Fandom: Harry Potter/Supernatural.
Pairing/Personaggi: teacher!Castiel/student!Dean, headmaster!Bobby/teacher!Crowley, student!Chuck,
teacher!Pamela (più vari nominati).
Rating: Pg-13.
Beta: Koorime
(dovere coniugale ♥)
Genere: Comico, Romantico.
Warning: Hogwarts!AU,
Crossover, Drabble, One-Shot, Slash.
Words:
2600 = 100 x 26 (fiumidiparole).
Summary: Dean è uno studente del
settimo anno, appena maggiorenne e ha un sacco di problemi: una madre morta
quand’era piccolo, un padre troppo preso dal lavoro, un fratellino a cui
badare, i M.A.G.O. da conseguire... e un’imbarazzante
cotta per il Professor Castiel Silente. E lui
è etero - etero capito?! - quindi perché quel
tizio monoespressivo gli fa un effetto del genere?!
Note: La storia è
divisa in paragrafi da 100 parole l’uno perché è critta per il Sillabario di maridichallenge,
su questo
prompt – si è mio, e allora? – per il Festival del Crossover
di destiel_italia.
Note
(più o meno) inutili: Dovendo trovare un cognome per Castiel, mi sono ritrovata a fare una scelta simile a
quella che hanno preso i traduttori italiani di Harry Potter: ovvero inventare
un nome che richiamasse in qualche modo il carattere del personaggio.
Pensando a Castiel, il cognome Silente mi è saltato subito in mente – anche perché è un noto
cognome magico – e ho riso così tanto e mi è parso così calzante che non ho
potuto fare a meno di sceglierlo. Quindi, sì, sappiate che la decisione è un
po’ molto volutamente ridicola.
DISCLAIMER: Non mi appartengono,
non ci guadagno nulla ù_ù
Dean Winchester e la Profezia Segreta
Antiche Rune:
Un tonfo risuonò nella classe chiusa in un silenzio
concentrato. Dean si svegliò all’improvviso, massaggiandosi la fronte che aveva
sbattuto sul banco, dopo essersi incautamente addormentato con la guancia
posata sul palmo ed il gomito puntellato sul ripiano.
Avrebbe volentieri evitato di seguire quella materia
pallosa, davvero, ma pareva fosse necessario un M.A.G.O.
in Antiche Rune per diventare Spezzaincantesimi.
Immediatamente si ritrovò addosso gli
enormi occhi blu del Professor Castiel Silente e
rabbrividì senza poterselo impedire. Non che avesse paura, ma
quell’insegnante aveva un modo di guardarlo che gli toglieva il fiato; sembrava
trapassargli la pelle ed arrivare dritto alla sua anima.
Bacchetta:
Una risatina soffocata gorgogliò accanto a lui e Dean odiò
Jo Harvelle, la sua migliore amica nonché – traditrice! – compagna di Casa, con
tutta l’intensità del suo essere. Avrebbe tanto, davvero tanto, voluto strozzarla con la sua sciarpa rosso-oro.
«Dormito bene, Dean?» gli domandò il Professore; era uno dei
pochi docenti a non trattare gli alunni con eccessiva formalità. E lui si agitò
sulla sedia, a disagio, percependo qualcosa di rigido dentro i propri
pantaloni. E, no, non era la
bacchetta.
«Divinamente, Signore» tossicchiò. In nome di Godric, perché – perché?! – quel tizio monoespressivo
gli faceva un effetto del genere?
Caposcuola:
La campanella suonò in quel momento, salvandolo da una
meritata punizione, ed il ragazzo si affrettò a sfilare fuori dalla classe con
i compagni. Tuttavia, il Professor Silente lo richiamò un attimo prima che
varcasse la porta.
Tornò sui propri passi a capo chino, aspettandosi di veder
scomparire un bel po’ dei punti guadagnati nell’ultima partita di Quidditch, ma l’insegnate lo
sorprese.
«Potresti portare questo libro al
Preside? Io ho un’altra lezione tra pochi minuti».
Il ragazzo fu costretto ad acconsentire, d’altronde quelle
commissioni rientravano nei suoi compiti di Caposcuola, e fremette ancora
quando sfiorò la mano di Castiel nel prendere il
volume.
Divinazione:
Guardare quell’uomo negl’occhi era
come fissare un Drago; erano antichi e penetranti, di un blu così intenso da
sembrare innaturale.
