Questa storia... beh,
questa storia è per Colin. Nessuno ricorda mai Colin,
perfino in un'intervista fatta alla Rowling è stato chiesto
se Nigel morisse. Nigel.
Per farvi capire, il ragazzino che compare nel quinto film nell'ES. Io
ho amato Colin fin dall'inizio, da quando era un ragazzino vivace che
voleva solo scoprire il mondo nuovo in cui era stato catapultato. Ho
risparmiato le lacrime nel settimo libro, le ho lasciate andare solo
quando Harry vede Neville trasportare il cadavere di Colin, e credo
fosse quella l'intenzione della Rowling: Colin non era un personaggio
importante, né aveva un carattere simpatico o particolare da
far dispiacere tanti per la sua morte; Colin, semplicemente, non doveva
essere lì. Era minorenne e inoltre Nato Babbano: poteva
aspettare che la guerra finisse, invece ha voluto partecipare. Credo
che la sua morte sia stata inserita in quel momento proprio per far
capire al lettore che anche chi non c'entra niente, la persona meno
coinvolta, in un certo senso, può farsi coinvolgere per un
ideale. Per questo ho messo anche nell'introduzione la frase di "Angel
Sanctuary", perché penso che serva molto a descrivere tutti
coloro che hanno lottato per un ideale. Ora rischio di cadere nel
patetico, lo so, ma mi sto rivolgendo specificatamente alla saga di
Harry Potter, perché chiunque l'ha letta sa cos'ha
significato per i personaggi combattere.
Anche la citazione finale
e la canzone sono di "Angel Sanctuary" ("Messiah"; non metto la
traduzione della canzone tra le note per non creare troppe, appunto,
note, però potete cercarla su internet, si trova facilmente).
Ringrazio chiunque stia
leggendo perché, anche se non è la mia storia
migliore, ci tengo molto. Non so, forse è per le lacrime che
ho versato all'apice, alla morte di Colin.
Grazie ♥
ANGELI
Colin
non doveva assolutamente essere lì: quell’anno non
aveva frequentato Hogwarts perché era figlio di Babbani ed
era dovuto scappare
con la sua famiglia per evitare di seguire un ingiusto processo. Quello
era il
primo motivo per cui non avrebbe dovuto essere lì, ma ce
n’erano altri.
Il
secondo poteva essere che nel castello stava infuriando
una battaglia e la McGranitt
aveva ordinato a tutti gli studenti minorenni di andarsene dal
castello. E lui
era minorenne.
Il
terzo, che era apparentemente il meno importante, era il
suo essere innamorato; apparentemente, certo, perché per lui
ciò non costituiva
un fattore di poco conto.
Nato
Babbano, minorenne e innamorato: decisamente Colin
Canon non doveva essere lì.
You,
Messiah
Clockwork angel,
Wake up, shine bright,
on the endless night.
Release all my glacier time.
Perché
allora non se n’era andato?Beh, la risposta era
semplice: aveva un ideale.
Un
ideale, sì, una di quelle cose fastidiosissime che ti
ronzano nella testa e non danno il minimo segno di volerti lasciare in
pace;
così Colin era stato costretto ad assecondarlo, altrimenti
non sarebbe riuscito
a sopportare il rimorso di non aver fatto il possibile per quello in
cui
credeva.
E
qual era l’idea di Colin? Ancora più semplice: un
mondo
migliore in cui quelli come lui non dovessero nascondersi, un mondo in
cui
sarebbe stato piacevole abitare.
Era
arrivato ad Hogwarts quasi sei anni prima, pieno di
curiosità: come si usava la magia? Cosa sarebbe stato in
grado di fare? Quali
grandi maghi avrebbe conosciuto? Dennis lo avrebbe raggiunto?
