Three cracks on her ceiling
N.d.T.: la storia che segue è stata scritta e pubblicata da yesterday4 sul suo LiveJournal
nel settembre del 2005 ed è stata nominata nella categoria Best Classic Angst per il primo round dei dramione_awards.
Anche se è relativamente 'vecchiotta',
è una delle storie più originali che mi sia capitato di
leggere, quindi spero di essere riuscita a renderla abbastanza
decentemente in italiano.
Per chi sta seguendo Uncoffined ho quasi finito di tradurre (...in ritardo indecente...) il quarto capitolo.
Buona lettura, LuxLucis
THREE CRACKS ON HER CEILING
Sul suo soffitto ci sono esattamente
tre crepe che si diramano in nove altre linee separate, più
sottili e contorte di quelle da cui sono state originate. Strano a
dirsi, ha anche tre guanciali e dorme con due coperte. Non che questo
gli crei qualche problema. Non c’è nessun Numero Cattivo
nella stanza privata che le è stata assegnata dopo la sua nomina
a Caposcuola. Ed ormai conta più per abitudine che per
necessità vera e propria.
***
Draco non riesce a
ricordarsi esattamente quando tutto questo ha avuto inizio, ma ora che
è successo non riesce a capacitarsi di come prima potesse vivere
senza. Più silenziosamente, con tutta probabilità, ma ormai si è quasi…affezionato
al continuo rumore di fondo che gli si genera in testa; è
stramaledettamente sicuro che non sarebbe nemmeno capace di camminare
se si fermasse.
A pensarci bene, tutto
potrebbe coincidere con l’incarcerazione di suo padre ad
Azkaban…il giorno a cui si riferisce con malcelato disprezzo
come l’Irrevocabile Cambiamento nella Sua Vita. Magari è
cominciato proprio per quello, magari è andato avanti
perché sua madre era troppo preoccupata a crogiolarsi nel suo
dolore per ricordarsi di lui, magari perché i suoi amici lo
hanno abbandonato, o è stato lui ad abbandonare loro?
Perché deve aver avuto origine da qualcosa.
O forse è solo comparso un giorno – così – senza motivo.
In ogni caso, a Malfoy non
interessa più di tanto. Insignificante. Irrilevante. Il vero
punto della questione è che ha cose molto migliori da fare
piuttosto che sprecare il suo tempo cercando di scoprire da dove sia venuto.
Il fatto di contare, ovviamente.
All’inizio non era poi
così male. Contava solo piccole cose e cercava di evitare il
numero tre. Niente di trascendentale. E se poi si sentiva davvero
esaurito da tutto ciò, risolveva tutto strofinando con forza la
sua bacchetta per cinque volte. Le bacchette servivano a risolvere le
cose, la magia faceva diventare tutto migliore e toccare la sua fonte
scacciava l’innominabile paura che si presentasse il Numero
Cattivo.
Non è sicuro di
essersi veramente accorto di quando tutto questo è cominciato,
ma ripensandoci, non gli dispiaceva per niente. Organizzare le cose.
Sistemarle in gruppi ordinati. Solo, ovviamente, se i gruppi non erano
formati da tre elementi.
***
Corruga
le sopracciglia quando le dita di lui si insinuano sotto i bottoni
della sua camicetta e la sua fronte si increspa precisamente in quattro
linee separate. Sfrega le mani sopra la stoffa del suo reggiseno, una,
due, tre, quattro volte e lei si lascia scappare esattamente due
sospiri di piacere. La desidera in centinaia e centinaia di modi
– talmente tanti da non riuscire a contarli, e questo dice tutto
– ma la cosa davvero straordinaria è che anche lei lo
desidera a sua volta nella stessa, disperata maniera.
***
Nessuno se ne accorge ed
è talmente diabolico nel nasconderlo che pensa che nessuno se ne
accorgerà mai. Non gli importa nulla se è mentalmente
spossato per la continua osservazione e conta di tutto quello che lo
circonda o se il palmo della sua mano è scorticato dallo
sfregamento contro il legno della sua bacchetta. È un Malfoy e uno Slytherin
e per questo preferirebbe che il
Ragazzo-che-Continua-Imperterrito-a-Comprare-Occhiali-Orrendi gli
facesse come minimo una dozzina di fatture davanti a tutta la Sala
Grande al completo piuttosto che lasciarsi scappare qualcosa.