Dean deglutì a fatica ed annuì, congedandosi
frettolosamente. Salì le scale che portavano al piano superiore, in cui si trovava
l’ufficio del Preside, e lì incontrò il membro più sexy di tutto il collegio
docenti: Pamela Burnes, Professoressa di Divinazione.
«Signor Winchester…» lo fermò con un’occhiata maliziosa
«Buona fortuna!» gli augurò.
«Per cosa?» domandò perplesso.
«La sua prima volta».
«È accaduta diversi anni fa, Signora» sogghignò.
«No, non direi» lo contraddisse lei sibillina.
Sfortunatamente, le Profezie di Pamela Burnes
avevano il cattivo gusto di avverarsi. Sempre.
Erezione:
Tutto ciò non giovò affatto all’erezione che tentava di
nascondere tra le pieghe della veste da mago. Ringraziò silenziosamente i
quattro Fondatori per aver scelto una divisa così ampia e maledì il proprio
cervello malato, che al suono di “prima volta” gli suggeriva immagini di se
stesso e del Professor Silente molto appiccicati e
molto nudi.
Diamine, lui era etero – etero,
capito? – perché nemmeno l’idea di perdere l’ultimo brandello di verginità
rimastagli gli causava problemi?
Ormai aveva quasi raggiunto l’ufficio del Preside. Fissò con
astio il proprio uccello e ordinò: «A cuccia!», ma quello ghignò indifferente,
sempre ritto.
Fergus:
Il Preside Bobby Singer era un vecchio amico di famiglia e
per lui era uno zio acquisito; stava sempre da lui quando suo padre – grande
esperto di creature magiche – viaggiava per il mondo.
Aveva perfino convinto Dean a cedere la carica di Capitano
per diventare Caposcuola, dato che aveva totale fiducia in lui. Quindi non si
disturbò a bussare, aprì semplicemente la porta.
Se ne pentì non appena sentì la voce di Bobby pronunciare un
basso e minaccioso: «Fergus…» all’indirizzo del
Professor Crowley, docente di Pozioni, comodamente seduto
sulla scrivania e teso verso di lui.
La sua erezione scemò di colpo.
Grido:
Dean ingoiò un grido d’orrore e desiderò cavarsi gli occhi,
specie quando notò che il Professor Crowley aveva la
mano sul nodo, già allentato!, della cravatta del
Preside.
Sperò che una botola gli si aprisse sotto i piedi, quando
l'insegnante gli puntò addosso i suoi occhi furbi, al
momento molto seccati. Avrebbe escogitato un modo di metterlo in punizione, poi
lo avrebbe dato in pasto ad uno dei suoi ferocissimi cani a tre teste ed
avrebbe fatto sparire ogni traccia; lo sapeva.
«Buonasera» La
scrivania è comoda?,
avrebbe voluto chiedere. Invece aggiunse solo: «Il Professor Silente mi ha
pregato di portarle questo».
Hulk:
Bobby divenne verde e non alla maniera di quel supereroe Babbano – come si
chiamava? – Hulk, piuttosto a quella di un
poveraccio che ha pescato una gelatina alle caccole in mezzo alle Tutti-i-gusti+1,
poi le sue guance s’incendiarono di rosso.
Dean finse misericordiosamente di non notarlo e posò il
libro sopra il tavolino più vicino. «Allora, io vado, Signore» borbottò,
cercando di fuggire.
Crowley si schiarì la voce ed il
ragazzo desiderò morire, davvero. Si voltò più lentamente che poté, sperando
che nel frattempo l’uomo fosse sceso dalla scrivania, o quantomeno avesse
rimesso le mani apposto. Ovviamente non l’aveva fatto.
Incantesimo:
«Porta questo a Castiel» spiegò
porgendogli una pergamena. «Temo che Robert
si stesse dimenticando» osservò divertito.
Il Caposcuola fu costretto a tornare sui propri passi e –
peggio! – avvicinarsi a loro per prendere il foglio. Il Professor Crowley trovava sempre il modo peggiore di punirlo. Sempre.
Prese la pagina, cercando di non toccare l’insegnate nemmeno
con un dito, e vi sbirciò all’interno. Sembrava un’antichissima formula in
runico, forse un incantesimo.
Il docente di Pozioni fece schioccare tre volte la lingua
contro il palato. «Cinque punti in meno a Grifondoro
per essere un ficcanaso, Signor Winchester» decretò, facendogli alzare lo
sguardo oltraggiato.
