PROLOGO
Siamo Ilune Willowleaf ed
Eternal Fantasy. NON viviamo vicine, ma per motivi di trama si, dato che siamo
entrambe universitarie ed entrambe costantemente sull'orlo del collasso per
nevrosi da esami.
Questa storia a quattro
mani è un divertente modo per scaricare gli istinti omicidi, e al contempo,
speriamo, per far divertire i lettori!
se qualcuno si sentisse
offeso dai riferimenti ai politici, a fatti e persone realmente esistenti...
beh, noi abbiamo avvisato nell'intro, sconsigliato ai leghisti. Che volete de più
dalla vita nostra?
PROLOGO
Nell’appartamento ammobiliato tipico di qualsiasi città
che ospiti un grosso complesso universitario, le due ragazze cercavano di
ignorare il caldo umido e appiccicoso, mentre il condizionatore spiccava per la
sua assenza e il ventilatore portato da casa ronzava al mondo il suo lavoro
senza requie, giorno e notte.
Caldo.
Beh, d’estate è normale, no?
Ma meglio restare nell’appartamento ammobiliato, che
tornare a casa. Almeno, erano entrambe d’accordo, lì nessuno faceva loro
storie per l’ora a cui rientravano, con chi uscivano (poca gente, comunque, e
tornavano sempre presto) e su come occupavano il tempo libero.
Una delle due ragazze buttò di lato il libro che stava
sfogliando. Una volta esaurite le provviste scritte da casa, c’erano tre
alternative. A) comperare libri nuovi; B) rileggere quelli vecchi; C) effettuare
un omicidio dei pochi giorni di libertà e leggere i libri per il prossimo
esame.
La biondina aveva preferito l’opzione b, dato che le
librerie erano state passate al setaccio di recente.
-Miky, tu l’hai letto “Il castello d’acciaio”,
vero?-
-Si, ne ho una copia a casa, Giu, perché?- la brunetta alzò
gli occhi dall’omicidio delle vacanze, cioè il tomo per l’esame successivo,
il cui corso sarebbe iniziato a ottobre. Ma dato che le si accavallavano sempre
i corsi, preferiva portarsi un po’ avanti.
-Secondo te è possibile? Passare da un mondo all’altro
con una “sillogismobile”…-
-Mah, la teoria è interessante. Pensa come sarebbe bello
poter passare le vacanze a ronzare attorno a Raistlin, anziché a morire di
caldo qui!-
-Raist te lo lascio di tutto cuore, io mi fionderei su
Tanis. Oppure, sarebbe interessante visitare i miti greci… ci sono un paio di
eroi greci che, secondo le descrizioni, erano dei bei fustacchioni. -
-Puoi dirlo forte! È da quando ho letto per la prima volta
l’Iliade a 13 anni che sono innamorata persa di Patroclo!- sul suo volto
comparve un’espressione estatica -Ma dopo che direbbe il tuo ragazzo?-
La bionda raccattò il libro, e si alzò dal letto tutto
umido di sudore, scostando una ciocca di capelli sfuggita alla treccia.
-Lui, mah, sai com’è fatto. La gelosia non rientra nelle
opzioni delle sue ghiandole. Non so se è perché ha una totale fiducia nella
mia fedeltà, o perché confida nel fatto che per molti sarei una “ultima
scelta”, con le manze che girano per la città…-
La brunetta, che rispondeva al nome di Michela, scrollò le
spalle.
-Se no, mi piacerebbe tanto catapultarmi per una settimana
o due a Rothia, il mondo da noi creato per quella storia… dovremmo portarla
avanti, un anno o l’altro. -
-Si, ma non abbiamo l’ispirazione. È
come se neanche io sapessi cosa deve succedere ora che i protagonisti
sono impantanati così…- la bionda, rispondente al nome di Giulia, si lasciò
cadere sul letto, giocherellando con una ciocca color oro scuro (un tempo i suoi
capelli erano molto più scuri, un castano chiaro, ma l’uso accorto e metodico
di acqua ossigenata sulle radici, shampoo alla camomilla e asciugature al sole
li avevano schiariti a un oro scuro dai riflessi ramati).
-Senti, io provo a farla. Una sillogismobile. Con anche gli
schemi per tornare indietro. Possiamo provare a fare un saltino…- propose la
mora.
Giulia guardò l’amica e compagna di stanza, poi squadrò
sé stessa.
