I
Gioielli: Riconciliazione
Un
nuovo inizio
I
raggi di sole che si riflettevano sull’acqua mi
bruciavano gli occhi, facendomi dolere la testa, eppure continuavo a
guardarli;
il rombo delle cascate di Rauros era così tonante da
sovrastare qualsiasi altro
rumore, compreso quello della mia testa. Pensieri sconnessi si
aggrovigliavano,
spezzoni di frasi e ricordi
si
attorcigliavano gli uni con gli altri, rendendo il nesso logico
impossibile. “
Sapevo che avrebbe fatto male. “ Mi dissi, socchiudendo gli
occhi. Un pesce
increspò l’acqua e il raggio si mosse con
delicatezza. Distolsi lo sguardo e lo
posai sul viso contratto dalla sofferenza di lui “ Lo sapevo,
eppure ho deciso
di affrontarlo. Sono stupida o coraggiosa? “ Oppressa da quel
pensiero, mi
alzai e andai vicino alla riva.
Mi
faceva male pensare, eppure ricapitolai la
situazione: Giulia era stata rapita dagli Uruk- hai di Saruman assieme
a Merry
e Pipino, i Valar sanno per quale scopo; Frodo e Sam aveva attraversato
il
Fiume e avevano deciso di andare a Mordor da soli, senza alcun aiuto,
contando
solo su se stessi, passando per il nord; noi eravamo quanto restava
della
Compagnia: Gandalf e Jadis ci avevano abbandonato a Moria, concludendo
i loro giorni
su Arda prima del tempo; Aragorn , Legolas e Gimli erano partiti
all’inseguimento degli Uruk-hai, il compito di salvare mia
sorella e gli Hobbit
era loro, mentre io ero rimasta da sola con Boromir, ancora in stato di
incoscienza a causa dello scontro con gli orchi di Saruman. Aveva
rischiato la
vita per proteggere i suoi compagni, infischiandosene delle frecce che
lo
trafiggevano e gli dilaniavano le carni, e ora ne pagava le conseguenze.
Anche
io scontavo le mie scelte: mi ero messa contro
Boromir per impedirgli di prendere l’Anello a Frodo.
L’avevo fatto non per mia
gloria personale, non per martirizzarmi: desideravo solo proteggere
l’amore
della mia vita dalla dannazione, dall’infamia di essere
ricordato come colui
che rubò l’Anello, colui che tradì un
amico per la sete di potere e gloria,
colui che aveva ceduto... Il taglio nella guancia mi diede una fitta, e
gli
occhi si fecero lucidi per il dolore. Sentivo ancora i suoi colpi, il
pugno che
mi aveva sferrato e che mi aveva rovinato zigomo e guancia, le dita che
mi
stringevano il collo… ne avevo prese tante, e i segni erano
ancora ben visibili,
eppure ciò che mi struggeva di più non era il
dolore fisico.
Mi
voltai a guardarlo, disteso fra le foglie, il mio
bagaglio come cuscino. Lo guardai, e ripensai a come era quando ancora
non era
avvelenato, quando ancora era il mio Capitano e il mio cuore. Voleva
chiedermi
in sposa, Boromir, eppure mi aveva combattuto come si fa con un nemico,
rischiando
di ammazzarmi e riuscendoci quasi, se Giulia non fosse intervenuta. E
ora lei,
l’unica che poteva aiutarmi a sanare le ferite, era lontana
da me, mente e
corpo.
Boromir
gemette e sospirò, la mascella contratta dal
dolore. La febbre era scesa nel corso della notte, ma era ancora
così pallido...
Sarebbe sopravvissuto, ma quando avrebbe avuto le forze per camminare?
Quanti
giorni sarebbero passati prima che potessimo recuperare la distanza fra
noi e
gli altri? Le domande mi facevano pensare, e i pensieri mi facevano
dolere il
capo alla stregua dei ricordi.
Alba.
