N o t e : Salve^^. Questa one-shot è dedicata a tutti i sostenitori della ship
Harry/Ginny, ed in particolare a The
Lilac Fairy, ossia la
mia “socia gemella virtuale” (XD!)Chiara^^, a cui voglio un mondo di bene.
E v e r y t h i n g B u r n s
She
sits in her corner,
singing
herself to sleep…
Wrapped
in all of the promises
that
no one seems to keep…
Lei siede in un angolo,
cantando per riuscire a dormire…
Avvolta in tutte le promesse
che nessuno sembra mantenere…
A p r ì
g l i o c
c h i .
S o s p i r ò .
Era tutto vero.
Non aveva immaginato nulla.
S i l e n z i o .
Silenzio e freddo.
Era lì da qualche minuto, ma non
aveva alcuna intenzione di muoversi.
Seduta, immobile, insensibile,
richiuse gli occhi.
Respirò l’aria fredda, sentì il
vento accarezzarle la pelle tremante, morbida, chiara ma lentigginosa, e
sferzarle i capelli ramati.
Riusciva ancora trattenere i
singulti.
Non voleva più provare nessun
rancore.
Infondo se l’era aspettato.
Chiuse gli occhi, sperando di
inciampare nel sonno, di cadere in un torpore da cui non avrebbe voluto mai più
uscirne.
Il suo sogno sembrava essersi
dissolto, “forse perché, come tutti i sogni, doveva morire prima che durasse
tanto .”, pensò la bambina dagli occhi ingenui.
Bambina dagli occhi ingenui.
Una melodia arcana, melanconica,
remota giunse alle sue orecchie.
Le infuse s p e r a n z a .
Canto di fenice.
She
no longer cries to herself.
No
tears left to wash away.
Just
diaries of empty pages,
feelings
gone a stray.
But
she will sing.
Non piange più per se stessa.
Non ci sono più lacrime da portar via.
Solo diari dalle pagine vuote,
sentimenti smarriti.
Ma lei canterà.
Come avrebbe voluto essere cullata
da quella eco lontana, ma che arrivava da chissà quale luogo fino al cuore.
Finalmente, la lacrima tanto
repressa uscì dagli occhi castano chiaro.
L’aveva trattenuta troppo a lungo, e
anche troppo bene mentre ascoltava le sue parole.
Era brava a fingere.
Per questo un po’ si odiava.
Non voleva che lui avesse
capito che lei avesse provato indifferenza, ascoltandolo.
Ma alla fine le lacrime contavano
poco.
“Con le lacrime non si risolve nulla
.”, pensò la bambina dagli occhi ingenui. “Il tempo non tornerà indietro
piangendo.”
Fissò di nuovo la tomba bianca, dove
riposava la persona che aveva salvato la vita ad un’ altra di cui era
innamorata.
' Till everything burns,
while
everyone screams,
burning
their lies,
burning
my dreams.
All
of this hate
and
all of this pain
I'll
burn it all down,
as
my anger rains.
'
Till everything burns.
Fino a quando tutto brucia,
mentre tutti urlano,
bruciando le loro bugie,
bruciando i miei sogni.
Tutto questo odio
e tutto questo dolore
li brucerò fino in fondo,
come la mia rabbia s’accende.
Affinché tutto bruci.
Sembrava tutto così normale.
Come se non fosse accaduto nulla.
Non era cambiato nulla da una
settimana a quella parte.
C’era soltanto uno strano, solenne e
rispettoso silenzio.
La bambina non era abituata a
parlare poco.
Era di tipo socievole, spontaneo,
dolce.
Le difficoltà della famiglia
l’avevano costretta a farla diventare da piccola già una piccola donnina di
casa, ma in quel momento si sentiva tutt’altro che grande.
Per questo si definiva una bambina
dagli occhi ingenui.
Si sentiva tremendamente piccola di
fronte alla situazione che le si presentava.