Joker:
Crowley sogghignò come il Joker, un sorriso storto che gli divideva la faccia in
due parti. Dean desiderò infilargli la cartabomba su
per il culo.
Bobby parve intuire i suoi pensieri, perché lo congedò con
una burbera raccomandazione, ed il ragazzo si affrettò ad andarsene, prima di
sguainare la bacchetta e pronunciare un Engorgio
direttamente tra i denti di Fergus o Appellare la propria mazza da Battitore e
spaccargliela in testa.
Caracollò giù per le scale e percorse il corridoio a passo
di marcia. Solo quando arrivò al piano inferiore si ricordò a chi avrebbe dovuto consegnare la
pergamena e deglutì pesantemente.
King’s Cross:
Fu come essere messo K.O. dall’Espresso per Hogwarts.
Avrebbe dovuto rivedere Silente e venire di nuovo scannerizzato – ehi, essere un
Mezzosangue aveva i suoi benefici, non tutti conoscevano parole simili! – dai
suoi occhi blu.
A proposito dell’Espresso, lì aveva incontrato Castiel per la prima volta, all’inizio di quell’anno. Stava
cercando uno scompartimento, dopo la riunione dei Prefetti, ma erano tutti
occupati e non aveva ancora trovato traccia di Sammy;
il suo fratellino frequentava il terzo anno a Serpeverde
– eretico! – e sicuramente era con Ruby, quella piccola megera che lui si
ostinava a definire la sua migliore amica.
Lumos:
A volte si chiedeva cosa ci facesse il suo fratellino
gentile e sensibile nella Casa verde-argento, poi ricordava la sua astuzia e
faceva i complimenti al Cappello Parlante.
Era arrivato fino all’ultimo scompartimento, che sembrava
misericordiosamente vuoto. Era anche dannatamente buio, però, visto che la
tenda era completamente tirata. Così aveva pronunciato un Lumos e solo allora si era
accorto che c’era qualcuno addormentato nel posto più vicino alla finestra,
così immobile da passare per un pezzo d’arredamento. Se Dean non avesse visto
chiaramente il suo petto alzarsi ed abbassarsi, lo avrebbe creduto morto. Lo
aveva osservato ammaliato, senza potersi trattenere.
Morbido:
Non si vedevano spesso adulti, sul treno, a parte il
macchinista e la signora che portava il carrello del pranzo, quindi quella
presenza era già di per sé curiosa. Così aveva fatto due più due: doveva essere
il nuovo professore; l’altra Caposcuola gliel’aveva accennato prima, durante la
riunione.
Alla tenue luce della bacchetta, aveva scorto una zazzera di
capelli scuri ed arruffati, un volto pallido, dai lineamenti regolari, oscurato
da un velo di barba, e due labbra incredibilmente piene e morbide. Avevano una
forma così invitante da sembrare incongrue sul volto di un uomo, ma erano
perfette con tutto il resto.
Normalità:
Dean aveva spento la bacchetta, si era accomodato di fronte
al tizio, aprendo la tenda giusto il tanto da rischiarare il punto in cui si
era piazzato. Poi aveva tirato fuori dalla tasca della divisa un walkman –
incantato con l’aiuto di Bobby per funzionare anche tra le barriere di Hogwarts – e preso dal baule la propria scopa: un’Impala ’67.
Era un vecchio modello, uscito quando suo padre era ancora ragazzo
ed ereditata proprio da lui, ma non gl’importava. Era stabile e maneggevole,
perfetta per il suo ruolo di Battitore.
Quindi aveva preso il lucido, iniziando a curarla
amorevolmente.
Orgoglio:
A distrarlo era stato il discreto bussare della signora col
carrello del pranzo. Dean aveva aperto la porta dello scompartimento per metà,
parlando a sottovoce per non svegliare il Professore e, dopo una breve
esitazione, aveva preso un sandwich anche per lui; una volta sveglio avrebbe
avuto fame, considerò.
I Winchester non navigavano nei
Galeoni, suo padre spendeva molto per i propri viaggi di lavoro e gli mandava i
soldi contati, e a lui non piaceva chiedere a Bobby. Così passava l’estate a
lavoricchiare per mettere qualcosa da parte. Ma i soldi per un panino in più li
aveva, che diavolo!
