Blackboard
«Naruto, cancella subito quelle scritte oscene dalla
lavagna!»
Se da una parte Iruka-sensei pareva infuriato, dall'altra Naruto
sembrava più soddisfatto del solito.
Aveva decisamente centrato lo scopo: attirare più attenzione
possibile.
Il
dodicenne decise così di perseverare nelle proprie
intenzioni; fu a
quel punto che la sottile corda della pazienza del sensei si ruppe.
Davanti al rifiuto di cancellare tali scritte, il maestro divenne
più che furioso, divenne diabolico.
Il suo portamento ― solitamente impeccabile ― cedette e perse
la solita compostezza che lo caratterizzava.
Certamente
Naruto mai avrebbe pensato che la situazione potesse degenerare
così
tanto; ma dopotutto era pur sempre Naruto, con i suoi limiti e i suoi
difetti.
Così, improvvisamente Iruka si alzò dalla
cattedra e,
armatosi di cancellino, eliminò completamente dalla lavagna
ogni
traccia di gesso. Mentre cancellava, la vena del collo prese a
pulsargli gonfia.
«Dimmi una cosa, Naruto: che differenza c'è tra te
e la lavagna?»
Il tono tagliente dell'uomo ruppe il silenzio innaturale che si era
formato.
«Troppo facile, dattebayo! Io sono più
bello!»
La
classe si aprì in una sonora risata di scherno. Lo scroscio
di risa che
ormai sovrastava ogni cosa venne però blocccato
dall'eloquente occhiata
di Iruka-sensei, la quale zittì istantaneamente anche Naruto
stesso,
che, offeso dalla reazione dei propri compagni, aveva cominciato a
blaterare frasi sconnesse d'ogni genere e a lanciare insulti a chiunque.
Il ragazzino non sembrava aver troppo gradito la reazione della classe
«Allora, Naruto, mi ripeto: qual è la differenza
tra te e la lavagna?»
Naruto, rosso dalla vergogna per la magra figura fatta,
abbassò lo sguardo avvilito.
«Non lo so, Iruka-sensei.»
«Beh, allora te lo dirò io. La differenza tra te e
la lavagna è nessuna. Non c'è alcuna differenza
tra te e la lavagna.»
Naruto alzò bruscamente il viso incrociando, incredulo, lo
sguardo del maestro.
«Sensei... Sta dicendo che sono una lavagna!?»
«Affatto. Sto solo dicendo che la tua testa è
vuota esattamente come la lavagna.»
Il tono si era fatto meno pungente; quasi rassegnato.
Forse
si era appena reso conto che la scatola cranica del suddetto studente
sarebbe rimasta vuota per molto tempo, svariato tempo..
Intanto davanti agli occhi degli altri alunni si presentò
una scena alquanto bizzarra.
La
bocca di Naruto era serrata, contratta in quella che doveva essere una
smorfia di concentrazione; eppure, la cosa che fece più
scena fu lo
sguardo interrogativo di quel povero ragazzo che, spremendosi le
meningi, tentava di capire come tutta quella situazione avesse potuto
rivoltarsi contro di lui. Nella sua testa non l'aveva affatto previsto.
«Iruka-sensei, crede si sia fritto il cervello?»
Chiese un alunno leggermente preoccupato dalla reazione del compagno.
«No, credo stia solamente tentando di usare per la prima
volta il cervello.» |
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