E l’ ardore, l’aspirazione, la
voglia di poter fare qualcosa per far cessare quel silenzio era così grande che
riusciva a stento a mantenersi nelle sue fattezze naturali.
Il desiderio di cambiare le cose era
come un grande fuoco crepitante.
Voleva far bruciare tutto quel
silenzio infernale, sciogliere quel ghiaccio che non poteva confrontarsi con il
chiasso della sua anima.
Ma sapeva di non poter fare nulla.
Il clima era lo stesso a quello di
una settimana fa.
Solo che allora si sentiva in
paradiso, viveva l’amore che aveva sempre sognato, era circondata spensierata
dalle persone a cui teneva. Certo, era sommersa di compiti e ore di ripetizione
per l’ esame imminente, ma sembrava tutto perfetto.
“Le cose belle durano poco”, pensò.
Si guardò intorno. Il castello. La
scuola.
Anche quella avrebbe potuto durare
troppo poco, ora che sapeva che avrebbe potuto non esser riaperta l’anno
antecedente. Troppo poco anche per tutti quei secoli che aveva vissuto.
Si voltò di nuovo verso la tomba bianca.
Strinse le palpebre e singhiozzò.
Anche il professor Silente, benché
avesse un’età veneranda, era durato troppo poco.
“Non doveva andarsene adesso. ”,
diceva mentre una lacrima lenta le scivolava sul naso. “Non ora.”
Ora che avrebbero avuto tutti bisogno
di lui, quell’ uomo dall’aura solenne, dal sorriso gentile, potente e buono,
non c’era più. Anche la sua ironia ed il suo fare un po’ matto sarebbero
mancati.
Ginny, la bambina, sorrise.
Sì, sarebbe mancato decisamente
anche a lei, benché non lo conoscesse bene come [i]lui[/i].
Lui.
Walking
through life unnoticed,
knowing
that no one cares,
Too
consumed in their masquerade.
No
one sees her there.
And
still she sings.
Percorrendo la vita inosservata,
sapendo che a nessuno importa ,
troppo consumata nella loro maschera.
Nessuno la vede lì.
E lei canta ancora.
Ne era profondamente innamorata.
Non gliel’ aveva mai detto, forse
per paura di rovinare quegli attimi, anche quelli più semplici, vissuti insieme
a lui.
Non sapeva se fosse davvero innamorato
di lei, ma non le importava.
Ora Ginny sapeva cosa lui avrebbe
dovuto affrontare, e le bastava solo che vivesse in pace come ogni sedicenne
normale.
Ginny ci pensò… si disse che era
un’egoista a pensare in quel modo.
“Sono qui a lamentarmi, quando la persona
a cui dovrei essere vicina, che potrebbe non sopravvivere a tutto ciò, va
avanti, a testa alta, senza piangersi tanto addosso.”
Gli era stato tolto tutto: la
famiglia, il suo padrino, e ora anche l’unica persona che poteva essergli
d’aiuto per combattere la sua lotta infinita contro il Male.
Una mezz’ora fa lei e lui si
erano parlati. Minuti dopo il funerale del professor Silente.
Si alzò dalla sedia e camminò verso
la tomba.
S’inginocchiò.
Pose le mani sul marmo bianco e
singhiozzò più sonoramente.
“Veglia su lui… ti prego, veglia su
di lui… ” pregava.
Chiuse gli occhi per assaporare la
melodia della fenice ancora un po’ più intensamente.
'
Till everything burns,
while
everyone screams,
burning
their lies,
burning
my dreams.
All
of this hate
and
all of this pain,
I’
ll burn it all down,
as
my anger rains.
'
Till everything burns.
Fino a quando tutto brucia,
mentre tutti urlano,
bruciando le loro bugie,
bruciando i miei sogni.
Tutto questo odio
e tutto questo dolore
li brucerò fino in fondo,
come la mia rabbia s’accende.
Affinché tutto bruci.
Un’ombra si avvicinò alla ragazza,
di spalle.
- Ginny… -, chiamò la voce
femminile.