Pregio:
Forse a svegliarlo era stato proprio l’odore del cibo,
perché Silente aveva schiuso le palpebre poco dopo. Dean era così intento a
mangiare da non averlo notato, era stata la sensazione d’essere fissato con
insistenza a fargli alzare lo sguardo ed incontrare per la prima volta quegli
occhi incredibilmente blu.
«Ne ho preso uno anche per lei, Signore» Gli aveva teso
l’altro sandwich mentre Castiel notava la tenda
aperta solo di uno spiraglio e l’offerta disinteressata.
«Sei un ragazzo gentile» erano state le sue prima parole. La
sua voce roca era rotolata giù per la schiena del Caposcuola come un lungo
brivido.
Quotazioni:
A riportarlo brutalmente alla realtà fu Cuck
Shurley, Prefetto di settima Tassorosso,
che gli si schiantò addosso senza tanti complimenti. «Ehi, Dean…» esordì.
«Se stai per dirmi che stasera darò via il culo, ti infilo
la spilla su per il tuo!» l’aveva preceduto. Quel tizio non era male, davvero,
ma era noto per essere l’alunno migliore della Professoressa Burnes.
L’altro gli restituì un’occhiata perplessa. «No, volevo solo
sapere se hai visto Badass» replicò impaurito.
Dean desiderò sprofondare, ancora. Tacitò l’imbarazzo appuntandosi di riferire ad Ash, suo compagno di Casa e migliore amico, di essere più
discreto con il suo banco di scommesse.
Ritratto:
Quando finalmente bussò alla porta dell’ufficio del docente
di Antiche Rune, era ancora più nervoso di prima.
Il Professore lo accolse con un libro polveroso in mano ed
un paio di occhialetti da lettura a mezzaluna sulla punta del naso minuto.
Quelli, correlati ai suoi occhi indaco, gli ricordarono il ritratto del famoso Albus Silente, appeso nell’ufficio del Preside; si
vociferava che Castiel e suo fratello Balthazar – il padrone della Testa di Porco – fossero suoi
lontani parenti.
«Entra» lo invitò l’insegnate, facendogli spazio.
Il suo ufficio e quello di Bobby avevano un evidente tratto
comune: erano tappezzati di volumi.
Sguardo:
«Il Professor Crow… cioé… il Preside Singer le manda questa» si corresse in
extremis porgendogli la pergamena.
«Molto bene. Grazie, Dean» replicò Castiel, controllando
brevemente il contenuto ed accennando un sorriso.
Lui rifuggì il suo sguardo, incapace di sostenerlo un
secondo di più. «Okay, allora... vado. Ho… delle
cose... da fare» smozzicò, occhieggiando con desiderio
la porta – sua salvezza!
«Aspetta un attimo» lo trattenne l’insegnante,
consegnandogli un altro foglio. «È il programma della
lezione di oggi. Capisco di non andarti a genio, Dean, ma dovresti impegnarti
un po’ di più se vuoi ottenere un M.A.G.O. nella mia
materia» concluse con mestizia.
Travisare:
«Cosa le fa pensare di non andarmi a genio?» chiese Dean sotto
shock.
«Non riesci nemmeno a guardarmi in faccia» sospirò l’uomo.
«Si rende conto di avere due raggi laser al posto degli
occhi?» ribatté allora stranito.
«Raggi laser?» Castiel inclinò la testa con perplessità ed il ragazzo si
sentì arrossire.
«Sono come... Schiantesimi»
borbottò strascicando un piede a terra.
Il Professore sgranò gli occhi, sorpreso. «Non pensavo di
avere uno sguardo tanto insopportabile» rispose, abbassando il capo.
E Dean non ci vide più, lo afferrò per il bavero della veste
da mago e schiacciò impetuosamente la bocca sulla sua.
«Capito ora?» ansò poi sulle sue
labbra.
Urgenza:
Il libro che Castiel aveva ancora
in mano cadde a terra con un tonfo, le sue ciglia sbatacchiarono allibite e
Dean trattenne il fiato. Già sentiva il rumore dei trilioni di rubini che
sparivano dalla Clessidra dei Punti Grifondoro mentre
veniva sbattuto fuori dalla suola.
Invece, tutto ciò che il docente mormorò fu: «Temo dovrai
spiegarmelo meglio» arrossendo appena.
