MOMENTI.
I piccoli momenti,
ecco di cosa è fatta la felicità. Uno sguardo, un sorriso, un momento che vola
via senza che tu neanche te ne accorga, ma che lascia un segno indelebile
dentro di te. Ti marchia a fuoco, come un tatuaggio, solo che non fa male. Oh
no, fa bene. Dannatamente bene.
Questa convinzione,
sai, me l’hai fatta nascere te. Sono sopravvissuto grazie ad essa durante i
lunghi anni in cui per andare avanti potevo contare solo su fugaci istanti in
cui eravamo connessi, legati da un filo che era capace di estraniarci dal resto
del mondo. Erano pane quotidiano, ma non ci ho mai fatto il callo. Non ancora,
anche adesso che posso stringerti tra le mia braccia quando voglio. Beh, più o
meno. In fondo l’accettare i tuoi sentimenti non ha cancellato la tua capacità
di irritarti con me. L’unica differenza è che adesso facciamo pace in un modo che
mi piace decisamente di più.
La cosa più strana tra
noi due è proprio il modo in cui ci amiamo. E’ esistere insieme, come se fossimo una cosa sola. Se ti dicessi una
cosa del genere tu alzeresti subito gli occhi al cielo e mi prenderesti in giro
perché sono ‘eccessivamente poetico e smielato’. E anche questo sarebbe uno dei
nostri piccoli, meravigliosi momenti.
E’ bizzarro il modo
in cui i miei pensieri facciano dei viaggi incredibili ogni volta che la mia
mente si dirige verso di te. Accade molto spesso, come potrai ben immaginare, e
ogni volta è la stessa storia. E’ proprio vero, sei la mia Musa, mi ispiri
sotto ogni punto di vista.
In questo preciso
istante, poi, mi stai ispirando in un modo davvero insolito per i tuoi
standard. Forse perché ti stai lasciando andare, e non è una cosa che fai molto
spesso. Eppure sei bellissima quando ti comporti in maniera così naturale. Lo
sei sempre, certamente, ma in questi momenti di libertà che ti concedi riesci
ad affascinarmi in modo totale e completo. Perché sei semplicemente te stessa,
sublimemente e stupendamente te stessa.
Il suono della tua
voce mi arriva delicato e leggermente ovattato dalla parete che ci separa.
Sento l’acqua scorrere, segnale del fatto che sei sotto la doccia. Ti stai
lavando, e canti. Non è una cosa che fai molto spesso, ma ogni volta che intoni
qualcosa io non posso far altro che fissarti ammirato. Hai una voce
maledettamente armoniosa, quando l’ho sentita per la prima volta ho avuto la
conferma del fatto che tu sei davvero la donna più perfetta di questo pianeta.
Più vado avanti, più mi rendo conto che non c’è nulla che non mi piaccia in te.
Forse sono gli occhi dell’amore che mi impediscono di osservarti con
oggettività, ma mi chiedo con che coraggio chiunque altro a questo mondo
potrebbe sostenere che qualcosa in te sia sbagliato.
Ecco, vedi l’effetto che
mi fai? Comincio a generalizzare i sentimenti in modo banale e poco elegante,
usando addirittura parole come ‘perfezione’. La perfezione non esiste, questo è
sempre stato chiaro nella mia mente. Fino a che sei arrivata tu, e mi hai
sconvolto la vita. Adesso non sono poi così sicuro che sia un’invenzione dell’uomo.
Adesso penso sia decisamente rara, e che io sono stato un uomo dannatamente
fortunato ad averla trovata in qualcuno, ed essere riuscito a rendere mio quel
qualcuno. Un qualcuno così forte e fragile allo stesso tempo. Un qualcuno che
continua ad incantarmi in ogni momento della giornata.
In questo momento, è
la sua sua voce, o meglio la tua voce, ad incantarmi; la quale voce, ora che mi
sono avvicinato alla porta che ci separa, mi arriva più decisa. Mi accosto
sempre di più alla porta, fino ad aprirla silenziosamente e sgusciare dentro al
bagno. Quando la chiudo dietro di me, vi appoggio la schiena e fisso il tuo
profilo, che si intravede dietro il vetro della cabina, immerso tra i vapori e
un seducente odore di ciliegia. Continui la tua performance canora, mentre io ti
osservo estasiato.
Vorrei che il tempo
si fermasse in questo preciso istante, che questo nostro momento continui per l’eternità.
