In
the Rain.
Pioveva. Intorno a me,
l'acqua scendeva
giù, ridisegnando la forma delle cose, rendendo tutto
più astratto,
tutto incredibilmente inaspettato e poco realistico. Era come essere
protagonisti di uno di quegli strani fumetti dove tutti, tutti i
personaggi hanno un aspetto quantomeno ambiguo. Sembrava tutto
così
incredibilmente spento, così irrimediabilmente grigio.
Come se il sole non fosse
mai esistito.
Come in un mondo parallelo: tutto era diverso, eppure tutto rimaneva
uguale. Questa differenza inquietante ed al contempo affascinante mi
avvolgeva, come uno strano, cupo mantello dall'aria sinistra, eppure
maestosa.
Mossi alcuni passi in
avanti, e la
pioggia m'investì completamente, rendendomi parte di quel
disegno
così inaspettatamente reale. Avrei preso un malanno, forse.
Non
m'interessava più.
Affondai i piedi in una
pozzanghera,
bagnando completamente le scarpe che mi erano state regalate poche
settimane prima, per il mio ventunesimo compleanno, aumentando la
velocità dei miei passi, sempre di più. Ma non
avrei corso.. o
forse si.
Non sapevo dove andare.
Tutto, attorno
a me, era nuovo e grande, infinitamente troppo grande. Sentivo
l'acqua penetrare all'interno dei miei vestiti, bagnando la mia pelle
calda, dannatamente calda. Ogni volta che una goccia d'acqua mi
sfiorava, avvertivo i brividi percorrermi come una scossa, come se
avessi deciso di infilare un paio di dita in una presa,
così, per
gioco. Un freddo che ti accende un fuoco dentro, un fuoco che
è
difficile riuscire a spegnere.
Lacrime calde, estranee,si
mescolarono
alle stille ghiacciate che mi cadevano sul viso. Chiusi gli occhi di
scatto, per poi riaprirli velocemente. Avevo la vista leggermente
offuscata, ma questo non mi avrebbe rallentato. Sapevo che presto
sarebbero venuti a cercarmi.
Però, ero stufo di scappare. E il
peso dei vestiti bagnati mi spingeva a fondo in modo lento ed
impercettibile. Volevo solo nascondermi. Solo scomparire.
Intanto, il getto della
pioggia
aumentava. Ed io cominciavo a sentirmi stanco. Le gambe tremavano,
come non avevano mai tremato prima. E le parole che avevo vomitato in
faccia al mio migliore amico non facevano che tornarmi in mente,
amare quanto lo era la realtà.
Ero stato davvero, davvero
stupido. Le
cose non sarebbero migliorate. Essermi tolto quel peso che gravava
sulle mie spalle ne aveva solo aggiunto un'altro infinitamente
più
pesante.
Avrei potuto sopportare di
mantenere un
segreto. Anche se quel segreto era così importante da
togliermi il
fiato. Così evidente da rendermi inefficiente durante le
riprese.
Così assurdo da essere quasi comico.Avrei potuto sopportare
di
perdere la mia sanità mentale, a costo di mantenere qualcosa
di più
importante.
L'affetto di Darren,
stargli accanto,
valeva molto di più di tutte queste cose.. valeva
più di qualsiasi
altra cosa, in effetti, molto più di quanto avrei potuto
credere.
Valeva più della
mia felicità.
Ero davvero stato
così stupido, così
poco professionale? Avevo davvero avuto il coraggio di fare un gesto
così poco posato e tranquillo, così poco fuori
dalla mia portata,
dalla mia personalità?
La risposta alla domanda,
per quanto
scioccante, era solo una: si.
Io, la
professionalità in persona. Lo
stesso Chris che mai e poi mai si sarebbe innamorato di un collega.
Lo stesso Chris che non perdeva mai le staffe, il ragazzo che sarebbe
riuscito a mantenere la pace tra Lord Voldemort ed Harry Potter. Lo
stesso che, appena cinque minuti prima, era sbottato, dando inizio ad
una furiosa lite col suo migliore amico, e, ops, si era lasciato
sfuggire che lo amava come non aveva mai amato nessun altro.
Ed ero fuggito dall'albergo
a cinque
stelle che ci ospitava, perdendomi in una città mai vista
prima di
quella sera. Fantastico.
Mi resi conto di trovarmi
all'interno
di un parco giochi. Mi sentivo stremato, come se avessi corso per
miglia, e la pioggia non cessava, anzi, sembrava aumentare. Un tuono
in lontananza mi avvisò dell'imminente arrivo di un
temporale. E
quello avrebbe dovuto essere un tuor estivo?
