Il Tuo
Nome <3
Mi
sedetti su quella panchina, quella di legno stinto e consumato.
Al
solo ricordare, ancora sentivo le lacrime farsi strada nei miei occhi.
In
quel piccolo parco nel cuore della mia città natale, non vi mettevo piede da
quattordici anni.
Quattordici
lunghi anni erano passati, ne avevo ventotto ed ero una donna in carriera, con
una famiglia.
Ma
ancora, al pensiero di quel volto, il mio cuore prendeva a battere forte e non
riuscivo a respirare per la tristezza.
Forse
hanno ragione certi quando dicono che l’amore, quello vero, dura per sempre.
Quella che pensavo solo una cotta, una semplice sbandata adolescenziale, era
forse molto di più.
Gli
psicologi dicono che una cotta dura solo quattro mesi. E dopo quattordici anni
che cos’è, qualcuno me lo sa dire?
Era
il 23 giugno. Come quella volta.
Gli
esami di terza media appena finiti, io e lui in quel parco. Soli.
Gli
avevo detto addio. Mi faceva troppo male il pensiero di continuare a vederlo
sempre e solo con le altre.
Lui
non aveva replicato nulla, semplicemente era stato a guardarmi. “Spero di
rivederti, un giorno.”
Solo
questo, poi se n’era andato.
Per
sempre.
E
io mi ero messa a piangere per non so quanto tempo.
Da
quel giorno non l’avevo più rivisto, né avevo ricevuto in alcun modo sue
notizie.
Spesso
pensavo a lui.
A
come potesse essere diventato, a ventotto anni. Se si ricordasse ancora di me,
nonostante tutto il tempo trascorso.
Forse
anche lui mi aveva pensata, qualche volta…
Vidi
un ragazzo avvicinarsi alla fontana, davanti la panchina su cui ero seduta.
Vi
si poggiò, guardando verso di me. Quasi come se mi conoscesse.
“Martina,
non si salutano più i vecchi amici?”
Il
suo tono scherzoso, quello che tante volte avevo sentito. Forse l’unica cosa
che mi permise di riconoscere il ragazzino che era stato.
“Heric…?”
Si mise a ridere. “Allora non sei così rintronata come credevo. Ma sono
cambiato così tanto?”
Mi
alzai in piedi ed andai verso di lui, grata di averlo rincontrato. Mi
abbracciò, da bravo migliore amico quale era stato.
“Allora
Marti… cosa mi racconti? Ne è passato di tempo…”
Ci
andammo a sedere su quella panchina, quella di legno stinto su cui ci eravamo
detti addio. L’atmosfera era molto più felice, però.
“Beh…
diciamo che sono 9 anni che non tornavo in questa città. Alla fine non ho fatto
lo scientifico… Ho mollato al primo anno e sono andata all’alberghiero, come
avevo sempre desiderato. Adesso sono 9 anni che lavoro. Sono una cuoca, spesso
lavoro sulle navi da crociera. Ho lavorato anche per un emiro, vicino Dubai, ed
ora ho casa a Roma… Sono tornata qui perché sono in ferie, volevo rivedere la
mia città e andare a trovare qualche mia amica. Mi mancava, qui… E tu? Cosa mi
racconti di te?” “Beh… la mia vita è stata tutta programmata, dovevi
aspettartelo. Ho fatto l’agrario e ora ho un agriturismo che mi ha aperto mio
padre… Ma non era quello che desideravo. Io volevo fare un lavoro con gli
animali, o con la terra… Stare tutto il giorno dietro una scrivania non è
proprio quello che avevo in mente per il mio futuro… Adesso stavo andando a
fare un giro con mia figlia, ho visto questo parchetto e sono entrato… volevo
ricordare il passato.” “Hai una famiglia?” “Si… Ho una bambina di 6 anni. Mia
moglie la conoscerai senz’altro molto bene, era in classe con noi alle medie… Tu
sei ancora da sola?” “Posso immaginarmi benissimo chi sia... Adesso ho anch’io
una famiglia. Mio figlio ha 6 anni, l’altro ne ha 4. E poi mi sono sposata…
Sono andata fino ai Carabi.” “Come si chiama tuo marito?” “Si chiama Viktor, è
tedesco. L’ho conosciuto durante uno stage in Germania, ci siamo sposati a
vent’anni… Tutto quello che desideravo, insomma.”