Aveva
divorato una montagna di libri poco dopo aver ricevuto
la lettera, voleva sapere il più possibile del posto in cui
stava andando e del
mondo in cui si era misteriosamente ritrovato. Conoscere, scoprire,
documentare:
girava per la scuola con l’inseparabile macchinetta
fotografica per mostrare
alla sua famiglia quanto poteva di quello che si trovava ad affrontare;
c’era
quasi rimasto secco durante il suo primo anno, ma era stata proprio
quella
macchinetta a salvarlo. Si diede dello stupido per averla lasciata a
casa in
quel momento, ma poi si ricordò che non gli sarebbe stata
molto d’aiuto in un
combattimento frontale con un Mangiamorte.
E
ora quella notte stava iniziando: la notte senza fine.
Sapeva bene che non sarebbe stato facile uscire vivo da quella notte,
non
riusciva a intravedere la mattina, l’alba. Brutta questione.
Fu
in quel momento che vide il Prescelto.
Harry
Potter.
From
him who is and
who was and who is coming,
"I am the Alpha and the Omega,
the first and the last, the beginning and the end."
Un
sorriso triste gli apparve sul volto.
Lui
non poteva saperlo, ma per Colin Harry Potter era stato
tutto, il primo e l’ultimo, l’inizio e la fine.
Già, perché proprio con lui
erano iniziate le riunioni dell’ES, grazie a lui Colin aveva
imparato ad essere
un vero Grifondoro, coraggioso e leale. Un po’ troppo leale,
a dirla tutta; era
proprio per questo che Harry era stato anche la fine.
Una
massa di capelli rossi guizzò davanti ai suoi occhi, ma
sbattendo le palpebre Colin si accorse che era stata solo
un’allucinazione.
Peccato,
si disse, gli sarebbe piaciuto vederla un’ultima
volta se quella sarebbe stata veramente
una notte senza fine.
"I
know your
doings,
that you are said to live, but you are dead."
Dennis
gli leggeva nella mente, ormai era appurato: chi
altro avrebbe potuto capire i suoi sentimenti verso quella ragazza
quando lui
aveva fatto di tutto per tenerli nascosti agli occhi degli altri?
Le
era stata simpatica fin dall’inizio e ricordava esattamente
il primo momento in cui aveva deciso di diventare suo amico.
Era
il primo giorno di lezioni e un Serpeverde del suo
stesso anno si era arrabbiato vedendosi fare foto da uno sconosciuto;
soprattutto non gli andava di essere classificato nell’album
di Colin Canon
come “Un Serpeverde”, uno qualunque. E
lei…
Scosse
violentemente la testa. Perché ci stava pensando? Non
doveva, non doveva, se l’era detto milioni di volte!
Lei
era sua, di
Harry Potter, lo era sempre stata e l’anno prima ne aveva
avuto la conferma.
Quando
lei era corsa ad abbracciarlo dopo la finale di
Quidditch, Colin aveva finto di essere felice per loro due, aveva anche
detto a
Dennis di volersi congratulare con lei per essere finalmente riuscita a
fare
breccia nel cuore del Prescelto; era stato in quel momento che suo
fratello gli
aveva lanciato un’occhiata poco convinta.
-
So quello che fai,
che credi di vivere, invece sei morto - .
Beh,
caro Dennis, ora Colin ti farà vedere
com’è capace di
vivere in superficie!
E
in fondo all’anima? No, quella era una guerra persa in
partenza.
Dovette
ammettere che Dennis aveva ragione.
"Be
awake and
invigourate the things that remain
that are at the point of dying."
Un
lampo di luce verde gli sfiorò la spalla.
Sussultò:
ecco, lo sapeva!
Nato
Babbano, minorenne… ma il vero motivo per cui non
doveva essere lì era l’ultimo. Innamorato.
Diamine,
che bel casino! Si era perso nei suoi pensieri
d’amore invece di pensare a ciò che stava
accadendo in quello stesso momento…
Si
inginocchiò dietro alla parete, alzò la bacchetta
e si
sporse verso il corridoio solo per l’istante necessario ad
urlare: - Stupeficium! - .
Dal
forte tonfo e dal silenzio che seguì il ragazzo
intuì di
aver mandato a segno il suo colpo.
Era
quella la cosa giusta da fare: rimanere sveglio e preoccuparsi
delle cose che erano sul punto di morire.
-
Ben fatto, Colin! - .