-Se anche fosse possibile, dovremmo andare con abiti
adatti. Questi ci farebbero prendere per pazze. O per donnacce. Sarà bene anche
che io mi procuri la spada…-
E così dicendo, si immerse, carta e penna, in un
inventario del necessario.
-Allora, proviamo?- chiese Michela.
-Beh, male che vada, avremo portato qui il necessario per
una sessione di gdr live. Se va bene, domani cavalcheremo per i pascoli e i
boschi delle montagne Rastia. - annunciò Giulia -Vado a prendere tutto il
necessario. La parte logistica la lascio a te!- e così dicendo, afferrò le
chiavi della macchina e la borsa.
-Allora, ricapitolando: la tua spada da scherma storica,
una veste lunga di lino da maga per me e un completo da avventuriera per te.
Dove ti sei procurata il corpetto e le polsiere di cuoio?-
-Una mia amica me li doveva fare per la prossima
rievocazione storica, mi ha telefonato mentre scendevo per dirmi che erano
pronti…-
-Ah, ok. Arco e frecce… cribbio, sono davvero perfetti!-
-Ci credo, li uso per le rievocazioni, ma sono
perfettamente funzionanti. Ho anche un sacchetto di punte, si da mai. -
-Coltelli vari con manici in legno, scodelle e posateria
varia… sicura che non ci sia nulla in nichel o altro? Sai che non esistono
certe leghe…-
-Lo so. Mi sono occupata io dell’ambientazione economica,
no?-
-Già. Allora, fiale, libro di incantesimi. Fortuna che
abbiamo fatto nell’ambientazione la lingua e la scrittura come l’italiano,
per lo meno il Comune. Cibo secco, borraccia… cosa sono queste scarpe?-
-Sandali di cuoio. Non possiamo certo usare scarpe con la
gomma!-
-Ma io volevo mettermi i miei caterpillar! ç_ç - sospirò
la mora.
-Niente da fare. Ok, ho controllato la lista tre volte.
Cambiamoci e partiamo!-
Così le due ragazze si tolsero le magliette e i
calzoncini, per indossare la mora una tunica di lino bianco, con maniche ampie e
gonna a metà polpaccio. Cinture, borse e borselli le pendevano addosso. Un
mantello di lino sulle spalle, e un involto fatto con una coperta, il mantello
di lana più pesante, effetti personali e cibo. Un bordone alto quanto lei, con
le estremità rivestite in metallo per trenta centimetri buoni, sarebbe servito
sia da sostegno, che da difesa.
Stesso bagaglio per la bionda, con la differenza che lei
indossava pantaloni di stoffa robusta, con toppe di cuoio alle ginocchia, e una
camicia bianca dello stesso tessuto, a manica corta. Un gilet di pelle sottile
celava appena un corpetto di cuoio elegantemente decorato con il ferro caldo,
con spalline borchiate e inserti decorativi di pelle di altri colori. Polsiere
di cuoio borchiato, pesante, le proteggevano gli avambracci. Portava al fianco
meno borse e borselli, ma aveva una grossa faretra piena di frecce, e un arco a
tracolla, oltre a una spada nel fodero in vita. Era una spada piuttosto sottile
per la lunghezza, attorno al metro e dieci, ma era di ottimo acciaio, elastico,
con l’elsa a croce, semplice, e l’impugnatura resa comoda da strisce di
cuoio grezzo arrotolato attorno.
-Ok, siamo una maga e una guerriera arciera. Abbiamo speso
metà dei soldi del mese per tutto il materiale, e spero funzioni, sennò
staremo a pane e caffelatte fino alla fine del mese prossimo. - commentò la
bionda, sistemandosi la fascia di lino che le cingeva la fronte.
-Fidati. Ci sono stata su un sacco di tempo, e sono sicura
che funzionerà.-
-Spero solo che non siano tutte fantasticherie, Miky. -
-Hai ripensamenti, Giu?-
-No. Proviamo, se non tentiamo, non sapremo mai se è
possibile!-
La mora annuì, iniziando a leggere la complicata serie di
analogie e sillogismi logici che avrebbero trasferito due ragazze del XXI secolo
in un mondo totalmente differente…
Mano a mano che l’amica proseguiva nel leggere le
formule, Giulia sentiva un senso di straniamento dalla realtà, accompagnato
alla sensazione di sentirsi leggera… leggera… come un palloncino nel
vortice.
E d’un tratto, nella stanza ammobiliata, non ci fu altro
che la polvere che si depositava, lenta, e una zanzara un po’ stupita per la
scomparsa di due potenziali pasti…
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