Salve
Salve! Da una lunga passeggiata per raggiungere il
Carnevale di Fano, noi tre, Eternal Fantasy, Mistral e Ilune Willowleaf, abbiamo
elaborato questa What If. È la prima volta che ci cimentiamo in questo genere,
quindi, non siate troppo crudeli!
A questa, se vi interessasse saperlo, seguirà una What If
basata sulla terza serie TV, "Try Reloaded"
Commenti maligni e critiche nella sezione “recensioni”,
assegni e doni di varia natura, alla mia casella postale, grazie! ^___^
SCACCO AL RE NERO
Lo studio ingombro di ogni sorta di arma proveniente dai
quattro angoli del globo (e anche oltre) era immersa nella tipica luce rossastra
che caratterizzava tutto il Dragon Dungeon’s.
In solchi scavati nelle pareti, scorrevano torrentelli di
lava che illuminavano l’ambiente. Un ampio camino era già pronto per essere
acceso, riempito da una catasta di legna; una pila di morbidi tappeti davanti
offriva un posto comodo per rilassarsi.
Su di essa, seduto con una gamba raccolta sotto al corpo,
Valgarv degli Ancestrali giocherellava con uno scacciapensieri, facendo
ondeggiare e sbattere le sferette rosse con abilità; accanto a lui, una grossa
scacchiera di marmo nero e bianco assumeva tinte rossastre e rosate alla luce
incerta della lava. I pezzi di ossidiana nera rilucevano come posseduti da
arcani spiriti, alla luce rossa, e gli avversari di alabastro bianco parevano
rosati, come schizzati di un pallido sangue.
Il giovane alzò lo sguardo, salutando con un sorriso la
figura alta e imponente che s’era materializzata a pochi passi da lui,
sull’ingresso, come se non si fosse teletrasportato, ma stesse entrando dalla
solida porta di legno antico quasi quanto il Dungeon…
L’alto guerriero si cavò una scarpa e ne rovesciò un
mucchietto di sabbia giallastra…
…
…….
………
-Garv… dove accidenti sei stato?!- chiese Valgarv, stupito
dal “souvenir” di sabbia.
-Deserto… maledetta sabbia che s’infila dappertutto!!! Devo
averne una tonnellata solo nei capelli!-
*gocciolina di Valgarv*
-Ho preparato i pezzi. - disse Valgarv -Ti va una partita?-
Garv si sedette dall’altra parte della scacchiera, antica
preda di guerra da un regno ormai cancellato dalle mappe e dalla memoria.
-Perché no. Io i bianchi: sai che il nero lo detesto… e
soprattutto amo giocare in attacco!-(1)
Valgarv scosse le spalle e girò la scacchiera, in modo che
a Garv toccassero le pedine bianche, già allineate al loro posto.
La partita iniziò, in sordina come al solito. Entrambi i
giocatori erano abili strateghi, e conoscevano l’importanza di una
pianificazione attenta prima di sferrare un attacco. Senza contare che giocavano
da secoli, e ormai conoscevano l’uno le tattiche preferite dell’altro, e
studiavano sempre nuovi modi per contrastarle.
Garv sollevò una torre, arroccandola, spostandola e
portandosi in difesa col re. Valgarv alzò un sopracciglio, non lasciando però
trapelare la sorpresa. Garv che si ritirava in difesa? Di solito, era lui che si
ritrovava ad arroccarsi dopo poche mosse, quando la partita iniziava in un certo
modo.
- È confermato: il Dragon Slayer lavora per l’Hellmaster,
Zelas gliel’ha dovuto prestare. Non mi piace il fatto che sia ancora alle
calcagna dell’Inverse.-
Tipico di Garv, iniziare a parlare di cose importanti
davanti a una scacchiera.
-Quale delle due? La giovane o la maggiore?-
-La giovane. E la cosa mi preoccupa alquanto. Conosce
incantesimi che prendono potere da Lord of Nightmares. -
La mano di Valgarv s’immobilizzò sopra un cavallo,
sorpreso.
-Cacchio! Io sapevo che era la grande, quella pericolosa…-
-Naaa…. La grande non muove mai un dito - buttò un pedone
nero fuori della scacchiera -Specie ora che lavora… e sai che fa? La cameriera!-
scosse la testa -Umani… chi li capisce è bravo…-
-E quindi?- Valgarv gli restituì il favore con gli
interessi, mangiando un alfiere con un semplice pedone.
