“Allora…ti sei divertito in questi mesi?”
“Si”
L’uomo fece un giro intorno alla sedia, lentamente, con gli
occhi fissi sul ragazzo, osservando il suo viso appena illuminato dalla luce
che trapelava dall’unica, microscopica fessura presente nella stanza buia
“Alla fine da quell’attacco ci abbiamo guadagnato tutti.
Tranne forse quella stupida” Il suo volto si distese in un sorriso malvagio,
soddisfatto e crudele
“Com’è veder piangere di dolore una sporca traditrice del
suo sangue?”
“Non ne ho idea, ho dovuto aspettare. Ho preferito prima
conquistare la sua fiducia. Soffrirà molto di più in questo modo”
Ancora un ghigno
“Sei astuto”
Silenzio. Il ragazzo si limitava a sostenere lo sguardo
dell’uomo che lo fissava, senza parlare né muoversi
“Avrai tutto il tempo quando tornerai a scuola.”Continuò lui
riprendendo a camminare. Il suo mantello nero si confondeva nell’oscurità della
stanza, mentre l’anello di smeraldo riluceva sinistro
“Lui ti vedrà quando tornerai”
“Perché non prima?”ribatté il ragazzo
“Questo non è un problema tuo. Pensi forse di essere tanto
importante?”
“No”
“Bene. Appena entrerai sarai messo alla prova”
“Cosa dovrò fare?”
“Ancora non lo so. Spero uccidere”
Un movimento. Impercettibile, silenzioso, talmente leggero
che l’uomo non se ne accorse e riprese a parlare
“La tua vita cambierà, dovrai obbedire al tuo padrone e la
tua esistenza apparterrà a lui. Non provare a fare sciocchezze, chiaro?”
“Non ne farò”
“Certo che non ne farai. Altrimenti sai cosa ti succederà”
Avvicinò alla gola del ragazzo la bacchetta, con fare
minaccioso, guardandolo dritto negli occhi grigi
“Sei mio figlio ma non posso permetterti di disonorare il
mio nome. Qualunque cosa decidesse di fare la farei io. Qualunque cosa. Hai
capito?”
“Si”
“Bene”
Ancora silenzio…poi…
“Credi forse di farmi paura?”
“Cosa?”
L’uomo si girò di scatto, i lunghi capelli ondeggiarono
nell’ombra. I suoi occhi si fissarono su quelli incredibilmente uguali del
ragazzo, sbarrati in uno sguardo d’ira
“Cosa hai DETTO?”
Si avvicinò minaccioso ma lui sostenne il suo sguardo senza
mostrare timore
“Non mi fai paura. Tu non sai niente di me. Non sai di cosa
sono capace, non ha mai voluto saperlo”
“Vuoi dire che non hai intenzione di inchinarti al tuo
signore? Eh? E’ QUESTO CHE VUOI DIRE??” L’uomo lo prese per il bavero,
scotendolo con energia ma ancora una volta lui non reagì
“Voglio dire che lo faccio perché lo voglio io e non perché
me lo dici tu”
Venne spinto a terra con violenza
“Piccolo stupido. Chi ti credi di essere?”
Nessuna risposta
I due si guardavano. Nei loro occhi brillavano il disprezzo
e la rabbia che provavano l’uno nei confronti dell’altro
Il ragazzo si alzò andando a fronteggiare il padre.
“Vedi di non provare mai più a fare l’insolente con me o non
sarò così buono come questa volta, chiaro?”
“Sì, padre ”
“Bene. Ah, prima che me ne vada…” all’improvviso, senza che
potesse evitarlo un pugno colpì violentemente il ragazzo, sotto l’occhio
sinistro. Cadde per la forza del colpo e un rivolo di sangue cominciò a
sgorgare sulla sua pelle candida.
Vide suo padre uscire dalla stanza buia richiudendo la porta
alle sue spalle
“Ripensa a quello che hai detto, Draco”
Allora…dopo
un po’ di tempo ecco l’inizio della seconda parte della storia dei nostri Ginny
e Draco..
Che ve ne
pare come inizio? E’ un capitolo un po’ strano…comunque se vi piace cercherò di
aggiornare entro sabato!!
1 Bacione a tutti!
Maggy