Ovviamente aiuta molto il fatto di non aver anima viva a cui
confidarlo, ma non importa, a Draco non servono amici, in ogni caso.
Soprattutto amici che hanno
la faccia tosta di guardarlo dall’alto in basso da quando
è avvenuto l’Irrevocabile Cambiamento nella Sua Vita. Che
si fottano tutti, pensa, passando sdegnosamente in rassegna tutta la
Sala Grande. Che si fottano gli Slytherin per essersi dimostrati
così maledettamente prevedibili. Che si fottano i Gryffindor per
averlo previsto. Che si fottano anche lo Sfregiato, la Donnola e la
SangueSporco per essere sempre così bravi a cavarsela.
Qualcuno gli passa le patate
per la terza volta e nonostante siano il suo cibo preferito non si
azzarda a prenderne più. Non riesce a tenere in mano la ciotola
e a prendere la bacchetta contemporaneamente. Uno. Due. Tre. Quattro.
Cinque. Solo che sta cominciando a non essere abbastanza e questo lo fa
rimanere sulle spine. Combatte contro l’istinto di allentarsi la
cravatta e dentro le scarpe i suoi alluci cominciano a tamburellare
nervosamente, che, almeno secondo lui, può essere una buona cosa
visto che sono nascosti e magari riusciranno a distrarlo per tutta la
cena. Riprende in mano la bacchetta e ricomincia a contare unoduetrequattrocinqueunoduetrequattrocinque.
La SangueSporco lo sta
fissando. Se ne accorge con una certa sorpresa quando ormai si è
tranquillizzato. Sembra curiosa e lui non ha la più pallida idea
del perché: l’ha visto lasciar passare le patate, e
allora? Non lo conosce per niente e non sa che sono il suo piatto
preferito, potrebbe essere gravemente allergico per quello che ne sa,
ma la Granger ha quel suo orrendo sguardo da ficcanaso sulla faccia e
quindi le scocca la sua più letale combinazione di sogghigno
malefico e occhiata assassina. Si stupisce di essere stata scoperta e
distoglie lo sguardo così velocemente che lui si chiede se dopo
non le verrà il torcicollo.
Non che gli interessi
più di tanto, ma una parte di lui – quella più
infantile – spera proprio di sì.
***
È
la sua unica amica e la sola persona a cui possa raccontare qualsiasi
cosa. Lo ha chiamato Draco quattrocentodiciannove volte e pensa che non
si stancherà mai di sentirlo. Lo chiama Draco anche ora, quando
la sua mano scivola sotto il reggiseno e comincia ad accarezzarla pelle
su pelle. Le è sempre piaciuto essere toccata in quel modo e lo
rifarà migliaia di volte prima di stancarsi della consistenza
serica della sua pelle, del ritmo con cui il suo respiro gli scalda la
guancia. È tutto troppo perfetto per essere contato e quindi
chiude gli occhi, cercando solo di sentire.
***
Impiega 666 passi per
arrivare all’aula di Pozioni, il che non gli avrebbe creato
nessun problema se il sei non avesse raggiunto il tre sulla lista dei
Numeri Cattivi. Il suo umore, già pessimo di suo, peggiora
ulteriormente con il fatto che la Granger lo ha superato nel corridoio
e lo ha sicuramente visto muovere le labbra mentre contava con
attenzione ogni passo fatto. Subito dopo infatti gli ha scoccato uno
sguardo di sufficienza e lui si è ridotto ad apostrofarla
‘Inutile SangueSporco’ per distrarla e scacciarla via. Lo
disturba immensamente il fatto che non sembrasse offesa né
tantomeno irritata, solo molto curiosa. Magari non ci ha messo
abbastanza impegno e la sua solita cattiveria. Deve ricordarsi di
lavorarci sopra più tardi, meglio se davanti ad uno specchio.
E comunque non è stato efficace come una volta perché lei lo ha interrotto,
maledizione, e continua ad imprecare mentre cammina, chiedendosi cosa
farà di preciso per rispondere a questo attacco. Forse potrebbe
contare 666 modi in cui maledirla, ma è troppo distratto per
trovare divertente la cosa. Ha quasi voglia di ricominciare il suo
tragitto da capo e contare di nuovo ogni passo.