-Maledizione!- Non avevo il
telefono
con me, non avevo idea di quanto tempo fosse passato, e non potevo
rintracciare nessuno. In giro non c'era nessuno. Sospirai,
riparandomi all'interno di uno scivolo rosso e blu, dove c'era un
rialzamento che qualcuno aveva evidentemente usato per preparare una
deliziosa torta di fango ed erbacce.
Chissà, magari,
qualche anno prima,
sarebbe stato tutto più semplice.
A volte mi chiedevo come
sarebbe stato
tornare indietro nel tempo. Da bambini, non facevo che ripetermi,
ogni cosa si può vivere in modo differente, senza troppi
drammi. Con
l'arrivo della memoria, delle esperienze, della conoscenza, tutto
assume un peso diverso, un peso che grava sulle persone e le rende
meno fantasiose.
E io non credevo di poter
realmente
vivere senza fantasia. Era, semplicemente, una parte importante di
me, e di quello che sentivo vicino a me.
Forse era per questo che mi
ero
innamorato di Darren, dopo tutto.
Lui era sempre
così estremamente
spontaneo, giocoso, vivo. Dei due, ero sempre stato sicuro di essere
il più responsabile.
A quel punto, però, non avevo idea di
quanto quella convinzione potesse essere giusta.
Lo avevo promesso a me
stesso quando
avevo cominciato a prendere coscienza della mia sessualità e
di
quello che volevo essere: non mi sarei mai innamorato di qualcuno che
non avrebbe potuto darmi quello che cercavo.
Mi sarei imposto di non
innamorarmi di
colleghi e amici, per non rendermi la vita assurdamente impossibile.
Con l'arrivo di Darren,
però, avevo
dovuto ripetere nella mia mente quei propositi talmente tante volte
che ormai erano diventati quasi un mantra.
Ma, forse, quando ti rendi
conto di
doverti imporre certi limiti, è ormai troppo tardi. Li hai
già
varcati da un pezzo, e nemmeno te ne sei reso conto.
Non avevo fatto che
ripetermi che era
il mio migliore amico, un mio collega, e, soprattutto, che era etero.
Lui non avrebbe mai potuto darmi quello che cercavo.
Ma mi sbagliavo. Mi
sbagliavo, perchè
era lui stesso quello che cercavo. Cercavo i suoi gesti, le sue
attenzioni, il suo essere. Cercavo lui, in una maniera semplice,
totale e disarmante. Una maniera che non avrei mai creduto possibile.
Ma ero stato
così stupido da farmelo
sfuggire, contro ogni logica.
Ed ora, non solo avevo
compromesso una
stupenda amicizia ed un sereno rapporto di lavoro: avevo anche
provveduto a distruggere ogni speranza per quanto riguardava la mia
felicità, almeno nel futuro prossimo.
Potevo, decisamente,
considerando
l'errore più grande che avessi mai commesso.
Si sarebbe,
inevitabilemente,
ripercosso sulla mia vita.
Ma
non nel modo in cui credevo che
sarebbe successo.
Dei passi frettolosi
smuovevano l'acqua
che si era arenata sul terreno fangoso del piccolo parco,
confondendosi con la fitta pioggia che non accennava a smettere.
Allarmato, mi spinsi un po' contro il freddo materiale di cui era
fatto lo scivolo. Un brivido diverso dagli altri mi
attraversò.
Non volevo che qualcuno mi
vedesse in
quelle condizioni. Bagnato, spaesato e talmente depresso da sembrare
malato, in balia delle lacrime e dei singhiozzi. Tattenni il respiro
per alcuni secondi, in un gesto tanto istintivo quanto stupido,
quando mi resi conto che qualcuno stava venendo nella mia direzione,
incerto, rallentando il passo.
-Chris!- Il mio
cuore perse un battito.
Quella voce così
dolce e sensuale,
anche resa ovattata dallo scrosciare intenso della pioggia, era
inconfondibile per me, almeno quanto lo era il suo profumo. O il suo
tocco. Era inutile rimanere nascosti. Timidamente, uscii dallo
scivolo, tornando a bagnarmi.
Prima che potessi
accorgermene, il
respiro mi si bloccò in gola. Non risuscii a scorgere i suoi
occhi,
tanta fu la velocità con cui mi si fiondò
addosso, stringendo le
braccia attorno al mio collo, abbracciandomi forte, come se da
quell'abbraccio fosse dipesa la vita di qualcuno. Come se volesse
farmi capire che no, non c'era più niente di sbagliato.
Sorpreso, lo
strinsi a mia volta, di riflesso. Era strano come quel corpo, a
contatto col mio, sembrasse estremamente giusto. Semplice, pura
perfezione. Le lacrime continuavano a scendere, inutile tentare di
frenarle. Sfuggivano al mio controllo, il mio corpo, la mia mente,
tutto era sfuggito al mio controllo da un pezzo.
Dopo la sorpresa iniziale,
mi avvicinai
di più a lui, come se quella minima distanza fosse ancora
troppa.
