In due - Stessa meta

di Il Saggio Trentstiel
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"Amore non significa guardarsi negli occhi, ma guardare insieme verso la stessa meta"
[Antoine De Saint-Exupéry




Amore, che parola strana.

Spesso banale, sicuramente inflazionata.

Io non l'ho mai utilizzata, se non con tono strafottente.

Il più delle volte, per me, quella parola non esiste.

Oggi però continua a rimbombarmi nella testa, forte come un rombo di tuono, ed altrettanto scioccante.

Non posso fare a meno di guardarti.

Così serio, così silenzioso, così tranquillo.

Qua attorno tutti parlano, ridono, urlano: tu no.

Immerso nel tuo libro, una bibita in mano, immune a qualunque cosa abbia una parvenza di divertimento...

Come me...

Alzi per un istante gli occhi da quel tomo -che accidenti ci sarà scritto di così coinvolgente?- e lasci vagare pigramente lo sguardo.

Un brivido mi percorre la spina dorsale: so già cosa -o meglio, chi- stai cercando.

So anche che adesso, in questo preciso istante, l'hai trovata: ti sei irrigidito, il tuo petto si alza e si abbassa più rapidamente -segno che stai respirando con affanno-, le tue labbra sono quasi incurvate in un sorriso.

Cazzo, un sorriso!

Non manifesto alcuna emozione, come sempre d'altronde.

Mi limito ad incrociare le braccia e ad incupirmi maggiormente: tanto, se anche qualcuno lo notasse, a chi importerebbe?

Dopo qualche secondo di rabbia silenziosa, di muta frustrazione, capisco: capisco perché non riuscirò mai ad averti, capisco perché quella ragazza riesce a catturarti così, capisco perché non voglio e non posso distruggere le tue fantasie.

Amicizia.

Altra parola strana, ma fin troppo azzeccata.

Amici: quello eravamo, e quello saremo.

Sempre.

Io e te non uniremo mai lo sguardo nella contemplazione di una stessa meta.

Ci limiteremo a sfiorarci con gli occhi, indifferenti e senza emozioni.

Ti accorgi del mio sguardo ed inarchi un sopracciglio.

Chino appena il capo in segno di saluto

"Noah..."

Mi rispondi altrettanto laconico

"Eva..."




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