-E quindi la ucciderò, dato che non mi sembra intenzionata
a passare dalla nostra parte. - spiegò placido, studiando la scacchiera, e
muovendo alla fine la propria regina.
Si stava mettendo male per Valgarv, ma con un po’ di
fortuna ce la poteva anche fare.
-Ti sei giocato la tua bella dama. - sogghignò Valgarv,
mangiando la regina col cavallo; poi tornò serio -Eliminare una che usa i poteri
di LoN? Non mi sembra realistico…-
-Ci sono alternative?- disse Garv, sogghignando alla mossa
di Valgarv, che mangiando la regina bianca era caduto nella sua trappola.
-Corromperla?- Valgarv era riuscito a rompere l’arrocco.
-Ci abbiamo provato, ricordi? Vita eterna… potere… cose del
genere. Non pensavo che una donna detta “la nemica di ogni cosa che vive”, e
“l’assassina di banditi” fosse insensibile a queste cose. Anzi, è pure riuscita
a scroccarci un pasto…-
*gocciolone di Valgarv*
-Stai scherzando, vero?!- fece sconvolto il più giovane dei
due demoni-drago, polverizzando nel pugno un innocente pedone appena tolto dal
gioco.
Il rosso scosse la testa.
-Umani… strane creature davvero…- Valgarv tornò a
concentrarsi sulla partita. Stava girando bene per lui.
Una mossa ancora, e avrebbe dato scacco al re di Garv.
Qualcosa si staccò dal soffitto, piombando in testa al Dark
Lord. Una serie di colorite bestemmie riempì l’aria…
-Questi maledetti sassi rossi sono dappertutto… che ci
troveranno gli umani per amarli tanto…- mostrò all’allievo un rubino grezzo
grosso come un uovo di gallina -Si, sono graziosi, ma niente di che…-
-Io saprei cosa farne…- disse Valgarv, che, sollevata la
regina bianca, la usò per far cadere di mano a Garv la gemma -Scacco. -
-Che cosa? Un nuovo mosaico nella sala del trono?-
Valgarv sorrise -Pensaci… Lina non è detta “la cacciatrice
di tesori”?! E queste gemme, gli umani non li considerano forse tesori?!-
Garv tacque per un attimo, sorridendo poi -Scacco al Re
Nero. -
Valgarv, intuendo cosa era passato per la mente del suo
Maestro, rispose sorridendo -Sai, per una volta, non mi dispiace aver perso la
partita…-
Dragon’s Peak, dimensione parallela della Clear Bible.
Lina si era appena separata dalla fonte della conoscenza,
che Garv fece irruzione nella dimensione parallela, causando un mezzo infarto a
Martina e l’esagitazione di Milgazia, che si affrettò a “sparare” le due umane
nel mondo reale.
“Mapporc… dannati rettili!” porconò Garv, disinteressandosi
al drago dorato, e seguendo il suo obiettivo.
Dragon’s Peak vero e proprio, sperone di roccia.
Martina e Lina si ritrovarono fuori, entrambe con
l’adrenalina a mille (e Martina stringente convulsamente al seno l’amuleto di
Zoalmelegustar). Ma non c’era tempo per stare a raccontarsi quanto fosse
interessante la Clear Bible, dato che le due sfere stavano dando del filo da
torcere al gruppo.
Lina non ci mise più di due secondi a intuire l’unica
tattica possibile per neutralizzare il diabolico meccanismo delle sfere…
-Colpiteli assieme, deficienti!- sbraitò all’indirizzo di
Zel e Amelia, che, malgrado il complimento poco gradito, eseguirono all’istante,
frantumando con un colpo perfettamente sincrono le due sfere.
Garv, emerso appena in tempo per vedere Lina capire la
situazione e risolverla, pensò: “Però, mica male, la ragazzina!”
I quattro non avevano ancora avuto il tempo di tirare il
fiato (Martina s’era imboscata dietro un grosso masso, “portando al riparo”
anche il “povero piccolo indifeso bambino dai grandi e innocenti occhioni
verdi”), che un ironico battere di mani li fece sussultare.