- Chi sei? – disse singhiozzando
Ginny, occhi chiusi.
- Sono io… vieni, sei qui da una
mezz’ora. Prenderai freddo se non entri. -.
La voce era premurosa, dolce, ma si
poteva ben capire che la persona a cui apparteneva fosse triste, e piccoli
singulti smorzati giungevano alle orecchie di Ginny.
- Hermione. - pronunciò Ginny,
girandosi e notando sulle guance della ragazza appena avvicinatasi piccole
chiazze rosse. – Vattene. -
Hermione rimase colpita, e sospirò
diventando ancora più rossa.
- Ginny, devi entrare. Non puoi
rimanere qui per sempre. Cosa ci fai qui? -, disse ignorando la provocazione.
- E’ la stessa cosa che vorrei
chiedere a te. – disse rivoltandosi di nuovo verso la tomba.
Hermione sospirò affranta e s’
inginocchiò al fianco dell’amica.
Alcuni secondi di silenzio, mentre
Ginny richiudeva gli occhi e ascoltava il canto.
Il vento non cessava di scompigliare
i capelli della ragazza.
Hermione posò le mani sul marmo
bianco, ed ascoltò anche lei la melodia.
- Secondo te, tornerà tutto come
prima? – chiese Ginny, sforzando la voce, bloccata dal pianto.
Hermione si voltò verso di lei.
La guardò.
Non aveva mai visto una Ginny così
triste.
Nemmeno dopo il brutto episodio
accaduto verso la fine del suo primo anno.
Beh, Hermione era ancora
pietrificata, per cui…
- Non lo so. – rispose. – E’ brutto
cercare una risposta, quando sai che non la troverai mai, almeno finché quella
arriverà. -
Quella frase colpì Ginny.
- E’ tutto così strano, Hermione. -
Hermione annuì.
- Non riesco ad essere più sicura di
nulla. E’ come se la mia vita non dipendesse più da me. – disse Ginny. – Tu che
ne pensi? -
- Non so cosa risponderti. – disse
Hermione.
Ginny rise. – E’ la prima volta che
sento da Hermione Granger una risposta del genere. –
- Ci sono cose più importanti
dell’onniscienza. – disse Hermione, sorridendo. – L’ amicizia. Il coraggio. I
veri valori della vita. -
- Giusto. – rispose Ginny. – Se la
scuola verrà riaperta, cosa farai? -
- Entrerò. -
La scontata domanda che avrebbe
posto Ginny, le riuscì difficile da pronunciare.
- E se non… e se…? -.
Hermione guardò l’amica. Sospirò. –
Se dovesse riaprire, la scuola non sarebbe più la stessa, senza Silente. Ma io
entrerò perché voglio raggiungere i miei obbiettivi. Voglio prendere i miei
M.A.G.O. Se non dovesse riaprire, non saprei cosa fare. –
- Secondo me la cosa migliore
sarebbe ritornare nel mondo Babbano. Lì studieresti… prenderesti un lavoro…
guadagneresti. -
- Non è così semplice. – disse
Hermione scotendo il capo. – Non vi abbandonerei mai. E non abbandonerei mai il
mondo a cui ormai appartengo. Sono Mezzosangue, Ginny, ma non m’importa. Non vi
lascerei mai. Non riuscirei a dormire la notte, sapendo che voi soffrite. Io
voglio esservi accanto tutte le volte che ne avrete bisogno. -
Ginny sorrise.
La sua amica Hermione.
- Ti ricordi di quando… quando da
piccole mi dicevi che per il momento dovevo lasciar perdere Harry, che potevo
distaccarmi dal suo pensiero, così avrei potuto ottenere più interesse da lui?
-
- Certo. -
- Beh… prima… io ed Harry abbiamo
parlato. -
Hermione trasalì dal suo momento di
meditazione.
- Ah, sì? -
- Sì, in realtà… -, sentiva che le
lacrime premevano contro la sua volontà, così forte che riusciva a stento a
controllarsi. – Non sai quanto ci tengo a lui. -, disse con un groppo alla
gola.
