchè è ingrassata
visibilmente, diciamocela, se facessi io tutto il movimento che fa lei
ora sarei uno stecchino. Temari nel momento della storia è
bloccata, tutto il giorno, alla scrivania e quindi senza movimento e
con questi bombardamenti repentini al frigo ha messo su qualche chilo.
Nulla di più nulla di meno, sarei curiosa di sapere quante
persone nelle prime righe hanno pensato che fosse incinta XD.
Mi farebbe piacere sentire le vostre opinioni
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