-Complimenti, Inverse, allora non ti avevo sottovalutato…-
Di nuovo, tutti in posizione di guardia.
Xelloss era ricomparso, tra il gruppo di Lina e Garv,
abbastanza ammaccato dall’appena terminato scontro con Seigram.
-Oh, uno scarafaggio…- fece Garv, sfoderando la spada -te
ne vai con le buone, a strisciare dal tuo padrone… sempre che tu sappia ancora
chi è, ovviamente, o ti ci spedisco io in tre sacchi diversi?-
Xelloss ridacchiò, una risata più simile a un rictus che
alle sue solite risatine sarcastiche, ma… dettagli…Comunque, gli rimaneva
abbastanza faccia tosta da sorridere, rispondendo -Non so, prima vorrei tanto
sapere cosa hai in mente…-
-Per citare la tua frase preferita…- Garv sguainò
minacciosamente la spada e menò un fendente, volutamente abbastanza lento perché
Xelloss riuscisse a schivarlo pur nelle sue precarie condizioni.
-Ho capito, è un segreto, vero?-
-Già… - Garv ghignò, facendo scintillare la spada nel sole…
-Se volete risolvere tra voi… noi possiamo anche togliere
il disturbo…- fece timidamente Lina, facendo tre passettini indietro, con un
sorriso da “cameriera che chiede se non c’è altro”…
-No, Inverse, aspetta… ho giusto una questioncina da
discutere con te…- esclamò Garv, teletrasportandosi di fronte a Lina,
afferrandola senza troppi complimenti a mo’ di pacco postale, e sparendo nel
Lato Astrale.
Tutto era avvenuto troppo in fretta perché chiunque
riuscisse a capire alcunché.
Gourry era riuscito solamente a sfoderare la spada e a fare
un passo in avanti, per riflesso condizionato.
Amelia non poté fare altro che stringersi al braccio di
Zelgadiss, il quale a sua volta guardava con sguardo assassino Xelloss, cercando
in lui una spiegazione che lo stupefatto Priest non poteva dargli.
Phibrizio, ancora prigioniero nell’abbraccio tentacolare di
una Martina terrorizzata che gli era saltata al collo in lacrime, ne capiva
ancora meno. Il suo “fratellino” stava architettando qualcosa, e quel qualcosa
coinvolgeva l’Inverse.
DETESTAVA quando qualcuno si intrometteva nei suoi piani,
scombinandogli le pedine.
Era come un pedone mangiato una casella prima di
raggiungere il capo opposto della scacchiera. (2)
Lato Astrale.
Non si può descrivere il Lato Astrale. È semplicemente il
nulla. Gli umani, se vi sono trasportati, lo percepiscono come nero.
Solo ed esclusivamente nero.
Cosa vi vedano i demoni… beh, prendetene uno e vediamo se
riuscite a farvelo spiegare.
Garv mise giù Lina, che cadde a sacco di patate, sbattendo
il naso su un inesistente pavimento.
La ragazza quasi non ci fece caso, data la situazione.
Si alzò con sguardo assassino…
-Dove diamine mi hai portato, razza di pervertito?! Cosa
vorresti fare di una pura e innocente fanciulla?!-
-Quando ne vedrò una te lo farò sapere... - fece Garv,
nascondendo il gocciolone che aveva fatto capolino dietro la chioma scomposta.
Alchè, Lina saltò in una spaccata volante, esibendosi in un
calcione poderoso diretto alla faccia del Dark Lord, atterrando e poi
rialzandosi a muso duro, fronteggiandolo, malgrado lui la sovrastasse
notevolmente.
-Piantala di scherzare e riportami dai miei amici, brutto
cafone che non sei altro!-
Garv considerò il livido nero che gli si stava rapidamente
formando attorno all’occhio sinistro, che aveva fatto la poco piacevole
conoscenza con il tacco dello stivale della maga.
Considerò che aveva intenzione di offrirle un’alleanza, e
che quindi non era il caso di indisporla ulteriormente…
Considerò che era una semplice ragazza umana (tra l’altro
pure minutina) e che malgrado ciò era riuscita a colpire il Re Demone Drago in
pieno volto…
E decise di andare a prendere i suoi amici.
Lina rimase da sola in quell’angosciosa oscurità.
