My house,with you. di Jaasmine (/viewuser.php?uid=106354)
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jjdjdj
Aaaaah,si!Sono ancora viva :3
Dopo un anno dedicato a spazzole e capelli (frequentavo un corso per
parrucchieri),con l'arrivo dell'estate sono riuscita a liberarmi un
pò!
Quindi,ho deciso di dedicarmi nuovamente alle mie storie e alla mia passione:scrivere. Ringrazio ancora una volta tutte le persone che hanno seguito e commentato la mia storia precendete (E' così strano averti incontrato. )
Spero che anche questa storia vi piaccia,e spero che venga commentata.Tengo veramente tantissimo alle vostre opinioni,che siano critiche o meno. Quindi,per favore,scrivetemi e dite la vostra **
Un bacione enorme,Jasmine.
Primo capitolo
Ben tornata a casa,Jane.
Quando
un amore finisce,non ti rimane altro che aspettare. Aspettare che la
ferita rimargini. Tutto sembra così vuoto e niente può
farti star meglio.Le uniche medicine sono:il tempo e l'amicizia. Ma per la prima ho ancora alcuni dubbi.
Se non hai amici sei nella merda,sappilo.
Altrimenti sai che puoi fare?Valigie
e via.Sparire.So perfettamente che non è una soluzione,ma alle
volte è l'unica cosa che rimane da fare,non hai altre
possibilità.
E' quello che è successo a me.Da un giorno all'altro ho deciso di far le valige e di lasciare per sempre Londra e ri-trasferirmi a Tokyo,la mia città natale.
Ho vissuto a londra dai quattordici
ai diciannove anni. Il giorno della mia partenza è stato
terribile. Dire ''addio'' ai miei migliori amici,lasciare tutto e
salutare la mia vecchia Tokyo,e con se la mia vecchia vita. Ho
trascorso degli anni stupendi in compagnia di persone meravigliose.
A mio padre venne domandato di
trasferirsi a Londra per via di affari e lavoro,e ovviamente lui
accettò,non poteva lasciarsi sfuggire un affarone simile: un
nuovo lavoro,una nuova città e lontano da quella arpia di mia
nonna materna. Non potevano vedersi,non si sopportavano.
Mia nonna non ha mai accettato la scelta di mia madre,ovvero sposare mio
padre. Diciamo che mia nonna è quel genere di persona che
giudica un libro dalla copertina. Se la copertina la attira,allora
compra tutto il libro(anche senza leggere la trama),ma se la copertina
non la attira allora non lo compra,dice che fa schifo e ne parla male.
Si ferma solo alle apparenze. Ha un carattere di merda,lo so.
Dicevo?Ah si! Comunque sia mi sono sempre tenuta in contatto con tutti i miei amici,fin quando non decisi a tornare a casa. Ma questa volta da sola.
Quando eravamo piccoli io,Mimi,Kouze
e Kenta giurammo sulla nostra amicizia che non appena tutti e
quattro compimmo diciannove anni,la casa sul lago Sujen sarebbe
diventata nostra.Qualche mese fa Mimi mi chiamò,dicendo che il
padre di Kenta comprò la casa sul lago,e che lei Zouke e Kenta
dovevano trasferirsi tutti insieme,ma mancavo io. Detto,fatto . Mio
padre non aveva intenzione di rinunciare al lavoro a Londra,e mia
madre non poteva rinunciare a lui. Ma entrambi rinunciarono a me.
~
~
Mimi
non stava più nella pelle,esattamente come me,saltellava da una
parte all'altra!Kouze invece faceva cenno con la mano e urlava
''Citaaaa,citaaa''(soprannome dato da lui. Mio padre,amante
Londinese,decise di chiamarmi Jane. Quì in giappone non è
un nome comunissimo,e Kouze iniziò a chiamarmi Cita quando avevo
circa sette anni. Cita è la scimmia che c'è nel cartone 'Tarzan',e
Jane è la moglie.Insomma un casino,solo lui poteva trovarmi quel
soprannome).Kenta,invece,stava fermo sulle sue,braccia conserte con
mezzo sorriso sulle labbra. Lui è sempre stato il più
serio del gruppo. E' molto bello,alto ,capelli neri e occhi azzurri.
Sembra quasi un modello. Da piccola avevo una cotta per lui,ma non lo
è mai venuto a sapere.
Mimi invece è bassettina,capelli castani con dei riflessi
arancioni.Lei è molto dolce,per me è come una sorella.
Kouze mi fa morire dal ridere. E' il simpaticone del gruppo,ha sempre
la battuta pronta e non fa altro che sparare cazzate da mattina a sera.
Lui si che sa come fare per risollevarti il morale. Loro tre sono la
mia vita,la mia felicità.
Quando sono arrivata mi hanno abbracciata tutti insieme e mi hanno
trasmesso molta sicurezza. Mi erano mancati da morire. Dopo un lungo
abbraccio acchiappai lo sguardo di Kenta:
«Ben tornata Jane.»
Questa volta potevo dire di essere tornata veramente a casa mia.
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