Sento questo desiderio quasi come un bisogno fisico, tanto è lo splendore del
momento. Ma so anche che non è possibile, perché fuori da questa stanza c’è un
mondo intero che ha bisogno della nostra comparsa proprio quanto io ho bisogno
di poterti avere accanto a me per il resto della mia vita.
Nonostante questo
decido di continuare a godermi il momento, per quanto in un angolo della mia
mente sia sorta un’immagine in cui io mi spoglio, entro nella doccia e faccio l’amore
con te. Ma lo reprimo, perché per quello c’è tempo. Questo momento, invece, è
molto più raro e molto più prezioso.
Così rimango con la
schiena appoggiata alla porta, assaporo bene questo piccolo squarcio di
paradiso. Quasi non mi accorgo di cosa stia succedendo quando tu chiudi l’acqua
ed esci dalla doccia.
Una volta fuori mi lanci uno sguardo curioso,
mi chiedi a modo tuo cosa ci stia facendo lì. Io ti sorrido, afferro il tuo
asciugamano avvicinandomi alla tua figura, e te lo avvolgo attorno
premurosamente, per poi stringerti fra le mie braccia. Sento il tuo cuore battere
velocemente mentre ti accoccoli nell’incavo della mia spalla. Ma sono certo che
il mio vada molto più di fretta.
Rimaniamo così, beandoci
l’uno della presenza dell’altro, crogiolandoci nella profondità dei nostri
sentimenti. Lo facciamo senza pensare a nulla, con una naturalezza disarmante. Perché
per noi questo è quasi più automatico che respirare, oramai.
Dopo qualche minuto -
o qualche ora, chi lo sa – io mi allontano leggermente da te, ti alzo il mento
e incateno il mio sguardo al tuo. Ti sfioro la bocca con le dita, lentamente,
mentre i tuoi occhi fanno involontariamente un guizzo verso le mie labbra, per
poi tornare a posarsi sulle mie iridi azzurre. Ti sorrido, e tu mi rispondi,
facendo si che il tuo viso diventi più luminoso del sole stesso. Ti guardo
completamente estasiato mentre, lentamente, mi avvicino. La mia mano se ne va
dalle tua labbra e finisce dietro la tua schiena coperta dall’asciugamano. Con
un leggera spinta divido la distanza quasi nulla che c’è tra i nostri volti, e
unisco le nostre bocche, che cominciano ad assaporarsi come fosse la prima
volta.
E’ la mancanza d’aria
che ci costringe a separarci, che interrompe il nostro ballo frenetico e
passionale. Con il fiatone appoggio la mia fronte alla tua, sorridendoti di
nuovo. Anche tu distendi il tuo viso, forse in modo ancor più bello di prima.
Mi accarezzi il viso guardandomi dritto negli occhi, mentre io socchiudo le
palpebre e inspiro il penetrante odore di ciliegia che mi riempie le narici. Ti
abbraccio di nuovo, stringendoti forte.
E tu, ancora una
volta, ricambi l’abbraccio, nascondendo il viso sul mio petto. E io, ancora una
volta, sorrido, sentendomi in paradiso. E noi, ancora una volta, ci godiamo uno
dei nostri piccoli, meravigliosi momenti, con la consapevolezza che faremo di
tutto per averne una vita piena, sempre.
Spazio
autrice
Comincio
col salutare tutti quanti, dato che questa è la prima volta che pubblico
qualcosa in questa sezione. Mi è capitato di leggere qualche vostra storia, ma
data la mia eccessiva pigrizia non ho avuto la decenza di commentare. Odiatemi
pure, ne avete tutte le ragioni e, personalmente, lo farei al posto vostro. Ad
ogni modo, vi ringrazio per aver letto questa piccola one-shot.
Mi rendo conto che non è poi tutto questo capolavoro, ma mi sono divertita
molto a scriverla. Me l’ha ispirata il video di Stana che canta a Zlin, quanto può essere adorabile quella donna? Come al
solito tendo a rendere il mio piccolo angolo più lungo della storia in se, è un
viziaccio! Perciò la finisco qui, non vi chiedo di recensire perché non mi
piace e perché sarei piuttosto ipocrita lol Dico
giusto che vi prometto che quest’estate, dato che avrò molto tempo, recensirò,
come è giusto che sia e come vi meritate, perché le vostre fan-fiction molto spesso
mi risollevano il morale, dico sul serio!
Anyway, I hope you like it ;D