Il gioco delle rose, le bugie di una sorella

di MusicDanceRomance
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Il gioco delle rose, le bugie di una sorella
 
Charlotte
 
Amo le rose. Ne vorrei tante intorno a me. Voglio essere abbracciata dai caldi colori che le investono, voglio che i loro petali accarezzino i ricordi che abbandonerò. Mi lascerò circondare da rose immaginarie, esse mi seguiranno liete nel mio ultimo viaggio. Il vento ritempra il mio spirito, la torre più alta sancisce le mie nozze con la libertà. La sposa nera è pronta.
Avvicino al mio grembo una rosa bianca. Per la purezza che dovrei perdere con un matrimonio macchiato di dolore.
Appunto sui capelli una rosa gialla. Per il sole che non illuminerà più i miei sogni.
Stringo nella mano una rosa azzurra. Per il mare che non vedrò mai e per il cielo che condannerà il mio gesto.
Poggio sul petto una rosa rossa. Per l’amore e i brandelli di altri sentimenti che non potrò vivere.
Ed infine io stessa divengo una rosa nera. Per la morte che non mi è nemica, per la morte a cui vado felicemente incontro.
La più bella rimane la rosa bianca. La più forte resta la rosa nera. Perdonatemi, madamigella Oscar, perdonatemi, madre. Io non mi voglio sposare.                                   
La potenza del vento mi travolge, mi piace essere un petalo. Un petalo soffice e fragile, che si tinge di nero sorridendo, si gonfia d’aria e si schianta sulla terra senza alcuna eleganza.
Undici frammenti del petalo rimangono sul suolo gelido. Undici frasi spezzate. Undici anni lasciati a metà.
Muoio ridendo, perché anche se Charlotte è nera come la morte, dentro è rimasta bianca, come la rosa più bella. Come la rosa di madamigella Oscar, che riposerà sgualcita accanto a me.
 
 
Rosalie
 
Una capricciosa, una viziata, una superba.
Una bambina.
Si sentiva capace di dominare il mondo, giocava a ridicolizzare il prossimo perché amava sentirsi importante.
Era indifesa.
Non posso dimenticare come mi guardava con disgusto, come mi invidiava e mi disprezzava alla festa.
Forse sapeva che ero più felice di lei.
La mia famiglia è stata un’altra, io sono stata allevata da un’altra madre, io sono cresciuta nel mondo della realtà. Charlotte non ha condiviso che l’assenza di una sorella con me.
Charlotte ha compiuto un atto che offende le leggi di Dio.
Non voleva diventare il pupazzo matrimoniale di un accordo perverso.
Lei è stata cresciuta e devastata da quell’assassina che non chiamerò mai “madre”. Di Charlotte e delle sue sofferenze non mi importa nulla.
Invece sì che me ne importa. Odio le bugie.
Non piangerò per Charlotte. Non ha significato niente per me.
Invece sto piangendo, le lacrime mi stanno squarciando persino il cuore. Odio le bugie, ho voglia solo di spaccare il mondo urlando.
Corro da madamigella Oscar, chiudo gli occhi perché non ho la forza di vedere il corpicino di Charlotte spezzato sul suolo, non sopporto di udire i singhiozzi straziati di quella che è nostra madre.
Odio la folla che attornia i suoi resti, sconvolta ed eccitata dalla sua rovina eterna.
Mia sorella è morta. Si è uccisa. A undici anni.
Ora quell’assassina sa cosa significa perdere una persona che si ama, dovrei gioire della sua sofferenza, dovrei rinfacciarle la sua crudeltà.
Invece soffro disperata come lei, provo i suoi stessi stati d’animo, non è giusto.
Ricolmo il mio animo di rabbia perché lei non doveva morire. Non riesco più a dire bugie.
La sua morte non mi lascia indifferente, la sua morte sta lacerando anche me. Non abbiamo potuto essere vere sorelle, ma avrei voluto imparare a volerle bene.
Io non sono fatta di bugie. Io le volevo bene.
Addio, sorellina.
 
 
 
 
 
Ho modificato appena qualche parola e qualche pensiero delle due sorelle, diciamo che volevo cimentarmi da tanto nel fandom di Lady Oscar e questa scena mi ha sempre colpita molto. Io spero che sia piaciuta, suvvia, fatemi sapere!  :  )
  





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