Arriva in ritardo e Piton lo
guarda dubbioso, ma non sottrae nessun punto dal conteggio della sua
casa, non che questo sia strano, ma Malfoy è quasi certo che
Piton abbia la sensazione che stia uscendo di testa dopo
l’Irrevocabile Cambiamento nella Sua Vita e la cosa infastidisce
non poco il suo orgoglio ferito. A scanso di equivoci si comporta come
se non gli interessasse per niente, scivolando al suo solito posto:
quinto sedile nella quarta fila.
Non si rende conto del
momento in cui smette di seguire la lezione e comincia a fissare la
Granger, lei ovviamente non lo sta guardando ora, ma è tutta
intenta a prendere appunti e probabilmente ad aspettare il momento in
cui alzerà la mano in aria. Sogghigna tra sé e sé.
Stupida saccente stronza SangueSporco.
Si chiede se si è
accorta di lui. Nonostante sia un bravo attore quando è da solo
abbassa inevitabilmente la guardia ed in quel momento lo colpisce il
pensiero raggelante che in alcuni momenti forse è stato troppo
concentrato per notare se ci fosse qualcun altro nei paraggi.
Oggi lei ha usato tre
forcine per raccogliere quell’assurdo groviglio di capelli e non
fa in tempo a rendersene conto che le ha già contate; aspetta
che arrivi l’impulso irrefrenabile di afferrare la
bacchetta…solo che…niente.
Il Numero Cattivo è stato in qualche modo neutralizzato e tutto
quello a cui riesce a pensare è: ma che cosa…? Di sicuro
lei non ne può essere immune. Di sicuro lei non qualche
soluzione magica a tutto questo, ma dopotutto, non sarebbe tipico della
Granger?
***
Gli posa
su tutto il viso baci leggeri, otto per la precisione, che sono come al
solito goffi e umidi. Quando gli si mette a cavalcioni, sovrastandolo,
sta già ansimando ed è una visione talmente bella da
farlo sentire perso. Completamente ed irrimediabilmente perduto. I suoi
capelli sono molto più soffici di quanto appare, tanto che gli
solleticano il naso mentre sposta le sue attenzioni sempre più
in basso e in quel momento è pericolosamente e meravigliosamente
vicino a non pensare a nulla.
***
Draco è diventato
schiavo dei Numeri Cattivi, ne è talmente ossessionato da
vivere, pensare e respirare solo grazie a loro. Cerca di raccontare a
se stesso che potrebbe farne a meno in qualsiasi momento, ma è
una pura e semplice menzogna e lui lo sa perfettamente. Sarebbe
completamente perso senza di
loro, certe volte pensa addirittura di non ricordarsi più come
funzionare solo perché non riesce a ricordarsi come smettere di
contare tutto quello che fa, tutte le sue funzioni.
Una settimana dopo aver
sorpreso la Granger con tre forcine nei capelli tenta una nuova strada
per arrivare all’aula di Pozioni ed il fatto di averla percorsa
in 827 passi (anche se a dir la verità l’ultimo era un
penoso mezzo saltello per non finire a 826) lo mette di buon umore. Si
sente su di giri per la sua conquista ed avrebbe voglia di urlarlo ai
quattro venti, sta addirittura per mettersi a sghignazzare per la
soddisfazione quando si rammenta che i Malfoy, per loro stessa natura,
non si mettono a ridere in pubblico. L’ilarità è
sintomo di debolezza e lui si rifiuta di essere così facilmente
smascherabile.
Ovviamente è in
vergognoso ritardo per la lezione di Pozioni – più
vergognoso del solito – e il pensiero ha l’istantaneo
effetto di calmarlo. In realtà non è sicuro di quanto a
lungo Piton continuerà a lasciar correre, ma a quanto pare
è miracolosamente fortunato anche per questa volta…o
così pensa fin quando non prova a sedersi.
Qualche povero idiota gli ha
rubato il suo posto. È talmente…accecato dalla rabbia che
non lo riconosce nemmeno, potrebbe essere chiunque…davvero…l’unica
cosa che conta è che ormai l’unico posto libero è
vicino alla Granger, terzo posto nella terza fila.
Non ce la può fare. Non ce la può fare. Non ce la può fare.
La sua esitazione desta la curiosità di Piton, “C’è qualche problema, Signor Malfoy?”
Sì! Certo che c’è!