Poggiai i pugni chiusi sulla sua schiena, avvinghiandomi alla sua
camicia bagnata.
Mi strinse più
forte. Non l'avrei mai
creduto possibile. Continuai a piangere in silenzio, posando la
fronte sulla sua spalla.
Non so per quanto rimanemmo
immobili,
ascoltando i nostri respiri, respirando i nostri profumi.
Ma quel tanto
bastò.
-Penso di non essermi mai
preoccupato
così tanto in vita mia. Io.. io penso di essermi immaginato
un
centinaio di modi in cui avresti potuto allontanarti e sparire per
sempre senza sapere che per me questo è stato un litigio
inutile e
privo di senso, e che avrei voluto chiederti scusa e.. e stringerti a
me non appena ti ho visto varcare quella soglia. Ho temuto di non
riuscire a dirti che ultimamente non faccio che essere nervoso con
chiunque, ma non perchè sono arrabbiato con te, e..
- Lo stinsi un
po'. Non m'interessava quello che avrebbe detto, o almeno
così
credevo. Lui era lì, e quel tanto bastava. Non si sarebbe
allontanato da me, no. Quell'abbraccio, me lo sarei fatto bastare.
Tutta la tensione che si era accumulata, era stata sciolta
dall'esplosione che i nostri corpi avevano provocato quando le sue
braccia mi avevano cercato. Mi ero fatto un sacco di problemi per
niente. Non ero altro che uno stupido.
-Shh. DC, non mi interessano i
tuoi
sproloqui.- ridacchiai, ispirando. Il suo profumo
m'invase, reso
ancora più forte dalla pioggia. - Possiamo solo far finta che non
sia mai successo niente?- Chiesi, sospirando. Qualcosa,
inevitabilemente, sarebbe cambiato, dopo la mia inaspettata e
decisamente poco delicata confessione. Ero stato sciocco e impulsivo.
E' questo l'effetto dell'amore? Ti rende incoscente? O è la
rabbia?
E quando le due cose si incontrano, cosa accade veramente?
Ma la mia non era stata
rabbia. Non
all'inizio, almeno. Era cominciato tutto a causa della frustrazione.
Darren non era l'unico ad essere stato fin troppo nervoso, in quei
giorni.
-I miei sproloqui hanno un
senso. Se tu
non mi avessi interrotto, lo sapresti. Mannaggia, e poi dici che sono
io quello logorroico.. mi hai fatto perdere il filo, tesoro, stavo
tentando di fare un discorso serio, per una volta nella mia vita.-
Esclamò, allontanandomi un po' da lui per guardarmi.
Quell'allontanamento mi fece fin troppo male. Molto più di
quanto
avrei desiderato. Perchè doveva essere così
difficile, voler bene a
qualcuno? I suoi occhi incontrarono i miei, e lui sembrò
arrossire.
Si morse un labbro, in silenzio, concenntrato su di me.
Chissà cosa
stava cercando. Oh, magari, stava solo notando quanto assomigliassi a
un cucciolo di pinguino, in quel momento. Quanto assomigliassi a
Kurt. Almeno nel campo delle relazioni con gli altri esseri umani.
Non sapevo cosa aspettarmi dalla sua affermazione. Sembrava veramente
concentrato, come se ci fosse stato qualcosa di importante che avesse
rischiato di essere tralasciato. Alzai gli occhi al cielo, cercando
di alleggerire la tensione che si era creata, almeno per me. Lui,
invece, era assurdamente tranquillo, nonostante sembrasse che dal suo
discorso sarebbe dipesa la vita di qualcuno. E forse era
così.
- Sono tutt'orecchi. sentiamo la
perla
di saggezza della serata, forza.- Esclamai, sorridendo.
Tutte quelle
paure non se ne erano certo andate, ma averlo accanto, per
chissà
quale motivo, mi rendeva tranquillo. Come se quello fosse stato il
posto giusto, al momento giusto. Come se non ci fosse stato niente
di sbagliato il quell'abbraccio molto, molto bagnato. Sentivo gli
occhi bruciare a causa del pianto, e stavo tremando per il freddo. Ma
risolvere questi problemi non sembrava un'esigenza così
importante,
in quel momento.
- Non posso dimenticare il nostro
litigio, Chris.- Prese un profondo respiro che mi
gelò il sangue.
