Muoio in te.

di AmberRei
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Sentì il suo petto e le sue tempie straziate, dilaniate, stracciate a brandelli. Quelle mani sporche gli strappavano i suoi stessi capelli, lasciandogli sul volto una traccia, un segno, un tatuaggio, una maschera rugginosa di dolore. I suoi occhi vedevano solo un vuoto immenso, infinito, inumano, mentre le lacrime gli sgorgavano dagli occhi copiose, amare, corrosive, dolorose, tra singhiozzi sconnessi e urla incontrollabili, che gli esplodevano dal petto alle labbra.

Tutte le urla del mondo invocavano il suo nome.
Tutte le suppliche del mondo erano per la sua salvezza.
Tutti i sospiri del mondo erano il suo dolore.
Tutte le lingue del mondo parlavano di lui.

Tutte le parole, erano il suo nome.

"GIOTTO!! GIOTTO!! GIOTTO!!"

Continuava a urlare incontrollabilmente, tra singhiozzi amari e una fiamma che gli pervadeva il petto, la gola. Come se il suo urlo avesse potuto raggiungerlo, toccarlo. Le mani ora lo sfioravano con cautela e timore, tremanti. Gli occhi non sapevano su cosa posarsi prima, se sul volto sofferente, inondato di lacrime dei suoi occhi d'ambra, o sulla terribile, terribile, terribile chiazza di rubino, tanto scura e bagnata su quel dolce addome. Oh dio onnipotente, quel suo corpo così piccolo, minuto, poteva mai gettare così tanto sangue?

"FA MALE!... MI FA MALE, COZART!!!..."

Impotenza e dolore si impossessarono di lui in un'onda unica, la cui cresta si trasformò in dita che straziavano il suo povero, povero cuore avvolgendovisi attorno.
Spremendone ancora suppliche, preghiere, invocazioni.
E ancora e sempre il suo nome, che era il cuore, il corpo e l'anima di tutte le parole di ogni lingua.

I suoi occhi color del sangue, desiderava potessero assorbire quel dolore, mutarlo in un lieve tocco, una serena carezza che dalle sue dita lo cullasse a un sonno placido e privo di ogni sofferenza.

I suoi occhi color del sangue, si sbarrarono e si socchiusero per far scorrere più lacrime ancora, in un ulteriore gemito, alla fine del quale le sue mani strinsero furiosamente quella schiena, mentre il suo volto affondò di getto in quel collo, e poi strusciò la fronte con affetto contro la sua guancia, singhiozzando, cospargendolo di lacrime che continuavano a gocciolare, inesorabili.

La schiena dell'etereo ragazzo biondo si inarcò in uno spasmo, mentre le sue labbra si lasciarono sfuggire un "...ah...!" di sorpresa e dolore assieme. Cozart serrò gli occhi, urlando.

"SALVATELO! SALVATELO! FATE IL MIO CORPO A BRANDELLI, CAVATEMI GLI OCCHI, TAGLIATEMI LA GOLA, STRAPPATEMI PEZZO DOPO PEZZO FINCHE' DI ME NON RESTA CHE L'ANIMA E POI VENDETELA AL DIAVOLO! MA FATE SI' CHE GIOTTO VIVA!"

Una mano fredda, debole e tremante gli sfiorò maldestramente la guancia bagnata di lacrime e sangue.

"Cozart..."

Un rivolo di sangue gli sgorgò dalle labbra, graziate da un sorriso angelico.

"...voglio dormire qui, dentro di te."




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