Draw me a portrait

di Desir de Lilas
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Confessiones


“Sai Colette, credo che questa vita ti piaccia più del dovuto.”
La ragazza sollevò le sopracciglia ramate, convinta di aver compreso male. “Come, scusa?”
L’amico assunse un’espressione pensierosa, pescando una patatina dallo scatolo rosso ed oro. “Sì, beh, guardati:” rispose, gesticolando in maniera tremendamente buffa con l’ortaggio che di salubre aveva solo il colore brillante, ” non mangi in maniera decente da almeno una settimana, vivi in un bugigattolo che non dovrebbe essere nemmeno a norma coabitando con una costante puzza di cavolo che farebbe diventare allergico alle verdure un vegetariano, eppure, potresti illuminare tutta la Nomentana se i tuoi occhi potessero trasformarsi in lampadine.”
La ragazza lo guardò seria per un istante, poi un sorriso colpevole non poté fare a meno di balenarle sul viso. “Sarà l’arte…”, disse, nascondendo il viso dietro l’enorme bicchiere bianco ripieno di aranciata.
“Non mi dire che hai incontrato qualcuno di interessante dopo così poco...” l’espressione della ragazza era sempre più imbarazzata- e per questo colpevole- “e non me lo hai nemmeno raccontato?”
Ormai le sue guance erano in fiamme. “Ma non c’è nulla da raccontare…”, provò inutilmente a difendersi.
“Nicolette Lefevre, non oserai mentirmi tanto spudoratamente?” gli occhi del poeta erano ardenti di una rabbia giocosa.
Colette iniziò a torturarsi le mani per quell’ansia smodata che le attorcigliava lo stomaco pensando al pomeriggio precedente, “Ma davvero, Roby, non sto mentendo.”
Il suo interlocutore sbuffò alzando gli occhi al cielo, poi poggiò la guancia sulla mano e con espressione sognante chiese “Quanto è alto?”
Colette sorrise estasiata per un istante: “Sul metro e novanta.”
I due si scambiarono uno sguardo complice costruito dopo anni di superiori e vacanze insieme.
“Americano?” Roberto addentò il suo enorme panino pronto a un’ondata di dettagli.
Scosse la testa mentre tagliava il pollo alla piastra sommerso dal verde, “Veramente inglese, credo, sai?”
“Ah, un bel biondone occhi azzurri, quindi?”
“No…moro.” Le guance della ragazza ripresero di nuovo la tinta del pomodoro che cercava di infilzare con la forchetta di plastica.
Roberto storse il naso, “Mediterraneo mi sa troppo di banale, ad essere sincero.”
Lei rise: “Sembri troppo gay quando te ne esci così.”
Lui sbatté le palpebre comicamente, come una vecchia attrice consumata.
“Ha degli occhi sconvolgenti, comunque.”
L’entusiasmo dell’amico si accese di nuovo, “Verdi?”
“No, quasi neri…ma sembrano come magnetici…mettono in soggezione.”
Roberto scosse il capo, “Fortuna che non c’era nulla da raccontare, eh!”
Lo sguardo di lei si incupì un po’, “Beh, è stato solo un ritratto…”
“E tu avresti del neon negli occhi per un disegnino?” gli occhi del ragazzo erano sgranati dal sarcasmo.
“Beh….” Accartocciò definitivamente la cannuccia mangiucchiata torturandola con le dita sottili.
“Su, raccontami tutto.” Il ragazzo afferrò il pacchetto di patatine come se fosse del pop-corn da sgranocchiare durante un film avvincente, pronto per l’esordio di quella che si preannunciava una dolcissima commedia romantica.




Angolo autrice.
Dovrei pensare ad un premio per i coraggiosi arrivati fin qui...vi va bene una patatina di Roberto? u.u
Dunque...questa è la prima storia "capitolata" che pubblico su Efp...siate brutalmente spietati nelle critiche e amorevolmente dolci nelle recensioni(in caso la vostra impresa giunga fino a tanto...caspita che eroi!)
Ammetto di aver incluso questo angolino perchè sono entrata in paranoia. Spero che la "battuta" di Colette sull'omosessualità di Roberto non sembri omofobia o simile...non era ciò nè la sua causa nè il suo fine, è solo... Ok, sono una persona profondamente disturbata che entra in crisi per dettagli che magari nemmeno avrete notato...siete stati avvertiti. u.u
Bene...
Grazie ancora per aver letto!
Un abbraccio virtuale,
D. ^^






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