rainy elegy
Ciao!!!! Ecco, non me ne
vogliate, ma ho deciso di pubblicare questa shot per nulla pretenziosa,
solo per il gusto di farlo e condividere con voi quello che mi passava
per la testa! Naturalmente l'ispirazione me l'ha fatta venire la
pioggia che negli ultimi giorni ha accompagnato i miei pomeriggi e le
mie serate e che, onestamente, mi è sempre piaciuta (anche se
logicamente preferisco di gran lunga le belle giornate assolate e le
notti stellate :D ). Spero la possiate trovare gradevole! Un
abbraccio!!!
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Sono le 6.30 del mattino e piove... Mi ritrovo a passeggiare nei
dintorni del Pier 17 nel South Street Seaport, una delle zone
più caratteristiche di Manhattan. Adoro questo posto, è
uno dei luoghi che amo di più in questa città.
E' da almeno un'ora che cammino
tranquilla, gustandomi la bellezza della pioggia. Posso permettermi di
passeggiare in pace solo a questi orari assurdi, poichè il mio
lavoro non mi permette di andare in giro tra la gente come una persona
normale. Questo luogo mi ricorda la città dove sono nata, dove
sono cresciuta.
Il cielo plumbeo rende buia quella
che sicuramente sarebbe una magnifica alba. Mi piacciono le sfumature
della spessa coltre di nubi che copre New York in questo momento, le
da' un'aria così particolare, la fa apparire ancor più
affascinante. Non ha nulla di europeo se non questo porto antico che,
non so perchè, mi fa sentire come se fossi nella mia Londra. Ho
pochi ricordi del mio passato ma, nonostante io sia una giovane donna
che ha avuto una vita sin troppo avventurosa, l'immagine della mia
città natìa rimane indelebile nella mia mente e nel mio
cuore. Probabilmente adoro la pioggia perchè la associo alla mia
infanzia. Ad ogni modo non sono infelice, posseggo solamente un animo
malinconico che mi porta a formulare questi pensieri. Ho scelto una
vita che non mi permette di legarmi saldamente a luoghi e persone, ma
non rimpiango nulla.
Mi fermo a guardare il mare che ha
una tinta indefinibile, e sospiro appagata. E' l'amalgama perfetta dei
colori che desideravo vedere.
Il calmo sciabordio delle onde che
si infrangono a ritmo cadenzato e il ticchettio delle gocce che
rimbalzano sulla tela di nylon dell'ombrello e sull'assito di legno del
molo, dove mi sono fermata per osservare la città che lentamente
si sveglia, sono decisamente la colonna sonora adatta a questo momento
e a questo posto. Il cuore si fa leggero e, per un lasso di tempo che
sembra infinito, rimango estasiata a godere di questa sensazione di
pace che mi dona il solo ascolto del rumore della pioggia.
Ad un certo punto, la vibrazione
del telefono mi risveglia da quello stato di trance. Il lavoro chiama,
oggi si parte per l'ennesima destinazione in giro per il mondo.
Lavorare per i servizi d'intelligence ha i suoi vantaggi: ho la
possibilità di girare in lungo e in largo il pianeta e vedere
posti incredibili, ma del resto lo svantaggio è che, ovunque io
mi trovi, sono una straniera: vivo davvero poco il luogo in sè
e, come in questo caso, appena possibile cerco di ritagliarmi uno
spazio per imprimere nella mente le caratteristiche e le emozioni che
il posto in cui sono, mi trasmette. Oggi ho avuto davvero una gran
fortuna, perchè piove.
Mi guardo velocemente attorno e
noto che ormai c'è già troppa gente in giro, devo tornare
in albergo, fare i bagagli e prendere il primo aereo per Washington
D.C.
Beh, è stato bello
finchè è durata, splendida New York. Spero di tornare
presto a respirare la tua aria e a calcare il tuo asfalto, magari in
un'altra bellissima, silenziosa e umida alba di ottobre. Mi cade
l'occhio sull'orologio e sorrido soddisfatta: sono le 7.30 del
mattino e sembra che la pioggia non accenni a smettere.
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