Una notte sofferta

di MissysP
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Una notte sofferta


Kagome si rigirava fra le coperte. Aveva caldo, strano per lei. Lei che soffriva il freddo e sarebbe stata per ore sotto il sole per catturare più calore possibile. Ma in quel momento avrebbe tanto voluto un ghiacciolo. Si alzò, preda di quest’insolita voglia e si diresse verso la cucina. Con la vestaglia legata in vita, raggiunse goffamente la cucina. Non si ricordava di vivere in una casa così enorme. Ma la colpa era tutta di Inuyasha, era stato lui ad insistere a convivere in quella casa. Ed ora per raggiungere la cucina doveva farsi le scale e attraversare infiniti corridoi, per di più bui, e arrancare alla ricerca dell’interruttore della luce.

Trafficò a lungo tempo nel freezer alla ricerca del suo ghiacciolo. Aveva giù in mente un gusto: il lampone. Il suo frutto preferito. Sbuffò più volte non riuscendolo a trovare e la sua pazienza aveva un limite.

Decisa ritornò a letto e cercando di essere dolce, svegliò il compagno. “Kagome, tesoro cosa c’è…? Cosa succede alle tre del mattino?” domandò il ragazzo dopo aver dato una leggera occhiata alla sveglia sul comodino. Kagome era pronta a sbraitare ma in qualche modo si calmò. Sospirò.

“Succede, caro mio, che ho voglia di un gelato al lampone” disse solamente, con un tono di voce calmo. Inuyasha la guardò come se avesse deto l’assurdità del secolo.

“Kagome ma hai capito che ore sono? Sono le tre del mattino e dove lo trovo un ghiacciolo al lampone?” domandò.

 

Quella domanda gli fu fatale. Kagome lo cacciò fuori di casa e adesso si ritrovava a girovagare per una città deserta alla ricerca di un bar aperto.

Gli occhi gli si stavano per chiudere ma la divina provvidenza volle che finalmente, all’alba, fosse riuscito a trovare un bar. Senza esitazioni parcheggiò nel primo posto libero trovato e si catapultò dentro. Si avvicinò al bancone e al bancone, dal barman, e a gran voce esclamò: “Un ghiacciolo al lampone”. L’uomo lo guardò con uno sguardo di chi sta guardando un pazzo e Inuyasha per un attimo temette di esserlo diventato, ma poi si ricordò la furia che lo aspettava a casa, rabbrividì e scosse la testa. No, decisamente non era diventato pazzo ma ci teneva alla sua pelle.

Il barman dopo un attimo di esitazione, gli diede quel che voleva. Inuaysha era vicino a baciare il ragazzo ma si trattenne.

Ritornò a casa e tutto contento si diresse dalla sua Kagome. Il ghiacciolo in mano e il sorriso stampato in faccia. Kagome lo stava aspettando seduta nel letto a braccia incrociate. Appena lo vide sorrise, come una bambina il giorno di natale, e prese il suo ghiacciolo. Se lo gustò e appena finito guardò nuovamente Inuyasha, che sperava di poter dormire.

“Voglio della papaia” esclamò. Inuyasha si raddrizzò all’istante. Kagome capì dalla sua espressione che stava per ribattere e lo precedette.

“Non mi sono messa in cinta da sola, caro mio” e con queste parole, sconfitto, Inuyasha andò alla ricerca della papaia.

 


Si lo so, lo so. E' mezzanote ed io decido di postare una storia proprio adesso. Ma che posso farci? L'idea mi è venuta mentre guardavo una puntata di CSI e non ho potuto fare a meno di scriverla. Spero che questo mio piccolo delirio notturno vi abbia fatto sorridere almeno un po'.
Allora vi lascio.
NoteNotte! xD





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