Disclaimer: I personaggi delle storie su
questo sito sono puramente fittizi basate sulla propria fantasia . L'intreccio è
liberamente ispirato alla saga di "Harry Potter" di J. K. Rowling (che ne
detiene i diritti) il che significa che i personaggi NON esistono realmente e
sono immaginari, ed è scritto NON a scopo di lucro ma per divertimento e per
diffonderne la fama.
Avvertimenti: La storia si intreccia con gli avvenimenti del sesto libro e
di conseguenza potrebbe contenere degli SPOLIERS. Se non siete interessati ad
alcun tipo di anticipazioni consiglio di non proseguire la lettura di questa
storia.
In quanto parte della categoria slash avverto che i contenuti di questa storia
non sono adatti ad un pubblico sensibile o comunque contrario all'argomento
Capitolo I * Il Primo Sguardo
Si può seguire la propria strada o fermarsi ad osservare ciò che ci
circonda.
Harry ha accettato la strada che il Fato ha tracciato per lui ed è deciso a
percorrerla fino in fondo. Eppure non può non notare i tanti piccoli viottoli
sterrati che si ramificano da essa e di sui non sa dove portino.
«Guardati alle spalle».
Tre ragazze della Casa di Corvonero parlavano a bassa voce tra di loro ad uno
dei tanti tavoli della Sala grande della Scuola di Magia e Stregoneria di
Hogwarts mentre il resto degli studenti presenti a quell’ora del tardo
pomeriggio, chi più chi meno, svolgeva i compiti loro assegnati, abbastanza
vicine ad Harry Potter da permettergli di seguire i loro discordi visto che in
quel momento non aveva molto interesse per il suo compito di pozioni.
La ragazza che aveva parlato continuò «Questo è quello che mi ha detto mia nonna
prima di entrare ad Hogwarts. Le ho chiesto cosa volesse dire, e lei mi ha
sorriso e detto che se non l’avessi capito per il mio quarto anno allora me
l’avrebbe spiegato».
«E tu…» disse una delle ragazze che stava ascoltando l’amica «… sei riuscita a
capirlo o te l’ha detto lei quest’estate?» chiede quasi con fare canzonatorio.
«Certo che l’ho capito da sola! Vediamo se ci arrivate anche voi!» esclama con
la sicurezza di chi sa quello che gli altri ignorano.
«A parte il fatto che tu hai avuto quattro anni per pensarci…» constata subito
la terza ascoltatrice del gruppo «… comunque è facile da intuire adesso che
siamo più grandi».
Il Professor Piton passa vicino al tavolo dove sono sedute anche le tre ragazze
fra gli altri e Harry non può che trovare un nuovo motivo per odiare il già non
troppo apprezzato Professore di Pozioni, visto che ormai cominciava anche lui ad
appassionarsi a quel discorso ed era ormai sul punto di conoscere la risposta a
quella enigmatica raccomandazione.
La figura ammantata di nero del Professore era ormai passata oltre il tavolo
occupato dalle tre Corvonero e superato anche Harry, ma le ragazze non
accennavano a riprendere il discorso, sembravano davvero prese ormai dai loro
compiti.
Harry abbassò gli occhi sulla sua pergamena e si stava decidendo sul riprendere
il suo studio seriamente, quando l’ultima ragazza che aveva parlato riprese il
suo discorso «… Significa che potresti avere gli occhi della persona che ti ama
puntati su di te… Il principe azzurro è dietro le nostre spalle a vegliare su di
noi, a lui importa solo la nostra felicità e benessere e non pretende niente in
cambio quindi con si mette in mostra davanti ai nostri occhi come fanno gli
sbruffoni che non faranno altro che farci soffrire».
«sei sicura?» chiese la ragazza che aveva dato il via a questa spinosa querelle
«Io ho trovato il significato molto più ampio, cioè che bisogna guardarsi
intorno e saper cogliere i particolari, non fidarsi di quello che ci viene messo
davanti apposta proprio per farci sbagliare, con correre verso mete impossibili
da raggiungere se prima non si è racimolato tutto quello che intorno a noi può
esserci utile per andare avanti».
L’ultima del gruppo, che aveva ascoltato le opinioni delle altre, espresse
infine anche la sua intuizione «Io credo che semplicemente significhi di stare
attente ai maniaci che potrebbero assalirci da dietro mentre siamo da sole in
qualche corridoio buio».
Le ragazze cominciarono a ridacchiare per l’ultima constatazione della loro
amica e trattenevano a stento il volume delle loro risate per non essere punite
dal Professor Piton che controllava la Sala.
Continuarono a confabulare tra loro ancora un po’, ma ormai Harry è assorto
nelle sue riflessioni.
“Guardarsi alle spalle” poteva benissimo significare tutte le ipotesi formulate
e molte altre, come poteva non significare niente.