Solo qualche ora prima. Appena svegli.
<<
L’ho sentita. >> Sussurrai ad Aragorn, mentre
gli altri si svegliavano
<< E’ viva. >>
Legolas
mi fu subito addosso << Come sta? Sta bene? È
ferita? >> “ Digli di
calmarsi. “ La voce di Giulia suonava così lontana
“ E comunque, anche se
stessi male, mica ve lo direi. “
<<
Dice di star bene. >> Bisbigliai, guardando di soppiatto
Boromir. tornai
a fissare Aragorn << Dovete assolutamente partire.
>>Sentenziai.
<<
E come facciamo a portarci dietro il peso morto di Boromir?
>> Sbottò
Gimli, controllando il filo dell’ascia << Ci
intralcerebbe. Dobbiamo
aspettare che si risvegli. >>
Feci
una smorfia. Doveva essere un sorriso, ma avevo il viso indolenzito.
<< E
chi ha detto che dovete portarvelo appresso? >>
<<
Non vorrai mica restare qui con lui! >>
Esclamò Aragorn, distogliendo la
sua attenzione dal bagaglio << No, non te lo
permetterò, non dopo…
>>
<<
I segni passeranno, Aragorn, e anche la rabbia e la paura.
>> Conclusi senza
mezzi termini, continuando a fissarlo << Boromir non si
sveglierà prima
di oggi pomeriggio, se le mie previsioni sono corrette, ma quel pallore
non mi
piace affatto. Potrebbe dormire addirittura sino a domani mattina,
Aragorn! Se
non partite ora, quelli arrivano a Isengard con tutto il bagaglio: mia
sorella
e gli Hobbit devono- essere- salvati! >>
Legolas
diede una scrollata alla spalla del ramingo, impaziente
<< Ha ragione, Aragorn!
>> Asserì << Se non partiamo
adesso, non riusciremo più a
recuperare terreno. >> << E gli orchi
corrono assai veloci.
>> Commentò Gimli con aria mesta
<< La ragazza ha ragione. >>
Mi guardò dritta negli occhi << Figliola, ti
dirò che nemmeno io sono
tranquillo nel lasciarti da sola con Boromir ma, se davvero ami tua
sorella e i
tuoi amici, devi darci la tua benedizione. >>
<<
E l’avete, Gimli, mia e di tutti i Valar: andate, riportatemi
Giulia e Merry e
Pipino. Sono certa che il resto si
aggiusterà… >> Aragorn continuava a
guardarmi con aria truce e scontenta.
<< Non avete il lusso di aspettare Boromir, e lo sai
bene. >> Gli
dissi << Cosa vuoi fare, preferisci salvare tre vite da
un destino in
certo, o attendere che un uomo- che sopravvivrà- si
risvegli, concedendoti una
giornata di riposo? >>
La
risposta era già pronta nel suo cuore, eppure Aragorn figlio
di Arathon era
contrariato << Cosa pensi di fare, una volta che si
sarà svegliato?
>>
Mi
strinsi nelle spalle << Credo che vi seguiremo. Molto
probabilmente,
Boromir sarà abbastanza in forze per camminare solo domani
mattina, quindi avremo
ancora più distacco… lasciate tracce. Credo che
Boromir le saprà distinguere,
no? >>
Legolas
ridacchiò, nervoso << Se continueremo a
ritardare, non avremo nemmeno il
tempo di ricoprirle, le nostre tracce! >>
Il
Ramingo ignorò l’Elfo. Si avvicinò e mi
prese per i polsi << Sei certa di
quello che fai? >> Mi sussurrò
<< Non devi per forza restare.
>>
L’idea
mi attraversò come un fulmine: abbandonare Boromir?