"Fallen, Babylon the great."
Hogwarts
era sul punto di crollare.
Il
castello era devastato in ogni sua parte, c’erano
cadaveri ovunque, le grida e gli incantesimi rimbombavano tra le
mura… ma lei
era lì, accanto a lui, e lo ringraziava con il
più radioso dei sorrisi.
Colin,
senza saperlo, le aveva appena salvato la vita.
"I'm
coming soon,
and night shall be no more."
Si
voltò, pronta a tornare sul campo di battaglia, e Colin
istintivamente la seguì, seguì colei che aveva
tanto amato, la ragazza che
significava tanto per lui, e questa volta vide veramente davanti a
sé quei
capelli rossi svolazzare.
Poi
il suo volto. Il sorriso era svanito.
Tutto
continuò al rallentatore: Colin seguì il suo
sguardo
ora, lo vide posarsi su di lui, lui che non avrebbe mai potuto
eguagliare, lui
che era lì per porre fine alla notte.
Il
Prescelto.
Hallelujah!
Salvation,
glory and power belongs to God.
Lei
gli apparteneva, tutto gli apparteneva.
Cosa
stava facendo?
Scappò
via, sentendosi soffocare.
Cos’era
lui in confronto ad Harry Potter? E come stava
dimostrando di essere un vero Grifondoro, con un solo incantesimo
sparato alla
cieca?
No,
doveva combattere. Doveva fare quello per cui realmente
era lì.
Mettere
in gioco la sua vita, ma non tornare a casa
perdente: i suoi genitori sarebbero stati orgogliosi di lui? Sapevano
per cosa
stava combattendo o tutto quello che era successo in
quell’anno era stato
interpretato come un semplice trasferimento in un’altra
città?
Ma
che idiota! Certo che non la vedevano così! Dopotutto
anche loro erano fuggiaschi a causa sua e di Dennis, e in qualche modo
Colin
doveva ripagarli di tutti quegli sforzi.
Aurora,
eschaton open eyes.
Midday, you'd be no more boy.
Twilight, though wings torn away.
Aveva
aperto gli occhi: lei non doveva più far parte dei suoi
pensieri; come lei non gli era mai appartenuta, non doveva
appartenergli
nemmeno adesso.
Sentì
dei passi dietro l’angolo e si accucciò nuovamente
dietro la parete, pronto.
Quando
il rumore cessò, uscì dal suo nascondiglio,
approfittando di quell’attimo di distrazione del Mangiamorte,
che probabilmente
si stava guardando intorno.
-
Stupe…! - .
Un
lampo di luce verde lo scagliò fuori dal portone, fuori
da Hogwarts, sul prato disseminato di cadaveri.
Non
sarebbe mai più stato un ragazzo, non avrebbe mai potuto
rivedere suo fratello o l’orgoglio sul volto dei suoi
genitori: le sue ali
erano state strappate via.
La
notte non sarebbe finita.
Quel
gesto avventato… come aveva potuto?
Ma
era semplice, fin troppo semplice: nonostante tutto, lui
voleva ancora che Ginny si congratulasse con lui.
Silent
sea, Screaming
ground, shining sky to fly
Emerald sea, sardius ground, jasper sky to bleed
and fall as sweet rain
La
pioggia cadeva su Hogwarts quel giorno di metà maggio.
Era
una pioggia liberatrice, portava via con sé tutto il
dolore della gente riunita davanti alle mura del castello; o almeno era
quello
che tentava di fare.
Ginny
si strinse tra le braccia di Harry, entrambi vestiti
di nero come tutti coloro che erano affollati lì intorno.
Era sempre stata
forte, ma in quel momento temeva di non farcela e, se non ci fosse
stato il suo
ragazzo a sorreggerla, sarebbe caduta a terra come Dennis Canon.
Per
un momento smise di pensare agli scherzi di Fred e alle
facce buffe di Tonks e lasciò che la sua mente vagasse sul
fratello di Dennis,
quel Grifondoro che i genitori avevano rinunciato a cercare di calmare,
troppo
presi anche loro dal profondo dolore per la perdita di un figlio.