'Till
everything burns…
Everything
burns…
Fin quando tutto brucia…
Tutto brucia…
Hermione le sorrise.
Guardò quegli occhi così dolci e
sinceri, così simili a quelli del fratello.
Qualche momento prima, aveva provato
qualcosa di bello, di puro, di così semplice, ma così emozionante.
Non si era mai avvicinata a Ron in
modo così affettuoso.
Si erano abbracciati per la prima
volta, dopo cinque anni e mezzo di litigi inutili.
Inutili coperture, stupide e false
convinzioni di non piacersi, giochi di bambini per nascondere il fatto che si
volessero bene.
Ma il loro era un volersi bene
diverso, Hermione lo sentiva da circa tre anni, ma non l’aveva mai ammesso ad
alta voce.
Né a se stessa, figuriamoci a Ron.
Ma infondo sapeva di essere
innamorata di lui.
Non lo sperava, ma lo era.
E quell’abbraccio… era significato
tanto per lei.
Watching
it all fade away…
Guardando tutto dissolversi…
Le ritornavano in mente tutte quelle
gelosie, quelle scenate… e poi quel momento vissuto da poco che aveva riassunto
in un abbraccio i sentimenti che provavano.
- Harry affronterà dei tempi duri…
ma io gli sarò accanto, per sempre. – disse Hermione. – E soprattutto tu,
Ginny… lui ha bisogno di te, del tuo amore… e anche di Ron. -, Hermione arrossì
pronunciando il nome del ragazzo.
Ginny sorrise verso di lei. – E tu,
Hermione? Tu di chi hai bisogno? –
Hermione si sorprese. – Io…? Io non
ho bisogno di… -
- Ti prego, Hermione. -, disse
Ginny. – Non farlo più aspettare. Potrebbe non esserci un’altra volta. -
Hermione comprese il riferimento a
Ron, e sorrise.
- Il nostro rapporto potrebbe durare
anche molto poco… -
- Ma tu devi vivere la tua [b]vera[/b]
storia d’amore… tu non hai mai amato davvero né Viktor Krum, né Cormac
McLaggen. Lui ti aspetta da tanto tempo… da troppo tempo. -
Hermione chinò il capo. – E’ facile
a dirsi… ma la nostra è una faccenda complicata. –
- Capisco. Però sappi che lui non si
è mai messo con Lavanda Brown perché l’amasse. -
- Ma io questo lo sapevo. –, disse
Hermione ridendo. – Ron si è sempre sentito un po’ immaturo in campo
sentimentale, rispetto a me ed a Harry. -
- Vedi? Lo conosci come le tue
tasche … perché non provarci? -
- Non lo so. – disse Hermione,
chinando il capo.
- Ma tu lo ami. -
Hermione alzò il capo e le sorrise
dolcemente. – Sì, io lo amo. –
Everyone screams…
Tutti urlano…
Ginny sorrise.
- Spero tanto che finalmente
mettiate le cose in chiaro. Sono arcistufa di vedervi litigare per un nonnulla,
aspettando che l’altro faccia la prima mossa. Che, quando sembra arrivare, è
sempre sbagliata. -
Le due ragazze abbozzarono un
sorriso divertito.
- Non saprei, è una questione
piuttosto delicata. Non so se riuscirei a parlare a Ron in modo… insomma… -
- … Senza litigare. -
- No… beh, non in quel senso… cioè…
-
- Cioè senza litigare. – disse Ginny
allargando il sorriso. – Io ed Harry fremiamo di sapere come la vostra andrà a
finire. -
- Oh! – esclamò Hermione, incrociando
le braccia. – E così tu ed Harry spettegolate di noi due, senza averne il
diritto? -
- Guarda che anche Ron mi prendeva
in giro quando ero innamorata di Harry e lui nemmeno mi guardava! – disse
Ginny, indispettita.