Gli incorniciò il viso tra le mani, ed il ragazzo lo baciò
ancora, con più urgenza, infilando le dita tra i suoi capelli perennemente
arruffati.
Un attimo dopo il Caposcuola si ritrovò pressato contro il
bordo della scrivania, ma il Professore all'improvviso si fermò.
Veela:
Castiel posò la fronte sulla sua,
strizzando le palpebre per trattenersi. «Non posso, sono un tuo professore»
parve ricordare solo il quel momento.
«Non è colpa tua. È il mio charme
da mezzo-Veela» replicò
Dean, tirandoselo di più addosso.
«Davvero?» domandò il docente, riaprendo gli occhi sorpreso.
«No» lo seccò subito lui. «Sono figo e basta. Il resto è leggenda»
sogghignò, strappando un involontario accenno di sorriso anche all’insegnante,
che però gli rifilò uno sguardo severo subito dopo.
«Sono maggiorenne, secondo le Legge Magica» sbuffò quindi
Dean «E tra qualche mese lo sarò anche per quella Babbana»
si sentì in dovere di precisare.
Whisky Incendiario:
«Ma io resto comunque un tuo
professore. Non è etico circuire uno studente» ribatté
Silente.
«Vuole approfittarsi di me, Signore?» lo interrogò,
assumendo un’aria innocente davvero poco credibile perfino per il docente di
Antiche Rune.
«Dean…» lo richiamò questi, in un basso rimprovero.
«Credo di essere stato io a circuirti, Cas»
si azzardò, ricevendo un’occhiata perplessa per il nomignolo.
«Non penso che questo interesserà a qualcuno, se si venisse
a sapere» osservò giustamente.
«Allora potremmo fare le cose con
calma, se preferisci. Magari potresti offrirmi da bere e poi fare di me una
donna rispettabile» sogghignò, puntando la bottiglia
di Whisky Incendiario accanto al camino.
X-files:
«Aggraviamo con l’offerta d’alcool?» replicò il
Professore atono.
«Non preoccuparti, l’archivieremo tra gli X-files» gli assicurò il Caposcuola.
«X-files?» ripeté Castiel, inclinando
la testa di lato in quel suo modo distintivo.
«Wow. Non sai propria nulla
della cultura Babbana, eh?»
considerò il Grifondoro, inarcando un sopracciglio.
«Ho seguito Babbanologia,
quand’ero ancora studente» rispose serio l’insegnate, facendogli alzare gli
occhi al cielo.
«Ricordami di portarti al cinema, durante le vacanze
di Natale» sospirò Dean.
«Dovrò restare a Hogwarts
per…» cominciò il Professore, ma lui sbuffò spazientito.
«Chiuda il becco, Signore»
ordinò, prima di catturare di nuovo le sue labbra e infilargli la lingua in
bocca senza tante cerimonie.
Yeti:
Castiel cercò blandamente
di sottrarsi, ma non sembrava davvero convinto, oppure le mani di Dean che
s’infilavano sotto la sua veste gli avevano tolto ogni rimostranza.
John Winchester, da esperto qual’era, sosteneva
sempre che il maggiore dei suoi figli avesse la grazia di uno
Yeti, e questi non poteva dargli tutti i torti, mentre trascinava Castiel verso una porticina che – presumibilmente – portava
alla sua camera da letto.
Sperava giusto di non diventare altrettanto peloso,
magari.
Le Profezie di Pamela Burnes
ancora una volta si rivelarono esatte, ma Dean sperò non li stesse spiando
attraverso una sfera di cristallo, grazie tante.
Zellini:
Diverse monete tintinnarono sulla scrivania del
Preside, mentre questi borbottava contrariato, contandole con attenzione.
«Mancano cinque Zellini, caro» gli fece presente il Professor Crowley.
Bobby masticò un'imprecazione, poi domandò: «Quella
pergamena che hai dato a Dean, non è la barzelletta che Castiel
ti ha passato l’altro giorno?» stringendo gli occhi
sospettoso.
«Può darsi» sorrise mefistofelico il docente di
Pozioni.
«Non è corretto» obbiettò il Preside.
«Hai perso Robert,
metà a me e metà a Pamela e al Signor Shurley»
replicò l’altro, scivolando con eleganza giù dallo scrittoio.
«Fergus…» lo richiamò Bobby, con il solito tono
d’avvertimento e lui gli soffiò un bacio prima di varcare porta.
FINE.