<< Sarebbe l’errore
più grande della mia vita. >> Dissi a caldo
<< Io e lui…abbiamo
solo bisogno di parlare. >>
Aragorn
mi frugò
l’anima con gli occhi, cercando
di capire. << Sei così giovane, eppure
così coraggiosa… >>
Mormorò,
scivolando via, verso il suo bagaglio, silenzioso. Gli altri rimasero a
guardarlo, Leoglas che si torceva una treccia dorata. Quando non ce la
fece
più, dato che Aragorn non parlava, sbottò in
maniera poco signorile << E
allora? >>
Aragorn
issò lo zaino in spalla e mi fissò con gli occhi
di ghiaccio << E allora
partiamo. >>
“
Stupida o coraggiosa? “ Mi chiesi nuovamente,
intingendo la mano nell’acqua fresca per tamponarmi il labbro
gonfio “ Se ero
partita con un sacco di buoni propositi, coraggiosa come Jadis, adesso
mi sento
sola e sperduta come una pecora… “ Mille paura mi
attanagliavano: e se gli
altri fossero stati catturati? E se fossero già morti, o
fatti schiavi, o
seviziati e torturati? E se non fossero arrivati alla fine della loro
missione,
che fine avrebbero fatto i tre prigionieri? Che destino li attendeva?
Se anche
solo una di quelle paure si fosse avverata, io sarei stata sola al
mondo,
accoppiata a un malato di cui avevo paura. Perché si,
nonostante il mio
coraggio, i miei sforzi per levarmela di dosso, io avevo paura di
Boromir.
Sentivo le viscere torcersi quando stringeva la mano a pugno, preso
dalla
sofferenza; quello stesso pugno che aveva sferrato a me, la sua futura
sposa. “
Sapeva almeno chi ero, durante il massacro? “ Si, lo sapeva:
mi aveva intimato di
spostarmi dalla sua traiettoria, mentre io gridavo a Frodo di
dileguarsi- già,
Frodo… chissà se anche lui era caduto nelle mani
del Nemico, se il mio
sacrificio era stato vano. Sicuramente non era con Giulia, e
già questa era una
consolazione. Vagava per gli Emin Muil, Sam a fargli da spalla e a
dargli forza.
Chissà se ce l’avrebbero fatta. Scossi il capo,
sconsolata “ Troppe domande. E
nessuna risposta. >>
Boromir
mugolò ancora, perso nel suo sonno agitato.
Ma quello fu un mugolio diverso. Tesi l’orecchio:
invocava…chi? Mi avvicinai,
accovacciandomi accanto a lui. Emise qualche suono articolato, prima di
bisbigliare << Madre… >>
Mi
stupii: un uomo grande e grosso come lui, nel
momento del bisogno, invocava la madre! Mi fece sorridere il cuore e,
per poco,
vinsi la paura.
<<
Non c’è. >> Gli sussurrai,
sfiorandogli
lo zigomo fresco << La tua mamma non è qui.
>>
Mai
mi sarei aspettata di vederlo aprire gli occhi.
Li schiuse come si schiude un fiore, con delicatezza, e per un attimo
sembrò
non capire dove si trovasse. Il mio stomaco si contrasse
dall’emozione.
<< Boromir? >> Lo chiami piano, e lui si
voltò. Mi guardò con aria
perplessa, gli occhi ancora offuscati <<
Soldato…io… >>
“
Non mi riconosce. “ Constatai, sentendomi gelare “
Non mi… “
Calde
lacrime mi rotolarono lungo il viso. Lui si
schiarì la gola << Soldato…per i
vivi…non si può piangere. >>
Tacque, chiudendo di nuovo gli occhi << Dammi del vino.
>>
Singhiozzai
forte << Non ce n’è.