- Sì, beh, questo è per quanto
riguarda Ron. –, disse Hermione, alzandosi in piedi. – Capisco che io, nelle
vostre discussioni, avrei potuto rappresentare la… come dire? La “fiamma” della
tua vittima, cioè Ron, ma non avreste comunque dovuto prendermi in giro perché
ti ho aiutata a farti accorgere da Harry, in un modo o nell’altro. Bel
ringraziamento. Quindi, senza parlare di me, avreste potuto anche evitare di
parlare di questa presunta coppia che formeremmo io e Ron…! -, esclamò.
Il sorriso di Ginny scomparve per un
po’.
- Sì, è vero. -, poi guardò in
basso. – Tu mi hai aiutata a conquistare Harry, scusami. Beh, a mia difesa,
posso dire che Harry era sempre il primo a parlare di voi. -
Hermione sbuffò. Si risedette.
- Beh, avrebbe dovuto farsi gli
affari suoi. -, disse Hermione, seccata.
Poi, lentamente, tutt’e due
scoppiarono in una risata.
Un risata che le aveva portate per
qualche secondo in un altro mondo.
Un mondo che non apparteneva a
quello concreto.
Un tentativo di allontanamento dalla
dura realtà.
Un nascondiglio segreto dove potersi
rifugiare nei momenti più opportuni.
While
everyone screams…
Mentre tutti urlano…
“Sarebbe bello vivere lì per sempre.
”, pensarono entrambe.
Pochi secondi, e la magia di quei
sorrisi terminò.
Ginny si ritrovò a pensare: “E’
proprio vero che le cose belle finiscono presto .”.
In quel momento Ginny si rese conto
dell’importanza di Hermione nella propria vita.
Degli amici.
Della famiglia.
Watching
it all fade away…
Burning
down lies,
burning
my dreams.
Guardando tutto dissolversi…
Bruciando bugie,
bruciando i miei sogni.
Avrebbe avuto bisogno di tutti per
farcela in quei tempi bui che sembravano diventare ancora più offuscati.
E poi, lentamente, come se nulla
fosse successo, i sorrisi della ragazza si trasformarono in singulti sempre più
sonori, che Ginny nascose chinando il capo.
- Hermione… - disse Ginny, con voce
diversa da quella emessa prima.
Hermione terminò la propria risata e
disse: - Sì? -
- Mi prometti… che…? -
Hermione corrugò la fronte. – Cosa?
–
- Giurami che… che qualunque cosa accada…
-
- Qualunque cosa. Dimmi. -, disse
Hermione, prendendole la mano.
- Hermione, non abbandonarmi.
Nemmeno se deciderai di andare a vivere nel mondo Babbano. Ti scongiuro. -,
disse, alzando finalmente il capo e scoprendo le lacrime.
Hermione rimase folgorata.
L’abbracciò.
All
of this hate,
and
all of this pain,
I'
ll burn it all down,
as
my anger reigns.
Tutto quest’ odio,
e tutto questo rancore,
li brucerò tutti,
come la mia rabbia regna.
Ginny pianse più forte e cinse il
collo della ragazza bruna. – Non lasciarmi anche tu, Hermione. Se te ne andassi
anche tu… -
- Ma cosa dici, Ginny, sei
impazzita? Io non ti lascerò mai. -, disse carezzando i capelli lisci e rossi
dell’altra.
Poi la bruna si bloccò.
“In che senso… ‘anche tu ’…?”
- So a cosa stai pensando. -, disse
Ginny, staccandosi da lei. – Se lo vuoi sapere… io ed Harry ci siamo lasciati.
- .
