Compagnia da gay bar

di Rota
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Cap. 7








Living easy, living free
Season ticket on a one-way ride
Asking nothing, leave me be
Taking everything in my stride(4)


La macchina si muove veloce nel traffico, nonostante la pioggia scrosciante che batte sulla città tutta.
In parte al conducente, Lily è schiacciata contro il proprio sedile, tenendo una mano ferma alla propria portiera, senza però dire una sola parola. Nutre, come sempre ha fatto, una profonda fiducia in lui, e sa perfettamente che non può deluderla. Per quanto abbia paura, per quanto sia ancora shockata da quanto è successo, lo seguirà in ogni passo.
Dietro al passeggero, c’è proprio Antonio Carriedo, con addosso una di quelle agitazioni che prendono tutto il corpo e lo muovono fino all’esaurimento. Ha paura, prova angoscia, prova rabbia, e questo miscuglio di emozioni lo assale e lo travolge rendendolo incapace. Muove le braccia, si sporge in avanti e sembra quasi voler dire qualcosa al proprio amico, ma poi rinuncia e si siede di nuovo, guardando fuori dal finestrino o qualche parte indistinta della vettura. Quella doveva essere una sera di festa, dannazione!
Al posto del conducente, c’è Vash. Silenzioso, preciso e attento. I suoi nervi sono collassati un solo secondo, quando ha saputo dove è Ivan e dove è Bruce – e specie cosa è successo perché i due siano in quei luoghi, rispettivamente. Poi ogni cosa è tornata al suo posto e lui è partito all’azione.
Roderich non c'è, è rimasto con gli invitati in uno stato di pura confusione. D'altronde, Vash ha detto che non sarebbe rimasto via se non per mezz'ora, ma sicuramente lo svizzero non ha pensato di doversi portare dietro anche un certo tipo di pubblico.
Non avrebbe dovuto però cedere alla curiosità di Antonio Carriedo che, nel vederlo così turbato, si è turbato a sua volta. E lo spagnolo sa essere parecchio insistente, così come Vash sa essere ben poco paziente. E benché Feliciano lo aveva pregato di non dirgli nulla - lui, che si era persino spinto a chiedergli aiuto, in uno stato fin troppo alterato per pensare davvero - Vash non era riuscito a resistere.
Se solo sprecasse qualche parola per tranquillizzare i suoi passeggeri, forse sarebbe meglio, ma la tensione che gli si legge in viso, nonostante tutto, fa desistere chiunque dall’instaurare un qualsivoglia dialogo.
Almeno finché non è lo stesso Antonio a prendere la parola, rivolgendosi direttamente a lui.
-Vash, non credi di star correndo un po’ troppo? Questo macinino non può sostenere una velocità simile…-
Con uno solo sguardo al finestrino e quindi alla sua persona, Vash lo fulmina – per la sua macchina, per il suo orgoglio, per la sorpresa rovinata e per la ragione che lo stava muovendo.
-Non abbiamo tempo da perdere! Non ne abbiamo!-
L’altro rimane muto per qualche istante, ricambiando il suo sguardo di fuoco. Si vede che si sta sforzando per non urlare.
-Non ne avremo di sicuro se continuiamo così! Ci farai schiantare contro un muro!-
Lily prende a sua volta la parola, poggiando delicata una mano sulla gamba del suo ragazzo.
-Vash, se rallenti anche io mi sento più tranquilla…-
Allora Vash rallenta e fa più attenzione. In effetti, se proprio Bruce deve morire, di certo non aspetterà loro.
Ma l’ansia è tanta, e di sicuro non sarà alcuna logica a sedarla.
Lily lo guarda in viso, vedendovi per la prima volta la pura rabbia ivi dipinta. Allora fa la prima cosa che le viene in mente, cercando di calmare entrambi e riportarli all’ordine.
Parte la musica, all’improvviso.








(4)Highway to hell, ACDC




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