Rimanemmo
un po’ a raccontarci la nostra vita, quello che avevamo fatto da quattordici
anni a questa parte.
Mi
disse che aveva finalmente smesso di fumare, anche grazie al suo migliore amico
di una vita, Andrea.
Ero
triste. Triste perché sentivo di amarlo ancora un po’. Triste perché entrambi
avevamo una famiglia, e insieme non avremmo potuto fare niente se non rimanere
amici. E io non avevo bisogno di un amico di cui essere innamorata, per
soffrire ancora.
Forse,
sarebbe stato meglio per entrambi allontanarsi…
“Mi
ha fatto molto piacere ritrovarti, Heric. Ma ora devo andare a trovare la mia
migliore amica, te la ricordi?” “Certo che me la ricordo. L’ho vista l’altro
giorno, anche lei è cambiata tantissimo. Salutamela.” “Va bene… Ciao, Heric…”
“Ciao, Martina…”
Ci
guardavamo negli occhi, fermi, nessuno che accennasse ad alzarsi per primo.
Quasi come se lui stesse aspettando qualcosa da parte mia, delle mie parole.
Un
silenzio d’aspettativa.
Mi
avvicinai a lui. “Mio figlio l’ho chiamato con il Tuo Nome…” gli diedi un bacio
sull’angolo delle labbra, per poi alzarmi e voltare i tacchi.
Era
arrossito, come un ragazzino.
I
suoi capelli biondi, spettinati come al solito, e i suoi grandi e dolci occhi
azzurri erano dentro il mio cuore.
L’unico
ragazzo che era stato in grado di penetrare nel mio cuore di ghiaccio, per
riscaldarlo, decidendo di non uscirne mai più.
L’unico
ragazzo di cui ero sempre stata innamorata, nonostante la vita avesse deciso in
altro modo per noi.
Con
il ragazzo che avevo sempre amato non ci potevo più stare, ormai era troppo
tardi. Avevamo entrambi una famiglia, sarebbe stata una cosa sconsiderata…
Mi
veniva da piangere, come quella volta. Ma ormai ero grande per piangere come
una ragazzina di quattordici anni…
“Papà!
Papà! Chi è quella bella ragazza?” “Una persona molto importante, piccola
Martina… ma tu non dirlo alla mamma, ok?”
“Promesso.
Papà, sei innamorato di quella ragazza?” “… Da tantissimi anni.”
Scoppiai
a piangere e corsi via, fuori da quel parco.
Cercando
di sfuggire a quell’inferno di vita che aveva stravolto il mio futuro,
impedendomi di stare con la persona che amavo.
Tutto,
per colpa di uno stupido errore delle medie…
È una breve storia, ma mi auguro che vi piaccia.
L’altro giorno ero su Facebook, ho trovato un link… ed eccomi
qui, ispirata come non mai :D!
L’ho trovata una nota bellissima e ci ho scritto sopra una
storia, spero di non aver fatto una schifezza :)!
È un episodio “doloroso”, il passato che a volte ritorna.
Ho cercato di immedesimarmi nel personaggio, di pensare come se
fossi stata io al suo posto…
Certo, non auguro a nessuno di trovarsi in una situazione del
genere. È sempre meglio che ci sia il lieto fine.
Ma, si sa, in questo mondo solo pochi eletti riescono ad avere
una vita come sempre l’avevano desiderata, con la persona che hanno sempre
amato…
Diciamo anche che la maggior parte di essi ha avuto solo un
grosso c… ehm, colpo di fortuna :D
Spero davvero tanto che questo breve scritto sia di vostro
gradimento.
<3
G.