‘
Till everything burns…
Watching
it all fade away…
Fino a quando tutto brucia…
Guardando tutto dissolversi…
Hermione sgranò gli occhi. – Non è
possibile, tu ed Harry avete bisogno l’uno dell’altra. –
Ginny sorrise tristemente. - Non è
questo il punto. - , disse, scotendo la testa. – E’ stato Harry. Ma l’ ha fatto
per una giusta causa. –
- Giusta causa? -
- Semplicemente, non vuole che
Voldemort sappia di noi due, perché, secondo lui, userebbe me per arrivare a
lui. -, poi sospirò. – Non vuole che succeda di nuovo che io sia in pericolo. -
Hermione annuì. – Capisco. Ginny… -,
disse, posizionandosi meglio davanti a lei. – Vedi… lui ti vuole bene. Ci tiene
a te, è per questo che ti ha separata da lui. –
- Lo so. -, sorrise Ginny. – Tu
l’aspetteresti? Cioè… quando e se tutto finirà… ti riuniresti a lui? Nel senso…
se rimarrà vivo… -, ma, Ginny singhiozzò di nuovo.
- Ginny… -, disse Hermione,
abbracciandola di nuovo.
- Ho paura che se Harry morirà,
allora non avrò mai dimostrato abbastanza tutto quello che ho da dargli adesso…
Questi mesi con lui sono stati i più belli della mia vita, ma sono stati troppo
pochi… troppo per adempiere tutto l’amore che ho dentro. -
Ginny si calmò, poi riprese a
respirare regolarmente. – Per amore non intendo solo quello sentimentale, ma
anche umano. Vorrei poter fare qualcosa per aiutarlo, vorrei che per lui fossi
una spalla per consolarsi, vorrei che sapesse che, anche se è finita, io sarò
pronta ad ascoltarlo da amica… -
- Esatto. -, disse Hermione. – Tutti
noi dobbiamo essergli vicino, come amici. Chi più di te potrebbe essere amica
di Harry? -, sorrise, poi. – Dimostragli il tuo amore con l’amicizia, lui
capirà che lo ami ancora, e anche se non vorrà ritornare con te, fagli capire
che ci tieni a lui prima come persona umana, poi come ex-fidanzato. -
Watching
it all fade away...
Watching
it all fade away.
Guardando tutto dissolversi…
Guardando tutto dissolversi…
- Grazie. -, disse Ginny. – Allora
promesso, eh? -
- Promesso. -, disse Hermione. – Ora
credo che, se non vogliamo prenderci un bel raffreddore, dovremmo salire su.
Fra qualche ora arriverà il treno che ci riporterà a casa. -
L’espressione di Ginny s’incupì.
- So quanto conta per te e per tutti
noi questa scuola. Anche io spero che ritorneremo, l’anno prossimo. -, disse
Hermione.
Ginny esibì un viso sorridente.
- Oh, così mi piaci! – disse
Hermione, ridendo. – Forza, andiamo. -
- Hermione. -, la chiamò Ginny,
mentre l’amica si dirigeva verso il castello.
- Sì? -
- Niente. Volevo solo dirti che ti
voglio bene. -, disse ridendo.
Hermione sorrise.
- Ti voglio bene anch’io. -, disse.
– Allora, andiamo? -
Ginny annuì e s’incamminò verso il
castello con l’amica.
Verso un destino imprevedibile.
Destino che avrebbe affrontato
duramente, soffrendo, sopportando, ma con la consapevolezza di essere accanto
ad un’amica sincera.
N o t e : Salve a tutti^^.
Questo, come avrete ben capito, è un Missing Moment del sesto libro di “Harry
Potter”, “Harry Potter ed il Principe Mezzosangue”. Volevo solo dare i
copyrights a J. K. Rowling per l’ invenzione dei personaggi di cui ho narrato,
in primis, e poi per le citazioni tratte dal suo libro. Altri copyrights a Ben
Moody, autore della splendida “Everything Burns”, cantata insieme ad Anastacia.
Ah, un altro chiarimento^^. Capisco che il concetto di “amore” che posseggo io
possa sembrarvi troppo sdolcinato, ma perdonatemi, ho solo 14 anni e credo sia
naturale avere una visione tutta “rose&fiori” XD. Ma dopotutto, spero vi
sia piaciuta. Un bacio ^___^.
Baci, CarmenJ.