Un paio di occhi dorati s’aprirono nel buio, scintillando
per un attimo a una inesistente luce.
Si socchiusero, come quelli di un gatto che valuta una
preda…
Li accompagnò un sorriso indecifrabile.
-Femmine…- si udì infine il nulla mormorare al nulla.
Davanti a degli stupefatti amici di Lina, Garv comparve, e
senza dire una parola, afferrò Gourry per la bionda chioma, con l’altra mano
prese Zel per la collottola come un gattino… a Zel era ancora abbarbicata
Amelia, così sconvolta e terrorizzata da non riuscire neanche ad arrossire per
quella compromettente posizione.
L’Hellmaster non riuscì nemmeno questa volta a reagire,
cosa un po’ difficile, se hai un’isterica ragazza umana che non ha ancora capito
se cercare protezione in te o proteggerti, e intanto nell’indecisione, fa del
suo meglio per soffocarti…
Xelloss, prima che Garv cambiasse idea su una sua imminente
esecuzione, aveva prudentemente tagliato la corda, rinunciando a capire che cosa
stava accadendo…
Dragon Dungeon’s
Il nulla nero scolorava lentamente nel rosso, delineando
alla fine una vastissima sala, la cui volta si perdeva nelle tenebre in quella
mezza-luce rossastra donata da torrenti di lava fusa che attraversavano il
pavimento.
Quattro serie di ciclopiche colonne, ognuna differente
dall’altra per sezione e decori, la dividevano in cinque vaste navate.
La centrale, più ampia, da una parte si perdeva in una
calda oscurità, confusa dall’ondeggiare dell’aria tiepida.
Dall’altra parte conduceva, in poche decine di metri, a un
piano rialzato, dove un imponente trono s’ergeva tra le spire di un drago di
pietra rossa e dagli occhi di smeraldo.
Due delle tre bocche vomitavano lava, mentre la terza testa
al centro pareva fissare con sguardo inquisitore chi osava avvicinarsi supplice
al trono.
In quella penombra, spiccavano solo gli occhi d’oro di
Valgarv, appoggiato allo schienale del trono, in una posizione rilassata e
vagamente sprezzante; il suo sguardo inquisitore non abbandonava Lina un solo
istante, e pareva volesse inchiodarla al suolo.
La ragazza, da parte sua, se ne stava con una colonna alle
spalle, tentando invano di rendersi invisibile, confusa da quegli occhi
inquietanti e disturbata dallo scintillio metallico e ritmico delle sferette.
*tic*
silenzio
*tic*
silenzio
*tic*
silenzio
*tic*
*sbaradadrang*
Garv aveva mollato senza troppi complimenti Gourry, Amelia
e Zelgadiss. Il fracasso era dato dall’armatura di Gourry che sferragliava
peggio di una batteria di pentole precipitata dal terzo piano.
-Ecco i tuoi compagni, sani e salvi. Ora vogliamo parlare,
da persone più o meno civili?!- esclamò Garv.
Valgarv non proferì verbo alla vista del suo Maestro con un
occhio nero… ma un osservatore attento lo avrebbe visto sussultare incredulo.
Non credeva possibile che un’umana avesse il coraggio di osare tanto con uno
come Garv. Un sorriso gli increspò le labbra, un vago senso di ammirazione per
il fegato di quella ragazzetta che tentava di sottrarsi al suo sguardo, cercando
di fondersi con una delle colonne.
Ora però che i suoi amici erano con lei, parve riprendere
tutto il coraggio e la spavalderia che avevano contribuito a renderla famosa
anche tra i demoni. Come se avere qualcuno da difendere la rendesse dieci volte
più forte, Lina si staccò dalla penombra gettata dalla colonna, mettendosi a
muso duro al centro della navata, fissando con aria di sfida i due mazoku.
Garv, mollati i “passeggeri”, s’era seduto sul suo trono,
che se pareva esageratamente grande da vuoto, occupato dalla sua mole appariva
appena appena sufficiente a contenerlo.
La lava rossa che fluiva come una cascata di fuoco
insanguinava la lama della spada, che il Dark Lord faceva ondeggiare, in
equilibrio su due dita.