>> Lui
mugugnò qualcosa, per poi tornare tranquillo. Di
riaddormentò, ma stavolta il
pallore sparì, e una
lieve sfumatura
rosa si impossessò del suo viso. Intinsi un fazzoletto
nell’acqua del fiume e
gli umettai le labbra. Sembrò apprezzare molto, e ne chiese
ancora. Borbottò a
lungo, chiamò persone e fece domande a cui non sapevo
rispondere, ma in nessuna
di esse io venni menzionata. Che si fosse scordato di me? Come avrebbe
reagito
trovando accanto a se una ragazzina di cui non ricordava
l’esistenza, dal volto
tumefatto e decisamente incapace di fare qualsiasi cosa? Come?
Un
forte singhiozzo mi sfuggì dalle labbra, straziandomi
il petto: quanto mi sentivo coraggiosa, in quel momento?
Perché avevo lasciato
andare via gli altri? Perché non ero rimasta a Gran Burrone,
con Arwen, o
direttamente a Isengard? Perché?
Piansi
a lungo, tutte le lacrime che avevo le
disseminai su quella riva dell’Anduin, vicino a Rauros, e le
piansi per l’ombra
dell’uomo che amavo, per me stessa e per il mondo ingiusto
che mi aveva
incastrata in quella situazione senza vie d’uscita. Mi
sentivo come sepolta… o
era solo il peso dell’acqua che mi aveva trascinato sul fondo
della
disperazione? Sarei dovuta risalire, prima o poi… ma quando,
esattamente?
Una
mano mi sfiorò il polso, facendomi trasalire. Mi
sfregai gli occhi arrossati dal pianto e lo guardai: Boromir mi
fissava,
impietrito, terreo come se avesse visto un fantasma. Un nuovo
singhiozzò mi
ruppe il petto, nonostante cercassi di tranquillizzarmi. Stavolta non
stava
sognando, il mio capitano era sveglissimo, e mi fissava dritto in viso-
anzi,
no: mi fissava il collo.
Improvvisamente intimidita, vergognandomi di quei segni, li coprii con
la mano,
abbassando lo sguardo.
Nessuno
dei due disse niente per lungo tempo. La
mattina e il primo pomeriggio scivolarono via, lenti e lunghissimi,
senza che
fra noi ci fosse anche solo una parola, o un gesto.
L’unico
suono che disturbava il gorgoglio dell’acqua,
lo stormire delle foglie, era il pianto della colpa di Boromir.
D.I.F.
( cioè Dulcis In Fundo ): stimabili lettori,
torno da voi con sommo piacere e tremenda fatica. Questa nuova storia
sarà dannatamente
complicata e terribilmente difficile da scrivere, me lo sento dal
prufundis…
ma, che dire, mi sembra più che giusto dare un seguito alla
storia che ho più
amato, con cui sono entrata in conflitto un sacco di volte e da cui
comunque
sono uscita arricchita- come d’altro canto spero sia successo
anche a voi, o
lettori.
Per
scazzo mio non ho avuto la bontà di rispondere
alle ultime recensioni, ed è una cosa di cui mi vergogno
tantissimo: voi
dedicate il vostro tempo a me, smacchinate su cosa scrivere, su cosa
commentare, cosa dire, cosa non dire…e io? Non vi rispondo.
Me tapina! Sono
proprio una c ******a!!
Ma
anche questa è una parte di me… chi non
è un po’
cojomber inside?
Ma
tornando al chappi…cosa ne dite? Siete convinti/e
? io mi sono impegnata un cifron, ed è stata davvero
difficile, ma dovevo
farlo. Il mio corpo lo richiedeva. Credo che scriverò con
più lentezza, almeno
questi primi chappi, sia per la densità della storia, sia
per i sette esami che
devo dare fra un paio di settimane ò_ò ma almeno
dopo ho il mare…e fino a marzo
gli esami li mando allegramente a fanchiurlo!
Quindi,
signori, questo è un nuovo inizio. Sono
ovviamente gradite recensioni, critiche e saluti, nonché
semplici
wow…alzerebbero un sacco l’autostima e
renderebbero la storia sicuramente più
rapida e spedita! Ma fate voi, o lettori: io sono alla vostra
mercé!
Nini.
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