Poteva anche avere un semplice “Significato letterale”.
Harry ridacchia tra se, decisamente riesce a trovare ogni volta pretesti sempre
più assurdi per distrarsi dai suoi doveri di studente.
Decide così di fare esattamente quello che dice la frase; con fare molto
disinvolto e molto lentamente comincia a voltarsi…
Al tavolo dietro di lui due ragazzi Corvonero gettano caramelle tutti i gusti
più uno masticate nei capelli cespugliosi di una Tassorosso che presta
attenzione unicamente allo svolgimento del suo trattato di Erbologia, ignorando
il divertimento che provoca nei toturatori dei suoi capelli.
Un Serpeverde è curvo sulla sua pergamena intento ad impegnarsi seriamente per
il compito assegnatogli. Harry riconosce in quel coetaneo moro seduto di spalle
a lui Blase Zabini, uno dei pochi Serpeverde a studiare diligentemente e a non
cercare invece di infastidire gli altri occupanti della sala.
Al fianco di Zaini un altro Serpeverde sta seduto a cavalcioni della panca
girato dalla parte opposta al tavolo con il gomito su di esso e la testa
mollemente sorretta dalla mano.
Sembra non temere ciò che il Professor Piton avrebbe potuto fargli se l’asesse
visto lì, palesemente a poltrire; in effetti nessun Serpeverde teme l’ira del
Professore di Pozioni unicamente per il fatto che non ha mai manifestato alcuna
contrarietà verso il comportamento di quella Casa, e ormai a tutti erano chiari
tali privilegi ed era ormai considerato un atteggiamento “normale”.
Harry si rende conto in quell’istante che effettivamente quella persona girata a
cavalcioni della panca intenta a scrutare la Sala è esattamente quella dietro di
lui, e alzando lo sguardo sul volto del ragazzo scopre che non sta semplicemente
osservando distrattamente come chi cerca una qualsiasi distrazione o si incanta
in uno sguardo fisso perso nei suoi pensieri, ma sta guardando direttamente ed
esclusivamente lui!
Occhi grigi di un cielo invernale che hanno intrappolato in se la luce del sole;
fissi, come a contemplare la bellezza di un attimo fuggevole, un tramonto
stellato che dura pochi attimi, di cui non si vuole perdere nemmeno un momento
per conservarne intatto il ricordo, non potendo prevedere quando una simile
meraviglia si mostrerà di nuovo.
Gli occhi di Draco Malfoy lo guardano come ipnotizzati, sembra che il loro
proprietario non si sia accorto che ora anche lui lo sta fissando.
Questo può significare solo una cosa: è da molto tempo che lo osserva. Doveva
essere in quella posizione da molto tempo ormai, forse fin dal loro ingresso in
Sala Grande visto che ad una breve occhiata alla sua pergamena questa era ancora
semi-piegata e non vi erano tracce di scrittura al suo interno.
Harry fu conscio ad un certo punto che lui e Draco si stavano guardando ormai da
un discreto numero di minuti esclusivamente stando con gli occhi gli uni
incatenati negli altri, e una strana sensazione stava prendendo il posto della
sua sorpresa e della sua curiosità.
Non riesce davvero a capacitarsi del perché tanta attenzione rivolta a lui da
parte di colui considerato sua spina nel fianco gli metta addosso questa sorta
di eccitazione e aspettativa di una nuova condizione tra di loro che sta forse
per nascere.
Harry non può non sorridere tra se ad una tale “strana” sua considerazione; non
aveva mai cercato la vicinanza del Serpeverde e non capiva perché una novità del
genere lo rendesse tanto euforico.
E allora, in quel momento, accadde: Malfoy sgrana gli occhi in un modo tale da
rendere visibili le iridi nella loro totale argentea brillantezza.
Se non fosse già di carnagione chiara, sembrerebbe essere impallidito più di
quanto il suo colorito renda possibile e con uno scatto fulmineo ritorna ad una
posizione composta, rivolto verso il suo tavolo.
Harry si ritrova così ad osservare le spalle del ragazzo biondo, la stessa cosa
che il Serpeverde faceva forse da tempo verso di lui; si ridesta quando sente un
potente tonfo sordo, il pugno di Malfoy sul tavolo, e subito si volta e ritorna
a sedersi composto.
Gli occhi bassi sulla pergamena, dove c’è scritto molto meno del numero di righe
minime assegnate dal compito.
Ma anche se si è voltato, davanti ai suoi occhi continua a vedere Malfoy, e la
sua espressione mentre lo fissava, e i suoi occhi di cui il freddo intorpidisce
i sensi e perdi te stesso, e di nuovo l’espressione di meraviglia e paura quando
ha sorriso.
E di nuovo, ripensandoci, gli viene da sorridere.
«Malfoy ti ha detto qualcosa di divertente?»
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