La figura dietro al trono fece un paio di passi avanti,
portandosi in quella luce rossastra e inquietante che la lava proiettava,
rivelandosi per la prima volta agli occhi degli insoliti ospiti. -Siete
fortunati, umani: avete visto la sala del trono di Garv Chaos Dragon e
sopravviverete per raccontarlo…- fece, sedendosi sul bracciolo destro, come un
bambino che siede sulla poltrona del padre.
Lina sentì uno strano, familiare brivido correrle lungo la
schiena, alla vista di quel giovane dagli occhi d’oro e dall’insolita
pettinatura. Come un de-ja-vu, anche se era assolutamente certa di non averlo
mai incontrato.
Per un attimo, ricordi non suoi le attraversarono la mente,
ma furono troppo rapidi perché potesse afferrarne il contenuto.
La Clear Bible.
-Lina… che sta succedendo?-
Come al solito, la voce calda di Gourry, nonché la sua
domanda assolutamente fuori luogo, la riportarono sulla terra.
-Vorrei tanto saperlo anch’io…- mormorò Lina.
Zelgadiss e Amelia si avvicinarono a loro, stringendosi
assieme come a farsi forza a vicenda…
La chimera parlò per tutti: -Cosa vuoi, demone?- fece, con
una voce fredda che l’aria calda della sala non riuscì a sciogliere.
-Un’alleanza. - rispose altrettanto secco Garv.
-Allora dovete avere pezzi di zolfo nelle orecchie… l’ho
già detto ai tuoi scagnozzi: NO. Lina Inverse non sarà mai la leccapiedi di un
demone, neanche di un Dark Lord… men che meno di un Dark Lord!- sbottò Lina, che
ormai aveva ritrovato tutta la sua spavalderia.
-Ma nessuno ha detto che le condizioni non siano cambiate…-
Gourry sganciò il fermo della spada, imitato da Zel.
Conoscendo i demoni, forse volevano prendere qualcuno di loro in ostaggio…
-Inverse, tu sai giocare a scacchi?-
La domanda di Valgarv, che finora non aveva proferito
verbo, spiazzò non poco i quattro.
Il ragazzo teneva in mano una preziosa pedina del gioco
degli scacchi, una regina bianca di purissimo alabastro. Nell’altra mano
comparve il re nero, un pezzo di ossidiana che scintillava rossastro riflettendo
le bolle della lava.
-Ehm… no… ma che c’entra questo!?-
-C’entra eccome, ragazzina…-
-Senti un po’, sottospecie di cipresso anemico, primo
nessuno mi chiama impunemente ragazzina, e secondo, PARLA CHIARO!!!-
*GOCCIOLONE GENERALE*
Con un schianto le due pedine caddero a terra…
-Cipresso… anemico? A chi?!-
Con un sospiro, Garv ricompose le due pedine in frantumi, e
bloccò l’allievo semplicemente posandogli la mano sulla spalla.
-Valgarv, hai ancora molte cose da imparare sulle donne…-
Valgarv lo guardò come a dire “Senti chi parla”, ma tornò a
sedersi. L’unico segno della sua irritazione era la stretta convulsa sullo
scacciapensieri, le nocche sbiancate dalla forza della presa.
-Non so se lo sai, ma il mio “caaaro fratellino” Hellmaster
Phibrizio ha dei piani poco simpatici su di te, che coinvolgono sicuramente
anche me e l’incolumità del mio Clan.
Inutile dire che la cosa non garba, e che sto prendendo le
necessarie contromisure.
Tra di esse, rientri anche tu. -
-Ah sì? Non pensavo che una “ragazzina umana” potesse
interessare nei giochetti di potere tra due Dark Lord guerrafondai come voi…-
replicò Lina, le mani sui fianchi e una luce di sfida negli occhi.
-Una ragazzina umana che è in grado di invocare la Madre, è
MOLTO interessante per i nostri “giochetti di potere”. Ora il punto è: vuoi
essere una pedina dell’Hellmaster gratuitamente e probabilmente anche sotto
ricatto, oltre che con una prospettiva di vita assai breve, oppure preferisci la
seconda opzione?-
-Dipende: in cosa consisterebbe la busta numero due?
Lavorare gratis e ricattata per te, anziché per Phibrizio?-
-No. - fece Garv, gettandole ai piedi con noncuranza un
sacchetto di pelle, che si aprì rivelando una profusione scintillante di gemme
grezze.