Dennis
sembrava un bambino in quel momento, tanto era forte il suo dolore per
la morte
di Colin. Ginny rivide di fronte a sé, chiara come se fosse
ancora lì,
l’immagine di un ragazzino che fotografa tutto ciò
che incontrava, che si
faceva volentieri mettere in punizione dalla Umbridge pur di difendere
le
convinzioni di Harry. Rivide per un momento quel bambino che
l’aveva
ringraziata il primo giorno di scuola per averlo salvato da un
Serpeverde
furioso…
Un
singhiozzo le salì in gola: lui era così felice
di essere
stato salvato, così riconoscente… e lei non aveva
pianto nemmeno una lacrima
per colui che le aveva realmente
salvato la vita. Erano stati compagni, amici… era stato il
primo amico che
aveva avuto… ma la morte di Fred le aveva provocato un
dolore troppo forte per
poter pensare ad altro.
Si
divincolò dolcemente dalle braccia di Harry e corse ad
inginocchiarsi accanto a Dennis, abbracciandolo. Il ragazzo
alzò lo sguardo a
quel tocco inaspettato, ma quando vide chi aveva vicino le si strinse
al petto,
disperato. Voleva rivelarle il segreto di Colin, voleva farle sapere
che lui
l’aveva amata con tutto se stesso, che aveva rinunciato a lei
solo
apparentemente, che lei era sempre stata nei suoi pensieri; ma le
parole erano
difficili da formulare in quel momento.
Il
vecchio prete parlò e, nonostante le sue frasi fossero
solitamente vaghe, quella volta tutti i presenti furono
d’accordo con lui,
perché non c’era assolutamente un modo migliore
per descriverli; Ginny capì il
perché guardando le lacrime scendere silenziosamente dagli
occhi del prete
insieme alla pioggia: aveva perso anche lui qualcuno.
-
Siamo qui per rendere omaggio a coloro che si sono
sacrificati per un ideale che credevano giusto, che hanno combattuto
per la
liberazione del nostro mondo mettendo a rischio le proprie vite. Non ho
altre
parole per descrivere chi erano… chi sono
queste persone che si sono battute sebbene sapessero di avere
poche
speranze contro Colui… contro Voldemort: non
sono né Dei né uomini… si chiamano
Angeli - .
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Al quarto...
Angeli di MedusaNoir
Grammatica: 9.5/10
Stile: 10/10
Originalità: 8/10
Caratterizzazione: 15/15
Uso del Prompt: 3/5
Gradimento personale: 11/15
Punti Bonus: 11/15
Totale: 67.5/80
Devo dire che hai scritto proprio una bella storia. Strutturalmente
nessuna pecca, tranne un piccolo errore di distrazione, che come avrai
potuto notare ti ha tolto 0,5 punti dalla grammatica, ma non penso che
sia una cosa disastrosa.
Lo stile mi è piaciuto molto, anche se era un po’
lento, ma con la trama era perfetto, poiché creava una sorta
di malinconia.
Hai reso benissimo i sentimenti di Colin e lo hai descritto proprio
come io me lo immaginavo.
L’originalità è quella che ti ha
penalizzato più di tutto.
Scrivere su questo momento della vita di Colin è, non
proprio banale,
ma una specie. Ne ho lette almeno due su questo momento, e penso anche
che siano le uniche in circolazione su di lui; pensa che anche io ho
scritto su questa momento. Non voglio essere
“cattiva”, perché forse
sarà solo una coincidenza, ma a volte anche le coincidenze
contano.
Il prompt non era eccezionale, ti consiglierei davvero di
lavorarci un po’ su, anche se so perfettamente che
è complicato da
usare.
Mi è piaciuta specialmente la fine; le parole del Prete sono
state magnifiche, e la citazione era perfetta, come la canzone.
Ti consiglierei solo una cosa: cerca di non scrivere solo dei pensieri
o delle emozioni del protagonista, ma cerca anche di introdurci delle
descrizioni, rende tutto più scorrevole, te
l’assicuro.
Be’, goditi il tuo quarto posto.
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