Allora, forse mi ero sbagliato? Magari non era disposto a passare
sopra al fatto che mi fossi innamorato di lui. Per qualche secondo,
mi crollò il mondo addosso. Ma, per fortuna, mi ricordai di
respirare. - Non posso
farlo per un motivo ben preciso. Ti ho detto
che in questi giorni sono irritabile per un motivo. Da un paio di
settimane, mi sono reso conto che, quando sono con te.. avverto delle
sensazioni.- Sospirò, avvicinando
pericolosamente il suo viso al
mio. Boccheggiai, in cerca di qualcosa di intelligente da dire, ma
non trovai niente di molto sensato. Mi morsi un labbro, nervoso,
senza però spostarmi di un millimetro. La tensione stava di
nuovo
crescendo, ma aveva una consistenza diversa. Era una tensione
positiva, tangibile a causa della pioggia che sferzava l'aria gelida
di quella sera, nonostante l'estate fosse iniziata da un pezzo.
-Che tipo.. di sensazioni?-
esclamai,
deglutendo, mentre abbassavo lo sguardo. Darren stringeva la mia mano
nella sua, carezzandola dolcemente. Sembrò tutto
così spontaneo!
Come recitare una parte. O come giocare. Immedesimarsi nella parte di
due bambini, essere sinceri per la prima volta con noi stessi e con
l'altra persona, essere semplicemente ciò che avremmo
desiderato,
era assurdamente facile in quel parcogiochi. Sentivo un calore
inaspettato all'interno, dal profondo, come un fuoco che cercava di
espandersi in tutto il resto del corpo, consumandomi completamente,
in modo lento e indolore.
-Farfalle nello stomaco, Chris.
Le
senti? E' quello che sento anche io. E un'irrefrenabile voglia di
baciarti, baciarti sul serio. Di sfiorare la tua pelle, sentirti
parte di me, sentirmi parte di te. Senti tutto questo,
Chris?All'inizio credevo davvero che si trattasse solo di uno strano
istinto sessuale. Ma poi ho capito che no, non è il sesso
quello che
cerco. Io voglio amore, solo amore. Voglio il tuo, Christoper.-
Le
parole di Darren mi rimbombarono nella testa, come se qualcuno stesse
tentando di imprimerle a forza nella mia mente. Un martello
pneumatico che non era affatto fonte di fartidio, anzi. I suoi occhi
lucidi e attenti, i suo viso contratto in una smorfia di
concentrazione e speranza, tutto lasciava intendere che quella non
era altro che la verità, una verità che
finalmente era venuta a
galla.
-Ma com'è possibile?
Tu.. insomma, tu
sei etero, Darren. - Sussurrai. Lui mi sorrise, confuso.
-Io non lo so più,
Chris. Al momento,
non ho la più pallida idea di quale sia il mio orientamento
sessuale. Sono ancora attratto dalle ragazze. Ma tu, CC, tu mi
sconvolgi. Sei La Persona. La persona della mia vita. Che tu sia un
uomo, non è importante. A me basta sapere che ti amo, ti amo
più di
quanto tu possa immaginare.- Dopo un attimo di esitazione,
le nostre
labbra, finalmente, s'incontrarono, C'eravamo solo io, Darren e la
pioggia.
La pioggia era presente il
ogni tocco,
ogni secondo. Ingombrante. Ed eccitante.
Sarei impazzito, lo sentivo.
Mentre le nostre lingue si
cercavano in
maniera frenetica, come se quel bacio non fosse stato altro che aria
dopo una vita in apnea, ad aspettare di sentire sul serio, la pioggia
ci avvolgeva, nascondendoci al resto del mondo, e nascondendo il
resto del mondo a noi.
Affondai le mani nei suoi
riccioli
completamente bagnati, così freddi al contatto con le mie
mani
tremanti, eppure perfetti, avvicinandolo, mentre lui mi cingeva i
fianchi con delicatezza, facendo aderire i nostri corpi grondanti.
All'improvviso, il diluvio
universale
non mi sembrava più tanto terribile. No, perchè
in quel momento,
non c'era un solo particolare che fosse privo di colore. C'erano
arcobaleni , c'erano fuochi d'artificio, c'era gioia, ovunque.
Così
tanta da sembrare irreale.
Un'esplosione di sensazioni
che mai
avrei creduto possibile.
Mi ero innamorato
più di una volta, ma
mai avevo provato qualcosa di così intenso ed inaspettato,
eppure
così inevitabile.
Quando ci separammo, mi
guardò negli
occhi, sorridendo. Arrossii. Tra di noi, non c'era la minima traccia
d'imbarazzo. era strano, riuscire a provare solo gioia, e quella
strana ma assurdamente piacevole stretta allo stomaco. Sembrava la
cosa più naturale del mondo, rimanere abbracciati sotto la
pioggia,
a quell'ora così tarda, accanto a uno scivolo poco
più alto di noi.
-Se proprio
vuoi etichettarmi, potresti dire che sono
"Colfersessuale". Direi che suona bene. Non trovi?-
Sussurrò, mordicchiandomi il lobo dell'orecchio sinistro.
Ridacchiai.
-Mi sono innamorato di
un idiota. Perfetto.-
-Oh,
puoi dirlo forte, Baby-.
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