Possiamo evitare di menzionare gli occhi di Lina, su cui
erano comparsi gioielli luccicanti? No? Ops, l’abbiamo appena fatto…
-Lavorare pagati… Ma che bella novità… - fece sarcastico
Zel, a cui il lavoro mercenario non era nuovo -Peccato che da morti quei soldi
non possiamo spenderli…-
-E chi vi dice di tirare le cuoia? - ribatté Valgarv
-Tutto ciò che vi chiediamo di fare è di starvene fuori dai
guai ed evitare Phibrizio come la peste.-
Quattro paia di occhi si posarono sul Dark Lord.
-Prego?- fece Zel -Intendi dire che stai comprando la
nostra neutralità?-
-Ehm… che vuol dire?- fece Gourry, spiazzato dallo scambio
di battute carico di sottintesi… e distratto da una Lina che stava calcolando
col pallottoliere il probabile valore di quel mucchietto di “sassi colorati”.
-Ma non è giusto! La neutralità non si compra!-
*gocciolone generale*
Sguardo truce di Zelgadis.
Sguardo assassino di Lina.
Sguardo perso di Gourry.
Leggera nausea ai due demoni-drago.
*SKATOMP*
-Amelia… TACI! Non è il tempo né il luogo adatto per
parlare di giustizia!- la zittì la chimera.
La principessa esibì due occhioni lacrimosi, massaggiandosi
il vistoso bernoccolo sulla capoccia.
-In soldoni, ci pagate per restarne fuori?- riassunse Lina,
ripresasi dall’estasi monetaria.
-In soldoni… si. - rispose Garv altrettanto lapidario -Ci
state?-
-Si può fare… ma per starne molto lontano, dovremo
viaggiare tanto… e sai, le spese di viaggio…- insinuò Lina.
Garv schioccò le dita, e una pioggia di gemme di varia
natura e dimensione sommerse i quattro fino alle caviglie.
-Quanto riuscite a trasportarne. Sono tutti vostri. E ve ne
farò avere altrettanti, più avanti. -
Rovine di Sailarg.
Malgrado il gruppo avesse tentato di tenersi alla larga da
Phibrizio, questi aveva rapito Gourry, e Lina si era vista costretta a fare ciò
che razionalmente non avrebbe mai dovuto fare: andare a cercare l’Hellmaster
nella sua tana, e, soprattutto, usare il Gigaslave.
Ma, in un modo o nell’altro, era finita bene, e ne erano
venuti fuori.
Ora, camminavano per la strada che da Sailarg portava
chissà dove (possibilmente verso un buon ristorante).
Una massiccia figura rivestita di un insolito e “poco
vistoso” impermeabile arancio vivo pareva attendere qualcuno sulla strada,
pigramente poggiato a una quercia secolare.
Lina lo vide da lontano.
-Ehi, guardate chi c’è. – disse Zelgadis alzando un
sopracciglio.
-Avremo di che pagarci il pranzo, stasera… nel miglior
ristorante immaginabile! Vero, colosso rosso?- esclamò Lina, che affrettando il
passo aveva raggiunto Garv saltellando (tralasciamo gli occhioni sbrillucciosi
d’ordinanza).
-Scordatelo, Inverse: il patto era che te ne saresti stata
alla larga da Phibrizio… e invece non solo il tuo amico biondo si è fatto usare
da lui come un burattino, ma voi gli siete pure corsi appresso! Complimenti! È
un miracolo che siate ancora vivi, e che non abbiate anche distrutto l’universo
nel frattempo!-
…
……
………
Dragon’s Dungeon, poco più tardi.
Un’imponente figura si materializzò a pochi passi dalla
scacchiera, già disposta sulla pila di tappeti, pronta per una nuova partita.
-Garv… da dov’è uscito quel secondo occhio nero? Ora sembri
un panda tinto!-
-Sai, non mi piacciono le cose asimmetriche…-
***
(1) Per la cronaca: nel gioco degli scacchi, inizia sempre
il bianco
(2) Nel gioco degli scacchi, quando il pedone arriva al
lato opposto della scacchiera, può essere trasformato in qualunque pezzo si
voglia
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