Ripetizioni

di tappanasina
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Hans guardò Berwald con le lacrime agli occhi.
«Ti prego! Puoi darmi ripetizioni?»
Lo svedese posizionò bene gli occhiali sul naso.
«No»
«Tipregotipregotipregotipregotiprego!!!! Fra una settimana abbiamo gli esami e io non so niente! Ho provato a studiare, ma non capisco un accidente!»
«Affari tuoi»
«Eh?!?! Come puoi essere così senza cuore? Se ti sto così antipatico, dovresti aiutarmi!» il danese non sapeva più cosa inventarsi per convincere l’altro a dargli ripetizioni. Ogni volta lo squadrava dall’alto del suo metro e 82 e lo liquidava con un secco “NO”.
Non voleva essere bocciato, ma non sapeva studiare, e l’unico bravo in classe sua che poteva aiutarlo era proprio Berwald.
«E perché?»
«Perché essendo l’ultimo anno, se venissi promosso, andrei in un’altra scuola. E non ci incontreremo mai più! …Alloraaaa??? Mi darai ripetizioni, vero?»
«No. Tanto non ti rivedrei comunque anche se venissi bocciato»
Tino aveva assistito a tutta la scena, e dato che il Hans gli faceva pena, provò a convincere l’amico.
«Berwald! Perché non lo aiuti? Dopotutto non c’è niente di male nell’aiutare un proprio compagno in difficoltà!»
«… Ma io no…» il finlandese gli posò un dito sulle labbra, ed il sorriso che aveva stampato in faccia, s’incurvò.
«Non era una proposta. Ma un ordine. AIUTALO!»
Il danese, commosso, abbracciò Tino.
«Grazieeeee! Ti sarò sempre riconoscente!»
«Mh! Adesso andate a studiare, su!» e li scacciò via con le mani. Lo svedese s’incamminò verso la biblioteca a testa bassa con l’altro che lo seguiva saltellando.
[…]
Tenevano i membri in mano. Hans non aveva ben capito perché Berwald aveva delle riproduzioni in borsa, però non osava chiedergli il perché.
«Una parte del mio, deve andare col tuo» lo svedese continuava la sua spiegazione imperterrito e si avvicinava sempre di più al danese «E devi soddisfarlo»
Ogni tanto alzava gli occhi al cielo e muoveva veloce le mani.
Era immobilizzato alla sedia dal corpo imponente del suo “insegnante”.
«Su! Veloce, devi soddisfarlo»
Quegli occhi azzurri incorniciati dalla montatura degli occhiali lo intimorivano. Poi il fatto che continuava a ripetere che doveva “soddisfarlo” lo metteva in imbarazzo.
«Senti… Berwald… i-io non…»
«CAZZO! Ma la vuoi risolvere si o no questa equazione?!?!»





Ciau!!!*saluta tipo ebete con la manina*
Per la contentezza di Konoha[posso mettere solo Konoha?] ecco qui Svezia e Danimarca!
Inizialmente volevo fare qualcosa che avesse a che fare con l'ascia di Den, però non mi veniva niente, allora, vedendo le immagini di Gakuen Hetalia e alcuni vecchi appunti sulle equazioni, è arrivato il colpo di genio!
Spero vi sia piaciuta.
Bacini, bacioni bacetti da tappy
P.S. I "membri" sono dei numeri in legno che Berwald si porta appresso[come si scriveva?]! ...Sono proprio scema...




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