Vorrebbe urlare Draco. E vorrebbe anche precipitarsi fuori
dall’aula, ma sa che attirerebbe troppo l'attenzione, e allora
tutti gli altri oltre a lei se ne potrebbero accorgere e nessun altro
se ne deve accorgere perchè a quel punto comincerebbero tutti a
guardarlo contare, impazzire e diventare pazzo a contare, che, come
debolezza, è molto peggio del ridere in pubblico, e Malfoy non
riesce davvero più a sopportare nemmeno una sola singola
debolezza e quindi non può –
Unoduetrequattrocinqueunoduetrequattrocinqueunoduetrequattrocinque
– non prende neanche
in mano la bacchetta perchè non rimane più tempo e i suoi
piedi si stanno lentamente ed inesorabilmente muovendo verso quel
maledetto posto, in cui non si può davvero
sedere. Non sa cosa potrà succedere quando alla fine ci si
dovrà infilare – sì che lo sa, assolutamente nulla
– ma se...e poi...
La Granger si alza
improvvisamente e fissa gli occhi castani e sereni sul suo sguardo da
folle. Non sorride, non fa proprio niente se non metter su un'aria
molto seccata...solo dopo però che ha distolto l'attenzione da
lui. Con le mani sui fianchi apostrofa Weasley, che si è seduto
nella fila precedente la sua "Te l'ho già detto un migliaio di
volte, Ron," si lamenta esasperata, "Non sopporto quando ti siedi
davanti a me. Lo sai che non riesco a vedere niente."
Poi sbuffando teatralmente
si lascia cadere, con enorme confusione di Weasley, nel posto in cui
Draco non riesce a sedersi. I Numeri non la toccano. Sposta i suoi
libri più vicino a lei e fa finta di non sentire Piton mentre
toglie punti ai Gryffindor.
Draco non riesce a crederci.
Con circospezione occupa il posto che lei ha lasciato libero e la
guarda, confuso. Lei sa. Non è così tardo da non averlo
capito, stando così i fatti. Lo deve aver osservato meglio e
più a lungo di quanto avesse pensato. Ma perchè è
venuta in suo aiuto? Dev’essere stata la sua dannatissima indole
da Gryffindor, così nobile e caritatevole. Povero Malfoy, suo padre è in galera e non ha più un amico al mondo. Probabilmente è diventato una delle sue tante cause perse, come quella ridicola campagna per i maledetti elfi domestici.
Draco vorrebbe sentirsi
almeno un po’ offeso, ma la sola cosa che prova è un
immenso e straripante sollievo. Qualcuno si è accorto ed
è passato un periodo di tempo orribilmente lungo
dall’ultima volta in cui qualcuno lo ha guardato per quello che
è veramente.
All’improvviso la
Granger lo sta letteralmente fissando. I suoi occhi sono gentili e
comprensivi, ma il sibilo inviperito che gli rivolge non lo è
per niente. “Smettila di guardarmi, Malfoy,” gli ordina.
E lui le sorride, si
dimentica anche di strofinare la sua bacchetta tre volte prima di
risponderle, “Non provare a far finta che non ti faccia piacere,
Granger. Scommetto che te ne stai seduta tutto il giorno sperando che
io ti guardi.”
È talmente sollevato
di non essere stato costretto a sedersi in quel posto e di non essere
stato ridicolizzato da lei davanti a tutti che si azzarda ad ammiccarle
in un modo che può essere quasi considerato amichevole.
“Malfoy, sei veramente
vergognoso.” Gli risponde, ma lui crede che le stia venendo da
ridere, perché stringe le labbra e due piccole rughe le
compaiono su entrambi i lati della bocca.
“Verba volant1,
Granger,” le sussurra, e poi, dato che potrebbero essere
pericolosamente vicini al condividere uno di quei stramaledetti momenti, “Verba volant, Hermione.” Lei lo fissa a lungo, completamente allibita.
***
Quando
arriva al culmine, ansima profondamente due volte e rimane immobile
sotto di lui per cinque secondi. Poi morde delicatamente il punto in
cui il suo collo si congiunge con la spalla, conoscendo perfettamente
l’effetto che gli provoca, e all’improvviso è
lì anche lui, circondato solamente dalla completa beatitudine e
da Hermione e per la prima volta dopo molti mesi l’unica cosa che
riesce a sentire è il più profondo e totale silenzio.
1) Nell'originale inglese era "Stick and stones", che si rifa' ad una filastrocca per bambini: 'Stick and stones may break my bones but words will never hurt me'.
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